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SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER L’INSEGNAMENTO SECONDARIO (S.S.I.S.)
Indirizzo Linguistico- Letterario
Classe A043/A050
Percorso didattico
La “Commedia” di Dante
a cura di
Anna Maria Cavani
Insegnamento: Laboratorio di didattica della lingua e della letteratura
italiana
Docente: Professore Federico Cinti
A. A. 2008/2009
PREMESSA
Questo percorso didattico vuole analizzare una parte dell’Inferno dantesco che spesso
nella scuola secondaria (mi riferisco agli istituti tecnici e ancor più professionali) viene
tralasciata. Penso che sarebbe interessante sacrificare qualche “grande personaggio” per
leggere e analizzare alcuni canti, forse meno celebri, ma ugualmente ricchi di immagini
suggestive e spunti stilistici.
Gli episodi tratti dalle Malebolge su cui mi soffermerei sono: l’episodio di Ciampolo,
le tre metamorfosi e la diatriba fra Mastro Adamo e Sinone. Portando questi esempi vorrei
sottolineare alla classe l’aspetto comico, quasi farsesco presente in alcuni di questi episodi,
nonché la ricchezza e la novità che ritroviamo nella descrizione delle metamorfosi. Le
metodologie che utilizzerei non sono di certo innovative, ma credo che la lettura del testo sia
il modo migliore per comprendere ed apprezzare un’opera letteraria, qualsiasi essa sia, ed in
particolar modo la nostra Commedia.
INTRODUZIONE STORICO - LETTERARIA
La Divina Commedia è il racconto di un viaggio, ma il viaggio vero e proprio è
preceduto da un antefatto, in cui si chiariscono i motivi che lo rendono necessario e le
condizioni che lo rendono possibile, vale a dire lo smarrimento nella selva del peccato e
l’intervento soprannaturale di Beatrice e di Virgilio.
La direzione del percorso ha un andamento a spirale, dall’alto verso il basso, lungo i
nove cerchi in cui è suddivisa la voragine infernale, a forma di cono rovesciato. Scendendo
verso il centro della terra, Dante non fa che allontanarsi sempre più da Dio, meta del viaggio,
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ma ciò costituisce una necessaria preparazione, una presa di coscienza e di distacco dal male
che culmina con l’incontro di Lucifero, che con la sua ribellione, del male è stato l’origine.
Le anime sono disposte secondo uno schema verticale, dalla minore alla maggiore
gravità del peccato: dagli incontinenti, che non sottomisero l’istinto alla ragione, ai violenti,
ai frodatori, che della ragione fecero un uso rivolto al male. Categorie a parte sono gli ignavi,
relegati per indegnità nell’Antinferno, le anime del Limbo, che non peccarono ma non
conobbero Dio, e gli eretici.
La rappresentazione delle loro pene sono ispirate al principio del contrappasso, cioè a
un rapporto di affinità o opposizione col peccato commesso, questo è l’aspetto oggettivo del
viaggio, mentre il momento soggettivo è rappresentato dalla vicenda del protagonista: egli si
trova su un piano diverso e superiore a quello delle anime, perché è spiritualmente vivo e
destinato alla salvezza. Dante sta compiendo un itinerario di conoscenza e liberazione dal
male, e se a volte sembra condividere alcune tendenze peccaminose come la lussuria, la
superbia, in generale assume un atteggiamento di osservatore e di giudice.
Fondamentale è il ruolo di Virgilio, simbolo della razionalità e della sapienza umana,
che lo illumina con i suoi insegnamenti, lo sprona con i suoi precetti morali, lo conforta con
parole e gesti, fungendo da mediatore tra il pellegrino e le anime e tra il pellegrino e i diavoli,
i quali, conforme alla loro malvagia natura, gli tendono insidie e frappongono ostacoli al
cammino di salvezza.
La narrazione, al di là del momento descrittivo, si incentra sul momento drammatico
dell’incontro e del colloquio con i personaggi: essi appaiono ancora legati alla loro identità
terrena, fissati in un sentimento, in un ricordo, in un’azione. Ne scaturisce una rievocazione
del mondo umano pieno di vita e di storia, di sofferta esperienza, a cui non di rado si
aggiunge quella autobiografica del protagonista.
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Ci chiederemo perché un’opera dal contenuto così impegnato e di tono tanto serio è
stata intitolata dal suo autore “Comedìa”: il termine “commedia” è da intendersi in senso
retorico in antitesi a “tragedia”, per definire un’opera la cui materia abbraccia tutta l’umanità,
e non solo la parte alta di essa come avveniva nella tragedia, e il cui linguaggio, di
conseguenza, presenta una mescolanza di livelli stilistici, anch’essa antitragica. La distanza
dal modello tragico è chiaramente ravvisabile nell’Inferno: prendendo l’esempio di
Malebolge, possiamo istituire un rapporto tra la bassezza di peccati e peccatori e il registro
stilistico adottato. Il percorso didattico si concentrerà principalmente su tre episodi:
1. Episodio di Ciampolo: Nella bolgia dei barattieri si svolge una gara di
astuzia tra un dannato e i diavoli, da cui questi ultimi ne escono derisi: una
comica messinscena in cui la meschina furbizia dell’uomo si confronta con
l’intelligenza umiliata dei diavoli (Inf. XXI e XXII).
2. Le tre metamorfosi: Nel descrivere le pene della settima bolgia, lo stile tocca
le frontiere del fantastico e dell’osceno: le metamorfosi dei ladri violano e
snaturano l’identità corporea dei dannati, mescolando orrendamente la natura
umana a quella animale in una progressiva trasformazione dell’uomo in
serpente, seguita con allucinata analiticità dal poeta, consapevole della novità e
dell’ardimento della sua arte (Inf. XXIV e XXV).
3. Maestro Adamo e Sinone: puniti nella bolgia dei falsari, Maestro Adamo e
Sinone, si scambiano ingiurie in un serrato, brillante diverbio che attrae il
pellegrino, ma che suscita la severa reazione di Virgilio. La condanna morale
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investe l’uso basso e volgare del linguaggio e sancisce, per il poeta, il
superamento dello stile “comico”, in cui la parola si riduce a puro gioco,
espressione di intelligenze e coscienze degradate (Inf. XXX).
ARTICOLAZIONE DEL PERCORSO DIDATTICO
Titolo La “Commedia” di Dante
Destinatari Alunni di una classe terza di istituto tecnico commerciale
Descrizione degli La classe è composta da 20 alunni, di cui 6 femmine, 14 maschi.
alunni Fra gli studenti, 2 appartengono a diverse nazionalità: 1
proveniente dal Marocco e 1 dalla Russia
Periodo Mesi di gennaio - febbraio
Livello generale Medio. Gli alunni stranieri conoscono discretamente la lingua
della classe italiana in quanto scolarizzati presso la scuola primaria italiana
Tempi 12 ore complessive + 2 ore di verifica dell’apprendimento
Aula Aula di appartenenza
PREREQUISITI DISCIPLINARI
Conoscenze
• Conoscere la biografia di Dante 5
• Conoscere a grandi linee l’architettura della principale opera dantesca
• Conoscere la differenza stilistica fra commedia e tragedia
Abilità
• Sapere realizzare la parafrasi letteraria del testo dantesco utilizzando manuali
commentati
• Sapere realizzare un testo di analisi e interpretazione riferito a brani della Divina
Commedia commentati in classe
OBIETTIVI DISCIPLINARI
Competenze
• Conoscere la struttura generale della cantica dell’Inferno ed in particolare dei canti
analizzati (XXI, XXII, XXIV, XXV, XXX).
• Individuare gli elementi stilistici, lessicali, retorici, contenutistici notevoli dei canti
analizzati e saperli collegare con l’analisi dei tratti caratterizzanti di tutta l’opera.
• Individuare i motivi che legano i canti analizzati al percorso “La Commedia di Dante”.
Nell’universo di Dante esistono due piani che si legano reciprocamente: il piano della
tragedia e il piano della commedia.
Abilità
• Leggere il testo dantesco come esperienza conoscitiva fondamentale per l’incontro con
le grandi opere della tradizione italiana e come archetipo narrativo fondante.
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• Leggere Dante per aiutare gli studenti a costruire l’identità individuale e a riflettere
sulla lingua. METODOLOGIE ADOTTATE
L’insegnate procederà a lezioni frontali e commenterà i brani analizzati con gli
studenti. Come esercitazione domestica gli studenti svolgeranno la parafrasi scritta dei brani
analizzati in classe. STRUMENTI ADOTTATI
Libro di testo:
• Baldi, Giusso, Razzetti, Dal testo alla storia, dalla storia al testo, Ed.Verde, Dalle origini
all’età comunale, Paravia, 2004
• Dante Alighieri, La Divina Commedia, percorsi e contesti, Dalla Vedova N., Valdes S. (a
cura di), La Nuova Italia, 2004
ARTICOLAZIONE DELL’UNITA’
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Dopo un’introduzione di tipo storico letterario sulla figura di Dante e sulla struttura
della Divina Commedia si passerà all’approfondimento di alcuni canti che narrano il viaggio
attraverso le Malebolge, si leggeranno brani tratti dai canti XXI, XXII, XXIV, XXV e XXX.
Questa scelta è strettamente legata allo stile narrativo che accomuna questi canti.
La retorica classica trasmessa e fatta propria dalle scuole medievali afferma il
principio che tra la materia e lo stile di un’opera deve esserci corrispondenza e omogeneità di
livello. Ciò significa che a contenuti concettualmente e socialmente alti, come le vicende di
re, le storie di dei, le imprese di eroi, deve corrispondere uno stile sublime con sintassi
ampiamente strutturata, vocaboli preziosi e rari, e forma metrica di ricercata elaborazione.
Naturalmente per gli argomenti bassi vale il discorso contrario.
Sullo stesso principio si fonda la distinzione fatta da Dante tra “tragedia” e
“commedia”, a queste forme stilistiche corrispondono diversi livelli di volgare: “illustre”,
“mediocre” ed “umile”. Dante mira a definire e distinguere il livello più alto, cioè il volgare
illustre dai livelli inferiori. Per la commedia si afferma solo che essa può fluttuare tra il
livello di linguaggio medio e quello basso, per la tragedia si specifica quali materie e quali
tipologie metriche le si adattano; si afferma poi una equivalenza tra uomo e stile: infatti il
volgare illustre, che corrisponde al grado superiore dello stile o tragico, è l’unica espressione
adeguata ad un autore che abbia raggiunto il più alto grado di consapevolezza etica e
intellettuale. Ma, in seguito si afferma ugualmente che il poeta ha libertà di scelta anche tra
gli stili minori, purché adegui stile e materia: il volgare illustre, se si mescola a quelli
inferiori, non si degrada, ma serve a migliorare l’insieme dell’opera.
Le indicazioni relative alla possibilità della commedia di fluttuare stilisticamente tra
livello medio e basso sono impor