Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 15
Starting Report 2 anno Psicologia generale Pag. 1 Starting Report 2 anno Psicologia generale Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 15.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Starting Report 2 anno Psicologia generale Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 15.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Starting Report 2 anno Psicologia generale Pag. 11
1 su 15
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Hart che sviluppò il primo metodo oggettivo per testare la metamemoria,

riallaciandosi alla tradizione del metodo introspettivo agli albori della psicologia

(si veda lo strutturalismo americano di Tichener), che faceva ampio ricorso alle

funzioni metacognitive dei ricercatori/soggetti.

Nel metodo di Hart ai partecipanti venivano poste domande di carattere

generale e quando non sapevano rispondere veniva chiesto loro di predirre se

avrebbero saputo selezionare la risposta esatta in un test a risposta multipla.

La predizione, denominata "Feeling of Knowing" (FOK) era di natura

introspettiva, ma non veniva considerata automaticamente valida,

somministrando effettivamente il test per valutare discrepanze tra FOK e

performance. I risultati mostrarono che tendenzialmente il FOK corrisponde

effettivamente ad una performance positiva.

Un altro test utilizzato nell'ambito di studi della metamemoria riguarda il

Judgment of Learning (JOL), che riguarda predizioni di future performance,

diversamente dal FOK che riguarda futuri recall di informazioni al momento del

test non richiamabili alla memoria dal soggetto.

Nel 1990 Nelson e Naren hanno unificato il campo della metamemoria in un

unico framework strutturato sui tre step centrali di acquisition, retention e

retrieval a cui si collegano diversi costrutti riguardanti sia il monitoring, sia il

control.

Questo framework è ancora oggi il riferimento nell'ambito di ricerca, che si

occupa soprattutto di indagarne singoli aspetti.

FOK e JOL mostrano tra loro correlazioni positive e in media un buon grado di

accuratezza indipendentemente se si tratti di adulti o giovani adulti. Inoltre il

JOL correla al grado di tempo dedicato allo studio da studenti autonomi, dove

una autovalutazione JOL maggiore porta a minor studio e viceversa.

Argomentazione

La letteratura sulla metamemoria riguarda la ricerca di base su conoscenza,

monitoraggio e controllo, analisi dei cambiamenti durante la vita e correlati in

neuroscienze e neuropsicologia.

Le due domande che indagano gli autori della revisione sono: come formulano

FOK e JOL le persone durante lo studio? Come le persone controllano il loro

studio e richiamo?

Una prima teoria riguardante il funzionamento di FOK e JOL si ricollega alla

tradizione introspezionista con una visione di "accesso diretto", ovvero i giudizi

si formulano riattivando proprio le tracce della memoria in questione. Questa

teoria è stata superata dagli studi successivi.

Ad esempio in uno studio di Benjamin, Bjork e Schwartz (1998), i partecipanti

rispondevano a domande generali e veniva in seguito chiesto loro di esprimere

un JOL sulla probabilità di ricordarsi le domande del test svolto, venendo poi

testati nel cercare di ricordare le domande a cui avevano risposto scrivendole

Cognome e Nome Cattaneo Francesco

Matricola 004595415

Data 25/05/2024

su un foglio bianco.

Emerse che il grado di JOL dipendeva dalla velocità con cui i soggetti

rispondevano alle domande nella prima fase (era influenzata dalla fluency

retrieval), mentre nel successivo test sorprendentemente le domande a cui

avevano risposto più velocemente erano più difficili da ricordare. Dunque

anzitutto il JOL non riguarda una valutazione derivante da un "accesso diretto"

alla memoria, ma è influenzato da diversi cues, in questo caso il la fluenza nella

processazione.

L'utilizzo della fluenza come cue è trasversale a diversi aspetti della

metamemoria.

In un altro studio (Hertzog et al., 2003) è stato chiesto a studenti di

memorizzare coppie di parole generando una immagine associata e veniva

registrata la velocità con cui generavano ogni immagine. La fluenza con cui

generavano l'immagine (encofing strategy generation fluency) correlava al

punteggio JOL.

In uno studio di Rhodes e Castel (2009) venivano presentati diversi items audio

a diverso volume e veniva chiesto poi il JOL. Un volume più alto correlava ad un

JOL più alto, dimostrando anche l'influenza di cues contestuali/ambientali.

Indizi di fluenza vengono utilizzati anche nel formulare FOK. In questo caso alla

risposta che non si sa dare si associa un elemento (e.g. la prima lettera o un

item correlato) e la fluenza con cui viene richiamato l'elemento associato

correla con il punteggio FOK, come emerso testando la teoria dell'accessibilità

di Koriat (1997). La qualità dell'informazione associata è irrilevante alla

correlazione con il FOK, mentre piuttosto un altro studio dimostra che è la

quantità di informazioni associate richiamate ad esercitare una influenza

(1993).

Si è inoltre studiato come differenti cues si instegrano nella generazione di un

giudizio FOK. Ad esempio la familiarità con un item induce a cercare di

ricordarlo per maggiore o minore tempo, determinando il numero di item

associati ricordati e influenza un FOK rispettivamente maggiore o minore.

Inoltre la familiarità influenza anche il JOL.

Dunque FOK e JOL sono influenzati da fluenza, familiarità, struttura significativa

degli gli item nel caso del JOL (e.g. parole associate non randomiche, ordine

della lista con "effetto primacy"...), ma ad esempio il tipo di strategia di

encoding (immagini, ripetizione) non sembra influenzare in modo significativo il

JOL. La spiegazione di questo fenomeno si può far risalire alla distinzione tra

inferenza basata sull'esperienza (EB) e inferenza basata sulle informazioni (IB).

La IB si basa su una conoscenza esplicita, quindi a meno di non sapere che

l'utilizzo di immagini è una strategia di encoding superiore, questa non viene

considerata nel formulare il JOL.

L'inferenza EB invece si compone di due step: prima un processo che genera

un senso soggettivo e poi un processo che usa quella sensazione come base

per predizioni sulla memoria.

Sono quindi delle sensazioni emerse nella prima parte del test (la facilità di

apprendimento nel JOL e la fluenza nel FOK) ad influenzare le inferenze

Cognome e Nome Cattaneo Francesco

Matricola 004595415

Data 25/05/2024

metacognitive.

Dunque la tassonomia IB/EB permette di classificare nei diversi casi le influenze

dei diversi cues, anche se è dimostrato che le inferenze EB possono esercitare

una influenza gerarchicamente superiore alle IB.

FOK e JOL hanno una accuratezza media superiore alla casualità e questo dato

può essere interpretato dal modello dei giudizi percettivi di Egon Brunswik.

Il modello prevede tre punti in relazione: cue potenziale, giudizio, criterio di

performance. La relazione tra cue e giudizio è detta utilizzo del cue, la

relazione tra giudizio e criterio di performance è l'accuratezza del giudizio, la

relazione tra cue e criterio di performance è la diagnosticità del cue.

In questo modello la diagnositicità del cue influenzerà indirettamente

l'accuratezza del giudizio.

Inoltre va segnalato che un JOL ritardato, essendo temporalmente più vicino al

test di retrieval, ha una accuratezza maggiore rispetto ad un JOL immediato

dopo l'encoding.

Inoltre FOK e JOL possono incrementare in accuratezza al ripetersi dei test ed

all'accumularsi di esperienze per il soggetto.

Ci sono poi altri costrutti indagabili come la facilità di apprendimento (Ease of

Learning – EOL). FOK, JOL e EOL hanno mostrato di avere una correlazione

minima, probabilmente perchè influenzati da cues diversi, e quando presenti

cues comuni la correlazione aumenta. Ad esempio in coppie di parole la loro

relazione significativa è un cue comune a EOL e JOL e infatti la correlazione tra

questi due costrutti aumenta.

Dunque la ricerca si è focalizzata molto sull'individuare i diversi cues e le loro

influenze sulla memoria.

Un focus della ricerca sulla metamemoria riguarda come le persone controllano

il loro processo di apprendimento e ricordo.

I risultati mostrano chiaramente che un punteggio JOL inferiore porta i soggetti

a scegliere di studiare per più tempo quegli item. Questo a supporto di un certo

grado di monitoraggio da parte dei soggetti nello studio.

Si è anche dimostrato che a parità di esposizione agli item cumulati in due test,

si riscontrava un JOL inferiore per items visionati una sola volta e non tre al

primo test, determinando una discrepanza rispetto alla performance.

Secondo il modello di riduzione della discrepanza lo studio si prolunga

temporalmente fino a ridurre il gap tra lo stato e l'obiettivo di apprendimento,

tuttavia si è riscontrata eterogeneità nella gestione dei soggetti. La gestione

dello studio è basata sul tempo disponibile e sulla difficoltà dei diversi items.

Inoltre si tende a studiare items che è più probabile si presentino e/o hanno

punteggi più elevati. Le strategie di studio sono regolate all'interno del agenda

based regulation (ABR) framework, secondo cui i soggetti puntano a

raggiungere i loro obiettivi e a farlo in modo efficiente. Tuttavia la gestione

dello studio può essere influenzata anche da stimoli contestuali bottom up o

abilità nella memoria di lavoro. Un altro framework formulato da Metcalfe

(2009) è il region of proximal learning in cui viene data la priorità agli items più

facili da apprendere.

Cognome e Nome Cattaneo Francesco

Matricola 004595415

Data 25/05/2024

Vi sono poi altri fattori che influenzano il controllo dello studio, ad esempio la

scelta di ammassare o spaziare lo studio, nel secondo caso più efficiente e

spesso preferito dai soggetti, o la scelta deliberata di testarsi o meno durante

lo studio, approccio efficace per l'apprendimento.

Riguardo al controllo del retrieval va tenuto in considerazione come il richiamo

di una informazione si leghi al richiamo delle sue informazioni associate e il

"termine della ricerca" si associa a quantità e facilità di richiamo delle

informazioni associate. Un FOK più elevato si associa ad una maggiore quantità

di tempo nel processo di retrieval.

Inoltre anche quando viene formulata una risposta la scelta se comunicarla o

meno dipende da un confronto tra una probabilità autovalutata e il criterio di

risposta.

Il bilanciamento può variare tra un alto livello di confidenza nella risposta

(corretto o magari depistato da domande fuorvianti) e un alto livello di criterio

di risposta (ad esempio se viene data la possibilità di non dare la risposta e si

tiene come criterio solo di rispondere quando abbastanza certi). Un altro

aspetto che influenza la tendenza a cercare di affidarsi al proprio retrieval è la

familiarità di un task.

Il contesto influenza anche il numero di dettagli inseriti nelle risposte

bilanciando la volontà dei soggetti di essere informativi, ma accurati.

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
15 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fracattaneo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Cantoia Manuela.