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COESISTENZA PACIFICA

Gli anni dal 1956 al 1963 sono un periodo decisivo. Si parla di “coesistenza pacifica”

e questa coesistenza non comportò affatto la fine della contrapposizione politica,

militare e ideologica fra Est e Ovest ma ne muto’ i termini.

Nel 1955 Nikita Kruscev succede a Stalin, che cominciò subito a manifestare un

atteggiamento più indulgente rispetto a Stalin, liberando alcuni prigionieri politici e

aprendo la fase della cosiddetta destalinizzazione. Veniva messo in discussione

che stalin avesse accresciuto un potere personale mentre Kruscev tentava di

appianare la Russia ad una nuova politica. Sullo standard di vita, aumenta salari e

pensioni, migliora l’agricoltura e costruisce milioni di nuovi alloggi.

Cerca di aumentare il tenore di vita fatto sempre nell’ambito della politica dirigista. I

successi furono limitati perché la stessa pianificazione non consentiva di migliorare

al massimo il tenore della vita. Sul piano politico cercò di smantellare i gulag

liberandone i prigionieri.

Gli ultimi anni del suo governo videro la formazione dei primi nuclei di intellettuali

dissidenti e la nascita dei primi samizdat (“autoedizioni”) ovvero riviste dattilografate

a circolazione clandestina. La destalinizzazione si basava su un compromesso di

base secondo il quale si denunciano i crimini di stalin ma non quelli del partito

comunista, quindi rimaneva una dittatura.

Piccoli atti di politica estera:

1. ritira le truppe sovietiche che erano stanziate in Austria in cambio

dell’assicurazione che quest’ultima resti uno stato neutrale

2. Riallaccia rapporti cordiali con la Jugoslavia

Nel 1956 Kruscev tiene un discorso durante il XX congresso del PCUS in cui

denuncia il “culto della personalità” di Stalin, le purghe e i processi sommari. Sempre

nello stesso anno scioglie il Cominform (entità che serviva a controllare e

direzionare l’attività dei partiti comunisti al di fuori dell’Urss). Tenta di modernizzare

l’urss con un approccio più “morbido”.

RIVOLTA UNGHERESE

In Ungheria (paese comuista sotto il controllo dell’URSS) dopo la morte di Stalin

c’era stato un tentativo di liberalizzazione: la visione del comportamento del nuovo

leader russo (Kruscev) induce gli ungheri a crede che possa essere un buon

pretesto per distaccare il paese dal ferreo controllo dell’unione sovietica. Egli attiva

riforme in direzione contraria ai voleri sovietici, consentendo il ritorno ad una piccola

quota di consumi privati, libertà di espressione e associazione e termina l’esperienza

della collettivizzazione delle terre. Nagy viene destituito a forza da Kruscev.

Nacquero associazioni che manifestavano il proprio dissenso e presso l’università di

Budapest e altre città si svolsero assemblee e proteste studentesche che

convocarono una manifestazione di solidarietà con la Polonia e richiesero il ritorno di

Nagy. I durissimi scontri fra gli insorti e la polizia politica determinarono l’intervento

delle truppe sovietiche. Di fronte all’aggravarsi della situazione, Nagy fu incaricato di

formare il governo ma gli scontri non cessavano e difatti a Budapest e in altri centri

scoppiò una rivolta contro l’esercito sovietico.

Intellettuali e studenti lanciarono un appello in cui chiedevano che le relazioni con

l’urss fossero stabilite sull’uguaglianza e che le truppe sovietiche lasciassero il paese

e reclamavano inoltre elezioni con voto segreto, libertà di parola, stampa e riunione.

A questo punto i sovietici si ritirarono. Nagy avviò un’opera riformatrice permettendo

la rinascita di sindacati, giornali e associazioni aboliti, ristabilendo il pluralismo

politico e toglie l’ungheria dal Patto di Varsavia. Quest’ultima iniziativa non fu

tollerata dai sovietici che decisero definitivamente di stroncare l’insurrezione. La

rivolta venne soffocata da Mosca che manda l’Armata rossa e i carri armati e anche

lo stesso Nagy viene arrestato e condannato a morte. Fu istituito un nuovo leader,

Kadar, completamente allineato a Mosca.

STATI UNITI E KENNEDY

Nel 1961 viene eletto John F.Kennedy, democratico, come presidente degli Stati

Uniti.Sembra aprirsi una nuova era. Gli Stati Uniti avevano conosciuto negli anni

cinquanta una grande crescita economica ma anche l’aggravarsi di alcuni problemi

storici della società americana:

1. Il “complesso militare-industriale” cioè della grande industria monopolistica che si

era arricchita grazie agli investimenti in armamenti

2. Le accresciute disuguaglianze sociali a danno dei ceti più poveri

3. Le tensioni razziali dalla crescente immigrazione di afro-americani dal Sud rurale

alle grandi città del Nord. Nel Sud si assisteva ad una sistematica violazione dei

diritti civili a danno dei neri.

Kennedy annuncia subito nel primo discorso al congresso di voler fondare una

nuova frontiera, “a new frontier” per la conquista di diritti civili, dello sviluppo

economico e della pace. Parla di diritti civili, dell’annullamento dell’odio e in generale

di giustizia civile. I risultati della sua politica furono certamente inferiori alle

aspettative, fece grandi promesse ma venne osteggiato soprattutto per quanto

riguarda la sua politica di riforme nel campo dei diritti civili a favore degli

afro-americani e si trovò di fronte a tante opposizioni. La politica del “contenimento”

del comunismo doveva evolversi, e per Kennedy la democrazia americana e il suo

capitalismo dovevano confermarsi come modello migliore e la più valida alternativa

al comunismo sovietico.

Politica estera:

Nelle relazioni internazionali Kennedy tentò di allentare la tensione della guerra

fredda aprendosi con un dialogo con Mosca (per questo si parla di coesistenza

pacifica). A queste aperture uni’ una decisa riaffermazione della potenza

statunitense nei confronti del mondo comunisa sia in Europa, che in Asia e in

America Latina. La sua politica estera va in due direzioni:

1. Convinzione che per opporsi al comunismo occorreva sconfiggere la povertà:

Istituisce in America latina un programma di aiuti e di sviluppo economico del

continente, l’Alleanza per il progresso nel 1961.

2. Al tempo stesso contrastò con forza ogni tentativo di mettere in discussione

l’egemonia americana e non escludeva interventi diretti per limitare la crescita

dell’influenza sovietica e cinese.

Kennedy si incontrò con Chruscëv a Vienna nel giugno 1961, con il fine di riprendere

le trattativa, ma furono fermate da un nuovo evento. A Berlino Est, infatti, nell'agosto

1961, il governo, con il sostegno dei sovietici, aveva provveduto a far costruire un

muro di cemento per ridurre la fuga di cittadini da Est a Ovest (nel corso di un

decennio erano fuggiti dall'Est circa 2 milioni e soo mila tedeschi): controllato di

giorno e di notte dalla polizia, autorizzata a sparare contro chiunque cercasse di

scavalcarlo, il muro divenne il simbolo della Guerra fredda e della contrapposizione

tra i due mondi.

Politica interna:

Cerca di attuare progetti di ampio respiro e di impegno civile (anche se molti furono

ostacolati dal Congresso):

1. Politica di incentivi agli investimenti e di riduzione delle tasse -> stimola la

crescita e diminuisce la disoccupazione.

2. Programma per lo sviluppo di nuove tecnologie soprattutto nel settore

aerospaziale, informatico e delle telecomunicazioni -> si modernizza

l’apparato militare e realizzazione delle missioni lunari che permetteranno al

paese di superare l’Urss nella gara spaziale

3. Parità razziale (soprattutto grazie al fratello Robert Kennedy) -> la

mobilitazione contro la discriminazione era aumentata con diverse forme di

protesta. Nel 1963 questa battaglia raggiunse un apice con Martin Luther King

che organizzò alcune marce in Alabama: queste lotte sono basate sulla non

violenza, boicottaggio e resistenza passiva. Kennedy avvia un progetto di

legge per combattere la discriminazione razziale (contro= stati del sud, New

York e Washington)

Veniva visto con sospetto dai sostenitori dell’ideologia repubblicana in quanto era un

rappresentante “liberal” e progressista. Fu ucciso a Dallas in Texas nel 1963 dopo

una presidenza di circa 20 mesi.

CRISI MISSILISTICA DI CUBA

Sotto la presidenza Kennedy avvenne la crisi più grave in assoluto durante la guerra

fredda dove si sfiorò il ricorso alle armi atomiche.

Antefatto della crisi di Cuba:

Cuba è un'isola dei Caraibi che aveva acquisito indipendenza dalla Spagna nel 1898

ed era governata dal dittatore Batista (subordinato al governo statunitense) dopo un

colpo di Stato del 1952. Cuba aveva sempre vissuto in una situazione di forte

dipendenza politica ed economica dagli Stati Uniti, acquirenti e investitori di sigari,

tabacco e zucchero di canna. Il regime di Batista era autoritario, repressivo e

corrotto e aveva presto trovato una forte opposizione, guidata da Fidel Castro, un

avvocato, riuscì a raccogliere i ceti borghesi, gli intellettuali dell'isola e i lavoratori

intorno a un progetto rivoluzionario anticoloniale di ispirazione

democratico-nazionalista.

Nel dicembre 1956, insieme a pochi altri compagni tra cui Che Guevara (medico

argentino) organizzò una guerriglia che doveva servire a smantellare questo regime

e riuscì in maniera sorprendente a far fuggire Batista nel 1959. Castro assunse il

comando delle Forze armate e la carica di capo del Governo. Inizialmente gli Stati

Uniti furono avversi a Fidel Castro sia perché egli voleva attuare una riforma agraria

suddividendo le coltivazioni (di proprietà nordamericana) per passarle poi ai

contadini e sia perché temevano che il regime castrista rafforzasse le tendenze

rivoluzionarie e anti americani presenti nell’America Latina.

Gli Stati Uniti misero Cuba sotto embargo, bloccando le importazioni di zucchero

cubano, risorsa vitale per l’isola e organizzarono operazioni clandestine per

abbattere Castro. Già Kennedy organizzò una specie di sortita, il famoso sbarco

nella baia dei porci nel 1961, uno sbarco di esuli cubani (anticastristi) addestrati

dalla Cia, con il fine di penetrare nell’isola e buttare giù il neo governo. Fu un

fallimento notevole e questo determinò un ulteriore deterioramento irrimediabile tra

Cuba e Usa.

Castro aveva avviato nel ‘60 la trasformazione in senso socialista del paese

avvicinandosi all'Unione Sovietica di Kruscev. Kruscev, per ridurre lo svantaggio

sovietico in campo nucleare, fece installare a Cuba 40 missili a corto e medio raggio,

quanti nello stesso momento erano puntati sull’Urss dalle basi statunitensi in Italia e

in Turchia. Alcuni aerei dell’intelligence americano lo scoprirono e Kennedy

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
73 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cordi.vale di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Guzzo Domenico.