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FOREIGN E DOMESTIC ADDED VALUE

Per evitare il problema del "doppio conteggio" si distingue: il valore che è stato creato nei diversi paesi in cui sono realizzate le fasi produttive (domestic value added) e il valore che è importato da paesi terzi sotto forma di input intermedi (foreign value added). Nel 2010 il foreign value era stimato al 30% del commercio globale. Mentre entrambi entrano nel computo delle esportazioni totali lorde, solo il domestic value added (dva) contribuisce ad aumentare il PIL del paese esportatore. Il foreign value added (fva) segnala il grado di integrazione internazionale delle industrie locali e il grado di specializzazione verticale di un paese interno delle GVC e cioè il suo ruolo nell'esecuzione di particolari attività (task).

Seguendo il metodo della decomposizione del valore aggiunto dell'esportazioni, l'indice di partecipazione alle GVC è calcolato come percentuale.

delle esportazioni lorde e ha due componenti:​ ​a) il contenuto di import (fva) viene usato nell'export di un paese;​ ​b) l'export di input intermedi (dva) sono impiegati nell'esportazione di paesi terzi. Esempio: partecipazione alla GVC nel 1995 nel 20009 del paese G20. I paesi in via di sviluppo hanno una quota di foreign value added leggermente inferiore alla media mondiale​(28%), ma se si esclude il commercio interno o intra-regionale di input intermedi, la quota di foreign value added del commercio estero dei paesi in via di sviluppo (e specialmente dell'Asia orientale e sud orientale e​dell'America centrale) è significativamente superiore a quella degli USA e del Giappone, o a quella​ ​​dell'Unione Europea, mentre è molto bassa in Africa, Asia occidentale e Sudamerica. La maggior parte delle catene del valore hanno un carattere regionale (come ad esempio: quelle del nord-centro-americane e quelle intra-europee) chevedono la partecipazione di alcuni paesi rispetto ad altri ei rapporti all'interno di flussi bilaterali più significativi entro la GVC extraregionali come quelli tra Germania e Usa, Cina e Germania e Giappone e Usa. Per afferrare l'impatto della GVC sulle economie dei paesi che vi prendono parte, occorre:
  1. distinguere tra il valore aggiunto creato sul versante manifatturiero e quello creato sul versante dei servizi della GVC;
  2. analizzare la distribuzione delle sue fonti di valore aggiunto tra paesi avanzati e emergenti.
Un modo per studiarlo è tramite la distribuzione del valore aggiunto creato/catturato nelle GVC di beni e servizi. Lo studio del valore aggiunto ci dice:
  • sul versante manifatturiero, i paesi emergenti hanno catturato quote crescenti di valore aggiunto, mentre l'insieme dei paesi OECD l'ha diminuita (ma gli USA l'hanno rinforzata e Unione Europea l'ha mantenuta);
  • oltre il 60% del valore aggiunto

Il manifatturiero mondiale è comunque generato nell'area OECD.

Le economie OECD sono specializzate in prodotti industriali ad alta intensità di tecnologia e a maggior valore aggiunto.

Le economie OECD catturano la quota maggiore del valore aggiunto creato dalle GVC nel settore dei servizi, che è il settore trainante delle economie sviluppate.

Le economie emergenti traggono la quota maggiore di valore aggiunto dalla GVC manifatturiera.

NB: OCSE significa Convenzione sull'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. È stata firmata il 14 dicembre 1960 ed è entrata in vigore il 30 settembre 1961. Inizialmente c'erano 20 paesi, ora ce ne sono 42. Ha come obiettivo la promozione, a livello globale, di politiche che migliorino il benessere economico e sociale dei cittadini.

RETE (NETWORK)

È un insieme di punti (vertici o nodi) e di linee di interconnessione (link) organizzato con l'obiettivo di trasmettere flussi di beni/servizi.

come accade, ad esempio, nelle reti delle pubblic utilities o nelle reti di trasporto o flussi di dati, suoni, immagini, o nelle reti di telecomunicazione o lungo la rete delle reti di Internet. Ogni punto può essere:
  • un nodo iniziale da cui emesso il flusso
  • un nodo terminale che riceve il flusso
  • un nodo intermediario che ha il ruolo di trasmissione, amplificazione o coordinamento.
Le reti hanno diverse tipologie:
  • rete a stella che è centralizzata
  • rete a cristallo o ad alberi che è decentralizzata
  • rete a ragnatela che è distribuita e ciascun punto o nodo sembra avere un ruolo simile ed equilibrato.
La probabilità di ciascun nodo di entrare in connessione con gli altri nodi va da 0 (nei network completamente regolari) a 1 (nei network completamente random) dove tutti i nodi hanno la stessa probabilità di entrare in connessione tra loro e non si formano cluster (gruppi), cioè.​ ​Nei network in cui vige la proprietà small world si determinano molte connessioni locali e poche connessioni​ ​​a lunga distanza e c’è un alto coefficiente di clustering. Le small word network sono quelle che sono state più studiate. Possono essere basate sull’idea di​connessioni fra almeno due nodi della rete con un elevato coefficiente di clustering. La maggior parte dellecoppie di nodi sarà interconnessa da almeno una via breve con altre. Inoltre, questa è alla base della proprietàche ci sia sempre una scorciatoia fra un aggregato e l’altro e che ci sia una sovrabbondanza di nodi cherappresentano una funzione di hub (disnodo) con un elevato numero di connessioni. Queste sono connessionicomuni che mediano le scorciatoie fra diversi aggregati (diversi livelli).Un altro attenzione che è stata dedicata allo studio di queste reti è stato quello di capire quali sono,effettivamente, i

Diversi gradi di gerarchia che queste reti riescono ad esprimere. Negli anni '60 è stata studiata da Milgram una particolarità delle reti e del mondo che è conosciuta come i "sei gradi di separazione". Ci dice che fra due persone sulla base di coloro, che ciascuno di esse conosce, non ci sono più di sei contatti intermedi. In pratica esistono delle vie brevi tra la maggior parte delle coppie di individui del mondo che sono rappresentati da solo sei connessioni compresi loro, quindi sostanzialmente 5 link.

SCALE-FREE NETWORK

Ci sono ampie variazioni nel numero di link per nodo. C'è un numero limitato con molti link che coesiste con un numero molto ampio di nodi (hubs) con un numero limitato di link. Il network cresce by preferential attachment: i nodi con il maggior numero di link ricevono un numero di nuove connessioni superiore a quello che si dirige verso nodi con meno link. In pratica i nodi più

grossi e più ricchi tendo a cresce senza limiti di scala. Questo modello presenta dunque che la proprietà small-world, benché non valga necessariamente il contrario, e cioè che gli small-world network siano scale-free. Questi modelli scale-free viene attribuita la legge della distribuzione dell'energia e rappresenta tipicamente la gran parte dei network. Questa legge mostra che all'aumentare del numero di link tendono a diminuire il numero di hub e viceversa in cui quando il numero di nodi aumenta questi hanno un numero di link più basso.

INDUSTRIA A RETE

La rete è un loro elemento costitutivo. Può essere la rete di distribuzione di energia elettrica o può essere la rete di telecomunicazioni nelle sue varie evoluzioni. L'industria a rete sono sistemi di erogazione di beni e servizi che avvengono tramite un'infrastruttura a rete in cui a ciascun nodo corrisponde un installazione a catena di produzione, trasformazione.

trasformazione e che, a seconda delle modalità d'accesso degli utenti, può essere one-way (dal centro a una frammentazione di utilizzatori) o two-ways (reti di trasporto, TLC). Esse presentano quatto caratteristiche: 1) economia di scala sul lato della produzione in quanto una volta sostenuti i costi non recuperabili dell'investimento dell'impresa dell'infrastruttura essenziale, i costi di produzione dei beni e dei servizi sono decrescenti in quanto c'è una forma di monopolio naturale; 2) complementarietà, compatibilità e standard in quanto i prodotti offerti e consumati in questo mercato sono collegati tra loro ed devono essere compatibili fra loro e definiti degli standard stessi; 3) effetti ed esternalità di rete in quanto l'utilità che deriva dal consumo dei beni e dei servizi dipende dal numero di utenti della rete stessa; 4) switching costs (costi di trasferimento) e

lock-in.Generalmente gli utenti sono vincolati alla rete da contratti, programmi, opportunità che fanno aumentare gli eventuali costi di passaggio ad un'altra rete di bene o servizi simili o alternativi. Queste sono le esternalità dirette.

RETE DI IMPRESE E IMPRESE IN RETE

Con rete di imprese si intende una o più organizzazioni coinvolte in una relazione a lungo termine basata su diverse forme di accordi. Essi realizzano strutture e processi produttivi, condividono processi decisionali e si riconoscono in un modello di management comune.

Gli accordi possono essere di:

  • natura commerciale,
  • cooperazione,
  • di subfornitura,
  • di licenza e cessione know-how,
  • acquisto di componenti e materie prime.

L'impresa in rete, protagonista di reti a geometria variabile nello spazio e nel tempo, che perseguono i vantaggi della divisione del lavoro dilatando i confini dell'organizzazione oltre il suo perimetro formale.

tipo di impresa è l'insieme delle relazioni che un'impresa mantiene a monte e a valle, con i suoi subfornitori e con imprese di servizi, sulla base di accordi che non implicano la costituzione di un'entità organizzativa separata. Gli accordi, formali o informali, a durata variabile, sono diretti a realizzare la cooperazione tra imprese o tra le loro unità, per implementare attività specifiche che fanno parte della catena del valore. ECONOMIE ESTERNE Nelle organizzazioni reticolari si possono conseguire diverse economie esterne: - di scala; - di scopo; - di agglomerazione; - apprendimento. Queste economie aumentano la competitività delle imprese e favoriscono lo sviluppo di sinergie tra i diversi attori coinvolti.
Dettagli
A.A. 2022-2023
326 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SPS/09 Sociologia dei processi economici e del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher caterina_romagnoli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia del mercato mobiliare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Pini Paolo.