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L’OCSE
L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) nasce nel 1961 allo scopo di favorire e
coordinare la crescita economica dei 30 Paesi membri e dei Paesi non membri, in via di sviluppo, per contribuire
al miglioramento dell'economia mondiale. Attraverso l’attività di ricerca realizzata dai suoi dipartimenti, elabora
studi su settori dell’economia, della ricerca, dell’educazione e su tutto ciò che possa influenzare lo sviluppo.
Gioca un ruolo importante di ausilio nell’azione dei governi, individuando obiettivi e fornendo orientamenti
strategici, in particolar modo riguardo alle tematiche delle economie emergenti, lo sviluppo sostenibile, le
economie territoriali ed il sostegno. 46
Opportunità e limiti per la ricerca sociale
L’analisi secondaria dei dati ha molti vantaggi, ma ha anche molti limiti.
Vediamo le opportunità per la ricerca sociale:
• poter analizzare e descrivere la struttura della società → possiamo occuparci di demografia, occupazione,
mobilità sociale;
• possiamo appoggiarci a questi dati anche per studiare le ripartizioni territoriali → differenze nei tassi di
criminalità, struttura economica delle nostre regioni;
• i dati risultano fondamentali per lo studio comparato tra le nazioni → si sta procedendo verso una sempre
maggiore integrazione e comparabilità dei vari dati raccolti tra gli Stati;
• possiamo effettuare studi nel tempo → abbiamo a disposizione serie temporali che ci permettono di
approfondire aspetti che, con una normale indagine, non potremmo fare, o che comunque richiederebbe uno
sforzo economico molto importante;
• studi su campioni probabilistici → le indagini fatte dalle statistiche ufficiali sono per la maggior parte analisi
campionarie, e questo studio ci consente di risparmiare tempo e di avere un dato di diversa qualità rispetto al
dato di un’indagine sociale. Abbiamo la possibilità di integrare la nostra ricerca con dati amministrativi e indagini
ad hoc.
Ora esaminiamo i limiti, che comunque non ci vietano di sfruttare a pieno la ricchezza di questi dati:
• il primo limite è che la natura dei dati non soddisfa le esigenze del ricercatore;
• i dati amministrativi sono limitati a variabili fattuali, cioè oggettivi e comportamentali, mentre restano esclusi
quelli relativi alla sfera soggettiva di opinioni, motivazioni, atteggiamenti, rilevabili con le indagini ad hoc → non
abbiamo né motivazioni alle scelte dei soggetti né tantomeno opinioni rispetto ai dati amministrativi;
• i dati a base territoriale non sono adatti per l’analisi dei comportamenti individuali (fallacia ecologica) → non tutto
quello a cui noi attingiamo basandoci sulle fonti statistiche ufficiali può essere utile per la nostra ricerca sociale.
Esempio di analisi secondaria: Il suicidio di Emile Durkheim
Un esempio molto utile per capire il potere informativo di questi dati statistici è rappresentato da un classico della
sociologia, ossia il suicidio di Emile Durkheim.
Rappresentare un fatto sociale era l’oggetto di studio: il suicidio.
In questa opera, Durkheim riporta i risultati di un’analisi secondaria condotta sul totale di casi di suicidi per ogni
singolo anno nei principali paesi d’Europa tra il 1841 ed il 1878.
La tecnica di analisi scelta è un’analisi secondaria dei dati amministrativi, finalizzata alla comparazione dei dati in
base a diverse caratteristiche demografiche, geografiche e sociali.
Ipotesi → la coesione sociale fornisce un sostegno psichico ai membri di un gruppo soggetti a tensioni e ansia
acuta.
Vediamo quali sono stati i passi dell’analisi secondaria dei dati amministrativi.
Per prima cosa, Durkheim fa un confronto tra paesi protestanti e cattolici → questo perché i cattolici hanno una
coesione sociale maggiore dei protestanti, ci si può aspettare di rinvenire percentuali di suicidio più basse tra i
cattolici che non tra i protestanti.
Una volta rintracciate queste percentuali e utilizzando questi dati, si chiede se la relazione spuria tra religione e
propensione al suicidio sia dovuta a fattori culturali e economici, si chiede se sia mediata da qualcos’altro → fa un
confronto tra le due religioni nella stessa società e vede se, all’interno di uno stesso paese, tra questi undici
paesi, il tasso di suicidio tra persone di religione diversa è più alto o più basso. Ha come riscontro il fatto che la
relazione rimane, e che il tasso non varia.
Una relazione spuria si riferisce all'apparenza in cui esiste una relazione causale tra variabili quando in realtà non
esiste. In statistica, una correlazione spuria è definita tale quando due fenomeni risultano statisticamente correlati
tra loro ma non sono necessariamente legati da un rapporto causa-effetto → in sostanza, questo termine si
riferisce a una connessione tra due variabili che sembra causale ma non lo è.
Importante è l’impatto dovuto anche ad altri fattori, come famiglia e politica. 47
Per quanto riguarda la famiglia, Durkheim calcola il coefficiente di preservazione, cioè delle condizioni soggettive
che diminuiscono o aumentano la probabilità del suicidio → rapporto tra il tasso di suicido tra i celibi e il tasso di
suicidio tra gli sposati. Nota che questo tasso è sempre superiore a 1, e questo dimostra che l’integrazione della
società domestica è un fattore utile ad abbassare la probabilità di suicidio.
L’altro elemento che osserva è la politica. Durkheim osserva i dati amministrativi e si chiede se il tasso di suicidi
aumenta o diminuisce nei periodi di grandi scosse sociali. Egli nota che effettivamente il numero diminuisce: nei
momenti di tensione politica, la coesione sociale aumenta dentro un paese e diminuisce il tasso di suicidio.
In tutto questo, Durkheim nota che il suicidio varia in ragione inversa al grado di integrazione della società
religiosa, della società domestica e della società politica.
Le statistiche, consultate da Durkheim, sulle frequenze del suicidio mostrano immediatamente che il tasso sociale
di suicidi in una determinata popolazione è relativamente costante. Allo stesso tempo, il sociologo riscontra che il
tasso di suicidi varia notevolmente da paese a paese e anche se, anno per anno, avanza ovunque gradatamente
ed in modo regolare, la distanza riscontrata tra paesi rimane costante. Sulla base di queste due constatazioni,
egli ipotizza che l’insieme dei suicidi, verificatosi in una data società ed in un determinato arco di tempo, non sia
una semplice somma di unità indipendenti, bensì un fatto sui generis, con una propria natura essenzialmente
sociale, indipendente dalle decisioni individuali delle persone che si suicidano: «ogni società è [quindi]
predisposta a fornire un contingente determinato di morti volontarie.
Dati e metadati
Le informazioni disponibili sull’oggetto di indagine possono essere di tre tipi: microdati, macrodati e metadati.
Un microdato è una informazione disponibile alla massima disaggregazione possibile. In generale è la
rilevazione di un carattere in prossimità di una unità statistica. Un macrodato è invece una sintesi di microdati.
Infine, un metadato è un’informazione raccolta dal rilevatore sebbene non prevista dallo strumento di rilevazione.
Esempi:
• il genere rilevato su un individuo è un dato micro, così come il numero annuo di auto transitate in un parcheggio
o l’altezza di una recluta;
• la somma dei pesi di un gruppo di atleti che deve salire su un ascensore è un macrodato, così come il PIL di
una nazione o l’indice dei prezzi al consumo;
• il rifiuto a collaborare di un disoccupato contattato per un’intervista sul lavoro non regolare è un metadato, così
come le sue abilità linguistiche o la percentuale di disoccupati del comune in cui si sta svolgendo la rilevazione.
Per una buona analisi sarà necessario:
• acquisire non solo i dati ma anche i metadati che ci restituiscono tutto il contenuto informativo dei dati;
• capire come sono state costruite le variabili per controllare l’adeguatezza rispetto alla ricerca in cui si vuole
utilizzarli.
I dati sono prodotti dalle fonti statistiche, enti che raccolgono ed elaborano dati su oggetti e con finalità differenti:
▪ in Italia la produzione ufficiale è affidata al SISTAN, una rete coordinata dall’ISTAT, mentre a livello europeo il
coordinamento delle statistiche comunitarie è gestito da EUROSTAT;
▪ le fonti statistiche si basano su archivi amministrativi e su indagini ad hoc che possono essere censuarie o
campionarie.
È importante effettuare un controllo dell’adeguatezza dei dati attraverso il chiarimento del contenuto informativo.
Alcuni accorgimenti da mettere in campo:
▪ i dati non parlano da soli, vanno interpretati;
▪ rileggere i dati significa attribuirvi significato, inserirli in un quadro concettuale nel quale acquistano un senso,
prenderli come referenti empirici di concetti più astratti; 48
▪ se l’analisi secondaria ci solleva dall’onere della raccolta dei dati non ci esonera dal processo logico e
metodologico di costruzione degli indicatori intesi come concetti tradotti in termini osservativi, referenti
indispensabili nella ricerca empirica;
▪ l’uso acritico e metodologicamente poco accorto introduce forzature di significato che pregiudicano l’analisi,
rendendola distorta e inutile → se le variabili che analizziamo non esprimono i concetti su cui vogliamo indagare,
se non coprono adeguatamente la loro area semantica, potremo anche applicare le tecniche di elaborazioni più
raffinate ma si tratterà solo di un puro esercizio tecnico. 48
Il dato, il microdato e il macrodato
Qualsiasi descrizione iniziale di qualsiasi cosa, inclusi eventi, attività e transazioni registrate, archiviata e
classificata ma non organizzate in un modo che vada oltre il significato originale, è chiamata dato.
I dati possono essere costituiti da lettere, numeri, nomi, suoni o immagini.
I seguenti possono essere considerati come esempi di dati:
• elenco dei voti degli studenti in una classe,
• raccolta di commenti di ciascuno degli amici di Ottimo,
• orario di arrivo e partenza del personale in azienda.
Abbiamo detto che i dati sono la descrizione grezza di tutto (incluso un evento, un’azione aziendale o una serie di
transazioni finanziarie). Se, invece, i dati riguardano altri dati, si parla di metadati.
Un elemento fondamentale dei dati è il loro accesso: devono essere accessibili, trasparenti e tempestivi, ovvero
risultano utili nella misura in cui li abbiamo a portata di mano e sono prodotti in maniera regolare e tempestiva
rispetto al fenomeno che vogli