FREQUENZA CEDOLA
Esiste una relazione tra la variazione del prezzo, la duration e i tassi di interesse…
( )
1
∆ P=− P x D x x ∆i
1+TRES Oppure…
∆P =−DM x ∆ i (DM = duration
P
modificata)
Immunizzazione, se l'effetto prezzo è esattamente opposto all'effetto reinvestimento,
è possibile una compensazione perfetta? Molto difficile, ma si è possibile se la duration
è uguale al periodo di detenzione dell'attività. (D = SCADENZA) -> (TAX EX POST =
TAX EX ANTE) (‘’ESSERE IMMUNIZZATI’’)
Parlando invece di liquidità questo elemento rappresenta un fondamentale nella scelta
di un investimento…è possibile, infatti, che si preferiscano (tendenzialmente è così)
titoli piuttosto liquidi.
Due sono le tipologie di liquidità
LIQUIDITA’ NATURALE – si forma in maniera prestabilita a seguito del pagamento
degli elementi di remunerazione periodica e del rimborso delle quote capitale
LIQUIDITA’ ARTIFICIALE – deriva dalle operazioni di smobilizzo realizzate
dall’investitore; es. vendita a titolo definitivo, o con impegno di riacquisto a termine
(pronti contro termine) oppure cessione in pegno; è aleatoria e legata a fattori di
mercato
Diverse sono le determinanti della liquidità:
SCADENZA / DURATA RESIDUA
NATURA GIURIDICA DELLO STRUMENTO (azioni meno liquide di obbligazioni)
NATURA DELL’EMITTENTE (sua solvibilità)
STATUS GIURIDICO DEL TITOLO (nominativo, al portatore, clausole di gradimento…)
TAGLIO UNITARIO
VALUTA DI DENOMINAZIONE (diffusione della valuta, vincoli valutari…)
GRADO DI EFFICIENZA DEL MERCATO (volumi degli scambi, continuità delle
negoziazioni, numerosità operatori, trasparenza prezzi, esistenza market maker…)
ESISTENZA DI FACILITAZIONI DI CREDITO A VALERE SULLA GARANZIA DEI TITOLI
(pronti contro termine, riporto, anticipazione su titoli…)
CONDIZIONI CONGIUNTURALI DELL’ECONOMIA
POLITICHE DI SOSTEGNO DEI COSRI DA PARTE DELL’EMITTENTE
PARTE 10, la valutazione dei titoli azionari
Vengono definiti titoli di capitale e si caratterizzano per la compartecipazione a rischi e
ai risultati di impresa da parte dell'azionista, il quale assume diritti patrimoniali (utili o
quota di liquidazione) e amministrativi (diritto di voto e di impugnare le delibere).
Tre sono le configurazioni del ‘’valore’’ di un'azione:
VALORE NOMINALE = K sociale / N
VALORE PATRIMONIALE o CONTABILE = Patrimonio netto / N = (K sociale +
riserve) / N
VALORE DI MERCATO o DI PREZZO = dipende da D e O di mercato, in base al
discounting cash flow previsto per quelle azioni viene fissato il prezzo.
Il rendimento di un’azione corrisponde al valore attuale dei flussi di cassa che essa
genererà, i due flussi di cassa che vanno considerati sono il pagamento dei dividendi a
intervalli più o meno regolari e un eventuale capital gain/loss *
¿ ¿
1+ P 1 1 P 1−P 0
= −1= +
r E P 0 P 0 P 0
Considerando un orizzonte temporale lungo il valore di un'azione è pari al valore
attuale di tutti i dividendi futuri.
∞
¿ ¿
1 2 DIVt
∑
+ +
P 0= …=
2 t
1+ R ( ) ( )
1+ R 1+ R
=1
t
Due diverse ipotesi di distribuzione dei dividendi…
HP ‘’DIVIDEND DISCOUNT MODEL’’ secondo cui I dividendi futuri sono tutti
esattamente pari al primo flusso (DIV1 cresce di 0) P 0=¿ 1/i
Alcuni limiti di questo modello sono…
Esiste un elevato grado di incertezza per le previsioni sul tasso di crescita dei
dividendi di un’impresa e i dividendi futuri.
Piccole variazioni nel tasso di crescita dei dividendi previsto possono portare a
grandi differenze nel prezzo dell’azione stimato.
Non sempre è facile determinare il costo del capitale (costo opportunità che
dipende dal rischio dell’azione e dai rendimenti di mercato)
HP ‘’GORDON MODEL’’, si prevede che l'azienda e il suo utile cresceranno a un
tasso costante ‘’g’’, per cui distribuirà dividendi che a loro volta cresceranno al
tasso ‘’g’’ P 0=¿ 1/ R−g
Un'alternativa a questi due modelli era rappresentata dai multipli di borsa, ovvero
indicatori di sintesi che mettono a confronto il prezzo di mercato di un'azione con i
‘’fondamentali della società’’.
Per il loro utilizzo distinguiamo tra:
società non quotate: stima del prezzo teorico delle azioni, sulla base dei multipli di
società quotate comparabili;
società quotate: identificazione di titoli sottovaluti/sopravvalutati, sulla base del
confronto tra prezzo di mercato e prezzo teorico
Per quanto riguarda invece il vero e proprio funzionamento i 3 multipli principali sono:
P/E (price earnings ratio) = prezzo di mercato del titolo / utile per azione
Market-to-Book ratio)
P/B (o = prezzo di mercato di un’azione/ valore
contabile
* Indica le aspettative di mercato sulla redditività futura dell’azienda
* Permette di valutare aziende in perdita
* Da analizzare insieme al ROE prospettico della società
(P/B > oppure < 1, con ROE alto o basso)
(Dividend Yield)
DIV/P = ultimo dividendo per azione /prezzo azione
* Indice di redditività parziale
Tipologie di azioni:
1. GROWTH STOCKS, tendono ad avere un P/E e un P/B alti (startup)
2. VALUE STOCKS, tendono ad avere un P/E e un P/B bassi (imprese mature)
Due possibili applicazioni del P/E…
1. Nell’ipotesi di utili costanti e di dividendo=utile (payout ratio=1), P/E rappresenta il
numero di anni necessari all'investitore per recuperare il capitale investito.
2. Utile per individuare titoli sottovalutati attraverso il confronto tra società simili,
comparando il P/E della singola impresa con il P/E medio di questo insieme di
imprese. (sottovalutata? Compro! / sopravvalutata? Vendo!)
b) Si moltiplica il P/E di settore per l’EPS
a) Confronto del P/E di settore con della società, ottenendo un P stimato
quello del titolo: del titolo:
P/E titolo < P/E settore → titolo
sottovalutato P stimato > P di mercato → titolo
P/E titolo > P/E settore → titolo sottovalutato
sopravvalutato P stimato < P di mercato → titolo
I limiti dei multipli…
Quando si valuta un’azienda usando i multipli, non si ha a disposizione
un’indicazione chiara su come aggiustare le differenze nei tassi di crescita attesi,
nel livello di rischio o nei principi contabili.
Il metodo dei comparabili si limita a fornire informazioni sul valore dell’azienda in
set
relazione ad altre aziende comprese nel dei comparabili.
L’utilizzo dei multipli non serve per determinare se un intero settore è
sopravvalutato.
Per quanto riguarda il rischio dei titoli azionari questo riguarda l'incertezza sia dei
dividendi (possono essere =0) sia il guadagno o la perdita/guadagno in conto capitale
(possibile che capital gain = prezzo di vendita – prezzo di acquisto sia <0).
Gli indicatori per questo rischio sono di due tipi:
COMPLESSIVO = SCARTO QUADRATICO MEDIO O DEVIAZIONE STANDARD DEI
RENDIMENTI AZIONARI, misura quanto, mediamente, i rendimenti del titolo (intesi
come variazioni di prezzo) si discostano dal rendimento medio.
∑
[ ] =
E R P x R
Dove il rendimento atteso è pari a r
R
DELLE SINGOLE AZIONI, abbiamo in questo caso due configurazioni di rischio…
Rischio specifico (o non sistematico): è eliminabile, nell’ambito di un portafoglio,
mediante un’adeguata politica di diversificazione;
Rischio sistematico: non è eliminabile attraverso la diversificazione, perché
interessa allo stesso modo tutti i titoli quotati nello stesso mercato o le imprese
operanti nello stesso sistema di mercato e può dipendere da diversi fattori
macroeconomici che non è possibile controllare
Quello che per le obbligazioni definivamo duration per le azioni viene chiamato BETA, il
quale misura solo il rischio sistematico e è considerato differente pere questo dalla
volatilità (rischio sistemico + non sistemico).
COV SD x CORR
( ) ( ) ( )
P RL, RP Ri Ri, Rp
= =
β i VAR SD
( ) ( )
RP RP σ i
ρx
Cosa determina il BETA = σ m
ρ=¿ La correlazione rispetto al mercato, cioè la tendenza a muoversi insieme al
“resto del gregge”: La correlazione è un indice statistico che assume valori compresi
tra –1 (un signore allo specchio) e +1 (due sosia che si muovono all’unisono),
passando per 0 (movimenti perfettamente indipendenti)
σ i =¿ La rischiosità, misurata rispetto alla rischiosità media del mercato.
σ m
Capital Asset Pricing Model (CAPM), evidenzia la componente sistematica (unica non
eliminabile tra i due rischi).
=¿
r Rendimento di equlibrio (costo del capitale azionario)
e
r = Tasso di rendimento di attività prive di rischio
=¿
β Beta del titolo azionario (rischio sistematico)
i
( )
´ −r =¿
r Differenza fra rendimento atteso dal portafoglio di mercato e rendimento
m
risk-free
In cosa consiste l’utilizzo del CAPM?
Si stima il beta di un titolo confrontando i suoi extrarendimenti passati con gli
extrarendimenti di mercato. Si usa questo valore per prevedere l’extrarendimento che
gli azionisti chiedono sul loro investimento, sulla base dell’esperienza passata. In
realtà, il periodo e la periodicità scelti possono influenzare sensibilmente il beta…
I possibili risultati del BETA…
β = 1 → il titolo “segue” il mercato
β > 1 → titolo aggressivo (amplifica l’andamento del mercato)
β < 1 → titolo difensivo (attenua l’andamento del mercato)
β = 0 → il titolo è neutrale rispetto al mercato
β < 0 → il titolo ha un andamento opposto a quello del mercato
LEZ 6 (14/11)
PARTE 11, i mercati finanziari
Con mercato finanziario intendiamo il luogo di scambio fisico e virtuale tra
risparmiatori/investitori e imprese.
Due sono le tipologie di mercato che siamo andati ad analizzare…PRIMARIO,
comprende l'insieme di nuove emissioni di strumenti finanziari ( azioni, obbligazioni,
titoli di stato…) stato…) con l'obiettivo di finanziare un settore in default, fornire
risorse e fissare un prezzo attraver
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
-
Appunti economia degli intermediari finanziari
-
Appunti di Economia degli intermediari finanziari
-
Appunti Economia degli intermediari finanziari
-
Appunti di Economia degli intermediari finanziari