LE NOVELLE DELLA PRIMA GIORNATA, A TEMA LIBERO
Il tema della prima giornata è libero, come decide la regina è Pampinea. Alla fine
della prima giornata Emilia canta una canzone che ben esprime il sogno di
gentilezza, equilibrio, onestà dei dieci giovani che si sono allontanati da una
Firenze degradata.
IL MOTIVO RELIGIOSO DELLE PRIME TRE NOVELLE DEL PRIMO GIORNO
Il motivo delle prime tre novelle è religioso, compresa dunque la prima di Ser
Ciappelletto, il narratore è Panfilo. Come era consuetudine nel mondo medioevale
l'inizio è dedicato a Dio e infatti l'argomento è religioso, come lo sarà l'ultimo
tema. I luoghi in questa novella sono uguali a quelli del Petrrca: Francia (durante
la cattività avignonese), la Toscana, Firenze.
LO SCOPO DELLA NOVELLA
Lo scopo di questa storia è dimostrare come Dio ascolti lo stesso le preghiere dei
fedeli nonostante questi si affidino a falsi santi. Gli uomini si rivolgono ai santi
come mediatori verso Dio, ma i santi spesso sono stati santificati da uomini di
Chiesa poco attenti, pronti a facili santificazioni e in realtà erano peccatori ed ora
sono all'Inferno. Dio comunque accoglie le buone intenzioni di chi rivolge a lui le
proprie preghiere pur rivolgendosi a mediatori sbagliati. E' dunque ben evidente
una netta distinzione tra il piano divino e il piano umano, il rapporto tra la volontà
di Dio e il mondo degli uomini, quello dei mercanti, basato sulla logica del profitto
e quello di uomini creduloni. Il modo in cui si manifesta la volontà divina resta
nascosto all'uomo.
IL TEMA DEL ROVESCIAMENTO IRONICO
Boccaccio, prima di mettere in azione messer Ciappelletto ne descrive con
attenzione la personalità per potere poi compiere un rovesciamento, questi
aspetti della sua personalità saranno poi rovesciati attraverso la confessione
beffa al prete.
Il rovesciamento è presente anche nel personaggio del frate che viene
presentato all'inizio come un santo uomo, ma poi finisce per apparire, messo di
fronte a ciò che confessa messer Ciappelletto, un povero peccatore che ammette
per esempio di sputare in chiesa e passa dal tu iniziale verso messere
Ciappelletto al voi, Proprio in questo borghese e nei suoi miracoli si esercita
l'ironia. Il narratore si diverte perché alla fine tutto si risolve con un lieto fine:
- Musciatto recupera i suoi soldi.
- I due usurai non ci rimettono nemmeno le spese del funerale, messer
Ciappelletto riceve un funerale con tutti gli onori come un santo, poi pregato dai
fedeli.
- Il convento del frate diventa un santuario.
- I fedeli ottengono miracoli in nome di messer Ciappelletto.
- Forse lo stesso Ciappelletto alla fine non si è guadagnato il Paradiso, ma
nemmeno la dannazione per
Con un climax ascendente mano a mano che la confessione procede il vizioso
Ciappelletto diviene un uomo santo, mentre il confessore sprofonda e si
trasforma in un credulone ridicolo.
IL RELATIVISMO MODERNO DELLA CONOSCENZA E DEI VALORI ANTICIPATO IN
BOCCACCIO
Ai tempi di Boccaccio l'idea che un uomo potesse mentire davanti a un uomo di
Chiesa era impensabile, ora no. La novella è moderna sta nel sottolineare il
relativismo della conoscenza e dei valori
IL DIVERTIMENTO,FINE DI BOCCACCIO, STA NEL ROVESCIAMENTO che ruota
intorno alla confessione. La novella, oltre che divertire, vuole anche però esaltare
lka gtrandezza di Dio che sa servirsi anche di un peccatore per realizzare i suoi
disegni, permettere miracoli anche in nome di un santo che in realtà è l'antoi-
santo, messer Ciappelletto, un peccatore. Messer Ciappelletto è un uomo
malvagio, peccatore, che però mostra grandezza nel riuscire con il suo ingegno a
farsi beffa del confessore e dei borgognoni, mostrando anche un senso di
gratitudine verso i due usurai che l'hanno ospitato e verso gli italiani che abitano
in Francia e sarebbero danneggiati dalla sua morte senza conforti religiosi.
LA PRIMA BEFFA DEL DECAMERON
Nella novella è presentata la prima beffa messa in scena nel Decameron. E'
evidenziato come l'uso di battute pronte e di trovate astute possa permettere
all'uomo di uscire da una situazione difficile.
COSA INSEGNA LA NOVELLA
La novella insegna:
- Come la fortuna, intesa come caso, possa essere modificata a proprio favore.
La sorte di Ser Ciappelletto non era modificabile, ma grazie alla sua trovata sarà
onerovelmente seppellito e addirittura venerato e in più aiuterà i due usurai che lo
ospitano.
- Che i santi spesso sono stati santificati da uomini di Chiesa poco attenti, pronti
a facili santificazioni e in realtà erano peccatori ed ora sono all'Inferno.
- Che Dio comunque accoglie le buone intenzioni di chi rivolge a lui le proprie
preghiere pur rivolgendosi a mediatori sbagliati. E' dunque ben evidente una
netta distinzione tra il piano divino e il piano umano.
Boccaccio non se la prende con i fedeli che sono dei creduloni, ma con
l’ingenuità dei frati oppure, in altre novelle, con chi invece, pur dovendo
proteggere i fedeli, punta sul culto dei falsi santi per spremere le povere persone
e i credenti, cioè gli ecclesiasti corrotti.
IL RIASSUNTO DELLA NOVELLA: DA PECCATORE SER CIAPPELLETTO DIVIENE
SANTO
La storia si apre con un mercante francese che deve lasciare la Francia per
l’Italia, ma non vuole farlo prima di aver trovato qualcuno che si occupi di
riscuotere i suoi crediti presso dei borgognoni, persone di malaffare. Pensa
quindi di rivolgersi a Ser Ciappelletto (personaggio realmente esistito, originario
di Prato di cui è stato ritrovato un libro di conti) e affidargli l'incarico. Il vero nome
di Ser Ciappelletto è Ser Cepparello da Prato, un notaio rinominato Ciappelletto
perché i francesi sono convinti che il suo nome sia un diminutivo di cappello.
L’uomo ha una pessima reputazione, è dedito all’omosessualità, al gioco, ha
compiuto diversi atti violenti, è un bestemmiatore. E' stato scelto proprio per la
sua disonestà, cattiveria, mancanza di carità cristiana da messer Musciatto.
Decide di accettare l’incarico perché in quel momento si trova in difficoltà
economica. Così, Ser Ciappelletto parte per la Borgogna e viene ospitato da due
fratelli fiorientini che fanno gli usurai. Mentre Ser Ciappelletto è ospite della casa,
cade malato tanto gravemente che i due fratelli cominciano a preoccuparsi,
temono che la sua morte avvenga senza i conforti religiosi e ciò potrebbe
provocare l'ira dei borgognoni contro tutti gli italiani residenti nella regione, già
malvisti. Il problema risiede nel fatto che, qualora Ser Ciappelletto muoia presso
di loro senza essersirsi confessato, dovrebbe essere seppellito in terra
sconsacrata causando problemi alla loro reputazione, che già non è immacolata
nel paese. D’altro canto i due usurai non se la sentono nemmeno di lasciare il
povero Ser Ciappelletto fuori di casa in quelle condizioni. Sanno anche che
qualora chiamassero un prete e lui si confessasse, nessuno potrebbe mai
perdonarlo per tutti i suoi peccati. Ser Ciappelletto, che sente i due discutere
nella stanza accanto, lichiama e propone loro il suo piano: chiamare un frate,
confessarsi e fingere di essere colui che non è. Fa chiamare come confessore un
frate noto per essere un "sant'uomo", che si convince di avere a che fare con un
santo. Soprattutto nel mondo medioevale, molto religioso, nel quale l'uomo
temeva moltissimo per la sorte della propria anima, quasi tutti si sarebbero
confessati per pulire la propria coscienza, ma non messer Ciappelletto. E così
viene fatto.
LA BEFFA DI SER CIAPPELLETTO NEL CONFESSARSI
All’arrivo del frate Ser Ciappelletto si confessa e finge di essere una persona
tanto pia che il padre gli deve perdonare peccati ridicoli. Il frate chiede se è stato
casto e Ser Ciappelletto dice di non aver mai avuto una donna nella sua vita, poi,
con le domande seguenti, afferma di non aver mai ucciso, di non esser mai stato
violento, di non aver mai rubato. Si dimostra anche contrito quando dice che uno
dei peccati più grandi che ha commesso è stato insultare sua mamma quando era
piccolo e sputare in chiesa una volta. Il frate gli dà l’estrema unzione e dopo poco
Ser Ciappelletto muore. Nel momento in cui i frati del convento vengono chiamati
per allestire il suo funerale e la sepoltura, il frate che gli ha dato l’estrema
unzione, si reca dal priore e racconta quanto Ser Ciappelletto fosse santo, quanto
fosse buono e devoto. La voce si diffonde e viene fatta un’orazione in cui si
esaltano le qualità di Ciappelletto. Inizia allora una lunga processione di fedeli
che si recano al funerale e sulla sua tomba. Panfilo sottolinea anche che non si
sa se effettivamente Ser Ciappelletto bruci o meno all’Inferno perché potrebbe,
all’ultimo, nel profondo del suo cuore, essersi pentito delle malefatte ed essere
stato ascoltato da Dio, che è così misericordioso da ascoltare anche le preghiere
dei fedeli che si recano da Ser Ciappelletto ritenendolo un santo. Forse Dio può
esser stato abbastanza misericordioso da perdonarlo.
SECONDA GIORNATA DEL DECAMERON: IL TEMA DELLA FORTUNA
NOVELLA DI DA PERUGIA
La fortuna per Boccaccio non è come per Dante "ministra di Dio", esecutrice della
volontà superiore di Dio, ma è il caso fortuito. Nella conclusione della novella in
questione Boccaccio sottolinea l'andamento circolare della novella: il
protagonista, dopo varie disavventure, torna a Perugia più ricco di quando era
partito, nonostante avesse perso tutto nelle sue peripezie .
La novella è raccontata da Fiammetta mentre è regina Filomena ed è tra l'altro
una delle novelle presenti nella versione cinematografica del Decameron di Pier
Paolo Pasolini.
IL RACCONTO DELLA NOVELLA
Andreuccio è un giovane "rozzo e poco cauto" che decide di andare a Napoli, un
porto e come tale poco sicuro, a comperare dei cavalli, e parte alla volta della
città con cinquecento fiorini d'oro. In città una "giovane siciliana bellissima" che
fa la prostituta e ha il nome della donna amata da Boccaccio mentre si trovava a
Napoli, Fiammetta, decide di provare a rubargli il denaro, che lui incautamente
mostra ai passanti. Si finge sua sorella, facendogli credere che la sua esistenza
gli sia stata sempre nascosta e lo manda a chiamare. Lo convince quindi a
rimanere per la notte a casa sua, ed egli va a dormire lasciando i vestiti e i soldi ai
piedi del letto. Si reca però nella latrina, in cui erano state segate alcune delle
assi del pavimento e così precipita negli escrementi e lì viene la