vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
R
pensare di sfruttare le condizioni di regolarità della funzione definita dal teorema di Dini: applichiamo Dini
, ∞
∗
∗ ∗ ∞
ossia è di classe C in un aprto
ai punti x f , che sicuramente annullano F , quindi f C )),
) (A (x
(x ∈
∗ ∗
, ma poichè questo vale per tutti gli x (ed f è unica, quindi il teorema di Dini parla
del punto x {R {0}}
∈ \ ∞
proprio della f che abbiamo definito prima) allora f C (R {0}).
∈ \
Possiamo iniziare a cercare le intersezioni con gli assi. Ovviamente l’asse x non sarà intersecato, mentre
=
invece poniamo y 0 per studiare le intersezioni con l’asse x:
+ +
+ √
3 3
3
x 2 x 2
x 2 3
= + + = =⇒ = =⇒ =
0
F 0) e 0 1 0 x 2
(x, − − −
2 2 2
x x x
Possiamo trovare i punti di estremo locale ponendo uguale a 0 la derivata parziale su x:
+
3 2 2
∂F + +
4 3
2x x 2 3x x
· − · 4x 4
−x −x
= =
= − −
−
∂x 4 4 3
x x x
∂F + √
3 4
−x 3
= =⇒ =
= =⇒ 0 x
0 4
−
∂x 3
x
√
= 3
Quindi abbiamo che in x 4 si ha un punto stazionario. Si presti attenzione che in questo caso non è
√
=
3
semplice scrivere un’espressione per la y, bisognerebbe risolvere in y l’equazione trascendente F 4, y 0.
<
Ci accontentiamo di sapere che questo valore è sicuramente 0, infatti scrivendo l’equazione si osser-
∂F
va immediatamente che non può ammettere soluzioni positive. È anche utile studiare il segno di , in
∂x
particolare: ∂F + √
3 4
−x 3
> =⇒ > =⇒ < >
0 4
0 x 0 x
− ∨
∂x 3
x ∂F > 2
Questa informazione può essere combinata con 0 x, y : per la regola di derivazione della
∀ ∈ R
y √ √
< > < <
3 3
funzione implicita si deduce che f è decrescente per x 0 e x 4, mentre è crescente per 0 x 4.
√
= 3
Quindi abbiamo scoperto che x 4 è un punto di massimo locale. <
In questo caso è possibile studiare limiti ed asintoti osservando che per le x 0 si ha:
= +∞
lim F
−
x→0 =
lim F −∞
x→−∞
Questi limiti sono validi per tutte le y, quindi combinato col fatto che per tutti gli x negativi F è strettamente
+∞
crescente sulle x si può dedurre che f deve necessariamente andare a in un estremo ed in nell’altro.
−∞ −
La decresceza di f nel semipiano negativo implica che f abbia un asintoto negativo per x 0 , ed un
→
+∞
asintoto a per x → −∞. √
< < 3
Studiamo il caso di 0 x 4: = +∞
lim F
+
x→0 6
= + +
y
lim F 1 e y
−
√ /
4
2 3
3
x→ 4
+
y
Si osserva che per la crescenza stretta di e y (e per la continuità) il secondo limite è negativo solo per le
>
< 6 1 0), quindi f cresce da
y minori di un certo y (che si potrebbe prevedere essere y 0, in quanto −
0 0 4
/3
2
√
3
fino ad un massimo localey che si raggiunge in 4, proprio come previsto in precedenza.
−∞ 0
Non resta che studiare l’ultimo limite: = +∞
lim F
x→+∞
Combinando questa informazione con il limite precedente si ha che, come ci aspettavamo, f decresce, ed
+∞. <
∗ ∗
in particolare tende a per x Infatti su ogni restrizione con y fissato si ha che se y y
−∞ → ∈ R 0
√
, < ∂F
3
∗
F y 4 0, quindi i due limiti hanno segno opposto, la derivata è strettamente crescente, quindi per
x
<
∗
ogni y y interseco la funzione.
0 = +
Non resta che trovare gli asintoti obliquo, che è una retta sempre nella forma y mx q . Per trovare
= +
i parametri m e q (se esistono) è sufficiente sostituire y mx q nell’espressione della F , e chiedere che
questa sia un o (ossia una funzione che divisa per x tende a 0 per x Possiamo già escludere il
(x) → ±∞).
=
caso m 0, visto che la funzione va ad infinito ambo i lati.
+
3
x 2 + + =
+ = + mx+q
mx q 1 o
F x, mx q e (x)
−
2
x
+∞. > mx+q
Cominciamo ad analizzare il caso x Ci rendiamo subito conto che se m 0 il termine e non è mai
→
un o ne si può cancellare con gli altri termini (che non sono esponenziali), quindi se esiste m sicuramente
(x), +2
3
< < = + + =
x
mx+q
m 0. Per ogni m 0 e o quindi non resta che chiedere che anche mx q 1 o ciò si
(x), (x),
−
2
x
+2
3
= = +1, + = =
x 2
verifica evidentemente solo nel caso in cui m e q infatti si ottiene x 1 1 o Il
(x).
−1 − −
2 2
x x
= +∞
valore di m rispetta la condizione imposta dall’esponenziale, quindi in x abbiamo effettivamente
−1 →
= +
un asintoto obliquo di equazione y 1.
−x >
Nel caso x abbiamo invece che per l’esponenziale deve essere m 0 (stessa motivazione di sopra,
→ −∞
ma considerando il segno negativo della x). Sotto questa condizione l’esponenziale è un o-piccolo, quindi
+2
3 +mx +q =
x
dobbiamo chiedere che anche il resto dell’equazione lo sia: 1 o che è la stessa equazione
(x),
−
2
x
= = +1. =
scritta in precedenza. Pertanto avrà la stessa soluzione m e q Tuttavia questa volta m non è
−1 −1
accettabile, perchè farebbe divergere l’esponenziale. Quindi ne conclusioamo che per x non esistono
→ −∞
+ =
m q tali per cui F x, mx q o pertanto per x non ci sono asintoti obliqui.
(x),
∈ ∈ → −∞
R, R N
∈
2. (Punti 8. Scrivere uno svolgimento.) Sia per ogni n
√
3 x
n
f (x) = .
n 6 2
1 + n x
Calcolare R 1
i) lim f (x)dx
n→+∞ n
0
R +∞
ii) lim f (x)dx
n→+∞ n
1
giustificando il procedimento seguito.
Punto (i) √
3 3
n 1
x n x c
= = = /
−1 2
f cx
(x) ≤
√ √
n + 6 2 2
1 n x +
x x
3
1 n x
= 3
L’ultima minoraizione è giustificata dal fatto che, posto y n x, la funzione
y
=
g y + 2
1 y
tende evidentemente a 0 per y inoltre è continua in tutto il suo dominio, quindi è limitata (in partico-
→ ±∞, /
−1
2
lare : g y c ). A questo punto osserviamo che cx è una maggiorante, non dipendente da
∃c ∈ ∀y ∈ ≤
R R
n, ed integrabile in 1], pertanto possiamo applicare il teorema di Lebesgue della convergenza dominata,
[0,
e scambiare limite ed integrale: √
1 1 1 1
3
∫ ∫ ∫ ∫
x
n
= = = =
lim f dx lim f dx lim dx 0dx 0
(x) (x)
n n + 6 2
1 n x
n→+∞ n→+∞ n→+∞
0 0 0 0
Punto (ii) √
√ 3
3 1
x n x 1
n =
=
= − /
3 2
x
f (x) ≤
≤
n + 6 2 3 / /
3 3
1 n x 3 n x x
2 2
6 2
n x
+ >
6 2 6 2 3
Ovviamente vale 1 n x n x , per l’ultima minorazione si sfrutta il fatto che n 1 almeno definiti-
≥
+∞). − /
3 2
vamente (cosa che è vera in quanto n La funzione x è una maggiorante, non dipendente da n,
→
+∞).
ed integrabile in Quindi, anche in questo caso, si verificano tutte le ipotesi del teorema di Lebesgue
[1,
della convergenza dominata, e possiamo scrivere quanto segue: √
+∞
+∞ +∞ +∞
3
∫
∫ ∫ ∫
n x
= = =
=
lim f dx lim f dx lim 0dx 0
dx
(x)
(x)
n n + 6 2
1 n x
n→+∞ n→+∞
n→+∞ 1
1 1 1
3. (Punti 8. Scrivere uno svolgimento.) Si consideri il campo vettoriale
~ 2 2
F (x, y, z) = (x y, y, xz ).
~
Calcolare il flusso di F attraverso la superficie il cui sostegno coincide con
R
3
{(x, ∈ ≥ ≥ ≥
S := y, z) : x + y + z = 1, x 0, y 0, z 0}
·
e la cui orientazione è tale che per il versore normale ~ν si abbia ~ν e
~ > 0.
3
z
La cosa più furba è osservare che la variabile y non è mai eleva-
ta a potenza, quindi potrebbe essere conveniente per semplificare i 1, 0)
(0,
calcoli scrivere il dominio di integrazione come segue:
, , =
x 1] z 1 x] f : y 1 x z
[0, [0,
∈ ∈ − − − ν
®
= 2
D z : 0 x 1, 0 z 1 x
(x, ) ∈ ≤ ≤ ≤ ≤ −
R y
D O
Che corrisponde al dominio evidenziato. Poichè abbiamo parame-
= 0, 0)
(1,
trizzato la superficie come grafico di una funzione y f z il
(x, )
®
nds è il vettore che ha per prima e terza componente le derivate 0, 1)
(0,
x
di f cambiate di segno, e 1 come seconda componente. Quindi
scriviamo: ∂f ∂f
∬ ∬
D E
= = , ,
® ®
®
F n ds F x, f z z 1, dxdz
(x, )
· · − −
Φ ∂x ∂z
D
∂f ∂f
= =
Dove si possono calcolare le derivate −1, −1.
∂x ∂z
Sviluppiamo il prodotto scalare:
∂f
∂f
+ + = + +
, =
, 2 2 2 3 2 2
® f z f z xz x x zx 1 x z xz
1, x
F x, f z z (x, ) (x, )
(x, ) − − − −
−
· −
∂x ∂z
A questo punto scriviamo osserviamo che possiamo scrivere l’integrale doppio come integrale iterato. Si
presti attenzione che per come è stato scritto il dominio è necessario eseguire prima l’integrale su dz . La
costante può essere portata fuori dagli integrali moltiplicandola per l’area del dominio, che vale .
−1 /
1 2
1 1−x
∫
∬ ∫
= + + = + + =
3 2 3 2
x 1 x z dxdz x 1 x z dz dx
−