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LE DIGITAL INEQUALITY

Con gli studi inizialmente focalizzati sulla difficoltà/limitazioni di accesso alla rete internet, che poi hanno spostato l'attenzione sull'uso effettivo delle tecnologie digitali, si introduce il termine di digital inequality, che possiamo declinare su tre dimensioni specifiche:

ACCESSO - Per accesso non ci si limita ad intendere il livello di diffusione e penetrazione della rete, ma anche le qualità, la velocità delle connessioni, che permettono di accedere a servizi più o meno avanzati, e l'autonomia. Gli elementi che entrano in gioco nella definizione delle disuguaglianze digitali di accesso sono:

  • Presenza o meno di una BANDA LARGA (intere regioni del mondo ne sono sprovviste)
  • Luogo dal quale ci si connette (AUTONOMIA D'USO)

COMPETENZE - La qualità dell'accesso è anche strettamente legata alla possibilità di acquisire nuove competenze digitali, attraverso il processo di learning.

by doing, tra i modelli di alfabetizzazione digitale più diffusi. L'acquisizione di nuove competenze innesca un meccanismo virtuoso che porta gli individui a migliorare le proprie performance sulla rete, destreggiarsi tra le mole di informazioni disponibili. Le competenze digitali possono essere articolate, secondo Van Dijk, su tre livelli:

  1. Competenze operative: usate per operare su software e hardware;
  2. Competenze informazionali: relative a ricerca, selezione e utilizzo delle informazioni;
  3. Competenze strategiche: relative al raggiungimento di obiettivi prefissati.

USO → Qualità della connessione, adeguatezza tecnologica del device, competenze, sono elementi che influenzano l'uso della rete internet da parte degli individui. La possibilità di accedere a queste risorse e di sfruttarle al meglio per i propri obiettivi è strettamente legata alla disponibilità di risorse – economiche, sociali, culturali e tecnologiche – che sono

però distribuite in modo diseguale tra gli individui. Alcune conseguenze del digital divide: - Porta all'esclusione sociale - Limita le possibilità di sviluppo e mobilità di carriera - Riduce l'accesso ai servizi pubblici - Causa difficoltà economiche - Crea disuguaglianze sulla salute. Il social sharing Il concetto di social sharing è qualcosa che riguarda tutti noi ed è alla base dei social network e delle attività svolte sui social, in quanto lo sharing deriva dalla parola TO SHARE, che in inglese significa condividere. Lo sharing è l'attività di condivisione e di ridistribuzione dei contenuti, motore fondamentale dei flussi di comunicazione all'interno dei social media (e del web 2.0), perché gli utenti e i contenuti da loro generati (User Generated Content) sono il valore aggiunto del web 2.0: social media che senza utenti, non potrebbero esistere. Quindi, se prima l'importanza dell'utenteall'interno del web era relativa, oggi con il web 2.0 e tutte le sue evoluzioni (il Web 3.0 ecc..), gli utenti ed i loro contenuti sono la spina dorsale del web 2.0, tanto che i social media, senza gli utenti non potrebbero esistere. L'importanza dello sharing e della condivisione è anche data dal fatto che ormai su qualunque contenuto online, sono presenti dei tasti, gli "SHARING BOTTONS", che permettono di condividere quel contenuto sulle diverse piattaforme online. Network, platform e connective society NETWORK SOCIETY → Il sociologo Manuel Castells è considerato il padre della network society, la società delle reti in cui le strutture sociali principali e le attività sono organizzate intorno a reti di informazione elaborate elettronicamente. L'elemento di novità, dunque, la tecnologia, la quale ha progressivamente trasformato strutture e organizzazioni. La Rete è allo stesso tempo un mezzo e un luogo di comunicazione.nonché la forma organizzativa che contraddistingue la società contemporanea. La network society ha provocato la nascita della mass self communication, la comunicazione di massa per le masse, caratterizzata da tre elementi: - È di massa, poiché veicolata da Internet e dalle reti peer to peer, - È multimodale, in quanto è consentita la ricollocazione e distribuzione di contenuti, - È autonoma per ciò che riguarda la selezione dei dispositivi di emissione nelle interazioni many-to-many. Il modello della rete, dunque, è flessibile, adattabile, privo di confini. È una struttura senza centro, basata sull'interattività, sull'autonomia di ciascun nodo e sulla variabilità di scala. Ogni nodo ha la stessa importanza ed è fondamentale per il funzionamento della rete. Vengono ridefinite le dimensioni spazio-temporali: si parla infatti di "timeless time" e "space of flows".

concetti che siaccompagnano ad un’inevitabile fusione tra pubblico e privato, tanto da arrivare ad escludere dalla comunicazione pubblica “coloro che non sono disposti a confidarsi” (Bauman, 2000).

Secondo Castells, le 5 caratteristiche che rappresentano i fondamenti della nuova società sono:

  1. La centralità dell'informazione come infrastruttura della nuova società
  2. La diffusione pervasiva degli effetti delle tecnologie che agiscono in profondità sulle dinamiche di esistenza individuali e collettive
  3. Lo sviluppo di una logica di rete (network logic) di ogni sistema o insieme relazionale che utilizza le tecnologie informazionali
  4. La flessibilità del paradigma informazionale, che implica la capacità di riconfigurazione che supporta un bisogno di cambiamento costante della società
  5. La convergenza delle tecnologie in un unico sistema integrato.

CONNECTIVE SOCIETY → Il secondo approccio, al quale vengono collocati

più autori, definito "Connective Society", si interroga sul nesso che si crea tra la dimensione sociale e quella mediale, nel momento in cui "l'essere online" inizia a diventare una condizione diffusa, vissuta come uno stato di normalità. Quello che si genera nella Connective Society è un anello di retroazione tra la diffusione di tecnologie di connessione e le pratiche d'uso di esse. La cultura che si va a generare è una cultura in cui le strutture dei social media si sono insediate nella nostra vita quotidiana. PLATFORM SOCIETY → Con la creazione delle piattaforme, è nato un nuovo spazio pubblico di comunicazione, in cui avviene una condivisione di norme. Le piattaforme quindi, pur non svolgendo principalmente la funzione di produttori di contenuti, mediano i contenuti degli iscritti, li conservano ed organizzano, promuovendo la loro circolazione verso altri utenti. Le piattaforme hanno la capacità di

Per comprendere l'influenza delle dinamiche della politica e dei mass media, è necessario fare una premessa: le autrici di "Make America Meme Again - The Rhetoric of the Alt-Right", attraverso le categorie analitiche dei cultural studies, forniscono un'analisi sistematica sulla creazione e l'uso dei meme da parte dell'alt-right americana, al fine di arruolare nuovi attivisti e diffondere messaggi razzisti, omofobi e sessisti.

Dal loro studio, è emerso un profondo legame tra l'algoritmo delle piattaforme usate (4chan, Reddit, ecc...) e la diffusione dei meme. Più il meme viene diffuso nei primi minuti dopo la sua creazione, maggiore sarà la possibilità che questo meme esca da questi canali e raggiunga un pubblico più ampio.

Molti meme hanno contribuito, attraverso un approccio ironico, scanzonato e apparentemente leggero, alla normalizzazione dei contenuti xenofobi, razzisti e omofobi dell'alt-right.

Questi memediventano virali, vengono condivisi da molte persone che spesso non colgono la profondità del messaggio ma rilevano solamente l'aspetto ironico e quindi, in qualche modo non ne considerano la gravità e, proprio per questo, si parla di normalizzazione di alcuni contenuti)

Le caratteristiche della creazione e della diffusione meme sono:

  • L'uso dell'ironia nella costruzione del messaggio;
  • E quindi accusa di mancanza di ironia nei confronti dei propri avversari politici (una sorta di arma di difesa);
  • spesso la "leggerezza" del messaggio nasconde altri contenuti: es: "it's ok to be white" , ossia "non c'è nessun problema ad essere bianco". Di per sé il messaggio non sembra essere offensivo , lo diventa nel momento in cui a questo slogan si associano critiche a quelle leggi che favoriscono l'inserimento delle minoranze nere nei college americani.

Sono stati fatti degli "external studies",

testo fornito utilizzando tag html:

ovvero degli studi esterni rispetto all'oggetto di studio, lavorando su dati di secondo livello oppure su documenti già prodotti ma difficilmente collegabili ai militanti di estrema destra. Ci sono i lavori di Hilary Plikington su English Defence League o Daniel Bizeul in Francia sul Front National. I primi studi sul rapporto tra la destra radicale e le nuove tecnologie riguardano soprattutto la destra americana, in particolar modo a partire dal 2016 (Anno della campagna elettorale di Trump che porta alla sua elezione), i gruppi dell'alt-right e dei suprematisti bianchi.

L'Alt-Right è un movimento politico, composto da un variegato insieme di utenti sui social media, bacheche virtuali, personalità pubbliche con posizioni apertamente a sostegno di temi come il suprematismo bianco, l'abolizione del politicamente corretto, l'antifemminismo, l'opposizione all'immigrazione.

Descrivere le caratteristiche e le peculiarità del

capitalismo delle piattaforme.Il capitalismo delle piattaforme è riassumibile nei seguenti punti:

  • INDUSTRIA 4.0: pervasività del digitale nei processi produttivi
  • QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: tecnologia incorporata nella società (es. robotica, intelligenza artificiale, biotecnologie, nanotecnologie, algoritmi...)
  • QUARTO SPIRITO DEL CAPITALISMO: parliamo di affettive capitalism, biocapitalism, knowing capitalism, platform capitalism
  • MOVIMENTI DI LAVORATORI: mobilitazioni collettive di rete, come per esempio i network

Negli anni Novanta trova la sua genesi nella Californian Ideology. A Silicon Valley nascono colossi come Google, Apple, Amazon, Uber...Oggi abbiamo spazi digitali come Walled Garden, importante il concetto di ambivalenza. Possiamo parlare di precarizzazione diffusa, espropriazioni di beni comuni (come immagini e testi), e valorizzazione di attività gratuite o volontarie (es. condividere esperienze in rete). Citando la fenomenologia del

Capitalismo delle piattaforme, possiamo dire che la rete è diventata onnipervasiva, governata da algoritmi. Questi algoritmi determinano cosa vediamo, cosa acquistiamo, con chi interagiamo e persino cosa pensiamo. Le piattaforme digitali come Google, Facebook e Amazon hanno accumulato un potere enorme, controllando l'accesso alle informazioni e influenzando le nostre decisioni. Il capitalismo delle piattaforme ha portato a una concentrazione di potere senza precedenti, con poche aziende che dominano il mercato e controllano la nostra vita digitale. Questo solleva importanti questioni sulla privacy, la libertà di espressione e la democrazia stessa. È necessario un dibattito pubblico su come regolare e controllare il potere delle piattaforme digitali, al fine di garantire un equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti degli utenti.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
10 pagine
5 download
SSD Scienze matematiche e informatiche INF/01 Informatica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher arriprz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Internet e social media studies e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Toscano Emanuele.