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Etienne Esquirol. Di cosa si tratta?

Philippe Pinel e Jean-Etienne Esquirol diedero il contributo più significativo al

rinnovamento della psichiatria e del trattamento delle malattie mentali, che

condusse al superamento della logica dell’internamento e della segregazione.

Entrambi lavorarono come medici in cliniche psichiatriche, dove apportarono

profonde riorganizzazioni.

Pinel e Esquirol si approcciarono alla follia e alle malattie mentali in modo del tutto

nuovo. Essi utilizzarono il metodo dell’osservazione per penetrare nei pensieri e nel

vissuto mentale dei pazienti. La stessa nozione di follia era vista come accidentale,

quindi destinata ad una durata temporale limitata che sfociasse nella guarigione. Il

fattore genetico di cura della malattia erano le passioni e la stessa malattia era

intesa come alterazione di esse. Le passioni infatti sono la causa più comune

dell’alienazione mentale, sono collegate ai bisogni e da questi ne dipendono.

Nei primi decenni dell'Ottocento in Italia si iniziò un'educazione dei sordomuti,

39. come era organizzata? Lo studente descriva le teorie e l'approccio pedagogico del

periodo storico.

Le istituzioni per i sordomuti sorte in Italia nel primo cinquantennio del XIX secolo si

ispirarono essenzialmente al sistema francese. Questa scelta prevalse su quella

tedesca perché i primi istitutori italiani avevano soggiornato a lungo a Parigi, presso

il de l’Épée, per apprendervi il metodo, diversi istitutori si erano formati

direttamente sugli scritti dell’abate francese e del suo successore e poi per una

questione prettamente politica (infatti la dominazione napoleonica in Italia contribuì

a diffondere il metodo francese).

Nell’Istituto dell’abate de l’Épée l’istruzione era impartita attraverso il metodo

mimico o gestuale, che l’istitutore francese aveva modificato, trasformando i gesti

naturali in un vero e proprio sistema regolato di comunicazione. Alla mimica veniva

affiancata la dattilologia, ossia l’alfabeto manuale e la scrittura che permetteva al

sordomuto di comunicare con coloro che non conoscevano la mimica e la

dattilologia. Furono numerose le congregazioni religiose che si occuparono

dell’educazione dei sordomuti, sia per assicurare loro l’ausilio all’istruzione ma

anche per preservarli da gravi pericoli morali ai quali la loro condizione li esponeva.

A cosa e a chi si riferisce il "metodo orale"? Delineare il contesto storico e gli

40. aspetti pedagogici. L’Ottocento segna la nascita in Italia delle prime istituzioni per i

sordomuti di forte influenza francese, dovuta all’influenza napoleonica e formazione

dei docenti.

Alla vigilia dell’unificazione italiana inizia un processo di abbandono della mimica a

favore del metodo orale puro come sistema di insegnamento per i sordomuti. Il

rinnovamento nasce in area lombarda, con il contributo dell’ecclesiastico Provolo

ed in seguito con Tommaso Pendola e la sua rivista sull’educazione dei sordomuti in

Italia si superano le dispute tra istitutori e il problema della sua adozione assume

importanza nazionale.

Grazie al metodo orale puro il sordomuto sviluppa meglio le doti intellettive e si

integra a pieno nella società. Con il congresso degli insegnanti italiani dei sordomuti

tenutosi a Siena nel 1873 si delibera la sua adozione, nonostante le successive

difficoltà di attuazione negli istituti italiani a causa dei finanziamenti pubblici ed

andamento organizzativo e didattico.

Come era organizzata l'educazione dei sordomuti in Italia nel XVII secolo?

41. Le istituzioni per i sordomuti sorte in Italia nel primo cinquantennio del XIX secolo si

ispirarono essenzialmente al sistema francese. Questa scelta prevalse su quella

tedesca perché i primi istitutori italiani avevano soggiornato a lungo a Parigi, presso

il de l’Épée, per apprendervi il metodo, diversi istitutori si erano formati

direttamente sugli scritti dell’abate francese e del suo successore e poi per una

questione prettamente politica (infatti la dominazione napoleonica in Italia contribuì

a diffondere il metodo francese).

Nell’Istituto dell’abate de l’Épée l’istruzione era impartita attraverso il metodo

mimico o gestuale, che l’istitutore francese aveva modificato, trasformando i gesti

naturali in un vero e proprio sistema regolato di comunicazione. Alla mimica veniva

affiancata la dattilologia, ossia l’alfabeto manuale e la scrittura che permetteva al

sordomuto di comunicare con coloro che non conoscevano la mimica e la

dattilologia. Furono numerose le congregazioni religiose che si occuparono

dell’educazione dei sordomuti, sia per assicurare loro l’ausilio all’istruzione ma

anche per preservarli da gravi pericoli morali ai quali la loro condizione li esponeva.

L'applicazione del metodo "orale puro", cosa era? Descrivere il contesto politico ed

42. educativo del periodo ed il metodo in oggetto.

Al principio degli anni Ottanta (nel momento in cui il Congresso internazionale di

Milano deliberava l’adozione di tale metodo in tutte le scuole speciali per i

sordomuti), la situazione nei 35 Istituti esistenti nella penisola era la seguente: solo

in 8 di essi veniva applicato il metodo orale-puro, con la totale esclusione

dell’apporto di altre tecniche; in 21 Istituti era pure utilizzato il metodo orale, ma si

tollerava, soprattutto nella fase iniziale dell’istruzione, il ricorso alla mimica naturale

(metodo misto); negli altri 6 Istituti, infine, si faceva ricorso a una pluralità di metodi

e di tecniche. Nel 1892, ormai quasi più nessuno praticava in modo esclusivo il

metodo gestuale, la dattilologia e la scrittura, ma il metodo misto veniva ancora

largamente utilizzato, nell’insegnamento scolastico, in buona parte degli Istituti

della penisola. Dopo l’Unità: reiterate e crescenti pressioni esercitate sul governo e

sul Parlamento dagli istitutori dei sordomuti nel corso dei loro congressi e

attraverso le pagine della stampa specializzata. Tra il 1872 e il 1918 furono istituite

sei commissioni ministeriali e presentati alla Camera dei deputati ben sette progetti

di legge in materia, i quali non ebbero neppure l’onore della discussione

parlamentare. Il progetto di legge «Pel riordinamento delle Scuole speciali dei

sordomuti» presentato nel 1872 dal ministro Cesare Correnti sarebbe divenuto il

modello e l’imprescindibile punto di riferimento, sul piano dell’impostazione e degli

indirizzi e criteri ispiratori, di quelli elaborati successivamente.

Il metodo orale puro, si basa principalmente sull’ideologia che il sordo debba

assolutamente parlare e non esprimersi con la mimica. Tale metodo, venne

introdotto con il Congresso internazionale di Milano del 1880, dove venne dichiarato

ufficialmente preferibile a quello della mimica per l’educazione e l’istruzione dei

sordomuti.

Il metodo orale puro era considerato lo strumento più idoneo per consentire al

sordomuto di sviluppare appieno le sue doti intellettuali e di integrarsi

positivamente nella vita sociale ed era da preferire a quello della mimica per

l’educazione e l’istruzione dei sordomuti. Nonostante il Congresso avesse dato il via

al suo inserimento, nei 35 istituti presenti in Italia, la situazione appariva

disomogenea. Il suo inserimento fu graduale e soprattutto, negli Istituti più piccoli e

periferici, che disponevano di pochi maestri e risorse ridotte, si preferiva ricorrere

ad un metodo misto che comprendesse mimica e parola articolata, ritenuti meno

impegnativi.

Quali sono i principi per una buona integrazione in un contesto di pedagogia

43. speciale?

La creazione di un percorso individualizzato che permetta l’integrazione e

l’inclusione dello studente a scuola, ovvero che garantisca il suo diritto all’istruzione

e all’educazione, il pieno sviluppo della sua personalità e l’effettiva partecipazione

alla vita scolastica, è sicuramente uno dei principi fondamentali.

Integrare una persona con difficoltà significa includerla attivamente nella

quotidianità, non vedendola solo come "diversa" e "speciale", ma riconoscendone

anche la "normalità". Per fare questo è necessario affrontare le differenze che

derivano dalla disabilità e dai deficit eliminando quei comportamenti e quei pensieri

che creano differenze, bisogna comprendere la complessità che determina la

diversità, saper accettare e sapersi confrontare con le diverse identità per far in

modo di ridurre l’handicap.

Quando si parla di azione sociale ed educativa per le persone con handicap, si parla

44. anche di "un diritto per tutti". Cosa vuol dire? Lo studente spieghi il concetto.

Tutti i bambini hanno diritto ad un'educazione e tutti gli individui in generale hanno il

diritto a una vita libera e allo stesso tempo hanno dei doveri. Un individuo con

capacità ridotte, dovute a un deficit, non perde nessuno dei suoi diritti e nessuno dei

suoi doveri.

Il diritto all’educazione è un diritto riconosciuto a ciascun individuo e se si è in

presenza di un Bisogno Educativo Speciale è necessario che l’azione educativa e

sociale risponda alle specifiche esigenze. Si può intervenire attraverso la creazione

di centri appositi in cui accudire i soggetti che necessitano di bisogni speciali,

oppure si può intervenire con tecniche e metodologie nel contesto familiare.

Con la prima tipologia d’intervento è necessario adibire delle strutture apposite che

determinano uno spostamento del soggetto dal contesto familiare. La soluzione

d’inserire un soggetto BES in un istituto determina il più delle volte una sofferenza

causata dalla lontananza dai propri affetti e l’adesione allo stereotipo di colui che è

segregato in quanto è sofferente di una patologia mentale.

Lo studente spieghi cosa si intende per "diversità" e per "integrazione", dal punto di

45. vista educativo.

L’integrazione e l’inclusione dello studente a scuola garantiscono il suo diritto

all’istruzione e all’educazione, il pieno sviluppo della sua personalità e l’effettiva

partecipazione alla vita scolastica. Integrare una persona con difficoltà significa

includerla attivamente nella quotidianità, non vedendola solo come "diversa" e

"speciale", ma riconoscendone anche la "normalità".

Per fare questo è necessario affrontare le differenze che derivano dalla disabilità e

dai deficit eliminando quei comportamenti e quei pensieri che creano differenze,

bisogna comprendere la complessità che determina la diversità, saper accettare e

sapersi confr

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Publisher
A.A. 2023-2024
31 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher esamiok13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica e pedagogia speciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Ciarcanelli Sandra.