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PARTE 2: RELAZIONE FILMATI YOUTUBE

CITOLOGIA 12 – MICROSCOPIO

Per osservare e analizzare le cellule, è indispensabile utilizzare un microscopio, poiché sono

incredibilmente minuscole, hanno una misura dell'ordine dei micron e quindi sono invisibili a occhio

nudo. Esistono due categorie principali di microscopi utilizzati nel campo della citologia: microscopi

ottici e microscopi elettronici.

Utilizzando una sofisticata disposizione di lenti e un flusso di fotoni emessi da una sorgente luminosa,

il microscopio ottico è in grado di ingrandire il campione fino a un massimo di circa 2000 volte.

Mantiene un ottimo livello di chiarezza fino a 200 nm. Le immagini risultanti presentano tonalità

vibranti che dipendono dalla colorazione specifica utilizzata durante il processo di preparazione del

vetrino. Grazie alla sua efficacia, il microscopio ottico è ampiamente utilizzato nell'esame di vari tipi

di tessuti.

Utilizzando un fascio di elettroni, il microscopio elettronico ha la capacità di amplificare gli oggetti di

un fattore di 200.000, pur mantenendo un impressionante potere di risoluzione di 0,1 nm. Esistono

due diversi tipi di microscopi elettronici: a trasmissione (TEM), che cattura immagini bidimensionali,

e a scansione (SEM), che cattura immagini tridimensionali. Mentre le immagini prodotte dal

microscopio elettronico sono tipicamente monocromatiche, il SEM ha la capacità di introdurre il

colore per le ricostruzioni generate al computer.

Istologia 01 – NOZIONI DI MICROSCOPIA E PREPARAZIONE DEI CAMPIONI

Studiare tessuti e cellule ad occhio nudo è un compito impossibile a causa della risoluzione limitata

dell'occhio umano, che è di soli 0,2 mm. Per superare questa limitazione diventa fondamentale l’uso

del microscopio. Sono disponibili diversi tipi di microscopia per questo scopo, tra cui la microscopia

ottica, a contrasto di fase, a fluorescenza, confocale, elettronica, a forza atomica, in campo oscuro e

a luce polarizzata.

Lo studio dei tessuti, noto come istologia, utilizza il microscopio ottico. Questo microscopio è

costituito da due componenti principali: una parte meccanica e una parte ottica. All'interno della

parte ottica ci sono gli oculari, la lente dell'obiettivo e il condensatore.

L'ingrandimento iniziale e l'osservazione sono resi possibili dagli oculari, costituiti da lenti. Inoltre, in

un microscopio ottico, in genere sono presenti 3-4 obiettivi. L'ingrandimento complessivo si ottiene

moltiplicando il potere di ingrandimento degli oculari con quello dell'obiettivo. Sotto il tavolo di

preparazione, dove è posizionato il vetrino, è posizionato il condensatore. Il suo scopo è quello di

condensare la luce emessa dalla sorgente luminosa della lampada.

Per esaminare correttamente un campione, è necessario effettuare una preparazione. Ciò include

una serie di passaggi, tra cui fissazione, rimozione della disidratazione, inclusione, sezionamento e

colorazione.

Durante la fase di fissazione l'obiettivo è quello di immobilizzare e salvaguardare tutti gli elementi del

campione che verrà sottoposto ad esame. Ciò può essere ottenuto tramite mezzi chimici, come

l’utilizzo di alcol o aldeidi, o tramite metodi fisici, come l’utilizzo di azoto liquido. Nei casi in cui viene

utilizzata la fissazione fisica, il campione procederà direttamente alla fase di sezionamento,

bypassando le fasi di essiccamento, pulizia e inclusione.

Per avviare la fase di disidratazione, il campione viene immerso in soluzioni di alcol etilico di varia

intensità. Questo passaggio rimuove efficacemente l'umidità dal campione, creando spazio per la

successiva aggiunta di paraffina e rendendo il tessuto più compatto, semplificando così il processo di

taglio.

La fase iniziale del processo prevede la disidratazione del campione, dopodiché viene immerso in

xilene per ottenere la trasparenza. Questo solvente dissolve efficacemente l'etanolo e solubilizza i

lipidi. Nella fase successiva il campione viene immerso in una sostanza dalla consistenza adeguata al

taglio. Questa sostanza può essere liquida ad alte temperature o solida a basse temperature.

Tipicamente, paraffina fusa e resina epossidica sono le sostanze impiegate durante la fase di

inclusione.

La fase di sezionamento è fondamentale per ottenere sezioni visibili al microscopio dello s pessore

adeguato. La procedura varia a seconda della natura del campione.

Per preparare il campione istologico per la fissazione chimica, è necessario tagliarlo con cura per

ottenere uno spessore ottimale di 3-10 µm. Questo processo di taglio viene eseguito utilizzando un

meccanismo automatico in un microtomo.

Per preparare le fette alla colorazione, queste subiscono un processo di immersione in xilene per

eliminare la paraffina e vengono successivamente reidratate utilizzando una serie di concentrazioni

decrescenti di alcol etilico. Infine, il campione viene immerso in acqua distillata. La fase di

reidratazione è fondamentale per il processo di colorazione, poiché i coloranti utilizzati sono idrofili.

Per il sezionamento viene utilizzato un microtomo criostato. Le sezioni risultanti vengono quindi

posizionate con cura su vetrini preraffreddati e lasciate raggiungere la temperatura ambiente prima

di iniziare la colorazione.

La capacità di discernere e separare due punti è nota come potere risolutivo. All’aumentare della

risoluzione del microscopio, aumenta anche l’ingrandimento, migliorando la nostra acuità visiva.

Usiamo il display di uno smartphone come esempio per approfondire l'idea del potere di risoluzione.

Lo schermo è costituito da numerosi pixel e all'interno di ciascun pixel sono presenti tre sottopixel:

rosso, verde e blu. Regolando l'intensità e la combinazione di questi sub-pixel siamo in grado di

percepire un'ampia gamma di colori. Ciò è dovuto al fatto che i nostri occhi non sono in grado di

distinguere ogni singolo sub-pixel. Infatti il potere risolutivo dell'occhio umano è misurato a 0,2mm.

Istologia 02 COLORAZIONI ISTOLOGICHE

La fase finale della preparazione del campione, che consente l'osservazione, è il processo

fondamentale. In questo processo si utilizzano tre tecniche di colorazione essenziali: istologica,

istochimica e immunoistochimica.

L'utilizzo della colorazione istologica ci consente di enfatizzare le caratteristiche dei tessuti ed

esaminarne la composizione. Questa tecnica impiega una varietà di coloranti, comprese le opzioni

bicromiche, tricromiche e elettive.

• Il metodo di colorazione noto come Azan-Mallory utilizza una combinazione di azocarminio e

miscela policroma di Mallory, composta da blu di anilina, arancio G e acido ossalico. Questa tecnica

di colorazione produce una colorazione rossa nei nuclei, nella cromatina e negli eritrociti, mentre il

citoplasma appare con una leggera tonalità rosa. Il collagene e le fibre reticolari presentano una

tonalità blu intenso, mentre le mucine e il mucinogeno sono colorati in blu. Le cellule del sangue e le

fibre muscolari, invece, assumono un colore arancione.

• La tecnica con ematossilina-eosina prevede l'utilizzo di due coloranti: l'ematossilina, un colorante

basico che colora le sostanze acidofile, e l'eosina, colorante acido che colora le sostanze basofile.

Questa colorazione fa sì che il nucleo appaia di colore blu-viola, mentre il citoplasma assume una

tonalità rosa-arancio.

• La colorazione Gomori è una colorazione che utilizza un colorante a base di argento per colorare le

fibre reticolari, ottenendo una tonalità nera su uno sfondo grigio-giallo.

• Per la colorazione del tessuto adiposo vengono utilizzate le colorazioni Sudan III, che appare giallo,

e Sudan Black, che appare nero. Queste colorazioni vengono applicate specificamente ai campioni

che sono stati sezionati utilizzando un microtomo criostato, poiché il processo di fissazione fisica

impedisce la dissoluzione dei lipidi.

• La colorazione elettiva nota come colorazione di Nissl viene utilizzata per colorare la regione

tigroidea di Nissl. Questo processo prevede l'uso del blu di toluidina, che conferisce una tonalità blu.

La tecnica di colorazione Golgi-Cajal è utilizzata in modo specifico per il sistema nervoso centrale. Per

eseguire questa colorazione, piccole sezioni fresche del sistema nervoso centrale vengono immerse

in una soluzione bicromica di osmio ad una temperatura di 25°C per un periodo di 1-6 giorni.

Successivamente, le sezioni vengono trattate con una soluzione di nitrato d'argento all'1% in acqua,

che può impiegare fino a tre giorni per reagire. Una volta completato il processo di colorazione, le

sezioni vengono incluse nella paraffina e vengono tagliate fette spesse. Ottenere una colorazione

efficace con questa tecnica può essere impegnativo e spesso presenta difficoltà irrisolvibili. Tuttavia,

quando la colorazione ha esito positivo, si riscontra la presenza di cellule nervose nero intenso su uno

sfondo color tabacco.

• Colorazione con May-Grunwald-Giemsa: utilizzata esclusivamente per campioni di sangue. Il sangue

viene posto su di un vetrino, che viene poi lasciato asciugare all'aria aperta per una durata di 30

minuti. Successivamente il vetrino viene sottoposto alla miscela May-Grunwald, costituita da una

combinazione di blu di metilene ed eosina. Dopo il risciacquo, il vetrino viene colorato con Giemsa,

un composto di blu di metile, eosina, blu A e B, e viola di metilene. Di conseguenza, i globuli rossi

assumono una tonalità rosa-arancio, mentre i nuclei dei leucociti appaiono blu.

La colorazione istochimica può rivelare le proprietà chimiche di un tessuto. Una di queste tecniche di

colorazione è la reazione PAS, che identifica in modo specifico le mucine neutre presenti negli epiteli

secernenti e nelle ghiandole endocrine. Questa reazione prevede l'uso di acido periodico che rilascia

i gruppi aldeici delle mucine, che vengono poi colorate di un colore rosso porpora vivo dal reagente

Shiff.

La procedura abituale per questa reazione prevede l'uso del blu Alcian, noto per la sua capacità di

colorare mucine acide e glicosaminoglicani.

Il processo di colorazione immunoistochimica si basa sull'interazione tra antigeni e anticorpi. Per

facilitare la colorazione gli anticorpi vengono trattati con un cromogeno. Eccitando l'anticorpo con un

laser, il cromogeno diventa visibile, consentendo l’osservazione della reazione.

L'atto di creare una fetta comporta la trasformazione di un oggetto tridimensionale in una

rappresentazione bidimensionale. Queste fette possono assumere diversi orientamenti, tra cui

trasversale, obliquo e longitudinale.

PARTE 3 – ANALISI COMPARATIVA DI DUE VERTEBRATI

ANALISI COMPARATIVA DI ORATA E BRANZINO

MATERIAL

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
12 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/06 Anatomia comparata e citologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuly3022 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia comparata e citologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Guidetti Marta.