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Dall’antichità alla modernità (Settecento) la bellezza è oggettiva, cioè è data dalle regole delle
proporzioni numeriche, e soprattutto dalla simmetria. L’architettura è l’arte che rappresenta ala
massimo la bellezza ordinata. È oggettiva perché si applicano regole definite e riconosciute che
diventano proprietà dell’oggetto stesso.
Tatarkiewicz dice che la bellezza è ordine, anche Vitruvio e Alberti sostengono ciò e quindi che la
bellezza è data dalla proporzione numerica tra le parti e tra le parti e l’intero.
Per Platone e Aristotele la bellezza è fondata sulla misura.
600/700 la nozione di bellezza cambia; prima gli oggetti erano oggettivamente belli. Perrault è il
primo che inizia a riconoscere alla bellezza una dimensione soggettiva, arbitraria.
700 filosofi britannici affermano che la bellezza è soggettiva e non oggettiva.
Hume in “Lo scettico” distingue tra giudizio scientifico e giudizio estetico: il primo si riferisce allo
statuto di identità di un oggetto, il secondo fa riferimento allo statuto di identità di un soggetto. Se
giudichiamo un oggetto artistico attraverso un giudizio estetico allora la sua bellezza varia al
variare del soggetto giudicante.
Tuttavia sostiene che la bellezza sia soggettiva perché varia al variare delle culture, che sono
diverse, non per questo però non ha regole. Ogni cultura ha un insieme di canoni di bellezza che
però è un insieme aperto alle esperienze del futuro. Le regole su cui si basa la bellezza sono
quindi a posteriori e non a priori.
800 la nozione di creatività inizia a sostituire la nozione di costruzione ordinata.
Kant riprende Hume e dice che tutti i giudizi estetici sono soggettivi, ma hanno pretese di
universalità cioè il giudizio di bellezza è intersoggettivo.
La bellezza è argomentabile e razionale, cioè se ci sono della ragioni per cui una cosa è definibile
bella (es: spaziotemporalità).
Ci sono 2 generi di bellezza secondo Kant:
1. Bellezza libera: un oggetto con bellezza svincolata all’uso (ghirigoro); è superiore; cioè non
presuppone alcun concetto che definisce un oggetto
2. Bellezza aderente: architettura; presuppone un concetto e quindi la perfezione dell’oggetto
secondo quel concetto (aderente a un concetto)
2 NATURA
Con Hegel l’opera d’arte è superiore ad ogni prodotto della natura.
Spengler diche che il passaggio da natura superiore all’arte a natura inferiore all’arte lo si nota
soprattutto dal cambiamento della civiltà antica a quella moderno-contemporanea: la prima è una
sorta di interno che serviva per difendersi (le mura), la seconda parte dall’esterno per arrivare
all’interno (oggi prevalgono città aperte ed estroverse).
Esempio: la finestra in passato era una fenditura piccola quasi del tutto chiusa; oggi si realizzano
intere pareti vetrate collegando direttamente l’interno con l’esterno.
Se prima l’architettura serviva per separare il kosmos dal chaos, oggi sembra quasi
prevalere l’unione tra kosmos e chaos e quindi di invasione e dominazione della natura.
- 400: Nascita prospettiva scientifica > proporzioni geometriche, legge universale
- 600: Piano Cartesiano > associazione a qualsiasi punto nello spazio un numero, legge
universale
PAESAGGIO: si intende la relazione tra uomo artefattore e natura allo stato bruto. Il paesaggio
può essere sia:
- Natura trovata: cioè natura nella quale gli esseri umani trovano un senso
- Natura cercata: cioè natura nella quale gli esseri umani trovano un senso attraverso il loro
lavoro trasformativo
Simmel in “Filosofia del paesaggio” ha definito la nozione di “Stimmung” che indica la totalità
spirituale che un paesaggio ha quando è contemplato.
Carchia offre una visione etica della natura facendo riferimento a Kant: gli esseri umani che
amano la natura sono più buoni moralmente degli altri (cfr. Giardino dell’Eden come spazio
naturale felice).
L’architetto deve ispirarsi alla natura perché ha valore etico sull’uomo.
Il kosmos si costruisce a partire dalle leggi della natura perché lì sono presenti le regole della
spaziotemporalità umana.
ORGANICISMO: tra 700 e 800 ci sono 2 nozioni di forma:
- Gestat: forma come struttura statica
- Bildung: forma come struttura dinamica (organica come una pianta che è metamorfica)
Goethe dice che gli oggetti naturali sono bildung. Da qui deriva l’architettura organicistica che imita
la natura non più statica ma dinamica.
Per costruire bene bisogna prendere le leggi dalla natura caotica che permettono di inserire
l’architettura in mezzo alla natura a patto che quell’architettura si inserisca in modo armonico nella
natura stessa (es. “Casa sulla cascata” di Wright). Allora la naturale è ancora un riferimento
cruciale per l’arte.
3 FORMA
Quando si parla di forma si parla di 2 declinazioni:
1. Astratto in greco “éidos”, si riferisce a una forma astratta, cioè non percepibile con i
sensi
2. Concreto in greco “morphé”, si riferisce alla forma di un oggetto percepibile ad almeno
un senso
Astratto = IDEALE Concreto = REALE
Es: il concetto ideale di casa (eidos) vs l’insieme di case reali (morphe)
700 si assiste all’autonomia della forma, cioè l’architettura occidentale in particolare non sente
più la necessità di fondare una forma compositiva (morphe) su un qualcosa di astratto ma
essenziale per la riuscita della costruzione (eidos).
Kant dice che la forma ha una bellezza che non è libera ma è aderente e quindi si basa su un
concetto che è l’eidos, dunque si parla di eteronomia della forma. La bellezza di un edificio
presuppone, secondo Kant, un concetto e quindi è bellezza aderente. La morphe si deve basare
su un eidos in architettura perché è sempre aderente.
Hegel sostiene che vi è la forma e il contenuto.
La forma per Hegel ha a che fare con la materia, la distribuzione interna, ecc. Sostiene che ci deve
essere una sintesi, un’unione tra la forma interna e quella esterna.
Secondo Hegel ci sono 3 rapporti tra forma e contenuto:
1. Arte Simbolica. F > C in cui la forma è molto maggiore del contenuto (es. arch. Egizia)
2. Arte Classica. F = C in cui la forma è equilibrata con il contenuto (es. scultura classica)
3. Arte Romantica. F < C in cui il contenuto sovrasta la forma, cioè il contenuto spirituale che
l’uomo vuole esprimere attraverso l’arte ha una portata tale che quasi disintegra la forma
(es. musica e poesia)
L’evoluzione della finestra rappresenta l’evoluzione cronologica.
Il contenuto non ha quasi più bisogno della forma autonomia
Hegel dà una visione negativa del simbolo (molto positiva per Kant). Il concetto è simile sia per
Hegel che per Kant: il simbolo è una forma artistica che allude a un contenuto, però Hegel ha una
visione negativa mentre per Kant è la definizione di arte.
Il fatto che sia negativa è perché per Hegel “arte” è qualcosa di immediato (freccia corta); per Kant
è qualcosa di enigmatico che ci fa pensare molto (freccia lunga).
Focillon parla di forme che sono autonome, la legge è in sé. Secondo lui le forme esistono solo
nella morphe e non nell’eidos e l’arte coincide in modo congruente con la forma (“l’opera d’arte è
forma”).
Benjamin parla della serialità dell’arte, cioè di opere d’arte prodotte in serie e si chiede se
un’opera seriale è considerabile opera d’arte anche se si perde l’idea di autenticità.
Formaggio riprende i concetti di Banfi e dice che l’arte è la sua forma, cioè il suo processo di
costruzione materica e non altro. Forma, tecnica e funzione.
Wofflin e altri studiosi tedeschi parlano di architettura ed empatia, cioè esiste un riconoscimento
tra la forma architettonica e l’essere umano, cioè se c’è empatia tra forma e uomo allora vi è una
buona arte, architettura; se c’è un riconoscimento tra il corpo umano e il corpo architettonico allora
l’architettura funziona bene.
Eco riconosce l’importanza di un eidos e che quindi deve prevalere l’eteronomia della forma.
Esempio della scala: “la scala mi porta a fare un’azione” (cioè salire i gradini) quindi la forma della
scala si mette in relazione con la spaziotemporalità dell’uomo e si basa dunque su un eidos, cioè
l’idea di uomo. Uno spazio architettonico che fa indurre l’uomo a fare qualcosa allora ha il potere di
evolvere l’uomo, sposta cioè l’agire umano (“la scala mi stimola a salire”). L’architettura è quindi
etica; cambia il nostro comportamento e ci plasma.
4 UTILITA’
In antichità un’architettura per essere bella doveva per forza essere utile. Questa idea però inizia a
mutare con il tempo.
Batteux parla delle belle arti (5 +2) e dice che l’architettura e la retorica sono date dalla bellezza e
dall’utilità.
L’utilità è comunque legata all’idea di uomo e alla spaziotemporalità umana.
Alberti dice “un’architettura per essere bella deve essere utile”, fa l’esempio della casa
sostenendo che una casa ha bisogno di elementi utili (una porta di ingresso, finestre di un certo
tipo, ecc.) e vanno eliminati tutti gli elementi inutili anche perché altrimenti la bellezza viene meno:
il rapporto tra bellezza e utilità è molto stretto. Se non c’è bellezza (cioè ordine e misura) allora non
può esserci utilità.
Schelling (idealismo tedesco – triade di Hegel) sostiene che l’utilità non è l’essenza
dell’architettura ma è una condizione, cioè la conformità allo scopo è la forma della sua
manifestazione fenomenica. Cioè se l’architettura mirasse solo all’utilità e al bisogno non sarebbe
arte bella; l’utilità non è un principio ma una condizione.
Da qui si evince che l’unione tra bellezza architettonica e utilità architettonica è positiva e che la
bellezza è l’essenza dell’architettura.
Dewey sostiene che la verità dell’identità di un oggetto qualsiasi è data dall’uso che scegliamo di
fare dell’oggetto. Il significato di un’architettura si può comprendere attraverso la sua esperien