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L
1 2
τ µ
−
= = = ⋅ =
6
88 10 sec 88 sec
γ R
Tenuto conto di ciò è possibile riscrivere l’equazione:
2
d q d q
1 ω
+ ⋅ ⋅ + ⋅ =
2
2 q 0
o
τ
2 dt
dt α
t
e e pertanto si ha:
Come soluzioni di tale equazione si provano soluzioni del tipo
1
α α α
α α ω
⋅ + ⋅ ⋅ ⋅ + ⋅ =
2 t t 2 t
e 2 e e 0
o
τ
semplificando si ottiene:
1
α α ω
+ ⋅ ⋅ + =
2 2
2 0
o
τ
si ha dunque una equazione di secondo grado in α, le cui soluzioni sono:
1 1
α ω
= − − − 2
1 0
τ τ 2
1 1 ω
α = − + − 2
2 0
τ τ 2
La soluzione nel caso di due radici distinte è:
α α
⋅ ⋅
= ⋅ + ⋅
t t
q (
t ) A e A e
1 2
1 2 ∆
4 si ha:
A seconda del valore del
∆ > 0 soluzioni reali e distinte
4
∆ < 0 soluzioni complesse e coniugate
4
∆ = 0 soluzioni coicidenti
4 ∆ > 0
4
Regime sovrasmorzato R 1
∆ 1 1 >
ω
> ω
2
> >
0 ⋅
2 L
0 ⋅
τ 0
τ L C
2
4 e pertanto
allora sostituendo si ha:
Se il e di
L
> ⋅
R 2 C .
conseguenza
L’andamento temporale della q(t) è di tipo esponenziale, e precisamente è la somma di due
esponenziali con costanti di tempo differenti.
Michele Nava
Anno Accademico 2002/2003 Laurea Specialistica in Ingegneria delle Telecomunicazioni
Corso di Fisica III ∆ = 0
4
Regime criticamente smorzato R 1
∆ 1 1 >
ω
= ω
2
= =
0 ⋅
0 2 L ⋅
τ 0
τ L C
2
4 allora sostituendo si ha:
Se il e pertanto e di
L
= ⋅
R 2
critica C
conseguenza
L’andamento temporale di q(t) è predominante esponenziale.
∆ < 0
4
Regime sottosmorzato
∆ 1 ω
− <
2
< 0
0 0
τ 2
4
Se il allora , essendo valida questa uguaglianza:
1 1
ω ω
− − = ⋅ −
2 2 2
i
0 0
τ τ
2 2
= −
2
i 1 le due soluzioni complesse e coniugate
poiché
dell’equazione differenziale che si sta studiando, possono essere scritte così:
1 1
α ω
= − − ⋅ −
2
i
τ
1 0 τ 2
1 1
α ω
= − + ⋅ −
2
i
2 0
τ τ 2
Ponendo 1
ω ω
= −
2
0 τ 2
e φ
⋅
= ⋅ i
A a e
1 φ
− ⋅
= ⋅ i
A a e
2
dove A1 ed A2 sono complessi e coniugati, dalla soluzione dell’equazione si ha:
t t t t
− − − −
α α φ ω φ ω ω φ ω φ
⋅ ⋅ ⋅ − ⋅ ⋅ − ⋅ ⋅ ⋅ − ⋅ ⋅ − ⋅ ⋅ −
= ⋅ + ⋅ = ⋅ ⋅ ⋅ + ⋅ ⋅ ⋅ = ⋅ ⋅ + ⋅ ⋅
t t i i t i i t i ( t ) i ( t )
τ τ τ τ
( )
q t A e A e a e e e a e e e a e e a e e
1 2
1 2 ω φ ω φ
t − ⋅ ⋅ − ⋅ ⋅ −
+
i ( t ) i ( t )
e e
−
⋅ ⋅ ⋅
τ
a e
2 2 da cui usando le note formule
proseguendo con i calcoli si ha:
di Eulero si ha: t
− ω φ
= ⋅ ⋅ ⋅ −
τ
( ) cos( )
q t A e t
con A e φ da determinarsi in base alle condizioni iniziali, ovvero
= =
( 0 )
q t CV 0
= =
( 0 ) 0
i t
Ricordando che
t t t
1
dq d − − −
ω φ ω φ ω ω φ
= = − = − − − −
τ τ τ
( ) Ae cos( t ) Ae cos( t ) A e sin( t )
i t
τ
dt dt
Michele Nava
Anno Accademico 2002/2003 Laurea Specialistica in Ingegneria delle Telecomunicazioni
Corso di Fisica III
Imponendo le condizioni iniziali
A 1 1
φ ω φ ω φ φ φ ω −
= = − − − − = ⇒ = ⇒ = =
1
i (
t 0 ) cos( ) A sin( ) 0 sin cos tg ( t )
τ τ ωτ
t
− ω φ
= = − =
τ
q (
t 0 ) Ae cos( t ) CV
0
=
t 0
CV 1
= = +
0
A 1 CV
φ 0
ω τ
2 2
cos
Nel caso di regime molto debolmente smorzato (ωτ » 1) avremo
φ → 0
→
A CV 0
Perciò t
− ω
= τ
( ) cos
q t CV e t
0
quindi otteniamo l’andamento della tensione ai capi del condensatore, ovvero:
t
q (
t ) − ω
= = τ
V (
t ) V e cos t
C 0
C
Utilizzando l’oscilloscopio si è misurata, in funzione del tempo, la tensione ai capi del
condensatore.
µsec, Valori di picco di tensione misurati ai capi del condensatore con l’oscilloscopio
Tempo in dal 3 Resistenze in 2 Resistenze in 1 Resistenza Nessuna Resistenza
primo picco di parallelo parallelo
tensione
0 4 [V] 3.76 [V] 3.36 [V] 4.32 [V]
16 2.56 [V] 2.24 [V] 1.52 [V] 3.36 [V]
32 1.68 [V] 1.36 [V] 0.8 [V] 2.72 [V]
48 1.20 [V] 0.9 [V] 0.4 [V] 2.16 [V]
64 0.8 [V] 0.5 [V] Valore non 1.68 [V]
apprezzabile
80 0.5 [V] 0.4 [V] Valore non 1.36 [V]
apprezzabile
96 Valore non Valore non Valore non 1.12 [V]
apprezzabile apprezzabile apprezzabile
112 Valore non Valore non Valore non 0.8 [V]
apprezzabile apprezzabile apprezzabile
128 Valore non Valore non Valore non 0.7 [V]
apprezzabile apprezzabile apprezzabile
134 Valore non Valore non Valore non 0.64 [V]
apprezzabile apprezzabile apprezzabile
150 Valore non Valore non Valore non 0.4 [V]
apprezzabile apprezzabile apprezzabile
Michele Nava
Anno Accademico 2002/2003 Laurea Specialistica in Ingegneria delle Telecomunicazioni
Corso di Fisica III
All’oscilloscopio sono state visualizzate delle forme d’onda simili a quelle riportate in figura
2, nella quale è possibile apprezzare le oscillazioni della tensione ai capi del condensatore con un
onda quadra in ingresso al circuito RLC di frequenza 1 kHz.
Figura 2 - Andamento della tensione ai capi del condensatore
Michele Nava
Anno Accademico 2002/2003 Laurea Specialistica in Ingegneria delle Telecomunicazioni
Corso di Fisica III
Tuttavia per analizzare meglio la forma d’onda ottenuta è preferibile analizzare un solo
periodo di 1 ms (figura 3).
Analizzando tale forma d’onda ottenuta allo Spice (un simulatore di circuiti elettrici) anche
senza l’uso di cursori si nota che i valori della tensione non sono gli stessi di quelli misurati in
laboratorio, ciò è dovuto al fatto che il simulatore usa delle induttanze ideali.
Figura 3 - Andamento della forma d'onda in un periodo
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I dati rilevati sono utilizzati per implementare un algoritmo Matlab che consentisse di
riportare l’andamento della tensione ai capi del condensatore in funzione del tempo; trasportando
questi valori in scala semilogaritmica è possibile ottenere una retta la cui pendenza fornisce la
costante di tempo del circuito.
Esaminiamo i valori ottenuti considerando il circuito con tre resistenze in parallelo, che
danno una resistenza equivalente
Dalla teoria, sappiamo che la costante di tempo di un circuito RLC, è definita come
−
⋅ ⋅ 3
2 L 2 6 . 9 10
τ µ
− −
= = = ⋅ = ⋅ =
3 6
0 . 08734 10 87 . 34 10 87 . 34 s
teor R 158
eq
Ma utilizzando i dati rilevati notiamo che il valore teorico non coincide con quello
sperimentale, infatti abbiamo che la costante di tempo la ricaviamo partendo dalla relazione
t
−
= τ
( )
V t V e
0
che in scala semilogaritmica diventa
t
= −
V V
ln ln τ
0
che rappresenta una retta avente coefficiente angolare
1
= −
m τ .
Quindi ricordando che per due punti passa una e una sola retta, e detti tali punti (V1,t1) e
(V2,t2), possiamo ricavare il coefficiente angolare, e perciò la costante di tempo, come
−
t t
τ = 2 1
V
1
ln V 2 −
32 16
τ µ .
= =
Nel caso di circuito con le 3 resistenze otteniamo 38 . 1 s
exp 2 . 56
ln 1
. 68
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Utilizzando l’algoritmo Matlab si è plottato l’andamento della tensione in funzione del
tempo (figura 4). Figura 4 - Andamento della tensione in funzione del tempo
Michele Nava
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A questo punto, per calcolare la costante di tempo è stato necessario trasportare questo grafico in
scala logaritmica, ottenendo quanto riportato in figura 5.
Figura 5 - Andamento della tensione in scala logaritmica
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Corso di Fisica III
Pertanto ricorrendo all’ algoritmo Matlab riportato di seguito
v3=[4 2.56 1.68 1.20 0.8 0.5 0.4]
t3=[0 16 32 48 64 80 96]
v3log=log(v3)
x3=(0:98);
y3=((v3log(7)-v3log(1))/(t3(7)-t3(1)))*x3-(((v3log(7)-v3log(1))/(t3(7)-
t3(1))))*t3(1)+v3log(1);
m3=((v3log(7)-v3log(1))/(t3(7)-t3(1)))
tau3=-1/m3
si è tracciata la retta passante per i punti, in scala logaritmica, misurati in laboratorio (figura 6) .
Michele Nava
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Corso di Fisica III Figura 6 - Retta passante per i valori della tensione in scala logaritmica
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Calcolando la pen