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Il Conte Ruggero I e il periodo del trapasso dalla contea al regno
I.Ruggero I, tornato a Mileto, sposò in prime nozze Giuditta d'Evreux (da cuiebbe solo figlie femmine); in seconde nozze Eremburga di Mortain, di stirpenormanna; infine sposò Adelasia del Vasto, appartenente alla famiglia degliAleramici, marchesi del Monferrato. Sempre a Mileto si svolsero i solennifunerali del Conte Ruggero nel 1101.
Periodo del trapasso dalla contea al regno: Adelasia e Ruggero III primi tempi del nuovo potere normanno furono caratterizzati dalla reggenza diAdelasia e i suoi collaboratori, spesso operanti a Mileto, furono i protagonistidella transizione. Importante fu la rete di castelli che si costruirono lungo il Vallodi Cosenza e il perimetro costiero, punti strategici per la difesa del Regno.Adelasia sembrò concentrarsi in particolare sulla valorizzazione del substratodella cultura e delle istituzioni bizantine, infatti la Contessa offrì protezioni aillustri prelati bizantini come Luca di Melicuccà (fatto vescovo di Isola e
Poilegato del patriarca di Costantinopoli), o Bartolomeo di Simeri (fondatore del monastero di Santa Maria del Patire). Nel 1112 Ruggero II (figlio di Ruggero I e di Adelasia) ottenne l'investitura della Sicilia e trasferì la capitale della contea a Palermo; nel frattempo i figli del Guiscardo, Ruggero Borsa e Boemondo (fu uno dei comandanti della prima crociata e il principato di Antiochia in virtù della formazione degli stati latini in Oriente), morirono se l'autorità centrale si rafforzava con Ruggero II, d'altra parte si innescano tutta una serie di contrasti tra i signori locali. La nuova sede del potere (Palermo) fu costituita da alti funzionari provenienti dalla Calabria, che inoltre mantenne il prestigio già garantitole da Ruggero I attraverso la permanenza del protonotaro (antica magistratura bizantina) che divenne giudice di tutta la regione: Cristodulo, bizantino di provenienza calabrese, dopo aver servito il Gran Conte, assistette
Adelasia nell'amministrazione della contea per poi diventare comandante della flotta normanna di Ruggero II.
Fonti documentarie di epoca normanna
Nonostante la documentazione del tempo sia scarsa sappiamo che i normanni consegnavano il controllo delle contee a persone fidate:
- La Contea di Catanzaro fu prima in mano ad Ugone Falluc, poi ai Loritello e infine ai Ruffo
- La Contea di Bova fu affidata al vescovo di Reggio, il quale mantenne il titolo feudale per quasi 7 secoli, fino all'eversione della feudalità
- La Contea di Sinopoli fu inizialmente dei De Pavia e poi, per linea femminile, dei Ruffo
- La Contea di Crotone andò a Guglielmo di Grandmensil
- La Contea di Policastro andò alla secondogenita del conte di Flandria
I primi documenti dei normanni sono in greco perché i funzionari erano per lo più calabresi di origine bizantina portati in Sicilia: il Syllabus Graecarum membranarum è un insieme di atti privati che includono compravendite, concessioni.
donazioni di villani (uomini donati insieme alle terre non in quantoschiavi ma perché sapevano come valorizzarle), donazioni a ecclesiastici (donazioni pro alma ovvero per la salvezza dell'animo: donare alla chiesa significava donare a Dio) Chiese, monasteri e processo di latinizzazione in epoca normanna In ambito monastico, accanto alle vicende di Bartolomeo di Simeri e la fondazione della chiesa di Santa Maria del Patire a Rossano, è importante lo sviluppo delle abbazie benedettine: Roberto il Guiscardo fondò tra il 1059 e il 1061 l'abbazia di Santa Maria della Matina a San Marco Argentano Nel 1088 Ruggero I confermò alla chiesa di Tropea il possesso di tutti i beni mobili, immobili e in rendita aggiungendo anche la giurisdizione su tutti gli abitanti; nel 1094 il possesso del primo vescovo latino di Tropea, Iustego, si estendeva fino ad Amantea Nel 1096 Ruggero e Adelasia concessero beni e giurisdizioni ai vescovi di Squillace Nel 1101 la nipote di Ruggero, Costanza, donò all'abbazia di Santa Maria di Corazzo il castello di Corazzo e altre terre.Ruggero I, Amburga, fece ricostruire la cattedrale di Nicastro e nel 1122 il fratello Riccardo ne ampliò le concessioni. Mileto, oltre a diventare la sede di una fastosa corte voluta da Ruggero I, vide la costruzione dell'abbazia della Santissima Trinità. Ruggero I donò a Bruno di Colonia il monastero di Santo Stefano del Bosco (Serra San Bruno) e fece costruire l'abbazia di Sant'Eufemia.
Come si sono comportati i normanni nei confronti di una regione greca? Come in Sicilia, dove si avvalsero dell'esperienza musulmana, anche in Calabria mantennero la maggior parte della struttura amministrativa preesistente. Per quanto riguarda la lingua, le novità portate dai normanni riguardano termini bellici o di organizzazione dello spazio da un punto di vista economico. Interessante è il caso del termine vassallo, il quale ha permesso di scoprire la falsità di alcuni documenti, ad esempio le donazioni a Bruno di Colonia. Come si individua un falso?
I documenti presentano caratteristiche esterne – inchiostro, tipologia di scrittura, ecc. – ed interne – contenuto, struttura, ecc. -; per i caratteri esterni ci si può affidare ad una codificazione mentre riconoscere quelli interni sta alla bravura dell’editore). I normanni non soppressero la grecità neanche da un punto di vista religioso perché non potevano rischiare di perdere l’elemento di mediazione con il popolo, ovvero il clero; infatti la sostituzione dei vescovi greci con quelli latini non fu veloce: di solito si aspettava che il posto si rendesse vacante magari per la morte del vescovo precedente. In ogni caso vi fu la fondazione e latinizzazione di diverse sedi episcopali: Reggio (1080); Mileto e Castellace (1081); Tropea e Nicastro (1094); Umbriatico (1130); Isola (1149); in ogni forma di trasformazione, favore e benevolenza adottata dai normanni nei confronti delle istituzioni religiose, prevalse la tendenza ad iscriverle nel quadro feudale.
Successivamente i favori e i donativi furono accordati all'ordine monastico cistercense; tra i più noti: - Monastero di Santa Maria di Corazzo, fondato come monastero benedettino da Ruggero di Martirano - Chiesa di Santa Maria Requisita fondata come chiesa benedettina da Goffredo di Catanzaro e sua madre Berta a metà del XII secolo rinominata dai cistercensi Santa Maria della Sambucina Il regno normanno Nel 1130 ad Avellino il figlio di Ruggero I e di Adelasia viene incoronato da papa Anacleto col nome di Ruggero II re di Sicilia, Calabria e Puglia. C'è una contraddizione nella fondazione di questa monarchia perché da un lato il re si pone come sostituto dell'imperatore di Bisanzio, dall'altro è sottoposto alla signoria del papa. Dopo che le opposizioni anti-ruggeriane furono sedate, nel 1144 tutta la Calabria entrò a far parte del Regnum Siciliae, costituendo insieme al Ducatus Apuliae e al Principatus Capuae, l'intero tessuto.territoriale del Regno di Sicilia. La Calabria fu riorganizzata a livello provinciale ingiustizierati (confermati dal successivo governo angioino), ognuno dei quali comprendeva le cariche di Maestro Secreto e di Camerario. In particolare, nacquero le provincie di Vallis Gratae (attuale provincia di Cosenza) e di Terra Jordana (attuale provincia di Catanzaro) e di Calabria.
Gli ultimi sovrani normanni e il passaggio agli svevi. Il successore di Ruggero II fu Guglielmo I, detto il Malo (1154-1166). Durante la sua reggenza la Calabria subì qualche variazione istituzionale per prevenire un accentramento di potere in seguito agli attacchi che il regno normanno subì suben 4 fronti: l'imperatore d'Oriente, l'imperatore romano-germanico, il papa e la maggior parte dei poteri signorili. Il controllo su questi ultimi provocò da parte loro la tendenza a ribellarsi al potere sovrano, esemplificativo della situazione che si stava creando fu l'uccisione a Palermo nel
1160 del primo ministro di Guglielmo I, Maione, da parte di un esponente di una congiura di nobili, Matteo Bonello. In Calabria la contessa di Catanzaro, Clemenza di Loritello (parente di Ruggero I), divenne nemica sistematica dei monarchi siciliani e assoldò delle truppe per attaccare Guglielmo I, il quale si recò a Catanzaro: fece impiccare gli zii della contessa e impose ai cittadini tassazioni supplementari.
Il successore di Guglielmo I fu Guglielmo II, detto il Buono (1166-1189), e anche sotto la sua reggenza ci furono insofferenze popolari e ribellioni signorili, tra cui la rivolta palermitano-messinese contro l'arcivescovo Stefano di Perche, il quale voleva sopprimere le ribellioni nobiliari; la Calabria, in particolare Reggio, si schierò dalla parte dei messinesi e il Perche fuggì a Gerusalemme. Oltre alle varie rivolte, la Calabria fu colpita da un disastroso terremoto il 4/2/1168.
Anche durante il regno di Guglielmo II furono operate delle
modifichenell'assetto istituzionale: la carica di Gran Camerario venne eliminata e i camerari provinciali dovevano rispondere alla Duhana, suprema magistratura fiscale del Regno, in particolare alla Duhanabaronum dal fiume Sinni in su, alla Duhana de Secretis a sud del Sinni. Eventi che predispongono la fine della dinastia normanna: - 1186: matrimonio tra Costanza d'Altavilla (figlia di Ruggero II) e Enrico VI di Hohenstaufen (figlio di Federico Barbarossa) tramite questo matrimonio il trono di Sicilia passerà agli Svevi - 1189: Guglielmo II muore senza lasciare eredi al trono (ultimo sovrano della casata degli Altavilla) Si dice che in quegli anni Riccardo Cuor di Leone, in viaggio per la terza crociata (1191), volesse raggiungere Messina da Salerno per terra, passando per Reggio: giunse a Mileto dove si diede a ruberie e risse. Nella fase di passaggio dalla monarchia normanna a quella sveva, i signori calabresi si schierarono: alcuni erano fedeli al conte di Lecce, Tancredi.(nipotedi Ruggero II), proclamato re nel 1190; altri sostenevano Enrico VI, il quale sirecò nell’Italia meridionale a rivendicare il trono nel 1191, ma la flotta di Tancredi riuscì ad allontanarlo. Nel 1194 Tancredi morì (era già morto il primogenito e successore Ruggero III) e la moglie Sibilla D’Aquino mantenne la reggenza per il secondogenito Guglielmo III, ma Enrico VI scese nuovamente per impadronirsi del Regno: risalendo da Policoro, lungo la valle del Crati e proseguendo per l’antica via Popilia, attaccò e saccheggiò diverse città calabresi prima di giungere in Sicilia. Il 25/12/1194 Enrico VI inaugurò il dominio svevo sul regno di Sicilia. La Calabria vide una redistribuzione delle contee: - La Contea di Catanzaro era passata ai Lupino fin dai tempi di Tancredi ma questa famiglia si schierò per tempo dalla parte dell’imperatore cos