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Relazione Progettazione educativa per la prima infanzia Pag. 1
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Progettazione

L'etimologia della parola deriva dal latino "pro" (avanti) e "iacere" (gettare), rinvia quindi ad un'elaborazione concettuale proiettata al futuro. È l'atto di elaborare un progetto nel quale siano individuate con ampio margine di approssimazione finalità e obiettivi; si tratta quindi della manifestazione di una intenzione, di cui si ha chiarezza per quanto riguarda il punto di arrivo.

Progettare non vuol dire restare rinchiusi nei criteri di massima di un percorso da costruire ma, al contrario, significa misurarsi con gli aperti, problematici e infiniti orizzonti del possibile; vuol dire superare il contingente e modificare l'esistente; vuol dire mirare al raggiungimento di traguardi prefissati e obiettivi ben delineati. Allo stesso modo, progettare non può essere inteso come libertà di mettere insieme idee, metodi e strumenti, bensì come un tentativo di pensiero organizzato, il quale consideri

innanzi tutto adeguatamente la libertà del soggetto e le sue possibilità di scelta e di decisione, ma anche il suo bisogno individuale di creatività e di differenziazione per porre il tutto al servizio di un'ordinata sistematizzazione di contenuti, obiettivi, di metodi, di sequenze operative, di criteri valutativi. Progettare è da considerarsi soprattutto un "criterio generale" di lavoro: è teorizzazione e anche indicazione di massima su come procedere. La progettazione enfatizza gli obiettivi, la programmazione enfatizza i percorsi. Il progetto nasce dalla volontà, il programma dalla razionalità: il primo porta con sé una forte carica di intuizione e di immaginazione, il secondo è frutto di un'attenta rilevazione delle opportunità e dei limiti, del rapporto costi-benefici. Concentriamo adesso l'attenzione sul tema della progettazione educativa nei servizi per l'infanzia. Le caratteristichefondamentali della progettazione educativa e didattica sono la duttilità, la flessibilità, la concretezza, l'autorevolezza delle ipotesi, la capacità continua di ricalibrazione. Progettare significa, infatti, costruire lo strumento per gestire un percorso che non si sa come effettivamente si potrà realizzare, per orientare il fluire degli eventi che possono intervenire e condizionare l'andamento preventivato. La progettazione parte da una fase diagnostica e osservativa: si procede valutando ciò di cui si dispone (risorse materiali, strumentali, professionali, etc), si passa alla costruzione di curricoli "in situazione" che prevedono un attento monitoraggio e l'allestimento di un rigoroso itinerario di verifica e di valutazione. Quando si progetta è importantissimo saper definire gli obiettivi in modo chiaro, non ambiguo, e tenendo presente che ciascun obiettivo deve visualizzare concretamente il comportamento o ilfenomeno che, nelle intenzioni di chi ha progettato l'intervento, deve manifestarsi. Una definizione non chiara degli obiettivi impedisce qualsiasi valutazione adeguata. La progettazione educativa, come d'altronde qualsiasi altra progettazione, mobilita forze immaginative e ideative e richiede al tempo stesso anche sistematicità e riflessione. Ciò che connota la dimensione progettuale è la capacità di immergersi nella realtà per modificarla. Mettere in campo un progetto educativo, infatti, significa attivare un processo in cui educando ed educatore si modificano reciprocamente: c'è lavoro pedagogico solo là dove c'è intenzionalità e cambiamento. C'è stata una grande evoluzione del pensiero pedagogico nei confronti dei servizi per l'infanzia. La visione del/la bambino/a dipendente dall'adulto si è trasformata alla visione di un/a bambino/a competente, considerato/a in grado diacquisire abilità anche molto piccole. Il/la bambino/a va sempre pensato/a e considerato/a nella sua globalità, ciò significa ridefinire il concetto di apprendimento che diviene pertanto multidimensionale. Inoltre grazie a recenti normative (legge 107 del 2015, detta anche sulla "buonascuola", che ha istituito il sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita ai sei anni) si sono venuti a creare in Italia i presupposti per superare un sistema educativo che era stato pensato diviso: da un lato il nido tradizionale che si occupa della fascia 0-3 ed era stato inizialmente creato come un servizio assistenziale a carattere custodialistico, dall'altra la scuola materna (oggi chiamata scuola dell'infanzia) che si occupa della fascia 3-6 ed è connessa con la scuola primaria. Si tratta di due sistemi educativi diversi per modalità organizzative e gestionali che hanno camminato in parallelo fino ad oggi e solo recentemente le loro

storie si sono incontrate sul piano normativo, creando un percorso che necessita di un nuovo orientamento pedagogico capace di includere e unire in modo armonico le esperienze maturate su entrambi i fronti. Si crea in questo modo una pedagogia basata su principi, valori e finalità comuni, in grado di dare coerenza educativa al sistema integrato, senza cancellare le specificità di ciascuna tipologia di servizio. "Continuità", in quest'ottica deve significare la capacità degli/lle educatori/rici e degli/lle insegnanti di adottare uno 'stile educativo coerente', attento alle esperienze del/la bambino/a, visto/a come un soggetto unitario che attraversa fasi specifiche di crescita. Un curricolo 0-6 o comunque dedicato ai servizi per l'infanzia è un curriculum aperto, che non predefinisce i contenuti delle esperienze che i/le bambini/e faranno, ma non per questo risulta dispersivo ed inefficace, poiché guidato da

finalità di ampio respiro nonché continuamente ricalibrato alla luce dei progressi dei/lle bambini/e e delle loro sempre nuove iniziative. Un curricolo di questo tipo, per la sua realizzazione, esige da parte degli/lle insegnanti la pratica di alcune competenze metodologiche-didattiche che si riferiscono a quelle strategie che rappresentano le fondamenta del lavoro educativo: progettare, osservare, documentare, verificare e valutare. La garanzia del miglioramento continuo, in termini di qualità dell'intervento educativo, scaturisce dalla possibilità, da parte del gruppo di lavoro, di rielaborare le informazioni di ritorno, le quali consentono una costante riprogettazione delle attività educative. È quindi necessario pensare al processo di progettazione, osservazione, documentazione e valutazione delle esperienze come ad un processo non lineare ma circolare, di rimodellamento continuo, dove opportunità e sollecitazioni siano offerti ai/llebambini/e non in funzione di uno scopo già determinato, ma come condizioni o proposte che inducono ad un’azione costruttiva autonoma e non prevedibile. OSSERVAZIONE: è una strategia fondamentale nel processo di progettazione poiché permette agli/lle educatori/rici di rilevare l’evoluzione e la crescita dei/lle bambini/e, di evidenziare le loro modalità relazionali privilegiate, il loro stile di apprendimento, di predisporre e progettare ambienti e attività rispondenti ai loro bisogni e interessi. Osservare in modo periodico, continuativo e sistematico, utilizzando diverse tecniche di registrazione, permette il monitoraggio dell’andamento dell’attività educativa e la valutazione dell’incidenza del ruolo dell’adulto, degli/lle altri/e bambini/e e del contesto ambientale nei processi di apprendimento. L’osservazione, come metodo di lavoro, permette di esercitare un ascolto attivo verso l’altro cosìcome verso sé stessi, dando vita a processi formativi autentici, aperti al nuovo e al cambiamento. DOCUMENTAZIONE: documentare ciò che si osserva rappresenta un metodo indispensabile per valutare gli interventi educativi proposti e per verificare la loro coerenza con gli obiettivi espressi dal progetto educativo. La documentazione si connota come un processo dialettico che pregna e accompagna le relazioni all'interno dei servizi. È un processo che permette di rendere condivisibile il lavoro educativo e raccogliere il materiale nel tempo. Permette inoltre di tracciare la memoria storica della progettazione educativa, fondando e arricchendo l'identità stessa del servizio, grazie alla costruzione di un archivio che raccoglie dati significativi. Documentare le attività, le esperienze, le scoperte, le amicizie, gli incontri e gli scambi che animano quotidianamente la vita dei servizi permette di dar vita a un materiale che è patrimonio comune delservizio e ricchezza per tutti coloro che lo abitano. Particolare spicco riveste la documentazione rivolta ai/lle bambini/e che ha un'importante funzione di sostegno alla memoria, sostenendo la capacità di rivisitare la propria esperienza e coglierne nuovamente il senso. Uno strumento particolarmente importante è "il diario personale del/la bambino/a" che accompagna la sua esperienza durante tutto il percorso raccogliendo osservazioni, fotografie, materiale grafico definendo una narrazione cronologica delle sue conoscenze e che costituisce un'importante memoria destinata al/la bambino/a stesso/a e alla sua famiglia. VALUTAZIONE: la rivisitazione delle esperienze permette di analizzare, rileggere, riflettere, ridare senso e valutare le azioni e gli aspetti qualitativi e sociali del contesto educativo. Le tracce documentali comprendono la soggettività dell'adulto e la sua capacità interpretativa quindi è necessario unconfronto dinamico e critico all'interno del gruppo di lavoro sul materiale e i dati raccolti in modo tale da generare un patrimonio condiviso che permetta di rilanciare l'azione educativa e generare nuove ipotesi di ricerca. La valutazione valorizza l'individualità e l'unicità di ogni singolo/a bambino/a e coglie le informazioni di ritorno alle proposte realizzate e le novità emerse come sollecitazioni che consentono una costante e flessibile riprogettazione delle attività educative. Analizziamo adesso in maniera più dettagliata la funzione della progettazione e la costruzione di un progetto nei contesti educativi della prima infanzia e nel sistema integrato 0-6. Nell'ambito dei servizi educativi per l'infanzia esistono almeno due livelli di progettazione: il primo - quello della progettazione pedagogica - funzionale alla definizione di valori e principi che dovrebbero guidare il pensare e l'agire educativo.rappresenta la cornice di riferimento entro cui si muove il pensiero e l'agire del personale che opera all'interno del servizio; il secondo - quello della progettazione educativa - più finalizzato a organizzare e gestire in maniera sistematica l'attività organizzativa, gestionale e pedagogica.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LaVivi99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Progettazione educativa per la prima infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Silva Clara Maria.