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DOMANDE A RISPOSTA APERTA “LA VIOLENZA DI GENERE:ASPETTI
SOCIOLOGICI”
GIURIDICI, PSICOLOGICI E DOCENTE TODINI PAOLA
Lo stalking dal punto di vista psicologico.
Il termine stalking deriva dal verbo inglese to stalk che significa: fare una posta ad una
persona. Questo termine è stato usato dagli espertI americani per definire in maniera
definitiva e sintetica un patter comportamentale consistente in una serie di azioni
intrusive, indesiderate, ripetute nel tempo, con caratteri di sorveglianza e controllo, di
ricerca di contato e/o di comunicazione verso la vittima intimorita. Lo stalking è una
vera e propria sindrome comportamentale che si manifesta a causa della presenza di
una relazione patologica tra vittima e perpetratore, e di conseguenza anche una
patologia nella comunicazione tra le parti. Nel catalogo delle attività tipiche dello
stalking, vi sono alcune condotte perpetranti, che singolarmente possono essere
ritenute accettabili: telefonate, messaggi, lettere, e altri meno accetabili: inseguimenti,
appostamenti, diffusione di immagini o video imbarazzanti della vittima, inviare fiori
e oggetti indesiderati, fino ad arrivare agli estremi come minacce del fare del male
alla famiglia della vittima, di danneggiare le sue proprietà, o di farle direttamente del
male. Tra i comportamenti che socialmente potrebbero essere ritenuti accettabili, si
può arrivare ad una situazione illecita e inaccettabile in base all’impatto che tali
comportamenti hanno sulla preda, e dal suo sentirsi spaventata ed intimorita. Lo
stalking, a prescindere dalla presenza o meno di violenze e aggressioni fisiche,
produce per la sua natura persistente e intrusiva, un forte impatto sulla vittima,
determinando una pluralità di effetti devastanti tali da comprometterne il benessere
fisico, psicologico e sociale. Chi subisce queste condotte, infatti vede trasformarsi
completamente la propria personalità e quotidianità, poichè, braccato dal molestatore
assillante, finisce per sentirsi impotente e incapace di difendersi e reagire, portato, per
sopravvivere a tali situazioni, a modificare pesantemente il proprio stile di vita e le
proprie abitudini.
Protezione e interventi per proteggere le donne
Non esistono delle linee comuni per difendere le donne vittime di stalking, poichè le
linee da seguire variano a seconda della situazione in cui si trova la vittima (se lo
stolker è un partner o uno sconosciuto), in ogni caso, le prime linee guida
fondamentali nella protezione delle donne sono: - Interrompere ogni rapporto con il
molestatore, documentare
gli atti persecutori, informare la rete di supporto personale (famigliari, amici e colleghi)
e chiedere aiuto (istituzionale e non) ;
-La vittima dovrà rendersi invisibile, evitando le discussioni e gli incontri
chiarificatori (spesso prologo di esiti drammatici), non rispondendo più a telefonate,
sms e mail (può essere utile utilizzare segreterie telefoniche e sistemi per il blocco
delle mail indesiderate),non accettando regali e altri oggetti, cambiando la propria
routine quotidiana (ad es. non frequentare più determinati luoghi, modificare spesso
il percorso casa- lavoro o casa-scuola, ridurre la vita sociale, cambiare residenza,
ecc.);
-il ricorso ad una qualsivoglia forma di aiuto, informale (amici, famigliari,
colleghi,compagni di scuola ecc.) o formale (Forze dell’ordine, avvocati, medici,
servizi sociali,associazioni vittime ecc.), così da spezzare l’isolamento in cui con
frequenza chi subisce queste condotte si trova ed incrementare le possibilità di una
concreta risoluzione della situazione critica, anche prevedendo un diretto intervento
istituzionale sullo stalker.
Ripensando al fenomeno della violenza domestica ed al femminicidio, quali
ritiene di essere i fattori di rischio più importanti?
I fattori di rischio più importanti che possono portare al femminicidio ritengo siano
sicuramente la presenza di una relazione violenta tra i due partner, dove l'autore
generalmente può essere o un soggetto socialmente svantaggiato o con problemi di
salute mentale, che abusi di sostanze, e che abbia subito abusi in età infantile. Da parte
della vittima anche alcune sue caratteristiche la rendono più esposta , per esempio: la
sua posizione sociale svantaggiata, l'aver subito in storie precedenti già della violenza,
o l'abuso di sostanze. quanto fin’ora
Commenti le novità della nuova legge codice rosso alla luce di
studiato, sulla violenza domestica ed il femminicidio.
La legge codice rosso, è stata approvata dal Parlamento il 14 luglio 2019 ed ha
apportato una serie di modifiche inserendo nuovi reati e intriducendo nuove
procedure abbreviative con lo scopo di aiutare le tante donne che quotidianamente
sono minacciate,perseguitate, stalkerizzate, sottoposte a violenze fisiche o
psicologiche da ex compagni, mariti, o semplicemente da conoscenti, in un paese in
cui i dati parlano di
una vittima ogni 72 ore .In particolare la legge codice rosso ha: 1)introdotto una
«corsia preferenziale» per le denunce e le indagini che riguardano reati legati alla
violenza di genere. Per i reati sessuali, «la comunicazione della notizia di reato è
data immediatamente anche in forma orale». Entro 72 ore (3 giorni) la vittima dovrà
essere sentita dal pm e la Polizia dovrà agire «senza ritardo». Si potrà sporgere
denuncia
fino a 12 mesi dopo la violenza sessuale subita, contro i 6 accordati.
2) inasprito molte pene legate ai reati violenti contro le donne. Per i maltrattamenti
in famiglia e la minaccia si va da 3 fino a 7 anni di carcere (la pena viene aumentata
fino alla metà se il fatto avviene in presenza o ai danni di un minore, di una donna in
gravidanza, di un disabile oppure se l’aggressione è armata). Per la violenza sessuale
si passa da 10 a 12
anni, mentre per lo stalking da 5 anni a 6 anni e sei mesi di prigione (si parla sempre
l’ergastolo
di pene massime). È previsto sei i reati sessuali vengono commessi da
persona legata da una relazione affettiva con la vittima, o si trattava di convivente o
coniuge;
3) Il revenge porn diventa reato a tutti gli effetti: è stato introdotto un nuovo articolo
nel codice penale, il 613 ter, subito dopo il reato di stalking. Si tratta della «diffusione
illecita di immagini o video sessualmente espliciti», e la punizione prevista è il
carcere da 1 a 6 anni, con il pagamento di una multa che va da 5 mila a 15 mila euro.
La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge; se sono commessi
attraverso strumenti informatici o telematici; se commessi in danno di persona in
condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di
gravidanza. Non solo. La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o acquisito le
immagini, le invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso
dell’interessato per danneggiarlo.
4) Anche lo sfregio del volto diventa un reato a sé. Si applica quando un’aggressione
provoca «lesioni permanenti al viso fino a deformarne l’aspetto». La pena prevista va
dagli 8 ai 14 anni di reclusione e se lo sfregio provoca la morte della vittima, allora è
previsto l’ergastolo. Per chi viene condannato per questo reato sarà più difficile
ottenere benefici come il lavoro fuori dal carcere, i permessi premio e le misure
alternative . d’aiuto.
Fattori psicologici che procrastinano la richiesta
I fattori psicologici che procrastinano una richiesta di aiuto, stanno nei comportamenti
violenti del compagno, che hanno come scopo quello di spaventare la vittima, di
renderla insicura, e di farla desistere dal chiedere aiuto. Il perpetratore delle violenze,
tende a intimorire la vittima per tenerne il controllo, e per renderla schiava e
dipendente di una relazione per lei dannosa. Spesso le donne vittime di violenza
cadono in una sorta di letargo cognitivo, dove non riescono a vedere la realtà delle
cose, e vivono nella convinzione che ciò che subiscono sia normale, o addirittura
arrivano a provare senso di colpa per la loro situazione e
senso di colpa nell'abbandonare il compagno.
Fattori che amplificano il rischio.
I fattori che amplificano il rischio di subire violenza da parte del partner sono
sicuramente : un livello di istruzione basso, l'essere stati esposti a maltrattamenti
infantili, avere assistito a violenze familiari, avere disturbi antisociali della
personalità, consumo di alcool o droghe, mentalità che considerà accettabile la
violenza, discordie e insoddisfazioni, stato socio e conomico svantaggiato e fattori
extra familiari che concernono per esempio l'ambito di vita personale e llavorativo del
partner. Vi sono degli studi di Cano e Vivian nel 2003, che hanno rilevato come la
frequenza di fattori stressors, e la percezione della loro gravità, influiscano sul predire
l'insorgere di un comportamento violento.
La dote
La dote era un complesso di denaro e di beni che la donna portava con sè per
contribuire alle spese della vita matrimoniale, come lo erano anche il prezzo della
sposa e la controdote, che rappresentavano una delle basi delle trattative
matrimoniali operate dalle famiglie die nubendi prima del matrimonio. La funzione
della dote varia a seconda die sistemi di riferimento: può infatti rappresentare il
contributo da parte della famiglia della sposa alle spese del matrimonio, e ai beni
della nuova famiglia, il valore della sposa indennizzo/anticipazione alla figlia
dell'eredità die genitori in occasione del suo distacco dalla famiglia di origine, tutela
della moglie grazie alla cessione del marito del solo usufrutto die beni oppure grazie
all'obbligo di restituzione della dote in caso di separazione o morte del marito. La
dote è stata abolita definitivamente in Italia e vietata con la riforma del diritto di
famiglia del 1975.
Tutta la normativa sulla violenza di genere si prefigge di persegue 3 obiettivi
principali.
Tutta la normativa sulla violenza di genere si prefigge tre obiettivi principali:
1) prevenzione dei reati
2) Misure di punizione dei colpevoli
3) protezione delle vittime.
Fino alla legge sulle 'Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto
della violenza di genere', risultano infatti rafforzati la tutela giudiziaria e il sostegno
alle vittime, una serie di aggravanti e la possibilità di permessi di soggiorno per motivi
umanitari per le vittime straniere di violenza .
La dote
La dote era un complesso di denaro e di beni che la donna portava con sè per
contribuire alle spese della vita matrimoniale, come lo erano anche il prezzo della
sposa e la controdote, che rappresentavano una delle basi delle trattative
matrimoniali operate dalle famiglie die