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Inoltre in questa concezione, lo stato viene concepito semplicemente come colui che svolge un ruolo allocativo, non
rendendo idoneo lo stesso alla funzione dì redistribuzione della ricchezza.
Tali critiche sono tre :
1. Applicabilità= scarsa in quanto si presuppone che vi sia un’ottima conoscenza dell’entità del beneficio ottenuto
2. Il ruolo dello stato = il quale dovrebbe svolgere un’attività allocativa che pero’ si mal concilia con la funzione di
redistribuzione della ricchezza a meno che i componenti della collettività non li si consideri come un bene
pubblico
3. Contenuto equitativo= il principio del beneficio, ossia che ogni soggetto paghi per i benefici pubblici
effettivamente percepiti, è sicuramente un criterio di efficienza , ciò vuol dire che un’eventuale ripartizione del
costo del beneficio tra i componenti della collettività sarebbe indicatore di un’accettazione della distribuzione dei
redditi , conseguente all’operare del sistema di mercato.
b. per quanto concerne la capacità contributiva, si intende la quantità di risorse a cui il soggetto è disposto a rinunciare
per partecipare alla spesa pubblica , indipendentemente dal beneficio ottenuto. La capacità contributiva si può definire
come il grado di benessere che un soggetto può ottenere con le sue risorse.
Per un utilizzo pratico della definizione è necessaria la sua qualificazione oggettiva, facilmente individuabili e
rappresentativi della variabile che si intende misurare.
Gli indicatori di capacità contributiva riguardano :
1. La quantità di risorse economiche materiali (reddito, patrimonio e consumo )
2. L’entità delle risorse immateriali(abilità ed istruzione )
3. Fattori che influiscono sul livello di benessere raggiungibile (famiglia, condizioni di salute ecc)
Gli indicatori sono così qualificati :
- Il patrimonio= è dato dallo stock di risorse di cui il soggetto è titolare in un determinato momento e misura la
capacità di spesa
- Il reddito= è il flusso di risorse che entra nella sfera economica di un soggetto e si aggiunge allo stock
patrimoniale e misura l’aumento della capacità di spesa
- Il consumo = il flusso di risorse che esce dalla sfera economica del soggetto ed è quindi la spesa realizzata. 1
Queste tre variabili devono essere utilizzate congiuntamente al fine di determinare la capacità contributiva individuale e
mentre questi tre indicatori rappresentano le possibili basi imponibili, gli altri indicatori, ossia il nucleo familiare, la
residenza ecc. rappresentano dei correttivi alle prime categorie per far si che tali siano davvero indicativi della capacità
contributiva del soggetto.
1) Spiegare i problemi che si pongono nell’utilizzo del reddito come indicatore di capacità
contributiva, e le conseguenze delle diverse possibili soluzioni.
Il reddito è un indicatore della capacità contributiva, nel tempo sono state diverse le definizioni di reddito e gli studi
affrontati in materia per definire in maniera soddisfacente il reddito.
Ne abbiamo dunque diverse:
- Il reddito come prodotto(RP)= la quale definizione che risale ad Adam Smith , definì tale come il valore di B e S
prodotti, deducendo il valore del consumo dei beni capitali. Questa è la definizione di reddito netto dei costi di
produzione.
E’ reddito tutto ciò che deriva dalla partecipazione di un individuo ad un’attività produttiva.
Il valore di B e S è dato dalla somma di tutti i compensi pagati ai fattori di produzione intervenuti =
Quindi tale sarà : RP = RETRIB L+ INTERESSI+ RENDITE+PROFITTI
La definizione appare ormai riduttiva a fronte delle numerose forme di arricchimento alternative.
- Il reddito come entrata (RE)= è quanto un individuo avrebbe potuto consumare in un anno senza intaccare il
suo patrimonio.
E’ l’aumento della capacità di spesa, questo incremento puo’ essere utilizzato per acquistare beni di consumo (C),
oppure risparmi (S), cosi da permettere un aumento del patrimonio.
-RE = C+ deltaW
Dove se il risparmio (S)= delta W>0 vuol dire che non tutto il reddito è consumato
Se invece S=delta W<0 si ha risparmio nullo o negativo
RE puoò essere anche definito come somma dei redditi di fonte produttiva ed arricchimenti di fonte non produttiva :
redditi di trasferimento ,ossia sussidi e pensioni , entrate di successioni e donazioni, aumenti del valore patrimoniale
, entrate inaspettate.
Questa è considerata una buona definizione di reddito in quanto è onnicomprensiva.
- Il reddito come consumo (RC): questa definizione implica che si abbia conseguimento del reddito quando il
benessere aumenta per la soddisfazione di un proprio bisogno, quindi al consumo.
Poiché non si conosce il momento in cui un individuo effettivamente consuma un bene , si ritiene che questo
avvenga al momento dell’acquisto. In tale definizione non rientra il reddito risparmiato(S).
RC= RE-S e cioè C=RE- deltaW 2
- Il reddito come spesa (RS)= è la rivisitazione del reddito come consumo in quanto viene aggiunta l’entrata delle
successioni e delle donazioni.
- RS=C + USD
Il reddito è comunque una misura approssimativa della capacità contributiva ma può diventare soddisfacente
con l’applicazione dei correttivi che tengono conto:
-caratteristiche del nucleo familiare, situazione lavorativa, contesto sociale ed economico ecc
Spese irrinunciabili e residenza.
4.Analizzare graficamente gli effetti sull’equilibrio di mercato dell’introduzione di un’imposta su un bene
prodotto a costi marginali costanti a seconda che la domanda sia piuttosto elastica o piuttosto rigida.
Individuare nei due casi, e confrontare, sia l’eccesso di pressione dell’imposta che il gettito per lo Stato.
Analizziamo gli effetti dell’introduzione di un’imposta di un bene a Cmg costanti a seconda dell’elasticità della domanda.
-se i beni sono 2 (rigido, elastico): se vengono tassati entrambi –
Sulle ascisse la quantità di bene da produrre e sulle ordinate viene indicato il prezzo di vendita.
In assenza di imposte, l’equilibrio del mercato si trova nel punto E sia che la domanda sia elastica (DE), sia che essa sia
rigida (DR).
L’applicazione di un’imposta sul bene comporta l’innalzamento della curva (infinitamente elastica dell’offerta (=cmg) da O
a O’ con un aumento del prezzo da Po a P’.
Il nuovo equilibrio di mercato sarà in F e G rispettivamente per domanda rigida e quella elastica, in corrispondenza dei
quali saranno prodotti Qr e Qe dei beni.
Nell’ipotesi di Dr , assistiamo ad una riduzione (maggiore nel caso di De) a Qr del bene acquistato con un gettito per lo
stato pari all’area PoP’FC ad un eccesso di pressione pari a FCE.
Mentre nel caso di De maggiore sarà la riduzione del bene acquistato Qe, minore il gettito per lo Stato
(PoP’GA<PoP’FC), e maggiore l’eccesso di pressione (GEA>FCE).
In generale a parità di ammontare dell’imposta , l’eccesso di pressione è tanto maggiore quanto piu’ elevata è l’elasticità
della domanda.
5.Confrontare i prezzi di equilibrio di un bene con offerta a costi marginali crescenti prima e dopo
l’introduzione di un’imposta specifica: individuare il gettito dell’imposta per lo Stato e l’entità
dell’incidenza dell’imposta su consumatori e produttori conseguente all’applicazione dell’imposta, nelle
due ipotesi di domanda del bene relativamente elastica e relativamente rigida, spiegando il motivo dei
risultati ottenuti.
Sulle ascisse, abbiamo le quantità del bene e sulle ordinate abbiamo il prezzo corrispondente alle varie quantità. 3
Ipotizziamo una offerta , in assenza di imposte (O) a cmq crescenti.
In assenza di imposte l’equilibrio è nel punto E, sia per la domanda rigida che per quella elastica, in corrispondenza a Qo
e il prezzo a Po.
Nell’ipotesi di introduzione di un’imposta , la curva di offerta si sposta da O a O’ (pari all’ammontare dell’imposta).
Nel caso di domanda rigida ora l’equilibrio si trova nel punto F , con diminuzione del bene venduto da Qo a Qr ed un
aumento del prezzo da Po a Pr. L’imposta risulta traslata, anche se solo parzialmente, sul consumatore, rimanendo a
carico di chi offre il bene, solo una limitata parte dell’imposta.
Nel caso di domanda elastica , il punto di equilibrio in H con bene venduto Qe al prezzo Pe, minore è la traslazione sul
consumatore (PoPe<PoP’) rimanendo a carico del produttore una elevata quota dell’imposta (PoCe>PoCR).
L’elasticità della domanda incide sul gettito dell’imposta , essendo questo tanto maggiore quanto piu’ è rigida la
domanda.
6.Quali mutamenti nei prezzi e nelle quantità di equilibrio di due beni tra loro succedanei sono generati
dall’introduzione di un’imposta specifica solo su uno dei beni, e perché?
L’introduzione di un’imposta speciale su un bene riverbera i suoi effetti anche su beni e fattori produttivi non tassati , se
in rapporto di succedaneità o complementarità , modificandone Q e P.
Esempio: due beni succedanei A e B (come vino e birra), nell’ipotesi in cui il bene A venga tassato da imposta speciale.
Dal grafico vediamo : sulle ascisse sono presenti le quantità dei beni e sulle ordinate i prezzi relativi ad esse.
L’introduzione dell’imposta specifica sul bene A provoca uno spostamento della curva dell’offerta da O a O’ e l’equilibrio
si stabilisce in F con l’aumento del prezzo da Po a P’ e diminuzione della quantità da Qe a Qf.
Tali condizioni provocano , nel mercato del bene B succedaneo, un aumento della domanda da Db a Db’.
Gli effetti sono diversi nell’ipotesi prese in considerazione di offerta piu’ rigida , Or (quindi essendo piu’ rigida sarà d
breve periodo poiché è piu’ difficile nel breve periodo organizzare efficientemente) o di offerta piu’ elastica (quindi
parliamo di lungo periodo).
Assistiamo ad un aumento maggiore del prezzo nel caso di Or (Pr) che nel caso di Oe (Pe) e l’opposto nelle quantità ,
Qe per l’offerta elastica e Qr per quella rigida.
-nb: l’aumento della quantità di domanda del bene succedaneo non è per forza uguale alla riduzione di domanda del
bene tassato.
Nel caso di bene complementare avviene la stessa identica cosa , solo che la domanda di B (non tassato), diminuisce
invece che aumentare. 4
7.Confrontando quantità e prezzi di equilibrio, rilevare l’incidenza di un’imposta specifica su un bene a
seconda che sia applicata sui produttori o sui consumatori.
Se i