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MUSSOLINI NEI PRIMI ANNI TRENTA
Sino agli Trenta Mussolini non modifica la politica estera italiana.
Tra il 1928 e il 1932 cominciò a fascistizzare la propria politica ma molto lentamente e diplomaticamente
Obiettivi:
scrollarsi di dosso la vittoria mutilata creando un sistema di alleanze nella zona danubiano-balcanica che permettano il controllo
• dell'Adriatico.
ottenere compensi coloniali che non erano stati ottenuti nel 1919, pacificare la Libia che durante la Guerra era sfuggita al controllo
• italiano e ribadire e aumentare il proprio controllo sull'Etiopia. Mussolini in questo periodo chiedeva con molta coerenza di elaborare
con la Francia una politica comune, ottenendo i famosi compensi coloniali del patto di Londra.
L'Italia aveva ora uno stato nuovo con il quale aveva combattuto fra il 1919 e il 1920 una serrata lotta per la definizione dei confini:
1919 Gabriele D' annunzio, occupando Fiume aveva approfondito dissensi.
Il 20 novembre 1920 col trattato di Rapallo e nel gennaio 1924 col Patto di Roma fu raggiunto un compromesso: l’Italia acquisiva posizioni
importanti annettendo il Dodecanneso ma doveva combattere una dura guerra di repressione per recuperare il controllo della Libia.
Né la Francia né la Gran Bretagna lasciavano spazio alle ambizioni nazionalistiche italiane se non in aree limitate dell'Adriatico, come forse
ma non certamente, il canale di Otranto, per i1 controllo dell'Albania.
Il New Deal (1932)
La spirale della crisi durò negli USA fino al 1932, con l’elezione di Roosevelt che attuò un piano di risanamento. Tali provvedimenti interni
furono adottati dal presidente USA Franklin Delano Roosevelt tra il 1933 e il 1938 per fronteggiare gli effetti della Grande Depressione.
Lo scopo del New Deal (nuovo corso) fu il superamento della disoccupazione, il miglioramento delle condizioni di vita, con l'obiettivo
ultimo di superare la crisi anche a costo di indebolire lo Stato. Si avviarono delle assunzione dei disoccupati da parte dello Stato per la
costruzione di opere pubbliche (strade ponti ospedali e scuole). Fu svalutato il dollaro, per rendere più facile l'esportazione delle merci. Fu
istituito un controllo sulle banche e sulle attività dei finanzieri per evitare operazioni simili a quelle che avevano portato al crollo di Wall
Street. Si conoscessero, prestiti ai contadini, si garantì alla maggior parte dei lavoratori una pensione di vecchiaia.
Gold standard (1934)
Il gold standard (detto anche sistema aureo) è un sistema monetario nel quale la base monetaria è data da una quantità fissata d'oro.
Si possono distinguere tre casi:
nel primo l'oro viene usato direttamente come moneta (circolazione aurea);
• nel secondo viene usata cartamoneta totalmente convertibile in oro, dal momento che il valore in oro della moneta
• complessivamente emessa è pari alla quantità di oro conservata dalla banca centrale (circolazione cartacea convertibile
totalmente in oro);
infine, nel terzo caso, le banconote sono convertibili solo parzialmente, risultando il valore della quantità di banconote emessa un
• multiplo del valore dell'oro posseduta dallo stato (circolazione cartacea convertibile parzialmente in oro).
Nel caso una moneta sia convertibile in un'altra moneta, a sua volta convertibile in oro, si parla di gold exchange standard.
Convertibilità del dollaro disposizione del Congresso del 1900 che fissò il dollaro d'oro unità monetaria USA e físsò il valore delle banconote
a corso legale in rapporto al dollaro d'oro. Prima del 1934, per effetto del cosiddetto Gold Standard, la carta moneta statunitense era
convertibile in monete d'oro; con la legge sulle riserve auree del 1934 la convertibilità fu abolita. Da allora in poi la moneta circolante, sia
cartacea sia metallica, è stata del tipo fiduciario.
Il Secondo New Deal (1935)
La speranza che i provvedimenti del 1933 sortissero immediati effetti positivi svanì rapidamente.
Nel 1935 Roosevelt promosse quindi un "secondo New Deal", incentrandolo sulle problematiche del lavoro e sulla ricerca di un rapporto
privilegiato con i sindacati, in polemica con il mondo dei grandi affari sin lì mostratosi critico verso la sua azione di governo. Le nuove
misure prevedevano una maggiore tassazione dei profitti più alti, regole più rigide nella produzione industriale, ma soprattutto una
legislazione sindacale rivoluzionaria, a garanzia della contrattazione collettiva (National Labor Relations Act del 1935) e la determinazione
del limite massimo di ore di lavoro e dei minimi salariali (Fair Labor Standards Act del 1938). Per il resto, se un nuovo stanziamento di oltre
cinque miliardi di dollari permise il rilancio dell'attività della Work Projects Administration (WPA), sempre nel 1935 la legge sulla previdenza
sociale introdusse l'assistenza pubblica per pensionati e disoccupati.
La spinta riformista si fermò nel 1937, non riuscendo ad aver ragione dell'opposizione della classe industriale; A partire dal 1939 poi,
l'attenzione del governo e dell'opinione pubblica si concentrò progressivamente sui temi della politica estera.
L'eredità maggiore del New Deal, più ché sul fronte del rilancio dell'economia, risultò essere l'enorme crescita delle responsabilità assunte
dal governo federale e la creazione di una vasta coalizione di interessi attorno al Partito democratico, fattori che gli garantirono una
lunga permanenza al potere negli anni successivi.
Reich. (ritiro da SdN)
1933 - 30 gennaio 33-30 aprile 45: Hitler cancelliere del
- 7 giugno: Patto a Quattro di Roma.
- 1933-1937 New Deal piano risanamento di F.D.Roosevelt
1934 - 30 giugno: Notte dei lunghi coltelli in Germania;
- 25 luglio: Dollfuss è assassinato a Vienna dai nazisti;
- 1 dicembre: assassinio di Kirov. Inizio delle purghe in URSS
- patto di non aggressione Germania-Polonia
- Inizio della Lunga marcia dei comunisti in Cina
1935 - 11-14 aprile: Patto di Stresa GB, Francia, Italia e USA: vs riarmo Germania;
15- 16 settembre: leggi razziali di Norimberga –
- Mao Tse-Tung è eletto presidente dei Partito Comunista Cinese;
- 3 ottobre 1935-5 maggio 1936: l'Italia invade l’Etiopia
Guerra di Etiopia (1935-1936)
Sia la Francia, sia la GB reagiscono all'attacco italiano all'Etiopia con due tipi di reazione: la resistenza e 1'appeasement. La resistenza fu
sviluppata all'interno, della SdN, con il sistema di sicurezza collettiva e le sanzioni previste, essenzialmente di condanna ed economiche. La
Francia, secondo gli accordi Mussolini-Laval, si schiera con la SdN, ma partecipa con estrema moderazione alle sanzioni, che tra l'altro
prevedevano materiali utili alla guerra come, piombo, ferro, acciaio e soprattutto petrolio.
LA GB, pur avendo interessi molto più vasti della Francia in Etiopia, opta per una strategia basata sull'Appeasement, vale a dire, evitare la
guerra a tutti i costi, anche offrendo all'Italia compensi di carattere territoriale o una sorta di protettorato sull'Etiopia. Questa linea politica
porta alla formazione del Piano Hoare-Laval, che prevedeva la concessione all'Italia dei 2/3 del territorio etiope, in cambio di uno sbocco
sul mare per l'Etiopia. Il Piano fallisce per l'opposizione dell'opinione pubblica, in seguito alla sua pubblicazione su alcuni quotidiani.
Conferenza navale di Londra (1936)
Si organizzo nuovamente nel 1936 per confermare i rapporti di forza sanciti precedentemente e aggiungervi una clausola che prevedeva
l'aumento proporzionale delle flotte britannica
e statunitense come risposta alle violazioni tedesche e nipponiche; si svolse però in un clima di diffidenza tale che il governo di Tokio
richiamò i propri delegati e non si ebbero più grandi incontri negoziali sul disarmo prima della seconda guerra mondiale.
Rimilitarizzazione della Renania (marzo 1936)
Il governo francese aveva ricevuto informazioni sicure sull'invio di truppe tedesche in Renania.
Si trattava di una violazione del trattato di Pace e degli accordi di Locarno, che poneva alla Francia anche dei problemi strategici a livello
di difesa. In Francia si pensò anche a un'azione militare, prevista tra l'altro a Locarno. Ben presto pero, prevale la volontà di non agire.
La Francia sopravaluto' la forza militare tedesca priva di molti ufficiali. In Francia c'era inoltre una forte opinione pubblica che era contro la
guerra e che finì per influenzare il governo.
La Gran Bretagna ebbe invece una reazione passiva. Prevale l'opinione che Hitler si sia impossessato di un territorio tedesco. Il dubbio di
entrambe è colmato con il confermato supporto della GB alla Francia in caso di aggressione tedesca. L'assenza di una reazione francese
alla rimilitarizzazione della Renania ha delle conseguenze di lungo periodo importanti: anzitutto è evidente che nessuno può impedire
1'Anschluss, la Francia perde credibilità con tutti i paesi alleati dell'Europa dell'Est e inizia l'avvicinamento, dell'Italia alla Germania.
Il Fronte Popolare: Nel maggio 1936 i comunisti, i socialisti e altri piccoli partiti di sinistra come i radical-socialisti vincono le elezioni e -
formano un governo di Fronte Popolare, con a capo Leon Blum e agli esteri Delbos. I primi passi in politica estera del governo di Fronte
Popolare sono decisamente timidi, si continua a fare riferimento alla sicurezza collettiva e alla SDN.
1936 - 16 febbraio: vittoria del Fronte Popolare in Spagna;
- 7 marzo: Hitler occupa la Renania;
- 9 maggio: Vittorio Emanuele III imperatore d'Etiopia;
- 17 luglio 1936-28 marzo 1939: guerra civile in Spagna;
- 1 novembre: proclamazione a Milano dell'Asse Roma-Berlino;
- 10 dicembre 1936-6 febbraio 1951: Giorgio VI re del Regno Unito
- Indipendenza dell'Egitto
Guerra civile spagnola (1936-1939)
Dopo un primo momento in cui Blum vuole offrire aiuto militare al governo di Fronte Popolare spagnolo, inviando armi, munizioni e aerei,
prevale la moderazione. La GB propone di .creare un comitato di non intervento a cui aderiscono tutte le nazioni, Italia e Germania
comprese.
Ben presto però il principio di non intervento viene disatteso e l’URSS attraverso il Comintern appoggia materialmente le brigate
internazionali, mentre Germania e Italia inviano volontari in aiuto di Franco.
In questa situazione la Francia si limita a inviare qualche aiuto, legata al comitato di non intervento.
Appeasement
Politica di compromesso seguita, a costo di pesanti concessioni, dai governi britannico e francese nei confronti delle tendenze
espansionistiche della Germania nazista e dell'Italia fascista negli anni Trenta. Dettata dalla convinzione di poter scongiurare una guerra
europea, la politica di appeasement (termine inglese che significa "pacificazione") si tradusse fin dall'inizio in una serie di cedimenti di
fronte