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2 APPLICARE MODALITÀ DI CONTROLLO CHE ASSICURINO UN FUNZIONAMENTO SICURO ED ACCETTABILE
3 VISUALIZZARE LE VARIABILI CHE CARATTERIZZANO LE CONDIZIONI OPERATIVE E MEMORIZZARNE IL LORO
VALORE
4 INDIVIDUARE LE CONDIZIONI DI FUNZIONAMENTO ANOMALO CHE POTREBBERO PORTARE AL DEGRADO
DELLE PRESTAZIONI NOMINALI O ADDIRITTURA ALLA INTERRUZIONE DEL FUNZIONAMENTO
5 MIGLIORARE IL RENDIMENTO GLOBALE DEL SISTEMA CONTROLLATO 6 DOCUMENTARE SECONDO
STANDARD LA PROGETTAZIONE, DELLA REALIZZAZIONE, DELLA CONDUZIONE DEL SISTEMA CONTROLLATO
Richieste riguardanti l’azione di controllo le modalità di controllo devono essere di tipo consolidato e di
validità provata
• la validità delle azioni di controllo innovative deve essere confermata da prove
• le azioni di controllo devono essere:
• di sicura efficacia per il raggiungimento delle prestazioni desiderate
• sufficientemente robuste rispetto alle variazioni del valore dei parametri fisici e delle condizioni operative
del sistema da controllare
• valide anche quando vengono utilizzati attuatori e sensori diversi da quelli previsti
• non strettamente dipendenti dal passo di campionamento se rese operative su dispositivi digitali
• facilmente operative sui dispositivi di elaborazione già disponibili oppure di complessità compatibile con
quella del sistema da controllare
RICHIESTE DELL’UTENTE FINALE RELATIVE AL CICLO DI VITA DI UN SISTEMA CONTROLLATO COMPLESSO
RECUPERO DELLE INFORMAZIONI
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− SULLA REALIZZAZIONE
− SULL’ESERCIZIO
− SULLA MESSA A PUNTO DELLE OPERAZIONI DI IMPIANTO
− SUI RISULTATI DEI COLLAUDI E DELLE VERIFICHE
− SULLE SPECIFICHE FUNZIONALI
− SPECIFICA DEI REQUISITIS
SoTITUZIONE DI TUTTA LA STRUMENTAZIONE ovvero REVAMPING
Lezione 18
Descrivere gli obiettivi del controllo ai singoli livelli della piramide dell'automazione.
Un sistema complessi e’ costituito da sottosistemi che a sua volta possono essere complessi, per tale motivo
e’ necessario suddividere gli obiettivi del controllo in base al sottosistema su cui è necessario intervenire. Per
far ciò è stata fatta una suddivisione gerarchica dei vari sottosistemi
Un sistema controllato è composto da piu impianti
Un singolo impianto è composto da piu apparati
Ogni apparato e’ composto da piu dispositivi
Ogni singol dispositivo e’ composto da piu componenti
Da ciò si è costruita una piramide detta piramide dell’automazione con 4 livelli (da 0 a 3)
Il livello 0 e’ quello composto dai dispositivi : obiettivo principale e’ quello di avere la fedeltà di risposta da
ogni dispositivo, e attenuare i disturbi esterni
Al livello 1 abbiamo gli apparati: a questo livello viene richiesta la di garantire il corretto funzionamento,
andando ad agire sull’intensita e sulla temporizzazione dell’azione di intervento fatta sui vari dispositivi
Al livello 2 abbiamo l’impianto: la richiesta e’ di garantire la corretta conduzione, agendo sull’intensità e sulla
temporizzazione degli interventi sui singoli apparati
Al livello 3 abbiamo il sistema complesso: l’obiettivo è di ottimizzare le funzionalità. la finalità del controllo è
quella di assicurare che venga raggiunto il risultato prestabilito con le caratteristiche desiderate
Vedi anche terza domanda
A quale livello della piramide dell'automazione sono, in genere, utilizzati i dispositivi di
misura?
Vengono usati a livello di campo della piramide dell'automazione. Fanno parte del sistema di controllo
assieme agli attuatori e alle reti di comunicazione
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Descrivere la piramide dell'automazione e la sua suddivisione in livelli.
Vedi prima domanda
Definire gli elementi che compongono la struttura gerarchica di un sistema complesso
(impianti, ecc.).
Vedi domanda 1 e domanda 3
In quale livello della piramide dell'automazione si definiscono le modalità di controllo degli
elementi singoli? Qual è l'obiettivo principale del controllo degli elementi singoli?
Avviene a livello di coordinamento e ha come obiettivo quello di ottimizzare le funzionalità
Lezione 20
In cosa consiste il dispositivo attuatore?
Fa parte della strumentazione HW di un sistema di controllo. E’ quel dispositivo che effettua l’azione di
intervento. Vi sono diversi tipi di attuatori in base alla tipologia di funzionamento e in base alla tipologia di
alimentazione. Abbiamo attuatori idraulici, pneumatici o elettrici (continui ed incrementali), possiamo
trovare delle valvole di regolazione on/off oppure continue, o azionamenti elettrici che possono essere
on/off o con vari tipi di motori
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Lezione 25
Descrivere gli indicatori per la valutazione globale del comportamento dinamico di un
elemento controllato (IE, IAE, ecc.).
Tali variabili vengono utilizzate per la valutazione globale che ha il nostro sistema nel comportamento
dinamico
Descrivere le modalità di valutazione delle prestazioni dinamiche dell'elemento controllato
(funzionamento in transitorio, valutazione dell'effetto dei disturbi,ecc.).
Le prestazioni dinamiche fanno riferimento al comportamento del sistema di controllo durante i transitori,
ossia alla modalità con cui le variabili del sistema, ed in particolare la variabile controllata, passano da una
condizione di regime ad una nuova, a seguito di variazioni degli ingressi.
In particolare è importante valutare la velocita di risposta del sistema di controllo e lo smorzamento dei
disturbi. Per far ciò vengono utilizzati i parametri seguenti:
Tempo di risposta: il tempo che impiega il sistema a reagire alla risposta a gradino raggiungendo il valore di
regime (per la prima volta)
Tempo di emivalore : il tempo che si impiega ad arrivare alla meta del valore di regime
Tempo di assestamento: il tempo necessario per arrivare al valore di regime (interno al range accettabile)
Sovraelongazione: è il massimo valore assunto dall’uscita prima di assestarsi.
Descrivere le modalità di valutazione delle prestazioni statiche dell'elemento controllato
(funzionamento a regime permanente, gradino/rampa, ecc.).
Le prestazioni statiche di un sistema sono quelle prestazioni che si hanno quando il sistema lavora in regime
permanente. Bisogna vedere che impatto ha un disturbo esterno sul nostro segnale, per fa ciò volte viene
preso in considerazione come disturbo di tipo a gradino. Se si una stima dell’entità di tale disturbo possiamo
agire in due modi:
− Sovradimensionare il sistema in modo che il disturbo provochi una variazione della variabile che sta
nei limiti stabiliti.
− Introdurre una modalità di controllo che intervenga per riportare il sistema dei limiti stabiliti
Nel primo caso avremmo costi elevati di realizzazione del sistema e bassa efficienza.
Nel secondo caso invece dovremmo andare a introdurre una modalità di controllo che introduca un segnale
che si sovrappone al disturbo. Bisogna quindi stabilire quale sia la variabile di controllo e che il suo
l’andamento sia facilmente realizzabile per poterlo applicare.
Normalmente vengono utilizzati tre tipi di segnali di controllo:
Gradino
Rampa lineare
Rampa parabolica Downloaded by Carlo Marziani (carlomarziani62@gmail.com)
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Applicato il tipo di segnale si andrà poi a misurare l’errore dell’uscita per vedere di quanto si scosta rispetto
al segnale di controllo, tale errore potrà esse finito o nullo per i segnali a gradino e potrà essere finito nullo
o infinito per i segnali a rampa.
A questo punto analizzando le possibili tipologie di disturbo, e in base agli obiettivi di controllo che abbiamo
possiamo decidere quale tipologia di segnale utilizzare
Lezione 29
Definire la Ricerca Operativa. Quante e quali sono le fasi dell'approccio modellistico alla
ricerca operativa?
La Ricerca Operativa (di seguito indicata con l'acronimo RO) si occupa dello sviluppo e dell'applicazione di
metodi quantitativi per la soluzione di problemi di decisione che si presentano nella gestione di imprese e
organizzazioni. Essa utilizza modelli matematici per ricercare quella che è la soluzione ottima se possibile o
approssimata. Per fa ciò viene utilizzato un approccio modellistico che viene diviso in cinque fasi:
1. Descrizione e Analisi del problema: si cercano i parametri del sistema e le loro relazioni
2. Costruzione del modello: Si cerca di trasformare le relazioni del mondo reale trovate nella fase 1, in
relazioni matematiche
3. Analisi del modello: si cerca la soluzione ottima (se esiste) e si analizzano le variazioni del sistema alle
variazioni delle variabili
4. Selezione di «buone» soluzioni (simulazione e/o ottimizzazione): si cercano le soluzioni migliori facendo
simulazioni ed ottimizzando il modello
5. Validazione del modello: dopo aver trovato la soluzione migliore questa viene verificata con la
sperimentazione e/o con simulazioni.
Lezione 30
Cos'è un problema di programmazione matematica?
Quando dobbiamo risolvere dei problemi di ottimizzazione cerchiamo di trovare quei punti che soddisfano
le condizioni richieste. Analiticamente l’insieme S dei punti che risolvono il problema di ottimizzazione può
essere scritto con un insieme di vincoli g(x)<=O .
Detto ciò un problema di programmazione matematica e’ un problema di ottimizzazione scritto nella forma
seguente
min f(x) con i vincoli gi(x)<=0 , i=1,2…..m
I problemi di programmazione matematica si possono classificare in base alle proprietà della funzione
obiettivo e dei vincoli. Una possibil e classificazione si basa sulla linearità, ovvero possiamo distinguere:
•Problemi di Programmazione Lineare (PL) in cui la funzione obiettivo è una funzione lineare e i vincoli sono
espressi da un sistema di equazioni e disequazioni lineari
•Problemi di Programmazione Non Lineare (PNL) in cui l'obiettivo o i vincoli non sono tutti lineari.
Descrivere la formulazione di un generico problema di ottimizzazione (ad esempio di
minimizzazione).
Un problema di ottimizzazione può essere scritto come
min f(x) con x che appartiene ad S
E quindi si vuol trovare nell’insieme S il valore di x che dia il punto di minimo della funzione f
Si parla quindi di problemi di minimizzazione
Per generalizzare a tutte le tipologie ne caso in cui si trovassimo di fronte ad un problema che richiede max(fx)
basterà invertire di segno la funzione e trasformare il max in min
max(fx) = −mim (−f(x)) Downloaded by Carlo Marziani (carlomarziani62@gmail.com)