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ROG RO RO ROG

G G

5.4.5 Un primo modo di calcolare il ROE attraverso indici specifici

Come abbiamo detto il RO è un indice sintetico, il quale è composto da altri

E

indici più specifici. Il RO può essere calcolato come prodotto di ritorno

E

sull’investimento ROI, rapporto di indebitamento e incidenza della gestione

extraoperativa: ROG RN

×

ROG

K

×

ROE = K N

5.4.6 ROD

Il ROD (Return On Debts) è un indice che mostra una sorta di tasso di interesse

medio che l’azienda paga sui finanziamenti da terzi. espresso come rapporto

È

tra oneri finanziari OF e finanziamenti da terzi medi nel periodo T:

ROD = O

F

T

Si noti che l’onerosità degli investimenti calcolata per mezzo del ROD sottostima

sistematicamente l’onerosità effettiva: questo accade perché a numeratore sono

riportati

solamentegli oneri finanziariespliciti mentre al denominatore sono

riportati tutti i finanziamenti da terzi, compresi quindi quelli

indiretti.

5.4.7 La leva finanziaria

Il ROD non compare nella relazione sopraindicata per la costruzione del RO E

ma ha un elevato tasso di incidenza sulla redditività netta. Confrontando il

ROD con il ROI possiamo

intuitivamente dedurre che se vale la ROI l’azienda ottiene un

relazione guadagno

ROD

sui suoi investimenti maggiore di quanto “paga” il denaro che ha preso a

prestito per porli in essere. In questi modo l’azienda fa leva (da qui

l’espressione leva finanziaria) sull’indebitamento per ottenere maggiori

rendimenti grazie agli investimenti.

Spieghiamo come la leva finanziaria contribuisce alla determinazione del RO .

E

Abbiamo:

RAI ROG OF [relazione che tiene conto dell’assenza di componenti

straordinarie]

× − ×

RAI = (ROI K ) (ROD [derivando ROG e OF dagli indici]

T × − ×

RAI = (ROI (T + N )) (ROD K T N

[ricordando che ]

T × − ×

RAI = ROI N + (ROI ROD) T [moltiplicando e raccogliendo]

[dividendo tutto per N]

RAI − ×

= ROI + (ROI ROD) N

N T −

ROE = [ROI + (ROI ROD) T × −

] (1 t)

× N

Nell’ultimo passaggio non abbiamo fatto altro che moltiplicare entrambi i

membri per

1 , con

t = ROE

.

pari

all’ali

quota

fiscal

e

applic

ata:

in tal

modo

otteni

amo a

sinist

ra

RN N

Questa equazione spiega che il RO è determinato:

E

ROG

- ROI =

Dal K

- ROI ROD

Dalla differenza T

Dal tasso di indebitamento

- N

- Dall’aliquota fiscale t

L’utilizzo della leva finanziaria, se condotto in maniera economicamente efficace,

può portare l’impresa a risultati ben maggiori di redditività in termini di RO E

ROI ROD

sfruttando la differenza . Bisogna tenere conto che:

- ROI e ROD sono propensi a modificarsi nel tempo in maniera asimmetrica,

pertanto l’azienda deve tenere conto di tale condizione di dinamicità e in

ultima istanza cercare di prevedere tali movimenti.

- Nel caso in cui si presenti la ROI l’impresa, dopo aver

relazione quantificato

ROD

questo divario, deve decidere quanto ricorrere all’indebitamento o, in altre

parole, quanto avvalersi della leva finanziaria:

• Un maggior indebitamento può portare redditività più alta in termini di

RO ma al contempo espone l’impresa a maggiori fluttuazioni di redditività

E

connesse a variazioni del ROI (per cause interne all’azienda o al settore) e

del ROD (variazione dei tassi di interesse)

• Un minor indebitamento assicura una minore redditività dell’azienda ma

anche una minore esposizione al rischio legato alle fluttuazioni

- Attraverso la costruzione del RO con questo metodo si può apprezzare la

E

“qualità” di esso in rapporto al rischio legato all’indebitamento. A parità di

RO ottenuto da due distinte imprese, l’impresa che lo consegue attraverso un

E

moderato indebitamento ed

un’elevato ROI ha certamente una migliore condizione di salute

divario rispetto

ROD

all’impresa che ricorre ad un elevato indebitamentoe un divario medio-

basso

ROI ROD .

5.5 G L I I N D I C I P E R L ’ AN A L I S I D E L L A R E D D I T I V I T À C A

R A T T E R I S T I CA In questo paragrafo analizziamo gli

indici per l’analisi della redditività

caratteristica utilizzando il ROIg

come “cerniera” di collegamento tra gli

indici analizzati nel paragrafo

precedente e questa famiglia di indici.

Anche qui si procede con uno schema

ad albero in cui si parte da un indice

“sintetico” e si procede alla descrizione

di indici più “analitici”.

5.5.1 ROIc

Mentre il ROIg esprime la redditività di tutto gli investimenti, il ROIc esprime la

redditività degli investimenti caratteristici, non considerando in tal modo quelli

di natura accessoria . Si definisce come il rapporto tra ROC e capitale investito

nella gestione caratteristica: ROC

ROIc = K*

Si noti che di norma gli investimenti in imprese collegate o controllate e i relativi

redditi generati da essi sono considerati come di natura accessoria in tale

classificazione. Per considerarsi positivo il valore del ROIc, oltre a

presentarsi come adeguatamente elevato, deve avvicinarsi al ROIg: se la

disparità tra ROIg e ROIc è alta significa che una fetta troppo alta dei proventi

dell’azienda derivano dall’attività accessoria e non dall’attività che

caratterizza azienda come tale.

Il ROIc è un indice sintetico e può essere scomposto in due indici, costituendo la

relazione detta “Triangolo di Du Pont”

ROC RO V

= × K*

K* C

V

5.5.2 ROS

Il ROS (Return on Sales) è il secondo elemento che costituisce il Triangolo di Du

Pont ed esprime il rapporto (spesso espresso in termini percentuali) tra ROC

e ricavi delle vendite nel periodo: =

ROS R

O

C

V

Ad esempio un ROS di 0,3 (30%) spiega che per ogni 100€ di fatturato si

registrano 30€ di reddito operativo caratteristico. Di converso si possono

esprimere, per una analisi più approfondita, il peso in percentuale sulle vendite

di tutte le voci di costo che hanno eroso i ricavi fino al ROC.

5.5.3 Indice di turnover, rotazione del capitale investito nella gestione

caratteristica L’indice di turnover, l’ultimo elemento del triangolo di Du Pont

esprime quante volte il capitale investito nella gestione caratteristica è

“ruotato” nel periodo per effetto delle vendite: V

Indice di turnover= K*

Ad esempio un indice di turnover di 3 significa che l’azienda ha fatto ruotare nel

periodo un capitale pari a tre volte il capitale immobilizzato nell’attività

caratteristica. Tale valore dipende molto dal settore/mercato in cui l’impresa

opera: un cantiere navale avrà una rotazione del capitale molto più bassa di un

supermercato.

5.5.4 Sviluppo dell’indice di turnover

Dall’indice di turnover sopra analizzato è possibile derivare altri indici di

rotazione del capitale più specifici.

L’indice di rotazione del capitale circolante investito nella gestione caratteristica

esprime quante volte è ruotato il capitale circolante lordo (CCL=M+L+l)

durante il periodo attraverso le vendite: V

Indice di turnover del CCL nella gestione = CCL*

caratteristica

La rotazione del magazzino esprime quante volte il valore delle vendite ha

superato l’investimento medio in magazzino durante il periodo (in tale calcolo

risulta spesso più opportuno considerare il costo del venduto Cpv piuttosto che

le vendite perché il magazzino è valutato in costo e non in valore del presunto

realizzo): Cpv

Rotazione del magazzino= oppure =

V M

M

La rotazione dei crediti commerciali fornisce informazioni su quante volte il

valore medio dei crediti commerciali è ruotato per effetto delle vendite

durante il periodo. All’aumentare di tale indice si riducono i tempi di incasso

dei crediti verso i clienti: V

Rotazione dei crediti commerciali= Clienti

5.6 I N D I C I P E R L ’ AN A L I S I D E L L A S I T U A Z I O N E

F I N A N Z I A R I A DI B R E V E

Questa famiglia di indici fornisce informazioni circa le condizioni di equilibrio

che caratterizzano la situazione finanziaria di breve periodo dell’impresa. In

questo caso non si segue una logica ad albero ma una semplice divisione in due

categorie: i quozienti di liquidità (i primi due ) e i quozienti di durata (i

successivi tre).

5.6.1 Quoziente di liquidità primaria (quick ratio)

Questo e il seguente indice utilizzano valori istantanei di fine periodo per

investigare la condizione di equilibrio tra entrate e uscite finanziarie previste

per il prossimo periodo. Il quick ratio è il rapporto tra la somma di tutte le

liquidità disponibili e le uscite previste entro il breve termine:

l + L

=

Quick ratio p

Il quick ratio esprime sotto forma di quoziente il margine di tesoreria, e

rappresenta la capacità dell’impresa di coprire le passività di breve periodo

utilizzando i crediti esigibili nel breve periodo e le liquidita immediate. Assume

una connotazione positiva se il suo valore supera l’unità.

5.6.2 Quoziente di liquidità secondaria

Tale indice esprime la capacità dell’azienda di coprire le passività di breve

periodo con gli elementi inclusi nel quick ratio con l’aggiunta del magazzino. È

espresso come rapporto tra capitale circolante lordo e passività correnti.

l + L + CCL

=

Quoziente di liquidità M p

secondaria = p

Questo indice rappresenta il CCN sotto forma di quoziente e assume una

connotazione positiva quando supera un valore di 2.

Si possono utilizzare serie storiche di tali indici per cogliere la dinamicità della

solvibilità dell’impresa.

5.6.3 Durata media dei debiti commerciali

Questo indice esprime in giorni il tempo medio di dilazione concessa all’impresa

dai terzi finanziatori. espresso come il rapporto tra valore medio dei debiti

È

verso fornitori e gli acquisti in giorni: ×

deb . vs . fornitori 360

Durata media dei debiti commerciali= A

5.6.4 Permanenza media dei beni in magazzino

sprime il tempo medio in cui i beni permangono nel magazzino

E

dell’azienda. espresso come rapporto tra valore medio del magazzino e il

È

costo del vend

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
59 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alex0056378 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi di bilancio e analisi dei costi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Gigli Sabrina.