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Costruita tra 379 e il 386 per volere di Ambrogio, vescovo di Milano, sulla zona in
cui erano stati sepolti i cristiani martirizzati durante le persecuzioni romane,
inizialmente era chiamata Basilica Martyrum in onore dei martiri.
Nel IX secolo, subì una serie di trasformazioni, tra cui l’aggiunta di una grande
abside con una volta a botte, che ha cambiato l’aspetto dell’edificio.
Tuttavia, la struttura principale è rimasta intatta, con la basilica tre navate e tre
absidi, senza transetto.
La chiesa prese definitivamente un aspetto romanico verso la fine del XII secolo.
Caratteristiche architettoniche
• Facciata a capanna: la facciata è ampia e schiacciata, con due alloggi sovrapposte. L’loggia inferiore, che
funge da un nartece, presenta tre arcate o portali uguali, con il portale centrale fiancheggiato da colonne
e quelli laterali dotati di architravi robusti. La loggia superiore, con cinque arcate scalanti, segue
l’andamento del tetto spiovente.
• Elementi decorativi: la facciata è arricchita da archetti pensili, file di piccoli archi a tutto sesto che
decorrono la cornice marcapiano e gli spioventi.questi archetti sono un elemento tipico dell’architettura
romanica
• Quadriportico: il quadriportico antistante la basilica, di origine paleocristiana, ha subito un cambiamento
di funzione. Originariamente utilizzato come spazio di riunione per assemblea religiose, è stato
trasformato in un luogo di discussione incontro. Le arcate a tutto sesto del quadriportico sono sostenute
da pilastri, fiancheggiati da semicolonne, e le superfici superiori sono arricchite da lesene sottili che dividono regolarmente lo spazio.
• Illuminazione spazio: l’basilica presenta un nuovo approccio alla concezione dello spazio e dell’illuminazione. La luce principale proviene dalle finestre
della facciata, mentre i matronei sopra le navate ne bloccano il passaggio laterale, creando un effetto di ombra che accentua la solidità delle masse
strutturali. Lo spazio all’interno non è più concepito in modo mistico unitarie, come nelle basiliche paleocristiane, ma in modo razionale e geometrico,
con una netta divisione degli spazi e una forte valorizzazione degli elementi statici, come i pilastri polistili.
In sintesi, la basilica di Sant’Ambrogio è un esempio emblematico di architettura romanica che preserva la tradizione del IV secolo, pur introducendo
elementi innovativi, come l’uso della luce, la divisione razionale dello spazio e la decorazione con archetti pensili e altre strutture tipiche del periodo
romanico.
Il duomo di Modena
Il duomo di Modena, uno dei capolavori dello stile romanico, è un edificio che incarna
l’evoluzione e la raffinatezza di quest’epoca.
La cattedrale è stata progettata dall’architetto Lanfranco è costruita nel sito del sepolcro di
San Geminiano, patrono di Modena.
Questo luogo sacro era già stato utilizzato sin dal V secolo, quando furono edificate due
chiese precedenti.
Nella cripta del Duomo, infatti, si conservano le reliquie di San Geminiano in una semplice
urna nel IV secolo, sostenuta da colonne di spoglio, ovvero colonne riutilizzate dagli edifici
romani.
Esterno
• Spazio e articolazione: l’esterno del Duomo di Modena riflette lo spazio interno, con una
serie di loggette (galleria a cielo aperto) che circondano l’edificio all’altezza di un
matrone (una sorta di tribuna superiore). Questa è l’oggetto sono chiuse da arcate
cieche, un elemento tipico del romanico, che scandisce il ritmo dell’edificio con un gioco
di chiaroscuri.
• Facciata: la facciata del Duomo è caratterizzata da salienti, che riflettono la forma interna
delle navate, è da tetti spioventi a diverse altezze . La facciata è divisa da due paraste
poderose in tre campiture verticali. Al centro si trova il portale maggiore, sormontato da
un protiro (una sorta di portico sopra il portale) a due piani, con una edicola dalla volta a
botte. Il protiro è sorretto da due leoni stilofori. (leoni che sostengono ciascuno una
colonna) che probabilmente risalgono a epoca antica, forse copie di sculture romane.
L’allegoria classica che associa la colonna all’uomo è ripresa qui, dove la colonna
simboleggia l’essere umano, posto tra Dio e l’animale. Questo motivo si ripete lungo
tutto l’edificio. Inoltre, il grande rosone fu aggiunto nel XIII secolo insieme ai due portali
laterali, che comportarono anche lo spostamento dei pannelli di Wiligelmo, uno scultore
di epoca romanica.
Interno
• Strutture e materiali: l’interno del Duomo è semplice ma imponente, con le pareti in
mattoni rosse e una disposizione spaziale che crea un effetto di austerità. L’edificio ha
una pianta a tre navate senza transetto, e ogni navata è terminante con un’abside. Il
presbiterio, l’area dove si trova l’altare liturgico, e sopraelevato rispetto al resto della chiesa, suggerendo la presenza di una cripta sottostante.
• Volte e copertura: la copertura originale era capriate lignee, ma fu sostituita nel XV secolo con volte a crociera a sesto acuto, tipica dello stile gotico.
Queste volte sono supportate da un finto matronei che funge da elemento strutturale alleggerente. Il matrone riprende la forma della logista e si trova
sopra un cleristorio, una serie di finestre alte che rafforzano la struttura dalle volte a crociera.
• Navata centrale e laterali: la navata centrale presenta quattro grandi campate, la cui lunghezza è doppia rispetto a quella delle navate laterali, che sono
suddivise in otto campate. Questo disegno crea un effetto di grande spazialità della navata centrale, enfatizzando il senso di verticalità e la solennità
dell’ambiente.
In sintesi, il Duomo di Modena è un esempio magnifico di architettura romanica, con una facciata maestosa, un gioco interessante di spazi interni e un
uso raffinato dei materiali, tra cui pietre e marmi provenienti da edifici romani.
La disposizione interna, con il presbiterio rialzato, il matronei e la copertura a volte a crociera, riflette una concezione avanzata dell’architettura del
periodo.
La combinazione di elementi classici e romanici conferisce all’edificio un carattere unico, che lo rende uno dei capolavori e della tradizione romanica.
ARCHITETTURA NORMANNA
I normanni o vichinghi, originari della Scandinavia, iniziarono a saccheggiare le coste dell’Europa settentrionale a partire dal IX secolo.
Nel 912 si stabilivano stabilmente nella regione che divenne nota come Normandia, dopo aver ricevuto questa terra dal re Carlo III il semplice.
Con il tempo, i normanni si convertirono al cristianesimo e cominciarono a espandersi verso nuove terre, principalmente Inghilterra e Italia meridionale.
Nell’XI secolo, i normanni arrivarono nell’Italia meridionale come mercenari al servizio dei signori locali che lottavano contro il governo bizantino.
In breve tempo, conquistarono gran parte della regione, mettendo fine al dominio bizantino.
Nel 1053, il Papa Leone IX tentò di fermarli con una spedizione militare, ma fu sconfitto nella battaglia di civitate.
Dopo la sconfitta, il Papa dovette stipulare gli accordi di Melfi con i normanni, che riconoscevano la legittimità dei loro possedimenti.
Tra gli accordi principali vi fu il conferimento del titolo di duca di Puglia, Calabria e Sicilia a Roberto il Guiscardo.
Grazie a questa alleanza, la Chiesa riuscì a liberarsi della presenza dei bizantini e a rafforzare la sua posizione politica e militare.
Nel frattempo, i normanni, legittimati come conti di Puglia, Calabria e Sicilia, eliminano definitivamente le dominazione bizantina dalla penisola e
avviano la conquista della Sicilia, allora governata dagli arabi .
Il regno normanno impose un sistema feudale centralizzato, con il potere concentrato nelle mani del re.
Questo sistema garantiva un’uniformità amministrativa che era rara in Europa, dove la moltiplicazione dei centri di potere era più comune.
Sebbene i normanni si dovessero confrontare con i poteri locali, la centralizzazione impedì lo sviluppo di movimenti comunali, che invece si stavano
affermando nel Nord Italia.
Dal punto di vista culturale adottarono una politica di tolleranza religiosa e culturale: latini, greci, longobardi, ebrei e arabi potevano mantenere le loro
tradizioni e credi religiosi.
L’architettura normanna è una variante del romanico che si sviluppano i territori dominati dai normanni durante l’11º e XII secolo .
I principali edifici costruiti in questo stile includono chiese, castelli e palazzi.tra le caratteristiche architettoniche distintive vi sono l’uso dell’arco sottotesto
e proporzioni massicce, che rendono gli edifici particolarmente imponenti rispetto ad altre varianti regionali del romanico.
Durante il dominio normanno in Sicilia, ovvero dal 1070 al 1200, lo stile normanno combinò elementi bizantini, come i mosaici dorati visibili nell’uomo
di Morreale e nella cappella palatina, con influenze gotiche, come nel Duomo di Messina.
Le architetture più emblematiche del periodo normanno furono:
• La Zisa a Palermo
• La Cuba a Palermo
• Cattedrale di Palermo
• Chiesa di San Giovanni degli eremiti a Palermo
• Duomo di Monreale
• Palazzo dei normanni con la cappella palatina, sempre a Palermo
PALAZZO DELLA ZISA
IL palazzo della Zisa a Palermo è un esempio significativo dell’architettura normanna, caratterizzato dal connubio
tra l’arte e l’ingegneria normanna e araba.
Costruito come residenza estiva per il re normanni, il palazzo è progettato per sfruttare le brezze marine e offrire
un sistema di rinfrescamento naturale.
La struttura è orientata verso nord nord-est per godere dell’ebrezza notturne, con tre grandi fornici è una finestra
Belvedere che permettono l’ingresso dell’aria fresca.
Il palazzo ha una pianta rettangolare con due torri turriformi e si sviluppa su tre livelli, distinti da cornici sottili e
archi ciechi.
La facciata è decorata con un’iscrizione araba, parzialmente danneggiata a causa delle
modifiche apportate nel tempo.
Un aspetto distintivo del palazzo e il sistema di raffrescamento naturale che sfrutta cinque
elementi principali: una peschiera, una fontana, due camini di ventilazione , teli umidi
appesi nelle stanze e le torri laterali simili a camini .
L’aria calda veniva espulsa attraverso i camini, mentre l’aria fresca veniva introdotta grazie
all’effetto camino.
La Zisa è considerata un esempio di architettura bioclimatica, dove l’attenzione all’ambiente e al comfort estetico si combinano in modo innovativo per
ottimizzare la ventilazione e il raffreddamento degli ambienti .
Al museo Lazise è conservato una lapide marmoree a quadri lingue che commemora la morte di Anna, madre di Grisanto, un prete al servizio di Ruggero il
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