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FREUD/ANNA FREUD
34 a) Chi ha portato la psicanalisi in Italia:
In Italia la psicoanalisi è stata inizialmente avversata dal neoldealismo: il pioniere è stato il triestino
E. Weiss, fondatore della Rivista italiana di psicoanalisi 83
34 b) a cosa serve/cos’è la psicoanalisi per Freud (teoria psicoanalitica)
R. Infatti i concetti fondamentali della psicoanalìsi (l'inconscio, innanzitutto, e poi la rimozione, il
desiderio, il transfert ecc.), per quanto vengano a formare agli occhi dello stesso F. una sorta di
interpretazione complessiva della realtà centrata sulla dinamica della psiche, non possono essere
considerati alla stregua dì veri e propri concetti in quanto ìl loro statuto e la loro operativìtà si
rapportano inscindibilmente alla particolare "realtà" della seduta analitìca, alla relazione duale tra
l'analista e l'analizzato che possiede dinamiche proprie non racchiudibili in un modello astratto 80
La psicoanalisi è in grado di affrontare questi blocchi, quando essi si addensano e paralizzano la
vita quotidiana, può cioè tentare di scioglierne alcuni e di offrire un qualche ordine alla psiche, ma
alla fine non potrà presentarsi come "guarigione": l'analisi, dirà in ultimo F., non può per sua natura
che essere interminabile, anche se le singole analisi hanno un termine e un ciclo determinato.
L'efficacia della psicoanalisi sta dunque, essenzialmente (e prima ancora dei suoi effetti culturali e
filosofici), nella capacità di istituire un transfert e di ottenere da questa "situazione,, operativa e
altamente problematica una mobilitazione della psiche del soggetto in analisi. 81
35) Bisogna parlare secondo Freud ai bambini dei problemi della sessualità
«In generale, a mio modo di vedere, certe cose si circondano troppo di mistero. E’giusto
R:
mantenere pura la fantasia del bambino ma questa purezza non si conserva con l'ignoranza. Credo
piuttosto che nascondendo i fatti si fa maggiormente sospettare la verità a maschi e femmine. La
curiosità ci fa indagare su cose che se ci fossero state comunicate schiettamente avrebbero suscitato
poco o punto il nostro interesse. Capirei se almeno questa ignoranza potesse esser garantita, ma ciò
è impossibile: il bambino viene a contatto con altri bambini, ha occasione di avere fra le mani libri
che lo portano a meditare, proprio il fare misterioso con cui i genitori trattano argomenti che lui già
conosce acuisce il desiderio di sapere di più. Questo desiderio, appagato solo in parte e di nascosto,
infiamma i sentimenti e corrompe la fantasia; il bambino fa già peccati e i genitori credono ancora
che egli non sappia che cosa sia peccato». 85
36) Le risposte date ai bambini nelle stanze chiuse a proposito della sessualità
R. Le risposte che vengono date di solito nella stanza dei bambini feriscono l'onesta pulsione di
ricerca del bambino e scuotono in genere per la prima volta la fiducia da lui riposta nei suoi
genitori: da questo momento in poi egli comincia perlopiù a diffidare degli adulti e a mantener
segreti di fronte a loro i suoi interessi più intimi 84
37) Si può guarire con la psicoanalisi
R. La psicoanalisi è in grado di affrontare questi blocchi, quando essi si addensano e paralizzano la
vita quotidiana, può cioè tentare di scioglierne alcuni e di offrire un qualche ordine alla psiche, ma
alla fine non potrà presentarsi come "guarigione": l'analisi, dirà in ultimo F., non può per sua natura
che essere interminabile, anche se le singole analisi hanno un termine e un ciclo determinato. 81
38) Cosa pensa Anna Freud a proposito della eccellente pedagogista che inizia la sua carriera
di educatrice presso una famiglia..
R. Voi direte che fu un bene che all'epoca dei fatti questa educatrice non fosse stata ancora
analizzata, poiché questa circostanza ci avrebbe privati di un bel risultato educativo. Io sostengo
invece che si tratta di risultati acquisiti a troppo caro prezzo, che si pagano con i cattivi risultati
ottenuti in tutti quei bambini che non hanno la fortuna di portare con sé i sintomi di una sofferenza
che, rammentando all'educatore la propria infanzia, gli consenta di immedesimarsi nel caso. 95
39) Sempre negli esempi di A. Freud la domanda si riferisce al caso del bambino aggressivo
che poi la sera ha paura del buio di un cane che abbaia
R. Le sue dichiarazioni sediziose derivano dal fatto che la passionalità dei suoi legami emotivi e
l'intensa manipolazione del proprio membro, nei primi anni di vita, sono venute a cadere in seguito
all'azione educativa e a un intervento medico che ha avuto un effetto traumatico. Per assicurarsi
contro nuove tentazioni, il bambino coltiva un'enorme paura di un castigo relativo alla parte
colpevole del suo corpo: quella paura lo porta a negare ogni autorità: se qualcuno detiene il potere
in questo mondo, egli si dice, ha anche il potere di punirmi. Quindi bisogna eliminare dal mondo
ogni possibile potere, sia celeste che terreno. Quanto maggiore diventa la sua angoscia di fronte
all'affiorare di una tentazione, tanto più egli cerca di superarla mediante innocui attacchi all'autorità.
96
40) Principio di realtà secondo F.:
R) una legittimazione sostanziale del disagio della civiltà, dovuto alla necessità di una repressione
del “principio di piacere” per far spazio al “principio di realtà”, alla capacità individuale di trarre
piacere dalla sublimazione e da un piacere rielaborato e differito nel tempo. Alla psicanalisi spetta il
compito di rendere esplicito e trasparente (perché demistificato) questo processo, senza inutili e
dannosi traumi che determinano disagio, isteria, nevrosi, psicosi. 78
41) Cosa provoca il raccordo della nascita per F:
R) In realtà il neonato reca la sessualità con sé venendo al mondo; determinate sensazioni sessuali
lo accompagnano durante l'epoca dell'allattamento e le varie fasi dell'infanzia, e solo una
piccolissima minoranza di bambini si sottrae prima della pubertà ad attività e a impressioni
sessuali(????) 85
dell’insegnante in A F:
42) Esempio
R) abbiamo il diritto di pretendere che l'insegnante o l'educatore abbia imparato a conoscere e a do-
minare i propri conflitti prima di iniziare la sua opera pedagogica. Altrimenti gli allievi gli servono
unicamente come un materiale più o meno adatto per scaricare su di loro le sue difficoltà personali,
inconsce o non risolte. 81
43) Esempio del ragazzo:
R) Sono convinta che un ragazzo siffatto non diventerà mai una minaccia per l'ordine sociale né un
liberatore delle masse. Egli non ha bisogno né di ammirazione né di severità né di restrizioni, ma
solo di ridurre ininterrottamente la sua paura fino a quando, liberatosi finalmente dal suo
atteggiamento nevrotico, diventerà capace di godere e di lavorare. 97
44) A F aveva investito sul meno considerato, è migliorato ma lei lo aveva rifiutato:
R) L'educatrice, alla quale andava tutto il merito di tale risultato, cominciò a incontrare a sua volta
delle difficoltà con il ragazzo, gli sottrasse il suo affetto, non riuscì più a venirne a capo, finché
lasciò la casa, nella quale era molto apprezzata, proprio a causa del bambino che inizialmente aveva
esercitato su di lei la maggiore attrazione.
Un trattamento analitico al quale questa donna si sottopose circa quindici anni dopo a fini
pedagogici, le fece conoscere meglio le circostanze. Essa stessa aveva fantasticato più o meno a
ragione di occupare nella casa dei propri genitori la posizione di figlia non amata, nella quale aveva
trovato agli inizi del proprio lavoro il ragazzo difficile. Essendosi sentita a sua volta trascurata, essa
si era riconosciuta in lui, si era identificata con lui. L'amore e la cura che essa aveva adoperato con
lui, volevano dunque significare che allo stesso modo avrebbero dovuto trattare lei per ottenere
qualcosa. Il successo interruppe il filo di questa identificazione: l'allievo era diventato un essere
indipendente che non aveva più nulla in comune con la vita di lei. Gli impulsi ostili nei confronti
del ragazzo scaturivano unicamente dall'invidia: essa non riusciva a dargli atto di un risultato che lei
stessa non aveva mai raggiunto
45) Cosa pensa A F dell’educazione:due domande
46) Cosa pensa A F dell’educazione:
R) la psicoanalisi ogniqualvolta è venuta a contatto con la pedagogia ha sempre espresso un
di limitazione dell’educazione. La psicoanalisi ci ha messo chiaramente davanti agli occhi
desiderio
un preciso pericolo dell'educazione. Avete appreso con quali mezzi il bambino viene costretto a
soddisfare le richieste del mondo degli adulti. Sapete che il bambino supera i suoi primi grandi
legami emotivi identificandosi con le figure amate e temute; si sottrae al loro influsso esterno ma
contemporaneamente erige nel suo intimo, emulando quelle persone, un'istanza che continua
all'interno a mantenere l'influsso. Questa incorporazione dall'esterno all'interno costituisce il passo
pericoloso. Grazie a essa i divieti e le pretese delle persone responsabili dell'educazione del
bambino, diventano rigidi e immutabili, trasformandosi da qualcosa di vivo in un residuo storico
incapace di adeguarsi ai progressivi cambiamenti esterni 91 Lo psicoanalista, la cui attività
terapeutica consiste proprio nel risolvere queste inibizioni e questi disturbi dello sviluppo, impara
veramente a conoscere l'educazione dal suo lato peggiore. I soddisfacimenti infantili avrebbero
avuto davvero un significato paragonabile ai danni provocati in questo caso dalla buona educazione,
alla scissione che si produce in questo modo nella personalità infantile o a questo mettere una
contro l'altra le varie parti dell'individuo riducendo la sua capacità di amare e facendo forse di lui un
individuo capace solo di consumare e di produrre 92 Compito di una pedagogia psicoanalitica
basata su elementi analitici è quello di trovare una via di mezzo tra gli estremi, cioè indicare per
ogni età del bambino la giusta proporzione tra concessioni di soddisfacimenti e restrizioni
pulsionali. Essa si presta alla critica delle forme educative esistenti. In quanto psicologia analitica,
in quanto scienza delle pulsioni e dell'inconscio, in quanto teoria della libido, essa allarga
nell'educatore la conoscenza dell'individuo, come avete potuto persuadervi nel corso delle prime tre
conferenze, e approfondisce la comprensione dei complessi rapporti esistenti tra il bambino e gli
adulti preposti alla sua educazione. Come metodo terapeutico, infine, come analisi infantile, la
psicoanalisi si preoccupa