Noto che il il limite in y è per y 0 dato che y = x sin(x) e x sin(x) 0.
x→0
−
x
e 1 −→
Infine, posto v(x) = , si ha v(x) 1 (limite notevole). Alla fine scriviamo
x x→0 a
x γ(x).
u (x) =
a β(x)x sin(x) + v(x)x
2
A questo punto a denominatore si può tranquillamente mettere in evidenza x, e lo studente
che ha un po’ di ”occhio” effettua naturalmente questo passaggio. Però, per spiegare il
sin(x)
metodo generale, ”elimino sin(x)” come spiegato in precedenza, ossia posto, w(x) = ,
x
−→
e noi sappiamo dal limite notevole che w(x) 1, scrivo sin(x) = xw(x). alla fine si ha
x→0
a
x
u (x) = γ(x)
a 2
β(x)w(x)x + v(x)x
a
x
( )
= γ(x)
x xβ(x)w(x) + v(x)
a−1
x
= γ(x).
xβ(x)w(x) + v(x) →
Dato che le funzioni β, w, v e γ tendono tutte a 1, per x 0, come visto prima, posto
1 −→
a−1
h(x) = γ(x), si ha u (x) = x h(x), e h(x) 1. Dato che da un
a
xβ(x)w(x) + v(x) x→0
{
limite notevole si ha 0 se α > 0
α
lim x = ,
1 se α = 0
+
x→0 +∞ se α < 0
deduciamo { 0 se a > 1 .
lim u (x) = 1 se a = 1
a
+
x→0 +∞ se a < 1 +
Vediamo alcune osservazioni sui metodi usati. Ad esempio il cambio di variabile da 0 a
+∞ o viceversa, strumento tentato da molti studenti, nel caso presente è del tutto inutile in
quanto non da alcun vantaggio. Per esempio per il b) la soluzione data è del tutto naturale,
e quindi non si vede motivo di cercare soluzioni con trucchi tipo cambi di variabili (che,
anche fossero fatti in modo corretto) non darebbero alcun vantaggio. Ovviamente se uno
usa correttamente i cambi di variabile non sbaglierà l’esercizio e si bloccherà , ma spesso
lo studente sbaglia qualcosa. +
Come si fa il cambio di variabile per esempio per portare il limite da 0 a limite a +∞?
−→
L’idea è molto semplice. Ad esempio se abbiamo il limite detto sopra, si ha u (x) l se
a +
( ) ( ) x→0
1 −→ 1
e solo se u l. Ovviamente per scrivere u dobbiamo scrivere semplicemente
a a y
y y→+∞
1 al posto di x in tutti i casi, nel caso specifico
y ( )
( ) ( ) π
a 2
1 1
( ) 3 +1
y y
1 ))
( (
u = .
a y 1 −
1
1 sin + e
sin 1
y
y y
3
Si vede subito che per trattare questo limite l’unico modo ragionevole è ritornare al limite
precedente.
Quando invece è utile il cambio di variabile del tipo precedente? Possiamo dire che non c’è
una regola generale ed è la pratica a suggerire i casi in cui usarlo. Io suggerirei di usarlo
generalmente non in espressioni lunghe ma in singoli ”pezzetti” ad esempio un prodotto
che è una forma indeterminata e non si riesce a sciogliere in altro modo. Ad esempio
(
( ) )
2
1 1 ln (y)
−
2 ln
lim x ln (x) = lim = lim =0
2
y y y
y→+∞ y→+∞
+
x→0
(ove quest’ultimo è un limite notevole, a parte il segno -). → → +
L’altra raccomandazione sui limiti di funzioni è che sui limiti per x 0 (o x 0 )
rinunciare alla tentazione di trattarlo come limite a +∞ (errore frequente) come già detto
→
3
in precedenza, ossia se abbiamo ad esempio x + x questo tende a 0 per x 0 con l’ordine
3
di x (e NON di x come sarebbe se il limite fosse a +∞), e quindi si mette in evidenza x.
∈
Soluzione di c). Bisogna vedere che quando x 0, 1 l’espressione x sin(x) sta in una zona
dove il seno è non negativo. ossia nell’intervallo [0, π] unito a tutti i suoi traslati di un
multiplo intero di 2π, ossia del tipo [2kπ, 2kπ + π] con k intero. Vedremo che per ogni
∈ ∈
x [0, 1] si ha x sin(x) [0, π]. Notiamo che se noi dovessimo verificare direttamente
questo fatto risolvendo la ”doppia” disequazione
≤ ≤
0 x sin(x) π (1)
questo sarebbe praticamente impossibile dato che la disequazione a destra in (1) non si
vede come risolvere, ma il punto è che noi non siamo tenuti a risolvere (1) ossia a trovare
∈
TUTTI GLI x che verificano (1), ma solo a verificare che (1) è soddisfatta per x [0, 1],
∈ ≤ ≤
cosa molto più semplice. Dato che per ogni x [0, 1] si ha 0 sin(x) 1, si deduce
≤ ≤ ≤ ≤
0 x 1, 0 sin(x) 1 (2)
≤ ≤ ·
e ”moltiplicando le disuguaglianze” in (2) segue 0 x sin(x) 1 1 = 1, come volevasi.
≥
Notiamo più precisamente che x sin(x) 0 segue subito da (2) dato che il prodotto di
≥ ≥ ≤
numeri 0 è sempre 0. Sulla seconda disuguaglianza occorre notare che da x 1
≤ ≤ ·
e sin(x) 1 segue x sin(x) 1 1 = 1 perché tutti i numeri che moltiplichiamo, ossia
≥
x, sin(x) e 1 sono 0. Ricordo che non possiamo usare lo stesso principio sempre. Ad
−3 −2, −5 −4, · ·
esempio < < ma (−3) (−5) > (−2) (−4).
( )
≤ ≥ x 0
d) Sia x > 0. Se x 1, da c) segue che sin x sin(x) 0, mentre e > e = 1, quindi
−
x
e 1 > 0. In conclusione ( ) −
x
sin x sin(x) + e 1 > 0.
x 1
Se invece x > 1 si ha e > e = e > 2, quindi
( ) − − − ≥
x
sin x sin(x) + e 1 > 2 1 + sin(x) = 1 sin(x) 0.
4
.
e) La funzione u è continua in ]0, +∞[, e in particolare ci serve d) per osservare che
a
la funzione è definita in ]0, +∞[ avendo denominatore non nullo. Dal fatto che abbiamo
supposto lim u (x) = +∞, mentre abbiamo verificato in b) che lim u (x) = 0, segue
a a
x→+∞
+
x→0
∈]0,
che esiste x +∞[ tale che u (x ) > 7, in particolare scegliamo x abbastanza vicino
1 a 1 1
∈]0,
a 0, mentre troviamo x +∞[ abbastanza grande tale che u (x ) < 7. Per il teorema
2 a 2
∈]0,
dei valori intermedi esiste x +∞[ tale che u (x) = 7.
a
√
∑
+∞ n
n 3
3
Esercizio 2) a) Dire se la serie converge.
n 4
5 + n
n=1
∑
+∞ 2n 2 a
(7 + n ) + 4
∈
b) Dire per quali a R la serie converge.
n
80 + n
n=1
Soluzione NOTA BENE: non scriverò tutti i passaggi; lo studente nei compiti dovrebbe
scrivere qualche passaggio in più.
√ √ ( )
√
n n
n 3 n 3 a
3
3 3 n n −→
3
a) Sia a = e sia b = = n . Si verifica facilmente che 1,
n n
n 4 n
5 + n 5 5 b n→+∞
n
∑ ∑
+∞ +∞
quindi le serie a e b hanno lo stesso carattere per il criterio del confronto asin-
n n
n=1 n=1 ∑
+∞
totico. Studiamo ora la serie b col criterio del rapporto. Si ha
n
n=1 ( )
√ n+1
35
3 n + 1
b
n+1 )
(
√
= n
35
b n
3
n √ )
( 1
3 n 1 + 3
n
√
= 5
n
3
( )
1 3 3
13 −→
= 1+ < 1
n 5 5
n→+∞
∑ ∑
+∞ +∞
e perciò la serie b converge e quindi anche la serie a converge.
n n
n=1 n=1
2n 2 a 2n 2 a
(7 + n ) 4
(7 + n ) + 4 , b = , c = . Dato che a = b + c
b) Siano a =
n n n n n n
n n n
80 + n 80 + n 80 + n
∑ ∑ ∑
+∞ +∞ +∞
e la serie c converge allora la serie a ha lo stesso carattere di b (ricordo che
n n n
n=1 n=1 n=1
sommare una serie convergente non cambia il carattere di una serie). Il fatto che la serie
∑ ∑
+∞ +∞ 4 converge
c converge si verifica facilmente. Ad esempio si vede che la serie
n n
80
n=1 n=1
( )
4 1 n
in quanto = 4 e quindi è la costante 4 moltiplicata per una serie geometrica
n
80 80 5