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V
di un suo sottospazio: si aggiunge a una base di tutto il
base di che contenga una base , ..., ) B
V B = (v v
1 k
sopraspazio e si fanno scarti successivi.
V
8 M.GUIDA, S.ROLANDO, 2016
◦ 4
2 modo. Aggiungiamo ai 2 vettori di B altri 2 vettori (a, b, c, d) , (a , b , c , d ) di in modo da
R
ottenere 4 vettori l.i., cioè in modo che abbia rango 4 la matrice
0 0 1 2
4
Le righe saranno una base di
1 0 0 1 (che ovviamente
R
.
4
a b c d ha dimensione 4.
completa B) perché R
a b c d
Si può allora prendere ad esempio c = c = a = a = b = 0 e b = d = 1 (d può essere
qualsiasi, nullo o no) e si ottiene
0012
4
Una base di
1 0 0 1 che completa B (diversa da quella trovata
R
.
0 1 0 0 nel modo precedente) è dunque ((0, 0, 1, 2) , (1, 0, 0, 1) , e , e ) .
2 4
0001 Sia V uno spazio vettoriale (reale) di dimensione 4 e sia B = (u , , , )
ESERCIZIO. u u u
1 2 3 4
una sua base. Determinare dimensione e una base del sottospazio W di V generato dai vettori
= − + , = 2u + − , = 2u + 2u + − .
v u u u v u u v u u
1 4 3 1 2 2 3 4 3 2 1 4 3
Completare poi la base trovata ad una base di V .
Disponendo di un insieme di generatori di W = L (v , , ), possiamo pro-
Svolgimento. v v
1 2 3
cedere tramite scarti successivi oppure riduzione. Ricorriamo al secondo metodo.
Le componenti rispetto alla base B dei generatori [v
= −u +u ] = (1, 0, −1, 1)
v u
1 1 3 4 1 B
[v
= 2u +u −u ] = (0, 2, 1, −1)
v sono rispettivamente
2 2 3 4 2 B
= 2u +2u −u +u ] = (2, 2, −1, 1)
[v
v
3 1 2 3 4 2 B
(si noti che per leggere le componenti dei , le loro espressioni come combinazione lineare degli
v
i
vanno scritte in modo ordinato, secondo gli indici degli ) e quindi la matrice di , ,
u u v v v
j j 1 2 3
rispetto a B è
1 0 −1 1
v
1
0 2 1 −1
v
M = = .
2 2 2 −1 1
v
3 B
La dimensione di W coincide con il rango di M ed una base di W è data, in componenti rispetto
a B, dalle righe non nulle di una qualsiasi ridotta (per righe) di M . Riducendo, si ottiene
1 0 −1 1 1 0 −1 1
0 2 1 −1 0 2 1 −1
−→ ,
M −→
R →R −2R R →R −R
3 3 1 3 3 2
0 2 1 −1 00 0 0
da cui segue che dim W = ρ (M ) = 2. Inoltre i vettori di componenti (1, 0, −1, 1) e (0, 2, 1, −1)
e , sono una base di W .
rispetto a B, cioè v
v
1 2
Una base di V che contenga la base (v , ) di W si determina aggiungendo due vettori di V
v
1 2
a (v , ) in modo da ottenere un insieme di quattro vettori l.i. (i quali costituiranno una base
v
1 2
di V , perché V ha dimensione 4). Poiché, ad esempio, la matrice
1 0 −1 1 (costruita semplicemente aggiungendo due
0 2 1 −1
T
righe non nulle alla matrice [v , ] in
v
1 2 B
0 0 1 0 modo da ottenere una matrice 4 × 4 ridotta)
00 0 1
ha rango 4, i vettori di componenti (1, 0, −1, 1) , (0, 2, 1, −1) , (0, 0, 1, 0) , (0, 0, 0, 1) rispetto a B,
cioè , , , , sono l.i. e quindi (v , , , ) è una base di V . Lo stesso vale ad esempio
v v u u v u u
1 2 3 4 1 2 3 4
M.GUIDA, S.ROLANDO, 2016 9
per le matrici
1 0 −1 1
1 0 −1 1
0 2 1 −1
0 2 1 −1
e
0 1 1 0
0 0 1 1 0 0 1 0
0 0 0 1
da cui segue che anche (v , , + , ) e (v , , + , ) sono basi di V .
v u u u v u u u
1 2 3 4 4 1 2 2 3 3
2,2
Nello spazio delle matrici 2 × 2 a coefficienti reali, si consideri il seguente
R
ESERCIZIO.
insieme 2,2
V = A ∈ : (1, 2) A = (0, 0)
R 1,2 2,2
(dove (1, 2) A indica il prodotto matriciale di (1, 2) ∈ per A ∈ ). Verificare che V è un
R R
2,2
sottospazio di e determinarne una base.
R m,n
Ricordiamo che l’insieme delle matrici (a ) di tipo m × n (m righe, n
R ij i=1,...,m, j=1,...,n
colonne) ad entrate a ∈ è uno spazio vettoriale (reale) rispetto alle operazioni termine a
R,
ij
termine: (a ) + (b ) = (a + b ), α(a ) = (αa ).
ij ij ij ij ij ij
m,n
di è la matrice ad elementi tutti nulli, denotata con 0 od anche,
Il vettore nullo R
0 m,n m,n
R
più brevemente, con 0 (quando non interessi specificarne il tipo).
––––––—
L’insieme ordinato C = (E , E , ..., E , E , ..., E , ......, E , ..., E ) delle matrici definite
11 12 1n 21 2n m1 mn
da a co lo n n a
j-esim ↓
0 ... 0 ...... 0
.. .. ..
. . .
i = 1, ..., m
0 . . . 1 . . . . . . 0 ←
=
E i-esima riga
ij j = 1, ..., n
. .. ..
.. . .
0 ... 0 ...... 0
m,n m,n
è una base per , detta base canonica, e pertanto risulta dim = mn. Le entrate della
R R
m,n
generica matrice (a ) ∈ coincidono con le componenti di (a ) rispetto alla base canonica:
R
ij ij
1 ... 0 0 1 ... 0 0 ... 0
a a . . . a
11 12 1n
.. .. .. .. .. .. .. .. .. ..
= a + a + ... + a
. . . . . . . . . .
11 12 mn
a . . . a
a 0 ... 0 0 0 ... 0 0 ... 1
m1 m2 mn n
m a E ,
= ij ij
i=1 j=1
)] = (a , a , ..., a , a , ..., a , ......, a , ..., a ).
cioè [(a
ij 11 12 1n 21 2n m1 mn
C Controllato che la matrice nulla appartiene a V (com’è evidente), per verificare
Svolgimento. 2,2
che V è sottospazio di possiamo, come al solito, procedere in due modi:
R
(i) utilizzare il criterio per i sottospazi, ossia controllare che le combinazioni lineari di elementi
di V siano ancora elementi di V ;
(ii) cercare di scrivere il generico elemento di V come generica combinazione lineare di un certo
2,2
numero di elementi di , in modo da recuperare V come sottospazio generato da tali
R
elementi.
Vediamo entrambi i procedimenti.
10 M.GUIDA, S.ROLANDO, 2016
(i) Controlliamo che ∀A, B ∈ V e ∀λ ∈ risulti λA + B ∈ V , cioè
R
(1, 2) (λA + B) = (0, 0) .
In effetti, applicando le proprietà delle operazioni tra matrici, si ha
(1, 2) (λA + B) = λ (1, 2) A + (1, 2) B,
dove risulta (1, 2) A = (0, 0) e (1, 2) B = (0, 0) perché A, B ∈ V . Quindi si ottiene
(1, 2) (λA + B) = λ (0, 0) + (0, 0) = (0, 0)
2,2 .
e dunque V è sottospazio di R
(ii) Cerchiamo di descrivere la generica matrice di V , in modo da individuarne un insieme di
a b 2,2
generatori. Se A = , per definizione di V si ha che
è la generica matrice di R
c d
A ∈ V se e solo se a b
(1, 2) = (0, 0)
c d
cioè (a + 2c, b + 2c) = (0, 0), che significa a = −2c e b = −2d con c, d ∈ qualsiasi. Quindi
R
A ∈ V se e solo se A è della forma
−2c −2d −2 0 0 −2
A = = c + d
c d 1 0 0 1
con c, d ∈ qualsiasi. Ciò significa che il generico elemento di V è la generica combinazione
R
lineare delle matrici −2 0 0 −2
= e A =
A
1 2
1 0 0 1
2,2 : il sottospazio generato da A , A .
e pertanto V è sottospazio di R 1 2
, A ). La coppia (A , A ) è anche una base di V ,
Per quanto visto al punto (ii), si ha V = L (A
1 2 1 2
perché A , A sono l.i. (si vede subito che le due matrici non sono una multipla dell’altra).
1 2 Data la matrice
ESERCIZIO. 01 1 2,3
A = ∈ ,
R
1 0 −1
si consideri l’insieme 3,2
V = X ∈ : AX = 0
R 2,2
2,2
(dove AX ∈ indica la matrice prodotto di A e X). Verificare che V è sottospazio vettoriale
R
3,2
di e determinarne dimensione e una base.
R ∈ V (cioè A0 = 0 ). Controlliamo allora che V sia stabile
Ovviamente 0
Svolgimento. 3,2 3,2 2,2
3,2 e λ ∈ si ha A (λX + Y ) = A (λX) +
rispetto alle combinazioni lineari. Per ogni X, Y ∈ R
R
AY = λAX + AY , in quanto il prodotto righe per colonne è distributivo rispetto alla somma ed
omogeneo rispetto al prodotto per scalari. Da qui, se in particolare X, Y ∈ V , cioè AX = 0 e
2,2
AY = 0 , si ottiene A (λX + Y ) = λ0 + 0 = 0 , che significa λX + Y ∈ V . Dunque V è
2,2 2,2 2,2 2,2
3,2 .
sottospazio vettoriale di R
Per determinare una base di V (e quindi la sua dimensione), cerchiamo un’espressione per la
generica matrice di V , da cui dedurre poi un suo insieme di generatori. Per definizione di V ,
una matrice
x
x
11 12
3,2
x x
X = ∈ R
21 22
x x
31 32
M.GUIDA, S.ROLANDO, 2016 11
appartiene a V se e solo se AX = 0 , cioè
2,2
x
x
11 12 00
0 1 1
x x = .
21 22 00
1 0 −1 x x
31 32
Svolgendo il prodotto a primo membro, ciò significa 00
x + x x + x
21 31 22 32 = ,
00
x − x x − x
11 31 12 32
ossia
x
x + x =0 = −x
21 31 21 31
x + x =0 x = −x
22 32 22 32 con x , x ∈ qualsiasi.
, R
31 32
− x =0 x = x
x
11 31 11 31
x − x =0 x = x
12 32 12 32
Dunque X ∈ V se e solo se X è della forma
x 1 0 0 1
x
31 32
−1 0 0 −1
−x −x A + x A
X = = x + x = x
31 32 31 32 31 1 32 2
1 0 0 1
x x
31 32
(con ovvia definizione di A , A ), dove x , x sono numeri reali qualsiasi. Ciò significa V =
1 2 31 32
L (A , A ). Poiché A , A sono l.i. (si vede subito, guardandone gli elementi, che A , A non
1 2 1 2 1 2
sono una multipla dell’altra), si conclude che (A , A ) è una base di V e quindi dim V = 2.
1 2
Determinare una base del sottospazio V di [x] generato dai polinomi
R
ESERCIZIO. 2 2 3 3 2 3
P (x) = x + x , P (x) = 1 + x + x , P (x) = 1 − x + x , P (x) = 1 + 2x + 3x + x