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DEWEY GRAMSCI
Non c'è educazione senza democrazia e non c'è democrazia senza educazione. È dato dall'unione del principio educativo Metodo scientifico con lo spirito democratico.
La democrazia funge da contesto del metodo di intelligenza.
GRAMSCI: Il principio educativo, secondo Gramsci, consiste nel domandarsi quali saranno o dovrebbero essere gli effetti formativi d'insieme e di lungo termine della scuola.
Il principio educativo ha un carattere unitario e unificante nella sua capacità di indicare una prospettiva omogenea scolastica, e ha un carattere storico-relativo, in quanto esso non viene ricavato da un'indagine metafisica sull'uomo, bensì da un'analisi storica dell'esperienza sociale.
Capitale umano: stock di conoscenze e competenze possedute in un certo momento da un dato individuo e suscettibile d'uso nei processi produttivi (formazione del produttore,
Le libertà sostanziali sono specifiche forme di libertà concretamente realizzate o realizzabili, cioè le effettive possibilità di realizzare ciò che si vuole nella vita.
Le libertà sostanziali sono al tempo stesso gli scopi dello sviluppo, le sue particostitutive e i suoi stessi mezzi.
La nozione di libertà sostanziale come capacità si lega a due concetti centrali nel lavoro di Amartya Sen: il funzionamento e la capacitazione (capability).
Il funzionamento è ciò che una persona può desiderare fare o essere, secondo la propria concezione della qualità della vita. È l'insieme dei possibili funzionamenti che una persona è in grado di realizzare effettivamente.
Dahrendorf parla di chances di vita, cioè opzioni,
possibilità di scelta aperte agli individui. Queste chances sono condizionate da un lato dalla disponibilità di provisions (beni e risorse) e dall'altro dagli entitlements (diritti d'accesso). La carenza dell'una o dell'altra componente limita le chances di vita. Sen, però, critica Dahrendorf perché ritiene che non basta avere diritti, ma occorre sapersene avvalere per accedere alle risorse e saperle trasformare in funzionamenti. Quindi, le chances di vita devono essere integrate con le capacitazioni. È quello che fa Martha Nussbaum, che parla di capacità combinate. Le capacità combinate corrispondono alle capabilities e sono costituite da capacità interne (competenze) connesse con certe condizioni esterne: Capacitazioni = f (Chances di vita, Competenze fondamentali). Non è formare uno stock di competenze di un capitale intellettuale destinato alla produzione economica, MA si tratta diApplicazione delle metafore dell'impresa e della comunità alla scuola (vedi slide)
Conclusioni sul paradigma di scuola
Principio fondamentale: Il nesso istruzione/educazione
Principio curricolare:
- Una formazione culturale forte e generale per la formazione dell'uomo completo (sintesi di cittadino e produttore)
- Un obbligo scolastico prolungato (fino a 16 anni)
- Una formazione unitaria per l'obbligo scolastico
- L'integrazione di individualizzazione e personalizzazione
- Strutturare conoscenze, competenze e abiti mentali flessibili
- La scuola come comunità democratica
- La gestione
situazionenuova che poi rientra pian piano, ma è un foro molto complesso sul pianopsico-fisico che può portare anche a malattie.
NATURA E SIGNIFICATO DELL'EDUCAZIONE INTERCULTURALE
2) C'è una differenza tra pedagogia e educazione. La pedagogia riguarda l'elaborazione teorica (teoria), invece l'educazione concerne la pratica educativa (prassi).
In cosa consiste l'educazione (≠ pedagogia)? Essa consiste interculturale nel facilitare e sostenere la scuola interculturale con un PROGETTO EDUCATIVO.
Il PROGETTO EDUCATIVO riguarda:
- L'inserimento di alunni stranieri di 3' o anche 2' generazione;
- L'educazione di tutto il gruppo classe, della popolazione scolarizzata, alla COLLABORAZIONE, alla reciprocità, allo SCAMBIO PRODUTTIVO.
Non è un insieme di tecniche sequenziali, ma è piuttosto un insieme imprecisato di dispositivi, strategie che servono per accompagnare lo straniero in tutto il suo percorso, nella totalità.
Non serve accoglierlo all'inizio con delle tecniche sequenziali mirate nei primi giorni, ma deve essere un processo continuo. Efficaci strategie potrebbero essere: - Un tutoring tra pari nella sua lingua, con un preciso piano di contatto tra ragazzi che non crei il fraintendimento di un'esclusione. - Creare uno spazio dove i ragazzi stranieri possano trovare elementi che rimandano alla propria cultura (ad esempio, libri sulla propria cultura). L'accoglienza non deve essere per un breve tratto, ma deve essere una dimensione a tutto tondo. CARATTERISTICHE EDUCAZIONE INTERCULTURALE: - POLISEMIA - COMPLEMENTARIETÀ - SGUARDO ERMENEUTICO - LE COMPETENZE LINGUISTICHE E COMUNICATIVE DELL'ALUNNO STRANIERO La comunicazione interculturale richiede: - che ogni incontro sia inteso come caso particolare - tolleranza - sforzo reciproco di adattamento Le impasse (fraintendimenti) della comunicazione interculturalesonorilevabili:- Nella competenza linguistica e comunicativa
- Sul piano del significato
- Contesto extralinguistico (come, dove, quando, perché)
- I ruoli
- Il sottinteso
- Significato = insieme dei sensi possibili di un segno
- La società segue delle regole di comunicazione diverse da un'altra
- Ogni (nell'ambito della scelta di alcune parole rispetto ad altre) significato è un'attività interpretativa
- Il significato è socialmente condiviso quindi è diverso a seconda della società (portare rispetto)
- Differenze linguistiche
- Assunto di similarità: si ritiene che gli uomini abbiano le stesse caratteristiche per natura umana, senza tenere in conto le differenze linguistiche e culturali
- Fraintendimenti non verbali: interpretazione errata di posture, sguardi ecc.
- Preconcetti e stereotipi
- Tendenza a giudicare
- Ansia
PEDAGOGIA SPECIALE
La Classificazione Internazionale del Funzionamento, Disabilità e Salute (ICF, 2001)
Il 22 maggio 2001 l'Organizzazione Mondiale della Sanità perviene alla stesura di uno strumento di classificazione innovativo, multidisciplinare e dall'approccio universale: "La Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute", denominato ICF.
Cos'è l'ICF
L'ICF si delinea come una classificazione che vuole descrivere lo stato di salute delle persone in relazione ai loro ambiti esistenziali (sociale, familiare, lavorativo) al fine di cogliere le difficoltà che nel contesto socio-culturale di riferimento possono causare disabilità.
Tramite l'ICF si vuole quindi descrivere non le persone, ma le loro situazioni di vita quotidiana in relazione al loro contesto ambientale e sottolineare l'individuo non solo come persona avente
disabilità, la classificazione ICF si concentra sull'individuo nel suo contesto sociale. Questo significa che non si limita a descrivere le malattie o le disabilità in sé, ma considera anche l'impatto che queste condizioni hanno sulla partecipazione sociale e sul benessere complessivo della persona. Un altro aspetto innovativo della classificazione ICF è l'adozione di un linguaggio standardizzato e unificato. Questo permette di evitare fraintendimenti semantici e facilita la comunicazione tra gli utilizzatori in tutto il mondo. Grazie a questa uniformità di linguaggio, i professionisti della salute e gli operatori sociali possono condividere informazioni e conoscenze in modo più efficace, migliorando così la qualità dell'assistenza e dei servizi offerti alle persone con malattie o disabilità. La classificazione ICF è anche unica nel suo approccio globale. Non si limita a considerare solo gli aspetti fisici o biologici delle malattie o delle disabilità, ma tiene conto anche degli aspetti psicologici, sociali e ambientali. Questo permette di valutare in modo più completo e accurato l'impatto complessivo di una condizione sulla vita di una persona. In conclusione, la classificazione ICF rappresenta un importante strumento per la comprensione e la valutazione delle malattie e delle disabilità. Grazie al suo approccio centrato sulla persona e alla sua adozione di un linguaggio standardizzato, contribuisce a migliorare la comunicazione e l'assistenza fornita alle persone in tutto il mondo.