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Il lessico morale
Per poter comunicare qualcosa, e comprendere ciò che ci viene detto, dobbiamo conoscere un
grande numero di parole. L’insieme delle parole conosciute dalla singola persona è chiamato
lessico o dizionario mentale. Ovviamente tale insieme costituisce un sottoinsieme più o meno
grande dell’insieme formato da tutte le parole di una lingua. A livello psicologico sono due gli
interrogativi importanti sul lessico mentale: come è organizzato, quali sono le modalità di
recupero delle informazioni in esso contenute. Affinché l’utilizzazione delle parole sia
efficiente e produttiva è necessario che il lessico mentale sia strutturato e organizzato in base
a principi che massimizzano la possibilità di recupero delle parole sia durante la produzione
che la comprensione linguistica. L’organizzazione che rende più efficace l’uso delle parole in
fase di produzione non è la stessa che rende più efficace l’uso delle parole nella fase di
comprensione. Per la produzione, infatti, l’organizzazione ottimale è quella sulla base del
significato: ho un concetto, un’idea che voglio esprimere e devo dunque «trovare» le parole
adatte per esprimerli. Nella comprensione, invece, devo partire dai suoni che ascolto e trovare
i significati ad essi associati: l’organizzazione migliore è quindi su base fonologica. 27 aprile
Comprensione delle frasi
Si tratta di una tendenza in tutti i settori della psicologia cognitivista degli anni Settanta,
stimolata in parte dall’idea dei livelli di elaborazione proposta da Craick e Lockhart (1972).
Secondo gli autori, l’informazione stimolo in entrata viene elaborata simultaneamente in vari
modi e a diverse profondità, cioè a diversi livelli di elaborazione, che possono corrispondere a
diverse componenti del sistema di comprensione. In questo periodo si cominciano ad
esaminare gli effetti dell’interazione della componente sintattica con le altre componenti del
sistema di comprensione linguistico, in particolare, quello semantico, e anche quello
pragmatico. Il concetto di interazione va inteso in due modi, del resto perfettamente
compatibili e complementari l’uno con l’altro:
- Il primo si riferisce all’interazione tra informazione sensoriale e informazione
concettuale. Il riconoscimento di un oggetto, di una parola, la comprensione di una
frase, richiedono il «contatto» tra l’informazione sensoriale e quella concettuale.
- La seconda nozione di interazione si riferisce all’azione reciproca di diversi livelli o
componenti il processo di comprensione, ad esempio, tra il livello di elaborazione
sintattica e quello di comprensione semantica.
Che il contesto e la conoscenza della realtà influenzino la percezione e la comprensione di
frasi è un fatto ripetutamente provato. Quello che rimane da mettere in luce è il momento in
top down
cui il contesto o l’informazione (concettuale) agisce. Se esso agisce nel momento
stesso in cui la frase viene interpretata, si deve accettare una posizione strettamente
modello bottom
interazionistica. Se invece si può dimostrare che il contesto agisce «dopo» (
up) che il sistema di riconoscimento ha già effettuato un’analisi della struttura della frase,
allora si può sostenere che ciascuna componente agisce in maniera autonoma, e che i risultati
modularità
di una componente vengono «passati» all’altra ( dell’elaborazione linguistica).
Marslen-Wilson (1973)- Esperimento dello shadowing
Uno dei modelli interattivi più espliciti è quello di Marslen-Wilson (1973, 1975) e Marslen-
Wilson & Tyler (1980). Gli autori che propongono un approccio costruttivista non accettano il
ruolo primario assegnato alla componente sintattica, e sottolineano la capacità
dell’ascoltatore/lettore di utilizzare tutte le informazioni. Secondo Marslen-Wilson (1976),
quando sentiamo una frase, ne analizziamo fin dall’inizio, e parallelamente, l’aspetto
semantico, sintattico e fonologico, anche se l’analisi di quest’ultimo livello ha una priorità,
almeno temporale, poiché fornisce le informazioni di base. Ognuno di questi livelli interagisce
con ognuno degli altri, creando continuamente delle ipotesi interpretative in base alle
informazioni che il soggetto ha a disposizione fino a quel momento. Secondo l’autore il
soggetto non ritarda, quindi, l’interpretazione della frase fino alla conclusione di un periodo: al
contrario, l’interpretazione inizia all’apparire della prima parola della frase e prosegue fino a
quando l’informazione ottenuta è sufficiente. Così, una particolare informazione semantica
analizzata all’inizio della frase potrà facilitare l’analisi di parole o di strutture sintattiche
successive. Metodologia «on line»: studia l’elaborazione linguistica mentre questa avviene. Il
vantaggio di questo approccio: le metodologie on line permettono di rilevare i vari passaggi
del processo dinamico che porta alla comprensione.
Ipotesi: l’ascoltatore cerca di costruire un’interpretazione della frase che sta ascoltando nel
modo più rapido possibile, usando ogni sorgente di informazione, fonologica, sintattica e
semantica, sia essa informazione sensoriale o concettuale. L’informazione ad ogni livello
guida e influisce sull’uso dei dati ad altri livelli di elaborazione.
Procedura:
- I soggetti dovevano «inseguire» delle frasi presentate in cuffia, ripetendo quanto
sentivano con il minor ritardo e la maggior precisione possibile.
- Dopo un po’ di esercizio i soggetti sono in grado di eseguire il compito piuttosto bene, e
la pronuncia delle parole della rase da “seguire” viene ad assumere ritardi molto brevi.
- Alcuni soggetti particolarmente capaci riescono a seguire la frase con un ritardo di solo
300-250ms, cioè un ritardo corrispondente all’incirca alla durata del tempo necessario
per pronunciare una sillaba.
Questo significa che in molti casi, almeno per quasi tutte le parole polisillabiche, questi
soggetti sono in grado di cominciare a emettere una determinata parola ancora prima di aver
finito di sentirla! Uno dei fenomeni interessanti che si hanno nella ripetizione immediata è che
i soggetti tendono a riportare delle parole mal pronunciate nella loro forma originale -> errore
di restauro. In uno degli esperimenti, i soggetti dovevano «inseguire» frasi che contenevano
una parola critica ai fini dell’esperimento. Ad esempio, in un esperimento l’autore faceva
sentire ai soggetti delle frasi contenenti parole trisillabiche, quali “sirena”, “confine”,
“domani”; oppure non parole da esse derivate, sostituendo la prima, la seconda o la terza
sillaba: “furena”, “contune”, “domabo”, sia le parole che le non parole potevano comparire in
un contesto frasale normale oppure in un contesto anomalo dal punto di vista sintattico e/o
semantico. Le parole critiche potevano essere:
appropriate al contesto
semanticamente anomale
sintatticamente e semanticamente inappropriate
domani domabo
Esempio: la parola e la parola potevano comparire nei seguenti contesti:
domani/domabo»
- «Mi ha telefonato per scusarsi del ritardo. Manderà i documenti
(adeguato) domani/domabo
- «La sfida è stata annunciata. Adesso basta preparare il di silenzio»
(anomalia semantica) domani/domabo
- «Giovanna pensa che non riceverà la lettera. E’ stata già messo il
francobollo» (anomalia semantico-sintattica)
Errori di restauro --> per esempio, la parola «company» era cambiata in «comsiny». I soggetti
che ripetevano le frasi molto spesso producevano degli errori, «restaurando» la parola
sbagliata (e quindi al posto di «comsiny» i soggetti ripetevano «company» ). Ipotesi:
1. Se le informazioni sintattiche e semantiche concorrono a costruire la rappresentazione
della frase fin dall’inizio dell’elaborazione e determinano l’individuazione lessicale delle
parole, si dovrebbe osservare un maggior numero di «restauri» nei contesti appropriati,
dove le informazioni semantiche e sintattiche possono guidare o assistere l’analisi
lessicale.
2. Se invece l’elaborazione delle informazioni sintattiche e semantiche avviene in stadi
autonomi e successivi, non dovrebbero esservi differenze nei restauri passando da un
contesto all’altro.
Risultati --> questi errori di restauro venivano commessi solo quando la prima sillaba era
rimasta intatta, e quando il contesto era congruente con la parola restaurata. Dei restauri
fatti, il 75% ha avuto luogo quando la parola era inserita in un contesto semanticamente e
sintatticamente normale. Le parole non restaurate erano quelle con la prima sillaba
cambiata: “furena”.
Conclusioni: i soggetti usavano l’informazione semantica e sintattica data dal contesto per
«restaurare» il segnale nel punto in cui veniva presentato materiale non adatto;
l’informazione stimolo in entrata non veniva ignorata in questo lavoro di restauro, ma veniva
usata, in interazione con l’informazione contestuale, per produrre una frase sintatticamente e
semanticamente corretta e coerente. Ciò, secondo l’autore, sta ad indicare che l’analisi
semantica della frase avviene parallelamente all’analisi degli altri livelli, e interagisce con
questi creando delle ipotesi interpretative che facilitano, tra l’altro, l’accesso lessicale di
termini contestualmente adeguati. Dati di questo tipo possono venir interpretati a sostegno di
una posizione interattiva del processo di comprensione di una frase. L’ascoltatore
costruirebbe fin dall’inizio della presentazione di una frase, servendosi del materiale in
entrata, una struttura con una interpretazione sintattica e semantica. Tale struttura viene
continuamente adattata ed eventualmente modificata sulla base di un’interazione tra il
materiale sensoriale in entrata e i diversi livelli di conoscenza sintattica e semantica che
l’ascoltatore usa continuamente durante il processo di comprensione.
Principi di analisi di frasi
In che modo il sistema di comprensione del linguaggio arriva alla comprensione della frase?
Se il sistema di produzione del linguaggio ha in qualche modo bisogno di una serie di
conoscenze relative alla sintassi, allora anche il sistema di comprensione deve possedere ed
applicare lo stesso tipo di conoscenze? Ci sono vari modelli di comprensione del testo e del
discorso, che operano con poca o nulla sintassi (ad esempio Wilks; De Jong..) e si basano sulla
semantica o sulla conoscenza in un certo dominio della realtà.
Modello FRUMP di De Jo