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PERIODO DELLA RICOSTRUZIONE
Ha inizio la discriminazione razziale. Si abolisce la schiavitù, ma bisognava dare agli schiavi
emancipazione non solo giuridica ma anche effettiva: scolastica, sociale ed economica. Gli Stati del
1865 non erano pronti per una problematica del genere. Solo nel 1964 i neri acquistano il diritto di
voto.
1865-1877: periodo di relativa tranquillità. Vero e proprio periodo della ricostruzione, sono gli anni
più positivi. Gli Stati del Nord si impegnano affinchè i territori del Sud vengano ricostruiti. Nel
congresso vi erano più correnti: una corrente che avrebbe voluto punire l’atto di rivoluzione estrema
degli 11 stati e che non avrebbe voluto aiutarli nel breve periodo, e un’altra corrente convinta che
per ricostruire il paese fosse necessario aiutarli.
Moltissime proprietà terriere erano state devastate: molti proprietari terrieri si trovarono senza
territori (8000 proprietari emigrarono n Messico o Canada per ricostruire il proprio patrimonio). I
Neri si trovano in una situazione inedita: erano schiavi liberi emancipati, ma se fino al 1861 erano
schiavi avevano garantiti vitto e alloggio. Dal 1865 andavano ad incrementare il brigantaggio e la
criminalità: perdono lavoro e posizione sociale. Gli ex schiavi neri in questo periodo iniziarono ad
andare a votare, e certi neri al Sud venivano addirittura eletti alle cariche pubbliche. Una situazione
inedita, chiusa nel 1877. IL governo federale infatti riporta al governo dei singoli stati del sud i
cosiddetti democratici bianchi, più contrari ad un’emancipazione dei neri. Si inaugura il
segregazionismo. I democratici bianchi iniziano ad intimorire a livello giuridico i neri del sud ma
anche con una campagna di torture, agguati, imboscate, in quanto non si voleva che andassero a
votare perché votavano repubblicano (avevano chiesto l’abrogazione della schiavitù per motivi
economici). Un bacino elettorale così forte poteva cambiare il sistema politico degli stati del Sud: si
cerca di impedire loro di votare. IL nero non poteva semplicemente votare, doveva dimostrare di
saper leggere e scrivere (molti non vanno), si chiedeva che tutti pagassero le tasse e di dimostrare di
avere un parente che avesse votato nelle elezioni precedente (i neri non potevano vantare un tale
precedente). Si arriva a richieste che da parte dei neri non potevano essere soddisfatte i neri
iniziarono a perdere diritto di voto appena acquisito. Vennero inoltre inaugurate le leggi del Jim
Crow System (probabilmente un termine usato in alcune ballate afro-americane, o un attore che
impersonò uno schiavo in un film), che istituivano il segregazionismo: separazione della comunità
nera da quella bianca. Una legge della corte suprema avrebbe avallato tale sistema sostenendo che
non si trattava di discriminazione, ma di un sistema di separati ma uguali (separated but equal). Di
fatto il governo non erogava alle strutture per i neri gli stessi finanziamenti.
Alcune leggi costituzionali provano a contrastare le leggi del Jim Crow, ed andarono avanti fino alla
WWII.
1917: Buchanan vs Warley. La corte suprema stabilisce che una legge del Kentucky non
poteva imporre la segregazione su base residenziale neri e bianchi non potevano vivere in
quartieri separati. Le sentenze fanno giurisprudenza, quindi la giurisdizione contro i neri
veniva a perdere di efficacia.
1946: Irene Morgan vs Virginia: incostituzionale la segregazione su mezzi di trasporto che
collegavano i diversi stati.
1954: Brown vs Board of Education. La corte dichiara illegale la segregazione in strutture
pubbliche come le scuole, mettendo fuori legge i provvedimenti del Jim Crow nella società.
Tali provvedimenti si erano estesi dalla sfera pubblica a quella privata bar, industrie, ecc.
si erano dotati di segregazione tra bianchi e neri.
Si arriva alla stipulazione del Civil Rights Act (1964) e nel 1965 al Voting Rights Act sull’onda
dell’assassinio di Kennedy, il presidente Johnson chiede che queste leggi già esistenti venissero
approvate.
FORMIGONI
1898 inizia la guerra ispano-americana.
1890: inizia la fase imperialista. C’è una nuova crescita economica: si finisce di espandersi verso
l’occidente, si richiedono nuove terre di espansione. A partire dal 1890 i più grandi uomini d’affari
statunitensi iniziano il “riarmo” per arrivare alla guerra del 1898.
Anche l’Europa inizia il suo espansionismo: a partire dal 1870 parte il colonialismo. Gli Usa erano
rimasti fino al 1898 esclusi da questa corsa ai possedimenti preferiscono una politica
isolazionista (“coltivare il proprio giardino di casa”). Reputano l’America Latina una zona di loro
competenza. Corrente ideologica è convinta che gli USA abbiano una missione civilizzatrice da
portare avanti: sono la potenza in grado di portare democrazia, sviluppo. Si definiscono “l’impero
della libertà”.
La Prima guerra combattuta è la guerra ispano-americana di Cuba: 1898. Un piccolo incidente
convince il governo federale a dichiarare guerra all’impero spagnolo. Nel 1895 nell’isola era insorto
un movimento antispagnolo che chiedeva l’indipendenza, e gli USA si sentono chiamati in causa
avendo interessi di difendere, in particolare la coltivazione della canna da zucchero. Nel 1898 si
affiancano a questa rivolta e in pochi mesi sconfiggono l’impero spagnolo (Fine dominazione
spagnola). La conquista di Cuba porta alla conquista di Filippine, Juan, Porto Rico e Panama.
Il colonialismo americano è differente da quello europeo: si definisce di stampo “informale”, a
differenza di quello europeo “formale”. L’Europa quando conquista un territorio lo domina
direttamente, l’America vuole controllare indirettamente il territorio. Cuba viene dichiarata
autonoma ed indipendente, ma la costituzione viene imposta dagli Stati Uniti.
Nelle Filippine la guerra è sanguinosissima, “guerra sporca”, dominata da torture, omicidi segreti. I
Filippini coinvolti furono più di 3000.
1903: Panama. USA ottengono l’indipendenza per Panama, ma si assicurano il canale e il controllo
del commercio attraverso esso. E’ una colonizzazione economica, non militare: si riservano il diritto
di intervento militare, ma lo scopo è economico.
Parallelamente al dominio nei Caraibi nasce l’imperialismo americano in estremo oriente: 1899 in
Cina. IL governo statunitense emette due note, dottrina della Open Door: Usa chiedevano alle
potenze europee arrivando ad un accordo con UK affinchè il territorio cinese non venisse
smembrato in zone di occupazione, ma si chiedeva che le coste cinese fossero aperte a tutte le
potenze. In Cina gli USA affermano col consenso europeo una loro forma di imperialismo.
Vi è una terza area di imperialismo verso l’america latina: in alcuni decenni precedenti al 1890 i
presidenti americani avevano cercato di rivendicare una propria area di influenza (si sconsigliava ai
paesi europei di avere a che fare con l’America Latina) la si dichiara zona di influenza
americana. Roosevelt si dota di questo corollario della dottrina Monroe: gli stati europei non
dovevano occuparsi degli affari latino-americani in quanto sotto influenza USA. Nel 1889 era stata
fondata l’Unione Panamericana rapporti economici e non solo tra USA e america latina venivano
ad intensificarsi. Si chiude qui la prima fase dell’imperialismo americano.
Si sviluppa poi una nuova fase di imperialismo tra le due guerre mondiali.
Il processo di maturazione che porta all’imperialismo si ha tra il 1848 e il 1880.
Nel 1848 si completa la formazione degli USA e il problema è stabilire le nuove linee di espansione
americane.
perché si arriva all’imperialismo?
Motivazione economica: negli Stati del Nord o cmq in tutti gli stati uniti c’era stata
precedentemente un’espansione economica. Quando si completa l’espansione all’ovest c’è
da trovare nuovi mercati per le merci e gli investimenti.
Si esportano anche popolazioni: man mano che si espandono uomini che non hanno trovato
il loro posto negli USA emigrano. Sono numerosissimi anche i missionari, i movimenti
religiosi che cercano di portare la loro opera in territori esterni all’America.
Dottrina del destino manifesto: a partire dal 1850 si sviluppa la convinzione razzista che a
mondo esistano popoli civilizzati e da civilizzare. L’America a metà ‘800 si considera
civilizzata con la missione suprema di civilizzare il resto del mondo. La razza anglosassone
è la razza superiore portatrice di civiltà e democrazia.
Teoria dell’imperialismo navale di Alfred Mahan: nel 1890 questo militare pubblica un testo
importantissimo, “The influence of the sea power upon history”: si sosteneva che un paese
in grado di difendersi (e attaccare) deve dotarsi di un’importantissima flotta marittima. A
partire dal 1880 e il 1890 (le idee erano già in circolazione) la politica federale procede ad
un riarmo non in campo terrestre, ma marittimo. La flotta non doveva essere seconda a
nessuna, tranne forse a quella della Gran Bretagna. La flotta non dovrà mai essere divisa: se
un paese vuole difendersi o attaccare, deve mantenere una flotta unita e non dispersa nei due
oceani.
Grazie allo sviluppo di questa flotta gli USA poterono portare avanti l’imperialismo e
consolidare i propri possedimenti. Il massimo della potenza è raggiunto dagli USA tra il
1906 e il 1907.
Nel 1906 la marina statunitense è al terzo posto, dopo GB e Germania. Nel 1907 è al
secondo posto. Questa teoria influenza tutte le presidenze repubblicane. Accantonata poi da
Wilson, per poi essere restaurata prima dell’ingresso nella prima guerra mondiale.
Diplomazia del dollaro: questa fase dell’imperialismo è portata avanti dalle presidenze
repubblicane. All’interno e all’esterno del paese portano avanti una politi cadi potenza
spregiudicata sia in campo economico che politico.
1850-primi ‘900 sono anni di crescita e speculazione economica, enorme. In 50 anni grazie
alle presidenze repubblicane si verifica una situazione di grande disuguaglianza sociale:il
7% della popolazione americana possiede il 90% delle risorse. La politica interna si riflette a
livello esterno durante l’imperialismo.
Come si supporta l’imperialismo? Il governo di Washington appoggia gli interessi privati dei
grandi finanzieri e speculatori, non solo con un appoggio governativo a parole, ma anche
con atti di azione militare. Chi più di tutti attua questa politica è il Presidente Taft. Dal 1910
si cambiano le regole di politica economica ed estera grazie a Wilson: 1912. Il partito
democratico (all’epoca partito progressista) riprende il potere dopo anni di isolamento e
mette fine a questo