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Amoros in Francia, Arnold in Inghilterra e Obermann in Italia.
La scuola tedesca.
La scuola tedesca vide il suo principale esponente in Jahn, il Turnvater del popolo tedesco. Egli coniò il
termine Turnen, che indicava “grande movimento che assunse per indicare il modo tedesco di praticare gli
esercizi fisici. Lo scopo del metodo di Jahn prevedeva il rafforzamento del fisico e morale dell’individuo in
un contesto naturale (palestre all’aperto), e in un clima di forte richiamo ad un’identità nazionale. Il Turnen
aveva finalità dichiaratamente militari, in cui si forgiava la mentalità educativa-patriottica.
Al suo esilio spettò ai suoi allievi tenere vivo il suo ideale ginnico, tra questi Eiselen, che diede importanza
alla ginnastica correttiva e Massmann che cercò di fondere il metodo di Jahn con quello svedese.
Fu però Spiess che criticò l’approccio ginnico di Jahn, ritenendolo troppo impegnativo e privo di una vera e
propria metodica, proponendo una ginnastica pedagogica, nella quale l’attività motoria fosse graduata e con
critieri scientifici e didattici. Egli dedicò un’opera, “Dottrina della ginnastica”, agli esercizi ginnici, dando
importanza al metodo con i quali dovevano essere eseguiti, marcando una pietra miliare per il cammino
dell’educazione fisica moderna, riconducendo il movimento corporeo alla sua naturale espressione (appoggi,
sospensioni e distensioni).
La scuola italiana.
Con l’Italia divisa ancora in stati regionali troviamo varie esperienze che compongono quella che sarà la
scuola italiana. Prima fra tutte troviamo Filangeri a Napoli, che, ispirato da Locke e Rosseau, dedicò nel suo
“Scienza della Legislazione” anche una riforma dell’educazione e dell’educazione fisica. Quest’ultima dedita
al miglioramento psicofisico del giovane, prevedendo lezioni ginniche obbligatorie. Il suo influsso fu
evidente nella costituzione del Collegio reale di Napoli.
Nell’Italia settentrionale il giornale “Il Conciliatore” con Silvio Pellico si hanno i primi riscontri positivi sul
modello educativo inglese. Pecchio, a seguire, voleva implementare questa vita di collegio nelle scuole del
lombardo-veneto.
Troviamo poi Obermann, padre fondatore della ginnastica italiana, che la sua ginnastica militare,
originariamente ispirata da Speiss, trovò in Jahn dei riscontri positivi per quanto riguardava la finalizzazione
bellica. Anche in un secondo periodo con la fondazione della Società Ginnastica di Torino, la sua visione,
seppur ampliata, rimase troppo legata ad un’impostazione militare dell’attività motoria. Contrariamente ad
Obermann nel Regno di Sardegna, Abbondati a Napoli arriva a conclusioni scientifiche sull’educazioni fisica
molto simile a quella della scuola svedese. L’arretratezza nell’ambito ginnico del Regno delle Due Sicilie,
invece, era ben esposto dai documenti di di Sanctis.
Dalla Società Ginnastica di Torino fondata sulle attività e gli insegnamenti di Obermann, di Netro, Gamba e
Valletti ne furono i principali esponenti, che non mancarono di approfondire il lavoro di Obermann da un
punto di vista educativo e scientifico, mantenendo comunque importanza per l’ambito militare della
ginnastica. Valletti allargò gli orizzonti ginnici obermanniani, ritenendo che la ginnastica dovesse fondarsi
sull’anatomia e sulla fisiologia e nella pedagogia, fu infatti il principale mediatore con la neonata Società
ginnico-sportiva Virtus a Bologna che vide in Castagna, Gallo e Baumann i principali esponenti.
La scuola svedese.
La scuola svedese vede il suo maggior esponente in Ling, che applicò un passaggio dalla ginnastica militare
alla valorizzazione delle capacità igieniche e terapeutiche dell’attività motoria. Cercò un metodo razionale
per migliorare la salute fisica e morale mediante un lavoro analitico sui movimenti, fondato su precise basi
di anatomia e fisiologia umana. I movimenti degli esercizi fisici miravano anche ad effetti bio-educativi e che
fossero semplici da eseguire, finalizzati dal punto vista anatomo-fisiologico.
Ling comprese l’importanza capitale della colonna vertebrale, in particolare del rachide, sviluppando una
ginnastica del tronco, nella quale gli attrezzi erano solo supporto al corpo. Contrariamente alla scuola
tedesca, abolì gli attrezzi del Turnkunst, ma utilizzò attrezzi di sua invenzione, tra cui il quadro, poi detto
“svedese”. Distingueva quattro tipi di ginnastica: pedagogica che mirava ad armonia tra corpo e mente,
militare il cui fine era unità corpo e arma, medica per correggere difetti e malformazioni, estetica per una
superiore psicofisicità.
L’importanza di Ling consistette nel passaggio tra una ginnastica empirica (Jahn) ad una ginnastica
scientifica, fondata scientificamente. La ginnastica tedesca aveva lo svantaggio di essere troppo statica e
segmentata.
Alla morte di Ling toccò ai suoi allievi Georgii e Branting divulgarne gli insegnamenti. Il primo diede
un’immagine prevalentemente terapeutica, mentre il secondo, adattandosi ad esigenze pedagogiche, ritagliò
uno spazio negli ambienti scolastici e approfondì aspetti clinici e tecnici. Toccò però al figlio di Ling fissare il
quadro generale della ginnastica educativa svedese, mirando alla salute, alla bellezza delle forme corporee e
gestuali e alla formazione morale e sociale dell’inidividuo.
Jahn e Turnen.
Jahn, il Turnvater del popolo tedesco, fu un fervente patriota che per descrivere il suo approccio
all’educazione fisica, non volle usare il termine Gymnastik, ma Turnen, derivante dal tedesco medievale che
indicava “grande movimento”. Termine che assunse per indicare il modo tedesco di praticare gli esercizi
fisici.
Lo scopo del metodo di Jahn prevedeva il rafforzamento del fisico e morale dell’individuo in un contesto
naturale (palestre all’aperto), e in un clima di forte richiamo ad un’identità nazionale. Il Turnen aveva
finalità dichiaratamente militari, in cui si forgiava la mentalità educativa-patriottica.
Jahn eliminò esercizi base a attività spontanee e introdusse nuovi attrezzi (parallele, sbarra fissa, anelli) con i
quali si eseguivano esercizi di potenziamento della muscolatura, soprattutto delle braccia. Affiancò, inoltre,
un programma di ginnastica naturale per la vita militare: corse, marce, salti. Tutto questo programma veniva
inserito in un contesto di vita comunitaria.
Il testo fondamentale della sua scuola era diviso in 4 parti: la prima si spiegavano tutti gli esercizi e gli
attrezzi, nella seconda venivano codificati i giochi, nella terza veniva descritta la palestra e l’ultima parte era
dedicata alla metodologia di allenamento. In quest’ultima parte profondeva grande importanza per la
formazione della personalità, unità di corpo e spirito, per la progressione dell’esecuzione degli esercizi e per
la formazione degli insegnanti.
Vittorino da Feltre e l'educazione fisica.
Vittorino da Feltre rivalutò l’esercizio fisico e la cura del corpo in una prospettiva formativa, proponendola
come parte integrante del percorso educativo, integrando dimensione fisica, intellettuale ed etica e ponendo
attenzione all’attività individuale di ogni allievo.. Importante per questo progetto educativo fu la fondazione
e la conduzione di un luogo ideale in cui fare educazione, la cosiddetta “Casa Giocosa”, nella villa “La
Gioiosa” messagli a disposizione dai Gonzaga a Mantova.
Questa istituzione era molto più di una semplice scuola, essa era costituita da edifici e padiglioni nei quali gli
alunni vivevano in comunità immersi nel verde, e, per la prima volta, avendo a disposizione dei locali
riservati all’educazione fisica. Fu per lungo tempo modello di istituzione educativa per le elites intellettuali e
politiche, nonché un punto di passaggio tra il ginnasio dell’antica Grecia e il college ottocentesco della scuola
inglese.
Secondo il progetto pedagogico della Casa Giocosa lo sviluppo della personalità dell’allievo procedeva di
pari passo con il suo sviluppo fisico, che veniva guidato e disciplinato secondo l’esercizio quotidiano,
regolare e all’aperto. L’educazione era piuttosto severa, per quanto lo spazio ludico dell’educazione fisica
potesse fungere da svago e diversivo per lo studio, e non era esentata da castighi corporali, anche se
venivano sempre ricercati principi di concordia e aiuto reciproco. In quest’istituzione gli esercizi fisici
accrescevano sia l’energia fisica che la forza morale dell’allievo, inoltre venivano curati tutti i particolari con
regole scrupolose, dalla dietetica, al vestiario, alle norme igieniche.
Locke e l'educazione fisica.
Locke con la sua riflessione filosofica e pedagogica rimase per lungo tempo una fonte d’ispirazione per la
pratica educativa inglese. Locke più che una vera e propria teoria, ispirò attraverso delle osservazioni del
suo “Pensiero sull’educazione”, nella quale delineò come l’educazione doveva essere guidata sia dal
riconoscimento dell’infanzia e delle sue peculiarità , sia dall’affidamento alla “natura” del compito
educativo; l’educatore doveva avere solo il compito che l’educando si trovasse al momento giusto con il
giusto grado di preparazione. Dunque la teoria ricavabile prevedeva la possibilità e necessità di “modellare”,
o meglio fortificare il corpo (denominato dallo stesso “casa d’argilla”) contro gli agenti esterni, mostrando
una certa preoccupazione di tipo militare pensando al New Model Army di Oliver Cromwell, esercito
formato da uomini addestrati e motivati. Inoltre, l’”indurimento” del fisico era propedeutico all’educazione
morale, come disciplina dei sentimenti, quali coraggio e onore, e all’educazione intellettuale, comprensiva di
acquisizione di saperi utili per la vita, tra tutti anch quello filosofico.
Il rapporto tra corpo e mente, in Locke, era perfettamente complementare, da qui nasce il “mens sana in
corpore sano”.
Le idee di Locke penetrarono nelle istituzioni scolastiche pubbliche e private e si coniugarono con la pratica
dei giochi sportivi.
La scuola inglese.
Thomas Arnold e la pedagogia sportiva.
Thomas Arnold, figura pedagogica importante nell’Ottocento inglese, creò il collegio di Rugby, presso
Oxford, un modello di educazione fisica ispirato da Locke e realizzato mediante la pratica educativa dei
giochi sportivi. Nello stesso college erano state codificate le regole del rugby.
Le innovazioni apportate partirono dal rapporto tra docenti e studenti, trattando questi ultimi con
confidenza ed umanità. Attrezzò poi la scuola con grandi spazi all’aria aperta e cam