Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TRAGEDIA
• Le parti della tragedia sono sei:
– racconto (mythos): corrisponde all’oggetto;
– carattere (ethos): corrisponde all’oggetto;
– espressione (lexis): corrisponde al mezzo;
– pensiero (dianoia): corrisponde all’oggetto;
– vista (opsis): corrisponde al modo;
– canto (melopoia): corrisponde al mezzo.
Aristotele: la Poetica UD 3
• Per meglio spiegare l’importanza determinante
dell’azione (praxis), a partire dalla quale è
possibile evincere una tendenza caratteriale,
rispetto alla presenza del carattere stesso (si
presume in termini descrittivi) Aristotele
introduce il quarto esempio di pittura.
Aristotele: la Poetica UD 3
• Per far comprendere l’importanza della
composizione (racconto) in quanto forma
Aristotele introduce il quinto esempio di
pittura: è il disegno in quanto forma, in quanto
elemento strutturale, unità ordinata di
elementi, che suscita piacere (piacere
intellettivo del riconoscimento), non i colori,
elementi sensibili e immediati, formali nel senso
di stilistici-espressivi.
Aristotele: la Poetica UD 3
• Il pensiero è strettamente legato all’azione in quanto
scelta che implica una considerazione meditata della
situazione.
• L’espressione (lexis) è considerata da Aristotele
hermeneia, ovvero manifestazione del pensiero (come
lavoro del senso) attraverso il lessico (corrispondenza
tra parola e processo mentale).
• Ciò impedisce di distinguere nettamente tra
significante-significato, forma-contenuto: per
Aristotele tra questi elementi vi è continuità.
Aristotele: la Poetica UD 3
• La messa in scena è la meno tecnica delle parti poiché
richiede altre competenze che eccedono quelle del
poeta.
• Il darsi alla vista della tragedia, ovvero la sua
rappresentazione scenica è però sempre tenuta presente
come momento esecutivo all’interno del processo
produttivo.
• È la costruzione poetica stessa a richiedere lo spettacolo
e un certo tipo di spettacolo: la logica spettacolare è
inscritta nel testo poetico (e non viceversa).
Aristotele: la Poetica UD 3
• A PROPOSITO DEL MYTHOS
• Una buona tragedia deve osservare una logica
compositiva stringente.
• Una composizione è ben riuscita e bella se:
– ordina le varie parti;
– presenta una estensione misurata.
Aristotele: la Poetica UD 3
• La misura è data dalla percezione visiva,
ovvero da una forma di esperienza estetica nel
senso di esperienza sensibile: ciò che è bello nel
senso dell’estensione non è né troppo piccolo (o
breve) né troppo grande (o di lunga durata),
poiché si perderebbe la percezione dell’unità.
Aristotele: la Poetica UD 3
• Si tratta dello sguardo contemplativo (theoria)
dello spettatore ideale che ha in mente l’autore.
• Lo spettatore ideale, così come lo spettacolo
ideale, fa parte del processo mimetico: ciò
significa che il rapporto tra produzione e
fruizione è strettissimo.
Aristotele: la Poetica UD 3
• Il racconto come composizione di fatti deve
presentare due nessi logici:
• la verosimiglianza (eikos) nel senso
dell’immaginabile: possiamo immaginarci che
Ulisse spinto dalla curiosità compia un certo
tipo di azione, oppure che a un certo tipo di
azione ne segua un’altra;
Aristotele: la Poetica UD 3
• la necessità (ananke): se il personaggio è stato
colpito a un organo vitale viene da sé che perda
la vita.
• Il racconto prevede il mutare degli eventi: dalla
felicità alla sventura o viceversa.
Aristotele: la Poetica UD 3
A PROPOSITO DEL RAPPORTO TRA
TRAGEDIA E STORIA
• Tragedia e storia: entrambe hanno per oggetto
gli uomini, le loro azioni, le loro scelte.
Aristotele: la Poetica UD 3
• Mentre però la storia le registra, la tragedia
offre un ordine, una lettura razionale,
suggerisce un senso a quanto è successo.
Pensiamo alla differenza che vi è tra un
documentario e un film storico che cerca di far
luce sui nessi di certi fatti.
Aristotele: la Poetica UD 3
• La storia come cronaca si colloca sul livello
dell’individuale; la poesia sul livello
dell’universale inteso come generale (indica ciò
che è comune a un insieme non estesissimo di
individui).
Aristotele: la Poetica UD 3
• La poesia tragica attraverso un racconto
(mythos) organizzato in modo logico (il disegno,
come nella pittura), che è non solo
composizione ma anche selezione di azioni (il
ritratto, come nella pittura), ci permette di farci
un’idea di un personaggio.
Aristotele: la Poetica UD 3
• “Farsi un’idea di” significa farsi un’immagine
dell’individuale utilizzando degli attributi
generali come coraggio o curiosità; ciò significa
fare dell’individuo un tipo. Del tipo ad es.
curioso mi aspetto una certa coerenza nelle
azioni.
Aristotele: La Poetica UD 3
• Il passaggio dall’individuale al generale, anche
se indica un processo astrattivo, non significa
abbandono dell’individuale stesso.
Aristotele: la Poetica UD 3
• Il procedimento logico inserito all’interno del
contesto della Poetica si trova ad avere un
significato gnoseologico, in quanto l’individuale
non genera conoscenza mentre l’universale nel
senso di generale sì: lo spettatore o l’ascoltatore
scoprono e apprendono aspetti nuovi della
realtà. Vedono la realtà attraverso l’opera e
provano piacere nella misura in cui la
conoscono.
Aristotele: la Poetica UD 3
• La tragedia può riguardare non soltanto l’azione
realmente accaduta ma anche quella che
potenzialmente può accadere (dynaton), cioè
immaginabile; l’immaginabile, eikos (verosimile,
probabile), è dunque strettamente legato
all’immagine eikon.
• Il fine è quello di rendere credibile (pithanon)
quanto viene rappresentato; il fine è una adesione
di fiducia e credenza (pistis) da parte del fruitore.
Aristotele: la Retorica UD 4
• L’EVIDENZA: DALLA PRODUZIONE ALLA
FRUIZIONE
• L’evidenza retorica in latino evidentia o
subiectio sub oculos è una tecnica linguistica che
consiste nel far vedere, nel mettere sotto gli
occhi, nel rendere ben visibile un oggetto.
• Il linguaggio per essere particolarmente
efficace, per riuscire a far presa sull’uditorio
deve essere icastico, immaginifico.
Aristotele: la Retorica UD 4
• Il ricorso a immagini che si impongono agli occhi
diviene efficace non solo perché le immagini
piacciono e più facilmente di un ragionamento
muovono gli animi, cioè incidono sull’emotività, ma
anche perché sono mimetiche, riescono meglio a
imitare la realtà.
• Il linguaggio artistico deve dunque essere
vivificante, attualizzante: chi ascolta deve vedere
con gli occhi della mente ciò che viene descritto o
narrato come se fosse reale.
Aristotele: la Retorica UD 4
• Tale tecnica stilistica diviene anche tecnica
produttiva nella misura in cui l’autore
immagina ciò di cui dovrà scrivere, ovvero
l’azione, come se si stesse svolgendo davanti a
lui, sotto i suoi occhi.
• L’autore vede con l’occhio della fantasia ciò che
vedrà concretamente lo spettatore, o che
immaginerà l’uditore: si tratta della finzione
della presenza, della realtà in atto.
Aristotele: la Retorica UD 4
• ENARGEIA ED ENERGEIA
• 1. Enargeia sostantivo formato a partire enarges,
chiaro, bianco, brillante (Omero: oca, buoi), ma
anche lucentezza e movimento (Omero: cani dai
piedi veloci). Il significato è dunque bianchezza
luminosa e rapidità di movimento. Vi è un
significato di animazione e di evidenza visiva,
quasi di immagine in movimento. Per Aristotele
è connessa all’intero discorso poetico.
Aristotele: la Poetica UD 3
• In questo senso vi è affinità tra filosofia e poesia:
entrambe hanno di mira la conoscenza della realtà,
una visione contemplativa (theoria) che apprende.
• Mentre però la filosofia ci parla dell’uomo in
termini astratti, la poesia ci parla di certi tipi di
uomo, di certe immagini di uomo che ci fanno
conoscere la realtà umana nella misura in cui li
avvertiamo come a noi vicini. (es. Ulisse, fortuna
del personaggio, fortuna di un tipo di uomo)
Aristotele: la Retorica UD 4
• 2. Energeia deriva dal prefisso en e da erg-
radicale che ha in sé l’idea di lavoro, opera,
azione, ma anche di attività, efficacia, vigore. In
ambito filosofico designa l’atto, la realizzazione
di una potenzialità, distinto dalla potenza o
dynamis; l’essere è in atto e potenza; il divenire
è il passaggio dalla potenza all’atto.
Aristotele: la Retorica UD 4
• Es.: un blocco di marmo è una statua in
potenza: l’artista compie il passaggio dalla
potenza all’atto; altro es.: una persona non
cieca che si chiude gli occhi è vedente in
potenza, cioè non realizza la sua capacità di
vedere. In Aristotele il termine energeia viene
anche associato alla luce e alla percezione
visiva.
Aristotele: la Retorica UD 4
• Nella Retorica di Aristotele:
• produce una rappresentazione pro ommaton;
• è generata dall’animazione dell’inanimato;
• è kinesis, movimento.
Aristotele: la Retorica UD 4
• Per Aristotele la realtà è in movimento, la
presenza è il realizzarsi delle cose nel loro
passare dalla potenza all’atto; la parola
rappresenta la presenza vibrante e luminosa
delle cose.
• La parola è efficace, è dotata di una certa forza,
di un certo vigore che produce un certo effetto.
Aristotele: la Retorica UD 4
• L’effetto è la presa psicologica sull’ascoltatore.
• Come l’oratore è stato colpito da certi aspetti
delle cose, li ha colti come qualcosa di evidente,
così l’ascoltatore rimane colpito dal discorso e
coglie l’evidenza.
Aristotele: la Retorica UD 4
• E’ fondamentale la relazione tra cosa e
percezione soggettiva. Tra la cosa così come si
dà e l’esperienza sogget