L’ITALIA FASCISTA
I patti lateranensi. Nel 1929 Mussolini firma i Patti Lateranensi con la Santa Sede, un grande
successo politico per il regime. I Patti si compongono di tre parti: un trattato in cui la Santa Sede
riconosce lo Stato italiano e viceversa; una convenzione finanziaria con cui l’Italia risarcisce la Chiesa
per la perdita dei territori; un Concordato che regola i rapporti tra Stato e Chiesa (esonero dei
sacerdoti dal servizio militare, insegnamento della religione nelle scuole, riconoscimento civile del
matrimonio religioso).
I poteri di Mussolini. Formalmente il re conserva poteri importanti (comando militare, scelta dei
senatori, nomina del capo del governo), ma in pratica Mussolini svuota lo Statuto albertino. Il governo
ottiene il potere legislativo e il Gran Consiglio del Fascismo, dal 1928, diventa essenziale per le
decisioni costituzionali.
Il controllo sulla società. Nonostante l’aumento dell’urbanizzazione, la società rimane arretrata. Il
fascismo trova consenso soprattutto tra la piccola borghesia e i giovani, attraverso organizzazioni di
regime. La scuola viene controllata con la riforma Gentile (1923), che valorizza le materie umanistiche e
impone il giuramento agli insegnanti. Nel 1931 viene introdotto un nuovo codice penale che
reintroduce la pena di morte anche per reati non politici.
Politica interna. Il fascismo propone il corporativismo come alternativa a capitalismo e socialismo,
definito nella Carta del Lavoro (1927) e concretizzato con la creazione delle corporazioni (1934). Dal
1925 lo Stato adotta una politica economica protezionistica, punta sulla deflazione e sulla
stabilizzazione della lira (quota 90), e aumenta l’intervento dello Stato nell’economia. 6
Politica estera. Nel 1935 l’Italia invade l’Etiopia, senza dichiarazione di guerra, provocando la reazione
della Società delle Nazioni. Nonostante le sanzioni di Francia e Gran Bretagna, l’Italia conquista Addis
Abeba il 5 maggio 1936. Il successo è politico, non economico. In seguito, l’Italia si avvicina alla
Germania e nel 1938 vara le leggi razziali, che suscitano malcontento, aggravato dalla politica
autarchica orientata all’autosufficienza economica.
LA GERMANIA NAZISTA
La repubblica di Weimar. Nata nell’agosto 1919, la Repubblica di Weimar è segnata dalla crisi
postbellica e dal peso del Trattato di Versailles. Il crollo della Borsa di Wall Street nel 1929 peggiora la
situazione: i prestiti americani cessano, molte aziende falliscono e la disoccupazione cresce. In questo
contesto, si rafforza il Partito nazionalsocialista, che unisce nazionalismo, razzismo e elementi
Mein Kampf,
anticapitalisti. Dopo un fallito colpo di Stato nel 1923, Hitler è arrestato e scrive il dove
espone le sue idee razziste e pangermaniste.
L’ascesa di Hitler. Il Partito nazista cresce nei consensi negli anni ’30, approfittando della crisi. Hitler
diventa cancelliere il 30 gennaio 1933. Dopo l’incendio del Reichstag, accusa i comunisti e ottiene
pieni poteri. Il partito nazista diventa l’unico legale, ottenendo il 92% dei voti. Per consolidare il potere,
Hitler elimina le SA nella “notte dei lunghi coltelli” (1934) e, alla morte di Hindenburg, diventa capo
dello Stato, dando inizio al Terzo Reich, una dittatura totalitaria.
La persecuzione degli ebrei. Nel 1935, vengono promulgate alcune leggi (leggi di Norimberga) in
nome della superiorità della razza ariana e che negano agli ebrei la cittadinanza tedesca oltre ad
escluderli dalla vita politica. L’antisemitismo si diffonde, specie tra la piccola borghesia, colpita da
inflazione e crisi. I sentimenti antiebraici favoriscono l’adesione al nazismo.
Politica estera. Hitler persegue tre obiettivi principali: cancellare il Trattato di Versailles, riunire tutti i
tedeschi in un unico Stato (es. annessione dell’Austria nel 1938) e conquistare lo “spazio vitale” in
Europa orientale. La politica di appeasement dell’Inghilterra (Chamberlain) consente a Hitler di
occupare i Sudeti (1938) e poi tutta la Cecoslovacchia (1939). La Francia risponde con un’alleanza con
l’URSS e la costruzione della linea Maginot. Intanto, la Germania rafforza i rapporti con Giappone e
Italia: nasce l’Asse Roma-Berlino (1936), il Patto Anticomintern (1936-37) e infine il Patto d’Acciaio
(1939), che sancisce l’alleanza militare tra i due regimi.
LA RUSSIA STALINIANA
La figura di Stalin. Alla morte di Lenin (1924) la guida del PCUS e dell'URSS è assunta dal più
spregiudicato tra i capi del Partito bolscevico: Stalin, che emargina, esilia ed elimina anche fisicamente
i suoi oppositori, primo tra tutti il leggendario comandante dell'Armata Rossa, Trockij, ucciso da sicari
staliniani in Messico nel 1940. Trockij, che giudica Stalin “un traditore degli ideali comunisti”, si è reso
fautore della teoria leninista dell'espansione del processo rivoluzionario nel mondo fino alla completa
distruzione del capitalismo, mentre Stalin propende per la teoria del “socialismo in un solo paese”. 7
La collettivizzazione. Nel 1928 Stalin decide di porre fine alla NEP e di dare inizio
all'industrializzazione forzata. Il primo ostacolo sulla via di un'economia collettivizzata e industrializzata
kulaki
sono i (ricchi contadini), che vengono eliminati fisicamente. Più in generale, tutti coloro che si
oppongono alla collettivizzazione vengono arrestati, deportati in Siberia o fucilati.
I piani quinquennali. Il vero obiettivo della collettivizzazione non è aumentare la produzione agricola,
bensì favorire l'industrializzazione. A tale scopo, nel 1928 è varato il primo piano quinquennale per
l'industria, al termine del quale, nel 1932, la produzione industriale risulta aumentata del 50%; nel 1933
è poi varato il secondo piano quinquennale, che aumenta la produzione del 120%. Il produttivismo di
massa culmina nello stachanovismo.
Le “grandi purghe”. I successi economici dell'URSS aumentano di pari passo con l'inasprirsi del
carattere repressivo del governo di Stalin, che attua con epurazioni di massa dei dirigenti bolscevichi,
dei quadri dell'industria di stato e dei vertici militari. Ciò avviene nel periodo delle cosiddette «grandi
purghe» (1934-1938), gigantesche repressioni poliziesche che fungono da veri e propri strumenti di
terrore e vengono condotte con estremo arbitrio, al punto che le vittime sono spesso prelevate,
deportate o fucilate senza sapere neanche di che cosa siano accusate.
SECONDA GUERRA MONDIALE
Questione spagnola. La Spagna è uno stato di natura periferico, e x questo non ha conosciuto i
grandi cambiamenti di 800/900. La monarchia, caduta da poco, lascia spazio ad una repubblica
precaria, governata dal partito popolare. Francisco Franco guiderà un’occupazione del nord-occidente
del paese, e nel 1939 conquista Madrid. Questa guerra è importante perché ha risvolti internazionali:
Italia e Germania infatti intervengono, consolidando il loro rapporto. Intervengono anche le brigate
internazionali: gruppi di resistenza che combattevano contro il fascismo.
Appeasement. tra il 1938 e il 1939, le potenze europee cercano di evitare una guerra con la Germania
attraverso la politica di appeasement, accettando molte delle richieste di Hitler. La Germania annette
l’Austria e poi i Sudeti (Cecoslovacchia) con l’accordo della Conferenza di Monaco. Intanto, l’Italia
approva le leggi razziali e occupa l’Albania, rafforzando l’alleanza con la Germania. Quando Hitler
rivendica anche la Polonia, firma con l’URSS il patto Molotov-Ribbentrop, che gli permette di
attaccarla senza opposizione sovietica.
1939-1942.
Dopo l’invasione della Polonia, la Germania conquista rapidamente Danimarca, Norvegia, Olanda,
Belgio e Francia (1940). Solo l’Inghilterra, guidata da Churchill, resiste grazie alla Royal Air Force e al
radar nella Battaglia d’Inghilterra. L’Italia entra in guerra il 10 giugno 1940, ma le sue campagne militari
in Grecia e Africa del Nord sono fallimentari e richiedono l’aiuto tedesco. Nel 1941, la Germania invade
i Balcani e poi l’URSS (Operazione Barbarossa, 22 giugno). L’iniziale successo tedesco si blocca per
l’inverno e la resistenza sovietica. Il 7 dicembre 1941, il Giappone attacca Pearl Harbor: gli Stati Uniti
entrano in guerra, trasformando il conflitto in una vera guerra mondiale. Nel 1942, l’avanzata tedesca
si ferma a Stalingrado, dove subisce una dura sconfitta: è il punto di svolta della guerra. 8
1943-1945
Nel 1943 il regime fascista crolla: l’Italia è bombardata, in crisi economica e Mussolini perde consenso.
Il 10 luglio gli Alleati sbarcano in Sicilia e il 25 luglio Mussolini viene arrestato. Al suo posto il re nomina
Badoglio, che scioglie il partito fascista e firma l’armistizio con gli Alleati (8 settembre). I tedeschi
occupano il centro-nord, liberano Mussolini e lo pongono a capo della Repubblica Sociale Italiana.
Inizia così la guerra civile: il sud è liberato, il nord è in mano ai nazifascisti. Nasce la Resistenza, con
partigiani e Comitati di Liberazione Nazionale (CLN). Gli Alleati avanzano lentamente. Roma è liberata il
4 giugno 1944, poi il 6 giugno sbarcano in Normandia (D-Day). Da ovest e da est (URSS) si stringe il
cerchio sulla Germania. Il 25 aprile 1945 l’Italia insorge; Mussolini viene fucilato il 28 aprile, Hitler si
suicida il 30. Il 7 maggio la Germania si arrende. Dopo la fine della guerra in Europa, il Giappone
continua a combattere. Gli Stati Uniti sganciano due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki
nell’agosto 1945, causando enormi distruzioni. Il 15 agosto 1945 il Giappone annuncia la resa, firmata
ufficialmente il 2 settembre, segnando la fine della Seconda guerra mondiale.
Trattati di pace. La Seconda guerra mondiale finì nel 1945 con la resa della Germania e del Giappone.
Dopo la guerra, furono organizzati processi come quello di Norimberga per giudicare i responsabili
nazisti di crimini di guerra e contro l’umanità. Questi processi hanno segnato l’inizio della giustizia
internazionale per i crimini di guerra. Il mondo si divise in due blocchi, dando inizio alla Guerra Fredda,
e iniziò la ricostruzione politica ed economica, con la creazione di organismi come l’ONU per
mantenere la pace.
La Shoah. La campagna antisemita si estende in tutta Europa, dove peggiorano le condizioni di vita
degli ebrei, costretti a portare una stella gialla di riconoscimento e privati di ogni segno di dignità
umana. Con l'occupazione tedesca della Russia inizia il massacro ebraico e le deportazioni nei campi
l'olocausto.
di concentramento dove si compie Ad Auschwitz migliaia di ebrei muoiono all'interno
delle camere a gas o per le torture subite, in esperimenti definiti “scientifici” dalle SS, altri sono
costretti ai lavori forzati. Mu
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