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INDICE
- PREMESSA
- INQUADRAMENTO GEOFRAFICO
- INQUADRAMENTO GEOLOGICO
- Inquadramento geologico di dettaglio
- INQUADRAMENTO IDORGEOLOGICO
- Inquadramento idrogeologico di dettaglio
- PROGETTO DEL POZZO
- SVILUPPO DEL POZZO
- CEMENTAZIONE
- PROVE A GRADINI
- CONCLUSIONI
- BIBLIOGRAFIA
Allegato 1
Allegato 2
PREMESSA
Il seguente elaborato rappresenta il progetto preliminare per la realizzazione di un pozzo idrico per uso irriguo, commissionato dall'azienda agricola Torricelli. Il pozzo, sito nel Comune di Roma, sorgerà all'incrocio tra Via del Torraccio e Via Mammiano.
Come meglio descritto nel capitolo relativo alle caratteristiche costruttive dell'opera, il pozzo in progetto raggiungerà una profondità di circa 50 m. Il committente ha richiesto l'emungimento di una portata media di 2 l/s.
Nel presente studio, al fine della corretta progettazione del pozzo, si considerano gli aspetti geologici.
Edidrogeologici dell'area nella quale il pozzo è ubicato. Le informazioni raccolte derivano dallo studio della bibliografia, dal rilevamento sul campo e dall'osservazione delle carte geologiche ed idrogeologiche dell'area di interesse.
32. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO
Figura 1- Collocazione del pozzo. Da Google Earth.
L'area di realizzazione del pozzo ricade all'interno del Municipio VI del Comune di Roma (Figura 1-2), più precisamente nella zona di Tor Vergata.
Le coordinate geografiche del punto di collocazione del pozzo sono:
- Latitudine 41°51'13.49"N
- Longitudine 12°38'57.91"E
L'area è descritta nella sezione 374120 della Carta Tecnica Regionale (C.T.R) edita dalla regione Lazio e nella carta topografica IGM a scala 1: 25.000 (Figura 3). Di seguito si riporta anche l'ortofoto a colori con indicazione del punto esatto di realizzazione dell'opera.
Figura 2- Collocazione del pozzo. Da Google
Earth4Figura 3- Stralcio Carta Topografica Regionale IGM 1:25.000.
53. INQUADRAMENTO GEOLOGICO
L'attuale assetto geologico del territorio romano è il risultato dell'interazione di processi legati allatettonica, all'attività vulcanica e alle oscillazioni eustatiche che hanno portato a fasi erosive e deposizionali del fiume Tevere e dei suoi affluenti. L'evoluzione geologica dell'area inizia nel Miocene medio-superiore con la convergenza della placca Europea e di quella africana. La subduzione della placca africana al di sotto di quella Europea e la conseguente collisione hanno determinato la formazione di una struttura a pieghe e thrust con vergenza Nord-Est, la catena Appenninica. Successivamente a questa fase compressiva, nel Pliocene, si sviluppa una fase estensiva che porta alla disarticolazione della catena Appenninica e all'apertura del bacino di retroarco Tirrenico (Parrotto et alii, 2008). Ampi settori dell'edificio orogenico
già sollevato e, soggetto a subsidenza, vengono sommersi dalle acque del bacino tirrenico in continua estensione (Parrotto et alii, 2008). Tale sprofondamento però non fu ovunque omogeneo, infatti, alcuni settori rimasero al di sopra del livello del mare, originando così un insieme di isole di cui facevano parte i Monti Cornicolani ad Est di Roma e il Monte Soratte a Nord, mentre l'area su cui successivamente fu costruita la città di Roma era completamente sommersa (Funicello et alii, 1993). La successione carbonatica pre-orogenica si ritrova nei Monti Sabini e Monti Lucritelli (Figura 4)
argillosimarnosi grigi-azzurri alternati a livelli sabbiosi di colore giallo. Tale unità prende il nome di formazione di Monte Vaticano. Nel Pleistocene inferiore la tettonica prevalentemente estensionale provocò un graduale ritiro del mare verso Ovest determinando l'attuale aspetto della costa laziale (Funicello e Giordano, 2008b).
Il fiume Tevere, appena formatosi, raggiungeva il mare dopo aver aggirato a NW il Monte Soratte, con un vasto delta in corrispondenza dell'attuale area di Magliana - Ponte Galeria (Formazione di Ponte Galeria).
Durante questa fase tettonica si ha inoltre la formazione di faglie a direzione nord-sud che ribassano il settore corrispondente all'area del Centro Storico, isolando la dorsale di Monte Mario - Gianicolo (Marra et alii, 1995).
Come conseguenza del sollevamento della struttura di M. Mario il paleotevere è stato probabilmente costretto a scorrere verso SSE (Figura 5) accogliendo nel suo reticolo numerosi
Corsi d'acqua minori che scendevano dalle pendici dei Monti Sabini e Tiburtini (Parotto et alii, 2008).6
La zona compresa tra questi rilievi venne riempita da sedimenti che oggi costituiscono la formazione del Fosso della Crescenza. Un'altra conseguenza della fase estensionale fu un'intensa risalita magmatica che portò alla formazione di diversi distretti vulcanici, fra cui quello dei Sabatini e quello dei Colli Albani.
I prodotti vulcanici emessi dal distretto dei Sabatini, che iniziò la sua attività circa 0.8 Ma fa, raggiunsero il Monte Soratte sbarrando la via al Paleo Tevere, il quale fu costretto a deviare il suo percorso aggirando nuovamente il monte ad Est. In poco tempo anche il distretto vulcanico dei Colli Albani si attivò emettendo ingenti quantità di ignimbriti che unite ai precedenti prodotti dei Sabatini determinarono uno spianamento della morfologia. Parte di questi prodotti provocarono ancora una volta lo sbarramento del corso del fiume Tevere che si aprì un nuovo percorso verso Ovest (Figura 6). Tracce dell'attività vulcanica sopracitata sono riscontrabili nella parte alta della formazione di Ponte Galeria e nella parte bassa della formazione di Santa Cecilia.
unapaleomorfologia caratterizzata, verso Nord dai prodotti vulcanicisabatini e verso Sud da quelli albani. Legenda: 1- Faglie; 2-3Prodotti vulcanici sabatini; Unità sedimentarie collegateall’attività del Tevere; 5- Formazione del Fosso della Crescenza; 6-Formazione di Ponte Galeria; 7- Formazione di Monte delle Piche;8- Formazione di Monte Mario; 9- Formazione di Monte Vaticano;10- Substrato meso-cenozoico. Da (Parotto et alii, 2008).
Durante la messa in posto delle principali colate piroclastiche si assiste inoltre ad un alternarsi di fasideposizionali ed erosive del Tevere e dei suoi affluenti dovuto sia alle variazioni climatiche del Quaternariosia all’intensa attività tettonica che ha interessato l’intera area (Marra et alii, 1995). L’ultima fase glaciale(Würm), che ebbe inizio circa 110.000 anni fa, comportò l’abbassamento del livello del mare di circa 110 m.Come conseguenza di ciò il Tevere e i suoi affluenti
incisero i sottostanti sedimenti fino a raggiungere le formazioni marine plio-pleistoceniche. Alcune migliaia di anni dopo si attivò una fase deposizionale quando, a seguito dell'innalzamento del livello del mare, i corsi d'acqua accumularono una grande quantità di sabbie e ciottoli nelle valli da loro stesse incise che raggiunsero fino i 60 m (Figura 7).
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dicava e di scavo per la costruzione di edifici, colmamento e canalizzazione di corsi d’acqua, bonifica di zone paludose e accumuli di macerie e di rifiuti. Tali depositi possono arrivare ad avere uno spessore di oltre 20m.
83.1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO DI DETTAGLIO
Nell’area di interesse affiorano, come possiamo osservare dalla Carta Geologica di Roma (Figura 8), levulcaniti della formazione di Villa Senni. La formazione di Villa Senni raccoglie due unità ignimbritiche: il termine inferiore è noto come Tufo Lionato (o Tufo Litoide), mentre quello superiore è noto come unità delle Pozzolanelle. Nel dettaglio il pozzo si colloca in corrispondenza dell’unità delle Pozzolanelle.
La formazione di Villa Senni è riferibile all’ultima eruzione ignimbritica di grande volume del vulcano dei Colli Albani con meccanismi di colata piroclastica (VSN2) e lahar.

Figura 9 - Sezione geologica tratta dalla Carta Geologica di Roma, 1: 50.000
Nell'area sono presenti depositi piroclastici semicoerenti, massivi e caotici di colore variabile dal rosso al nero dell'unità delle Pozzolane Rosse (Pleistocene medio, 457 ka) e delle Pozzolane Nere (Pleistocene medio, 407 ka). Questi sono caratterizzati da una permeabilità elevata per porosità ed ospitano l'acquifero principale dei Colli Albani. Sovrastante le Pozzolane, è presente il complesso del Tufo Lionato (Pleistocene medio, 357 ka) costituito da un deposito piroclastico massivo litificato per zeolitizzazione di colore dal giallo al rosso/marrone. Per le sue caratteristiche e il suo andamento, costituisce l'aquitard della falda superficiale Albana, con una permeabilità da bassa a media per fratturazione. Infine, i prodotti eruttivi più recenti sono costituiti dal complesso delle Pozzolanelle (pleistocene medio 338 ka); deposito piroclastico massivo,
grigi