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I costi fissi e l'economia di saturazione della capacità produttiva

I costi fissi vengono "spalmati" su un numero maggiore di prodotti, per cui il totale dei costi per unità di prodotto diminuisce all'aumentare del numero di beni prodotti. Ad esempio, in un ristorante i costi fissi includono il costo della struttura (affitto, utenze, dipendenti, ammortamenti, ecc.), mentre i costi variabili includono il costo degli alimenti.

Più aumenta il totale dei coperti serviti, più il denominatore aumenta, mentre al numeratore aumenterà solo il costo degli alimenti. Di conseguenza, il costo del singolo coperto si ridurrà quando si aumenta la saturazione della capacità produttiva. Questo fenomeno è chiamato economia di saturazione della capacità produttiva o economia di assorbimento dei costi fissi, poiché si spalma il prezzo dei costi che non variano su un numero maggiore di output.

È importante distinguere tra economie di scala e economie di saturazione della capacità produttiva. Le economie di scala si riferiscono alla riduzione dei costi unitari di produzione quando si aumenta la quantità prodotta, mentre le economie di saturazione della capacità produttiva si riferiscono alla riduzione dei costi fissi unitari quando si aumenta la saturazione della capacità produttiva.

disponibilità di conoscenze e competenze specifiche che consentono di ottimizzare la produzione. Le economie di apprendimento si basano sull'idea che, con l'aumentare della produzione, l'impresa acquisisce una maggiore esperienza e familiarità con i processi produttivi, il che porta a una riduzione dei costi medi unitari. Questo avviene perché l'impresa impara ad evitare errori, ottimizzare le procedure e sfruttare al meglio le risorse disponibili. Le economie di apprendimento possono essere ottenute attraverso diversi meccanismi, come l'acquisizione di nuove tecnologie, l'implementazione di processi più efficienti, la formazione del personale e la condivisione delle conoscenze all'interno dell'organizzazione. In conclusione, sia le economie di scala che le economie di apprendimento sono strategie utilizzate dalle imprese per ridurre i costi medi unitari. Mentre le economie di scala si basano sull'aumento della capacità produttiva, le economie di apprendimento si basano sull'acquisizione di esperienza e conoscenze specifiche. Entrambe le strategie possono portare a una maggiore efficienza e competitività dell'impresa.capacità di scegliere e coordinare tra loro le risorse produttive in modo più vantaggioso e anche un migliore coordinamento tra i lavoratori. Definizione di estensione interfunzionale, orizzontale e verticale Le dimensioni di un'impresa non sono solo determinate dalle dimensioni delle singole produzioni, ma più in generale dalle scelte di estensione delle combinazioni economiche, quali sono: - scelte di estensione interfunzionale, ossia decidere quante e quali funzioni svolgere; - di estensione verticale, ossia il numero e la disomogeneità delle fasi della produzione svolte; - di estensione orizzontale, ossia il numero e la disomogeneità delle aree strategiche d'affari nelle quali si decide di operare. Ogni impresa deve decidere quante risorse investire in ciascuna funzione oltre i livelli minimi imposti dai vincoli tecnici e giuridici; e deve decidere quali funzioni svolgere all'interno dell'impresa (internalizzare) e quali funzioni far svolgeread altre imprese (esternalizzare). Le scelte di estensione interfunzionale si basano su: - efficienza ed economicità, ovvero esternalizzando una certa attività, è possibile che il fornitore della stessa sia in grado di realizzare economie di scala non possibili per la nostra azienda o di godere di maggiori economie di apprendimento; il prezzo chiesto dal fornitore può essere notevolmente inferiore rispetto al costo da sostenere all'interno; - costi di transazione, ovvero le imprese tendono a mantenere al proprio interno le attività difficilmente controllabili o strettamente interdipendenti con altre; in sostanza, internalizzano le attività che, se esternalizzate, comporterebbero alti costi di transazione; - criticità strategica, ovvero le imprese internalizzano le attività che costituiscono competenze distintive di rilevanza strategica e che, quindi, devono essere protette dall'imitazione interna. L'estensione orizzontale è definitadella dipendenza da fornitori esterni, - il controllo diretto sulla qualità e sulla tempistica delle attività svolte, - la possibilità di sfruttare sinergie tra le diverse attività all'interno dell'azienda. Tuttavia, l'integrazione verticale comporta anche dei rischi, come ad esempio: - l'eccessiva complessità organizzativa, - l'aumento dei costi di gestione, - la perdita di flessibilità nel caso di cambiamenti del mercato. In conclusione, le decisioni riguardanti l'estensione orizzontale e verticale di un'azienda sono cruciali per la sua strategia di business e dipendono da una valutazione attenta dei vantaggi e dei rischi associati a ciascuna opzione.dei costi di transazione nei confronti dei clienti e di fornitori; - interiorizzare competenze o risorse strategiche; - ridurre l'accesso di concorrenti a risorse strategiche. Ed è limitata da: - investimenti finanziari richiesti per aggiungere le nuove combinazioni economiche; - probabili diseconomie di scala o di saturazione della capacità produttiva; - rigidità strategica e la concentrazione del rischio. Per decidere cosa internalizzare ed esternalizzare occorre valutare i costi di realizzazione, di acquisto, i prezzi di vendita ed i costi di coordinamento interno o esterno. I costi di coordinamento interno sono rappresentati dal costo della funzione direttiva e ciò richiede l'impiego di consistenti risorse per tenere sotto controllo costi ed efficienza. Invece esternalizzando le attività, diminuiscono i costi di coordinamento, ma occorre sostenere costi delle transazioni esterne. Le esternalizzazioni comportano costi, poiché: occorre

Raccogliere informazioni necessarie sui fornitori, sugli acquirenti, negoziare e predisporre un contratto per ogni transazione e premunirsi per prevenire comportamenti indesiderati da parte dei contraenti.

Principali variabili del sistema prodotto

Prima di parlare di sistema di prodotto è doveroso parlare della formula competitiva, ovvero un modello per l'analisi della strategia di ASA è definire una formula con cui si compete.

Il sistema di prodotto è un elemento dei 3 della formula competitiva; gli altri due sono:

  • segmento di mercato
  • struttura aziendale

Sistema di prodotto sta per le sue caratteristiche:

  • materiali - resistenza, estetica
  • immateriali - status, prestigio, servizi (Vedi schema pagina 10)

Illustrare modello della formula competitiva

Quali sono le strategie competitive di base?

Le strategie competitive di base sono 2:

  • Leadership di costo: ovvero produco lo stesso prodotto dei competitors ma con un prezzo inferiore grazie ad un ottimo zione
della capacità produttiva● Differenziazione: il mercato in cui opero è diverso rispetto a quello dei competitors Fattori determinanti delle strategie di portafoglio La strategia di portafoglio fa parte di un macro insieme che è quello delle strategie corporate, ovvero strategie che coinvolgono l'intera struttura organizzativa aziendale e hanno un orizzonte temporale di lunga durata con oggetto le macro-scelte aziendali. La strategia di portafoglio ASA ha come oggetto diversi elementi: ● scelta delle ASA: spesso le imprese operano in più ASA, sviluppando così un "portafoglio ASA" ● Uscita da ASA/ sviluppo di nuove ASA ● peso relativo di ogni ASA in cui si opera Per comprendere meglio il contributo complessivo delle singole ASA, è stato sviluppato uno strumento chiamato "matrice Boston Consulting Group" Come si calcola la velocità di apprendimento? Significato del margine di contribuzione Il margine di contribuzione

è la propensione per la produzione di quel prodotto che mi genera più margine. Si definisce margine di contribuzione di un prodotto realizzato da un'impresa la differenza fra i ricavi di vendita ed il costo variabile delle quantità vendute di tale prodotto. Questa grandezza misura quindi il contributo che tale prodotto fornisce all'impresa per realizzare la copertura dei costi fissi.

Quali sono le principali determinanti del risultato operativo? In economia aziendale il risultato operativo, o anche reddito operativo (Acronimo: RO), è il risultato (detto propriamente risultato lordo operativo, o risultato operativo lordo) della gestione caratteristica di un’impresa in un determinato periodo di tempo ed è pari alla differenza tra il valore della produzione ottenuta (ricavi netti di vendita più ricavi delle prestazioni accessorie) e il costo della produzione stessa (acquisti di merci e di materie di consumo, più o meno variazione delle rimanenze).

più costi per servizi, costi per godimento di beni di terzi), indipendentemente dalle modalità con cui mi finanzio (oneri finanziari), ma solo direttamente dai costi di produzione, in parole più semplici detraendo dal margine operativo lordo o gli ammortamenti e gli accantonamenti.

Il risultato operativo mostra il reddito dell'impresa prima della gestione straordinaria, della gestione finanziaria e di quella tributaria, più propriamente coincide con EBIT (Earnings Before Interests and Taxes). Questo valore è normalmente considerato per il calcolo di numerosi indici per l'analisi della redditività dell'impresa, potendo contare su un valore non inquinato da eventi straordinari o da imposte.

Gestione caratteristica→ In economia aziendale si definisce gestione caratteristica l'insieme delle componenti positive e negative di reddito collegate all'attività economica tipica svolta dall'impresa. Per fare un esempio, la

La gestione caratteristica di una pasticceria è costituita dai costi e ricavi attinenti alla produzione di dolci.

La differenza tra costi fissi e costi variabili è la seguente:

  • Costi fissi: sono costi che, nel loro ammontare complessivo, si mantengono costanti al variare del volume di attività. Sono indicati come una costante K. I costi fissi non variano al variare del volume di attività considerato in un dato intervallo, ossia non variano al variare dei cost driver. Esempi di costi fissi sono i canoni di locazione, i costi di riscaldamento degli uffici, la pubblicità, le consulenze, l'ammortamento e la manodopera indiretta.
  • Costi variabili: sono costi che variano, nel loro ammontare complessivo, al variare del volume di attività. I costi variabili variano rispetto al volume di cost driver. Possono essere proporzionali o progressivi. I costi variabili proporzionali aumentano in misura proporzionale rispetto al volume di attività considerato, mentre i costi variabili progressivi aumentano in misura più che proporzionale rispetto al volume di attività considerato.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
21 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Barbo22 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Zuffada Elena.