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SO
GIULIO RENZULLI 7
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ANALISI DI BILANCIO E ANALISI DEI COSTI 1
CAPITOLO 3
LA RICLASSIFICAZIONE DEL
CONTO ECONOMICO
3 .1 P R E M E S S A
L’attività di riclassi cazione del conto economico ha due valenze:
- Valenza quantitativa: misurare il risultato di esercizio LI
- Valenza qualitativa: valutare in che modo l’azienda ha conseguito il risultato di esercizio
U
Alla luce di questi obiettivi, la forma di riclassi cazione che si presta meglio a soddisfarli è la
forma scalare: attraverso l'esplicitazione di grandezze intermedie a valenza parametrica,
evidenzia i risultati aggregati di ogni “area gestionale”.
A
3.2 LE LOGICHE DI RICLASSIFICAZIONE
C
Esistono molteplici strutture di riclassi cazione del conto economico (saranno analizzate
nelle loro singolarità durante il capitolo) ma si può a ermare che la logica di riclassi cazione
A
utilizzata è comune a tutte. In questo paragrafo analizziamo tale schema logico.
Lo schema consiste in una separazione in aree gestionali e nella valorizzazione del peso di ognuna di
FI
esse nella determinazione del risultato netto. Tali aree gestionali (considerate sequenzialmente)
sono: SO
- La gestione caratteristica: attiene all’attività “core” dell’impresa
- La gestione accessoria: deriva dagli investimenti diversi dall’attività centrale
dell’impresa
- La gestione nanziaria: è costituita dagli oneri derivanti dai nanziamenti diretti da terzi
- La gestione straordinaria: attiene al veri carsi di eventi non convenzionalmente
prevedibili
- La gestione scale: è costituita dagli oneri scali
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ANALISI DI BILANCIO E ANALISI DEI COSTI 1
Il seguente schema evidenzia la progressione di risultati economici intermedi:
ROC: il risultato del circuito degli investimenti
caratteristici (ha un forte peso sul risultato netto)
ROG: aggiunge il peso del circuito degli investimenti
accessori
RO: conta gli oneri nanziari
RAI: tiene conto delle componenti straordinarie
RN: è la variazione netta di capitale subita nel periodo
LI
per e etto della gestione
Tutti i di erenti schemi che analizzeremo nei prossimi paragra con uiscono in questo (a
U
partire dalla determinazione del ROC). L’unico elemento di di erenziazione tra le modalità
di riclassi cazione esposte risiede nel criterio adottato per ottenere il ROC.
A
3.3 IL CONTO ECONOMICO A COSTO DEL VENDUTO
(ANGLOSASSONE) C
La riclassi cazione del conto economico “a costo del venduto” consiste nel calcolare il ROC
sottraendo ai ricavi di vendita i costi relativi alle macrofunzioni aziendali:
A
- Funzione industriale: quanti ca il peso della funzione industriale, generalmente molto
FI
grande in rapporto alle altre funzioni.
- Funzione commerciale: comprende i costi a rontati per far fronte a tutte le spese di
SO
natura commerciale quali ad esempio il marketing e l’assistenza.
- Funzione amministrativa: comprende i costi a rontati per far fronte alle spese di natura
amministrativa quali ad esempio il pagamento dei tributi e alla revisione contabile.
Nella maggioranza dei casi le macrofunzioni sono quelle riportate, ma esse possono essere
modi cate in base alla natura dell’azienda (ad esempio un’azienda farmaceutica necessita
della considerazione della macrofunzione di R&D).
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ANALISI DI BILANCIO E ANALISI DEI COSTI 1
Schema logico del peso delle macrofunzioni LI
Schema generale del conto economico riclassi cato “a costo del venduto”
U
A
C
A
FI
SO
3 . 4 C O N T O E C O N O M I C O A VA L O R E D E L L A
PRODUZIONE (TEDESCO)
3.4.1 Metodo PIL e VAN
A di erenza del metodo di riclassi cazione presentato nel paragrafo precedente, secondo il
metodo del conto economico “a valore della produzione” il punto di partenza è il processo
produttivo piuttosto che la vendita:
1. Prodotto Interno Lordo (PIL): è il punto di partenza di questo metodo di
riclassi cazione. Consiste nella valorizzazione della ricchezza totale prodotta
dall’impresa durante l’esercizio
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ANALISI DI BILANCIO E ANALISI DEI COSTI 1
2. Consumi: si misura, in secondo luogo, la ricchezza preesistente che è stata sacri cata
per ottenere la produzione totale
3. Valore Aggiunto Netto (VAN): è la di erenza tra PIL e consumi (output-input).
Corrisponde ad una quanti cazione della nuova ricchezza netta che l’impresa è stata in
grado di produrre. L’obiettivo dell’impresa è quello di massimizzare il VAN.
A questo punto la riclassi cazione procede quanti cando la distribuzione del VAN ai
soggetti che hanno permesso la realizzazione del suo conseguimento. Nell’ordine:
- I lavoratori (quanti cato nel costo del lavoro) LI
- I terzi nanziatori (quanti cato negli oneri nanziari)
- Lo Stato (quanti cato nelle imposte) U
- I soci (quanti cato nella eventuale distribuzione del reddito netto RN)
A
Lo schema a anco illustra gra camente
lo schema logico della riclassi cazione del
C
conto economico a valore della
produzione con il metodo PIL e VAN.
Alla ne del paragrafo è riportato un
A confronto tra gli schemi generali di
riclassi cazione del metodo PIL e VAN e
FI del metodo PIL e MOL
SO
3.4.2 Metodo PIL e MOL
Il metodo PIL e MOL è molto simile al precedente, infatti ne ricalca esattamente la struttura
no alla quanti cazione del valore aggiunto lordo VAL. L’unico elemento di di erenziazione
sta nel diverso ordine di quanti cazione di ammortamenti/accantonamenti e costo del lavoro. I seguenti
schemi racchiudono una illustrazione esaustiva di tale di erenziazione.
La misura ottenuta con questo metodo, il margine operativo lordo MOL, è molto utile
perché risulta essere una misura più oggettiva del VAN in quanto in essa non sono
quanti cati ammortamenti e accantonamenti (valori il cui margine di soggettività è elevato).
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ANALISI DI BILANCIO E ANALISI DEI COSTI 1
LI
U
APPENDICE: ACRONIMI INGLESI
A
Questa appendice è utile a de nire la traduzione in lingua inglese di tre importanti valori
incontrati nel corso di questo capitolo: C
- EBITDA (Earning Before Interest Taxes Depreciation and Amortization): corrisponde al
MOL (margine operativo lordo). È importante perché fornisce un dato sulla ricchezza
A
prodotta il quale non comprende la gestione nanziaria/accessoria e gli elementi
soggettivi (tranne valutazione di produzioni interne e rimanenze). L’EBITDA è l’indicatore
FI
più oggettivo possibile della gestione caratteristica.
- EBIT: oltre all’EBITDA tiene conto di amm.ti e acc.ti. Corrisponde al ROG
SO
- EBT: corrisponde al reddito ante imposte RAI
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ANALISI DI BILANCIO E ANALISI DEI COSTI 1
CAPITOLO 4
LA RICLASSIFICAZIONE
DELLO STATO
PATRIMONIALE
La riclassi cazione dello stato patrimoniale ha lo scopo di aumentare la valenza informativa
dello stato patrimoniale, il quale fornisce una fotogra a al 31/12 di investimenti e
nanziamenti in essere. Tradizionalmente la riclassi cazione dello stato patrimoniale si
LI
presenta a sezioni divise e accostate ma è anche possibile usare la forma scalare per
mettere in evidenza grandezze di erenziali di valenza segnaletica. In questo capitolo
vediamo alcune delle forme di riclassi cazione più utilizzate e concludiamo con alcune
U
osservazioni verticali e orizzontali sulle informazioni fornite da tali riclassi cazioni.
A
4 .1 L O S TAT O PAT R I M O N I A L E D E S T I N AT I VO -
SOGGETTIVO C
I criteri di riclassi cazione utilizzati da questo schema sono, come si può intendere dal
nome: A
- La destinazione d’uso per gli elementi dell’attivo, che può essere classi cata come:
FI
Attività circolanti: beni destinati a rigirare continuamente nei cicli operativi e che
• rilasciano la loro utilità in un unico momento/atto
Attività sse: beni destinati a contribuire all’attività aziendale in modo prolungato,
SO
• rilasciando il loro valore in archi di tempo lunghi
- La provenienza soggettiva degli elementi del passivo
Passività di terzi: il capitale proveniente direttamente o indirettamente da terzi
• nanziatori
Passività proprie: il capitale proveniente dai soci il quale non deve essere restituito
•
Deve valere l’equazione:
Attività circolanti + Attività sse = Passività correnti + Passività proprie
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ANALISI DI BILANCIO E ANALISI DEI COSTI 1
I pregi di questo schema risiedono nella sua capacità di mettere in evidenza:
- La provenienza delle risorse ottenute e la modalità del loro impiego
- Il grado di elasticità/rigidità delle attività (peso di attività circolanti e sse)
- Il grado di dipendenza/indipendenza da terzi nanziatori (peso di passività di terzi e
proprie)
Stato patrimoniale in forma destinativo-soggettiva a sezioni divise e contrapposte
LI
U
A
C
A
4.2 LO STATO PATRIMONIALE DELL A PERTINENZA
FI
GESTIONALE
SO
Questa forma di riclassi cazione usa come criterio la divisione in:
- Attività di funzionamento: è quell’insieme di attività sia di investimento che di
nanziamento che concerne la gestione caratteristica. Fanno parte di essa:
Investimenti legati all’attività “core” dell’impresa
• Finanziamenti legati all’attività “core” dell’impresa (come ad esempio i nanziamenti
• indiretti da terzi oppure il TFR)
- Attività di nanziamento: è quell’insieme di attività sia di investimento che di
nanziamento che concerne la gestione accessoria/speculativa. Fanno parte di essa:
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ANALISI DI BILANCIO E ANALISI DEI COSTI 1
Investimenti di tipo speculativo non legati all’attività “core”
• Finanziamenti diretti da terzi
•
Si noti come il criterio di costruzione di questo schema non si curi della natura temporale di
investimenti e nanziamenti (non distingue tra correnti e ssi), piuttosto si focalizza sulla
tipicità o non tipicità di essi in relazione all’attività “core” aziendale. L