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Il metodo del costo medio ponderato progressivo

Il metodo del costo medio ponderato progressivo è molto diffuso, soprattutto per i beni di frequente movimentazione, caratterizzati da modesti e ricorrenti approvvigionamenti. Esso prevede, dopo ogni acquisto, il ricalcolo del costo medio ponderato delle materie in giacenza e utilizza tale valore medio per la valorizzazione dei consumi successivi, fino al momento in cui l'ingresso in magazzino di una nuova partita acquistata non richiederà di determinare il nuovo costo medio ponderato delle giacenze.

Gli effetti che l'adozione di questo metodo induce sulla determinazione del reddito di periodo e sulla valutazione delle scorte alla fine del periodo stesso risultano "mediati" rispetto a quelle derivanti dall'adozione dei due metodi precedentemente esaminati.

Occorre poi osservare che con il metodo in esame si risolve il problema di dover utilizzare, per la valutazione di un unico prelievo di beni, due o più prezzi di acquisto.

più valori unitari differenti. Queste caratteristiche rendono il metodo del costo medio ponderato un eccellente compromesso, laddove si vogliano contemperare simultaneamente, attraverso un unico metodo, le esigenze proprie della redazione del Bilancio di Esercizio, con quelle delle elaborazioni per finalità interne di controllo

IL METODO DEL COSTO DELL’ULTIMA PARTITA

Il metodo del costo dell'ultima partita si prefigge lo scopo di riuscire sempre a contrapporre ai ricavi di vendita i valori di costo di acquisto più recenti fra quelli tempo per tempo consuntivamente sostenuti per i beni in ingresso, prevedendo, simultaneamente, che tale valore venga utilizzato anche per la valutazione delle giacenze di magazzino.

Nel caso in cui vi siano frequenti riapprovvigionamenti, il metodo in esame ha dunque il vantaggio di correggere gli effetti dell'inflazione. Il metodo in esame ben si presta ad essere utilizzato per le finalità interne di programmazione e controllo.

ma non è accettabile per la valutazione delle rimanenze ai fini della predisposizione del Bilancio di Esercizio. ALTRI METODI Vi sono altri metodi utilizzabili per la valorizzazione dei consumi e per la valutazione delle giacenze in magazzino: Il "metodo" della valutazione al costo della partita specifica -> non è un vero e proprio metodo, ma si tratta di una modalità di valorizzazione di consumi e scorte di difficile e onerosa applicazione, soprattutto nelle realtà caratterizzate da elevato turnover dei beni in magazzino. Inoltre, postula comunque la possibilità tecnica di individuare specificamente i beni e, al contrario dei metodi che elencheremo di seguito, è pienamente utilizzabile ai fini della valutazione di bilancio delle rimanenze di magazzino. Il metodo del costo fermo prestabilito (o del costo standard) -> si individua in via preventiva un valore unitario standard per le materie prime e si

mantiene invariato tale valore per un dato periodo di tempo, rispetto al quale si ritiene che la valutazione operata abbia una sua concreta rispondenza alla realtà. La determinazione del valore unitario in oggetto avviene stimando le tendenze future dei costi d'acquisto e cercando di prevedere il loro livello "normale";

Il metodo NIFO (Next In - First Out) -> valorizza i consumi di materie prime in base ai prezzi di sostituzione previsti, cioè sulla base dei prezzi ai quali si ritiene di poter riacquistare le materie consumate. Lo scopo del metodo è quello di poter prevenire gli effetti derivanti da eventuali dinamiche di variazione dei prezzi;

Il metodo HIFO (Highest In - First Out) -> la valutazione dei consumi avviene al costo di acquisto più elevato fra quelli effettivamente sostenuti a fronte delle materie prime presenti in magazzino;

Il metodo LOIFO (Lowest In - First Out) -> è il

contrario di quello precedente•IL COSTO DEL LAVORO
La determinazione del costo del lavoro, così come operata nell'ambito delle rilevazioni di Contabilità Generale, non si presta per l'elaborazione di Contabilità Analitica, per due motivi:
1. in Contabilità Generale le retribuzioni ai dipendenti e gli altri oneri connessi sono liquidati mensilmente senza preoccuparsi di una loro "normalizzazione" su base temporale infra-annuale;
2. anche ottenendo un valore "normalizzato", questo non sarebbe ancora idoneo a fornire il dato richiesto per le finalità di controllo interno, in quanto non terrebbe conto della necessaria correlazione fra l'impiego effettivo del fattore produttivo "lavoro" e il costo ad esso così associato.
Per questi motivi si rende necessario individuare un diverso parametro per la valorizzazione del costo del lavoro: la soluzione è quella di individuare un costo medio orario.

Il termine "onnicomprensivo" si riferisce a un'ora di lavoro effettivo attraverso un rapporto che ha come numeratore il costo complessivo del lavoro relativo a un determinato periodo e come denominatore le ore di effettivo lavoro corrispondenti. La determinazione del costo medio orario onnicomprensivo di un'ora effettiva di lavoro richiede alcune riflessioni:

La prima riguarda la sua utilizzabilità. In questo senso, assumendo la tradizionale suddivisione tra "mano d'opera diretta", "mano d'opera indiretta" e "personale improduttivo", appare evidente come l'utilità del parametro in oggetto sia massima per la valorizzazione del costo del lavoro relativo alla prima tipologia e meno utile per le rimanenti.

In secondo luogo, occorre considerare che un dato esatto si potrà ottenere solo su base consuntiva a fine anno, quando sarà noto il totale del costo del lavoro complessivamente rilevato dalla Contabilità.

Generale e saranno disponibili i dati statistici relativi alle ore realmente lavorate; tuttavia vi è la necessità di determinare in via anticipata il parametro trattato

IL COSTO DEI FATTORI PRODUTTIVI DUREVOLI

Si tratta di quei fattori che possono reiteratamente partecipare a più atti del processo produttivo, rilasciando gradualmente la loro utilità su un arco temporale normalmente pluriennale. I fattori produttivi in oggetto sono frequentemente di proprietà dell'impresa, ma possono anche essere stati ottenuti in locazione, in leasing e in comodato d'uso. La modalità attraverso la quale l'impresa ha ottenuto la disponibilità del bene durevole è rilevante rispetto alla tipologia di costo che da ciò deriva.

IL COSTO DEI FATTORI PRODUTTIVI DUREVOLI DI PROPRIETÀ: GLI AMMORTAMENTI

Nel caso in cui il fattore produttivo durevole sia di proprietà dell'impresa, il suo costo di utilizzo è espresso

il valore corrente può essere determinato utilizzando il metodo del costo di mercato o il metodo del valore attuale netto; c. la vita utile del cespite può essere influenzata da fattori come l'obsolescenza tecnologica o l'usura fisica; d. il criterio di ripartizione a quote costanti prevede che l'ammortamento venga distribuito in modo uniforme nel corso della vita utile del cespite; e. le quote di ammortamento possono essere calcolate utilizzando la formula: quota di ammortamento = (valore da ammortare / vita utile del cespite). Una volta determinate le quote di ammortamento, queste possono essere utilizzate per calcolare il costo ammortizzato del cespite in ogni periodo contabile.

La vita utile del bene dovrebbe essere determinata sulla base delle effettive modalità di impiego previste per il bene nell'ambito dei processi produttivi che connotano la specifica impresa, senza tenere conto delle sollecitazioni fiscali;

Il criterio di riparto dovrebbe riflettere le modalità attraverso cui concretamente si spiega l'utilità incorporata nel bene nel corso della sua vita utile;

La quota annuale di ammortamento deve poi essere riparametrata su base infra-annuale con le stesse logiche adottate per definire la quota annuale.

IL COSTO DEI FATTORI PRODUTTIVI DUREVOLI OTTENUTI IN LOCAZIONE O IN LEASING: I FITTI PASSIVI E I CANONI LEASING

I fitti passivi sono di norma già espressivi del costo di utilizzo del bene da assumere come adeguato anche per le elaborazioni di costo operato ai fini interni; tuttavia, a fronte di situazioni anomale, si può valutare di assumere ai fini interni un fitto passivo di valore maggiore, in linea con le

produttivo ottenuto in comodato d'uso dovrebbe essere considerato come un costo aggiuntivo da includere nel calcolo dei costi di produzione. Per quanto riguarda i contratti di leasing, è importante distinguere tra leasing operativo e leasing finanziario. Nel caso del leasing operativo, è necessario separare la quota di canone relativa agli interessi passivi e considerare solo la parte rimanente come costo di utilizzo "tecnico" del fattore produttivo. Nel caso del leasing finanziario, l'impresa utilizzatrice dovrebbe includere il valore dei beni ottenuti in leasing tra le proprie immobilizzazioni e procedere al normale ammortamento del bene. Nel caso in cui il bene in comodato sia stato ottenuto da un cliente per realizzare prodotti o parti componenti specifici per il cliente stesso, il costo di utilizzo non dovrebbe essere considerato, poiché è già incluso nelle condizioni contrattuali. In altre situazioni, invece, il costo di utilizzo del fattore produttivo ottenuto in comodato d'uso dovrebbe essere considerato come un costo aggiuntivo da includere nel calcolo dei costi di produzione.produttivo essere opportunamente stimato e incluso nelle elaborazioni di controllo interno. Per la quantificazione del costo si possono seguire due vie: simulare un contratto di locazione oneroso oppure stimare la quota di ammortamento del bene con modalità non dissimili a quelle precedentemente esposte. I COSTI RELATIVI A MANUTENZIONI E LAVORI Un'attività è definibile come riparazione quando l'intervento si rende necessario per ripristinare la funzionalità del bene venuta meno per effetto di un guasto. Se, a seguito dell'intervento di ripristino, il bene torna nelle stesse condizioni di utilizzo precedenti all'evento, senza alcun miglioramento funzionale durevole, i costi dell'intervento sono da considerarsi ai fini delle elaborazioni di Contabilità Generale come costi di competenza dell'esercizio e ciò vale anche per elaborazioni interne proprie della Contabilità Analitica. Altrimenti, il costo potrebbeanche essere considerato come straordinario. Un'attività di manutenzione.
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A.A. 2020-2021
53 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Camo25 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi di bilancio e analisi dei costi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Gigli Sabrina.