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La terza scelta riguarda l'effettiva tecnica di clustering. Le tecniche si
→ distinguono in gerarchiche (a loro volta distinte in scissorie, cioè che a
partire da un gruppo si creano tanti gruppi più piccoli comprendenti solo
un caso, e aggregative, cioè che a partire da tanti gruppi portano alla
creazione di un solo e unico gruppo) e non gerarchiche, che si
differenziano da quelle gerarchiche principalmente perché con esse
bisogna scegliere a priori il numero di gruppi che si dovrà arrivare a
formare alla fine di tutto il procedimento; il lato positivo di queste
tecniche, però, è una più libera disposizione dei casi, che possono
spostarsi in maniera quasi totalmente libera ed indipendente da un
cluster ad un altro. Quando si utilizzano le tecniche gerarchiche è anche
necessario ricalcolare le distanze tra i casi che sono stati aggregati. In
questo caso, si possono utilizzare diversi criteri che, in questa sede,
citiamo brevemente: del vicino più vicino, del vicino più lontano, legame
medio tra i gruppi, legame medio entro i gruppi, centroide, mediana e
metodo di Ward. Dopo aver compiuto quest'operazione, è necessario
costruire il dendrogramma: si tratta di una sorta di schema ad albero che
ci consente di capire com'è stata effettuata la clusterizzazione e se è
possibile compiere una clusterizzazione ancora ulteriore. Per questo
motivo, il ricercatore effettua dei tagli dell'albero e, a quel punto, valuta
l'effettiva possibilità di creare nuovi gruppi.