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STUDI E PROGETTI FINALIZZATI AL CONTENIMENTO

DELL’INQUINAMENTO DA METANO

Numerosi studi e progetti sono focalizzati sul contenimento dell'inquinamento da metano. Le principali aree

di intervento includono le tecnologie di rilevamento mediante l’utilizzo di droni, sensori e satelliti per

monitorare le perdite di metano in tempo reale, anche in aree difficili da raggiungere. I droni sono dispositivi

volanti che possono essere equipaggiati con sensori per rilevare le perdite di metano nell'aria. Questi sensori

sono in grado di identificare il gas anche in piccole quantità. I droni sorvolano aree industriali, impianti

petroliferi o gasdotti e, grazie a sensori specializzati (ad esempio sensori a infrarossi o a laser), riescono a

identificare la presenza di metano nell'atmosfera.

In secondo luogo per limitare l’inquinamento del metano è possibile ricorrere all’incremento del riciclo dei

rifiuti. Per quanto riguarda questo concetto, il riciclo dei rifiuti è uno degli approcci più efficaci per ridurre

le emissioni di metano dalle discariche. Quando i rifiuti organici (come cibo, carta, legno) finiscono nelle

discariche, si decompongono in assenza di ossigeno, un processo che produce metano come sottoprodotto.

Se invece questi rifiuti vengono riciclati o trattati in modo diverso, si riduce significativamente la quantità di

rifiuti organici destinati alla discarica, abbattendo quindi le emissioni di metano; il riciclo per ridurre le

emissioni di metano viene svolto con la raccolta differenziata: separando i rifiuti organici da quelli non

biodegradabili (come plastica, vetro, metallo), si riduce la quantità di materia organica che finisce nella

discarica. I rifiuti organici possono essere destinati a compostaggio o a digestione anaerobica, che sono

processi che producono minori emissioni di metano rispetto alla discarica. Inoltre, nelle discariche, possono

essere installate tecnologie di cattura per raccogliere il metano prima che venga rilasciato nell'aria: questi

sistemi consistono in tubazioni che vengono inserite nei siti di smaltimento dei rifiuti per raccogliere il

metano che si forma durante la decomposizione. Il metano viene quindi raccolto e può essere trattato in

modo sicuro.

Nel settore agricolo, le principali fonti di emissioni di metano derivano dalla digestione degli animali

(soprattutto dai bovini) e dalla gestione dei rifiuti organici (come il letame). Per ridurre il metano in questo

contesto ci si può rivolgere ad un miglioramento dell'alimentazione degli animali. Migliorando la qualità e la

composizione dei mangimi, si può ottimizzare il processo digestivo e ridurre la produzione di metano. Per

esempio, l'uso di additivi alimentari che favoriscono una digestione più efficiente può ridurre la

fermentazione che produce metano.

La collaborazione tra governo regionale, industria, settore agricolo e organizzazioni ambientaliste è

fondamentale per raggiungere gli obiettivi prefissati e contribuire alla mitigazione del cambiamento

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climatico. L’Emilia- Romagna ha avviato una serie di progetti e strategie per affrontare il problema delle

emissioni di metano, riconoscendo l’importanza di questo gas serra nel contesto del cambiamento climatico

e della salute pubblica. L’adozione di tecnologie avanzate, l’implementazione di regolamentazioni mirate e

la collaborazione tra diversi settori rappresentano passi fondamentali verso una riduzione efficace delle

emissioni di metano nella regione.

Il Piano Energetico Regionale (PER) al 2030 della Regione Emilia-Romagna è un documento strategico

che definisce gli obiettivi e le azioni per gestire l'energia in modo più sostenibile nel prossimo decennio.

Gli obiettivi principali del Piano Energetico Regionale (PER) sono la riduzione delle emissioni di gas

climalteranti.

Il piano mira a ridurre in modo significativo le emissioni di gas serra attraverso la transizione energetica

verso soluzioni più sostenibili. Questo include l'adozione di tecnologie verdi l'efficienza energetica e l'uso di

fonti energetiche rinnovabili, che vanno a sostituire i combustibili fossili, la principale responsabilità delle

emissioni di metano e CO . Per quanto riguarda la sostituzione dei combustibili fossili, si tende a ridurre

progressivamente l’utilizzo dei gas naturali, dei carboni e dei petroli, che sono i principali responsabili delle

emissioni di gas climalteranti, inclusi il metano e il CO . La riduzione viene raggiunta in vari modi per

esempio con l’utilizzo, come fonti di energia rinnovabili tra cui energia solare, eolica, idroelettrica e

biomassa. Le energie rinnovabili non emettono gas serra durante la loro produzione e contribuiscono a

ridurre le emissioni di metano, che si verificano nelle fasi di estrazione e utilizzo dei combustibili fossili.

La regione, per giunta, ha avviato diverse azioni, come il controllo periodico dei gas di scarico degli

autoveicoli, incentivi per la mobilità sostenibile, promozione dell’uso razionale dell’energia. Inoltre, sono

stati promossi progetti di educazione ambientale nelle scuole, potenziamento delle piste ciclabili, e

monitoraggio degli impianti termici per migliorare l'efficienza energetica.

In provincia di Modena, si è adottato un ulteriore studio per la riduzione dell’inquinamento da gas metano

con il Piano di Tutela e Risanamento della Qualità dell'Aria, che valuta le azioni per garantire il rispetto dei

valori di qualità dell'aria nei territori con concentrazioni di inquinanti superiori ai limiti di legge, e norme

per mantenere la qualità dell'aria nelle aree con valori sotto tali limiti. Il Piano si basa su obiettivi legislativi

e promuove iniziative per educare la comunità locale, coordinare azioni pubbliche e private, integrare

politiche di risanamento con quelle sanitarie, e aggiornare il monitoraggio delle emissioni.

CONTROLLI E NORMATIVE SUI GAS SERRA:

La prima direttiva in materia risale al 1984, in seguito modificata in Direttiva 2008/50/CE sulla qualità

dell’aria ambiente: questa direttiva stabilisce le norme relative alla qualità dell’aria ambiente in Europa,

imponendo limiti per i vari inquinanti atmosferici. Pur non menzionando esplicitamente il metano, fornisce

un quadro per il monitoraggio della qualità dell’aria che può includere anche gas come il metano.

In seguito è stata modificata in Direttiva (UE) 2010/75/UE sulle emissioni industriali (IED): che regola le

emissioni industriali di inquinanti atmosferici, incluse quelle provenienti da impianti che potrebbero

emettere metano come sottoprodotto di alcuni processi.

Dopodiché modificata dalla Direttiva UE n. 1480 del 2014, questa definisce e stabilisce gli obiettivi di

qualità dell’aria ambiente al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana e per

l’ambiente nel suo complesso, valuta la qualità dell’aria negli Stati membri sulla base di metodi e criteri

comuni al fine di ottenere informazioni sulla qualità dell’aria.

Attualmente è in vigore il Regolamento (UE) 2024/1787 che stabilisce le norme per ridurre le emissioni di

metano nel settore energetico, imponendo obblighi di misurazione, monitoraggio, comunicazione e verifica

delle emissioni in vari settori, come la produzione e distribuzione di gas fossile, le miniere di carbone. Ogni

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Stato membro deve nominare autorità competenti per supervisionare la conformità e svolgere ispezioni. Gli

operatori devono fornire documentazione per verificare la conformità ed entro il 2025 devono presentare una

relazione sulle emissioni di metano.

METODOLOGIE DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELLA QUALITÀ

DELL’ARIA

Il monitoraggio delle emissioni di metano e della qualità dell’aria in generale è realizzato tramite diverse

metodologie:

Sistemi di Monitoraggio Continuo delle Emissioni (SME): Questi sistemi sono installati negli impianti

industriali, prelevano campioni dai fumi emessi, analizzano la composizione del gas e registrano i dati

relativi alle emissioni di metano e altri inquinanti, inviando i dati in tempo reale alle autorità di controllo.

In Emilia-Romagna l’agenzia che si occupa di monitoraggio è ARPAE.

Tecniche LDAR: Utilizzate per rilevare e riparare le perdite di metano nelle infrastrutture, queste tecniche

comprendono tecnologie avanzate come rilevatori a infrarossi e sensori ultrasonici, che individuano le fughe

di gas, riducendo le emissioni nell’atmosfera. Al fine di avere un guadagno in termini di: risparmio

economico, sicurezza (riduzione di esplosioni) e diminuzione delle emissioni di sostanze cancerogene.

Monitoraggio Satellitare: Le tecnologie satellitari permettono di monitorare le emissioni di metano a

livello globale, identificando le aree con elevate emissioni e monitorando l’efficacia delle misure di

riduzione, analizzando in modo sistematico le emissioni su larga scala.

Analisi della qualità dell’aria (AQM): Diverse regioni e Stati membri hanno implementato reti di

monitoraggio della qualità dell’aria per tracciare inquinanti atmosferici come CO , ozono e metano, con dati

utilizzati per valutare l’impatto sulla salute umana e sull’ambiente. I dati risultano da analisi in vari ambiti

come: metalli; minerali, scorie, acque destinate a consumo umano, acque di falda, acque superficiali, acque

di scarico, acque di processo, acque di scarico da impianto e/o trattamento, discariche di tutte le tipologie e

combustori, rifiuti contenenti amianto e plastiche.

MODALITÀ DI VIGILANZA E CONTROLLO

Le modalità di vigilanza e controllo della qualità dell’aria e delle emissioni di metano si articolano in una

combinazione di attività amministrative e tecniche:

Verifiche e Audit da parte delle Autorità Competenti: Le autorità di controllo, come i ministeri

dell’Ambiente e delle Risorse Energetiche, e le Agenzie Ambientali sono responsabili della vigilanza e

dell’implementazione delle normative. Eseguono ispezioni regolari, controllano i dati di monitoraggio delle

industrie e, se necessario, impongono sanzioni o richiedono interventi correttivi.

Controlli e Rapporti Periodici: Le aziende sono obbligate a presentare rapporti periodici sulle emissioni,

incluse le perdite di metano e gli interventi di riparazione effettuate.

Collaborazioni Internazionali: Poiché il metano è un gas serra globale, molte politiche ambientali sono

coordinate a livello internazionale. Gli Stati membri dell’UE devono rispettare le politiche globali, come

quelle previste dall’Accordo di Parigi, che promuove la riduzione delle emissioni di gas serra, incluso il

metano. Nel 2015, per la prima volta, i governi hanno convenuto di comune accordo di compiere un

importante sforzo collettivo per limitare il riscaldamento globale e affrontarne gli effetti. 7

SITOGRAFIA

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
9 pagine
SSD Scienze chimiche CHIM/03 Chimica generale e inorganica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Rico10 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio professionalizzante e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Scaffardi Lucia.