Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
3. Quali sono le principali conseguenze psicologiche della violenza in gravidanza?
Abuso di sostanze
o Ideazione suicidaria
o Tutte le opzioni sono corrette
o Depressione e PTSD
o
4. Quali sono le conseguenze fisiche della violenza in gravidanza?
Malattie sessualmente trasmissibili
o Tutte le opzioni sono corrette
o Lesioni fetali
o Basso peso alla nascita
o
5. Quali sono i fattori di rischio della violenza contro le donne in gravidanza?
Aumento di stress
o Relazione di coppia connotata da gelosia e sospetti
o Gravidanza indesiderata
o Tutte le opzioni sono corrette
o
6. In Italia la percentuale di donne che hanno subito violenza in gravidanza raggiunge il:
50%
o 22%
o 11%
o 30%
o
7. In Usa la percentuale di donne che hanno subito violenza in gravidanza raggiuge il:
35%
o 25%
o 50%
o 15%
o
8. Secondo la classificazione di Mullen chi sono le vittime secondarie?
Coloro che ravvisano le conseguenze MENO gravi
o Coloro che NON sono cronicamente vittime
o Coloro che si trovano coinvolti perché vicini alla vittima
o Persone conosciute sul lavoro
o
9. Nella classificazione di Mullen, come vengono definiti gli stalker?
Tutte le opzioni sono corrette
o Predatori
o Cercatori d’intimità
o Rifiutati e rancorosi
o
10. Secondo la classificazione di Mullen le vittime primarie sono suddivise in quanti
sottotipi?
4
o 3
o 2
o 5
o
11. Chi sono le vittime di stalking?
Ragazze
o Sentimentalmente occupate in legami occasionali
o Nessuna opzione è corretta
o Tra 17 e 24 anni
o
12. Chi sono le vittime di stalking?
Donne
o Tutte le opzioni sono corrette
o Tra 19 e 39 anni
o Sentimentalmente libere
o
13. La classificazione di Mullen et al. (1999) quante categorie di stalker comprende?
6
o 5
o 3
o 4
o
14. Quali sono le motivazioni che spingono a molestare le vittime?
Tutte le opzioni sono corrette
o Recupero di una relazione
o Volontà d’instaurare una relazione
o Ricerca di vendetta e soddisfazione per un torto subito, reale o presunto
o
15. Quali sono le principali caratteristiche dei persecutori?
Ex partner
o Uomini
o Più istruiti degli autori di reato
o Tutte le opzioni sono corrette
o
16. La frase all’origine dello stalking vi sarebbe una patologia della relazione e della
comunicazione è:
Vera
o Falsa perché c’è un disturbo di personalità della vittima
o Mai stata pronunciata
o Falsa perché c’è un disturbo di personalità del perpetratore
o
17. A quale anno risalgono i dati Istati presentati sulle varie forme di IVP?
2015
o 2016
o 2014
o 2013
o
18. Il fenomeno dello stalking riguarda circa
30% delle vittime
o 35% delle vittime
o 25% delle vittime
o 16% delle vittime
o
19. Lo stalking da un punto di vista psicologico
Il termine ‘stalking’ deriva dall’inglese ‘to stalk’, ‘fare una posta a una persona’, termine
usato da esperti americani per definire un pattern comportamentale consistente in una
serie di azioni intrusive, indesiderate, ripetute, con caratteri di sorveglianza e controllo,
ricerca di contatto e/o di comunicazione verso la vittima intimorita. Lo stalking è una
sindrome comportamentale che si manifesta a causa della presenza di una relazione
patologica tra vittima e perpetratore, e di conseguenza anche una patologia nella
comunicazione tra parti.
Nel catalogo di attività tipiche dello stalking, vi sono condotte perpetranti che
singolarmente possono esser accettabili: telefonate, messaggi, lettere e altri meno
accettabili: inseguimenti, appostamenti, diffusione di immagini o video imbarazzanti
della vittima, inviare fiori e oggetti indesiderati, fino ad arrivare agli estremi, come
minacce di fare del male alla famiglia della vittima, danneggiare le sue proprietà o di
farle direttamente del male. Tra i comportamenti che socialmente potrebbero esser
accettabili si può arrivare a una situazione illecita e inaccettabile in base l’impatto che
tali comportamenti hanno sulla preda, e dal suo sentirsi spaventata e intimorita. Lo
stalking, a prescindere da presenza o meno di violenze e aggressioni fisiche, produce
forte impatto sulla vittima, determinando pluralità di effetti devastanti tali da
comprometterne il benessere. Chi subisce queste condotte, vede trasformarsi
completamente la sua personalità e quotidianità, poiché braccato dal molestatore
assillante, finisce per sentirsi impotente e incapace di difendersi e reagire, portato per
sopravvivere a tali situazioni, a modificare pesantemente il suo stile di vita e abitudini.
20. Protezione e interventi per proteggere le donne
Non esistono linee comuni per difendere le vittime di stalking, poiché le linee da seguire
variano secondo la situazione della vittima (se lo stalker è un partner o sconosciuto), in
ogni caso le linee guida sono:
- Interrompere ogni rapporto con il molestatore, documentare gli atti persecutori,
informare la rete di supporto personale e chiedere aiuto;
- La vittima dovrà rendersi invisibile, evitando discussioni e incontri chiarificatori, non
rispondendo più a telefonate, sms e mail, non accettando regali e altri oggetti,
cambiando la propria routine;
- Ricorso a qualsivoglia forma di aiuto, informale (amici, familiari, colleghi, ecc.) o
formale (forze dell’ordine, avvocati, medici, servizi sociali, associazioni vittime, ecc.),
così da spezzare l’isolamento in cui spesso chi subisce queste condotte si trova e
incrementare le possibilità di una concreta risoluzione della situazione, anche
prevedendo diretto intervento istituzionale sullo stalker.
Lezione 003
1. Forme di violenza prenatale
Spesso si pensa che la gravidanza renda la donna più vulnerabile e la protegga dal
subire violenza, ma così non è, e spesso una donna vittima di IPV (intimate partner
violence), prima della gravidanza, continua ad esser vittima anche durante e dopo,
specie in alcuni casi, gli episodi di violenza in gravidanza tendono ad aumentare a causa
dell’aumento di stress, innalzamento dei conflitti di coppia, gelosie, sospetti e influente,
è anche lo stato socio-economico della coppia.
Altri studiosi individuarono vari tipi di IPV sulla donna incinta: maltrattamenti fisici, abusi
psicologici, decisioni prese al suo posto, rifiuto di parlare di violenza sessuale
(costringendo la donna a rapporti sessuali anche rischiosi per la gravidanza).
Tra le conseguenze più frequenti sulla donna, gli autori individuano danni fisici come
ematomi, fratture, traumi addominali, complicanze in gravidanza o nel parto, aborto,
parto prematuro, distacco della placenta fino alla morte del nascituro, difficoltà
nell’allattamento al seno; tra i problemi psichici vengono riscontrare per lo più
depressione, ansia, sintomi da disturbo post-traumatico da stress, abuso di fumo, alcol o
sostanze, ma anche limitato ricorso alle normale routinarie cure prenatali, fino a un più
alto rischio di suicidio nella gestazione.
La scarsa attenzione a cure ed esami medici prenatali spesso deriva dallo stato
d’isolamento in cui le vittime sono costrette a vivere.
2. Violenza contro le donne in gravidanza
Spesso erroneamente si pensa che la gravidanza renda la donna più vulnerabile, ma
così non è, in quanto una donna che era vittima di IPV prima della gravidanza continua
ad esserne vittima anche durante e dopo, oltretutto, in alcuni casi, le violenze in
gravidanza tendono ad aumentare con aumento di stress, innalzamento dei conflitti di
coppia, gelosie, sospetti e stato socio-economico.
Jasinski (2004) sottolinea che lo stress di per sé non comporta necessariamente
violenza, e riscontra più alti livelli di stress nelle coppie primipare e in quelle che
fronteggiano una gravidanza indesiderata, specie dove è il partner maschile a non
accettare lo stato gravidico della donna, spesso per timore che il nuovo nato possa
allontanare la partner o impegnarla a scapito della relazione di coppia.
3. Violenza nel periodo post-Natale
A riguardo, vi sono 2 filoni di studio: uno in cui definiscono l’IPV una forma di violenza
diretta per il bambino, sia che partecipi direttamente o meno agli episodi, e uno in cui
riflettono sulla trasmissione dell’IPV a livello generazionale, che vede i bimbi vittime di
violenza assistita, potenziali abusatori verso il partner e dei figli una volta divenuto
adulto.
Nel periodo post-natale, in condizioni ottimali, nasce tra la madre e il bambino
connessione stabile e sicura, rispondente al bisogno del bambino, che lo portano a uno
sviluppo di rappresentazioni oggettuali coerenti. In condizioni di stress, questa
configurazione viene destabilizzata generando uno stile di attaccamento insicuro e
creando rappresentazioni instabili e incoerenti.
Lezione 004
1. Ripensando alla maternità imposta, discute le principali conseguenze sulla relazione
care-giver-bambino
La maternità imposta porta un carico di sofferenza emotiva e psicologica alla vittima,
dopo un rapporto sessuale non desiderato, perché la vittima è in una situazione di dover
decidere sulla prosecuzione della gravidanza, e il dolore per la violenza subita e la
maternità imposta dopo la violazione della sua sessualità. Un quadro così comporta
conseguenze distruttive non solo sulla sfera emotiva e psicologica della madre, ma
anche sulla sfera emotiva e lo sviluppo psicologico e cognitivo del bambino, e nel
rapporto tra madre e figlio.
Nel dettaglio, la madre vittima di abuso sessuale e spesso anche IPV, subisce aumento
di stress, a causa di un continuo stato di allerta e paura, che le impediscono di tutelarsi,
comportando rischio di problemi d’ansia e umore, confluendo in problemi di salute
mentale. V’è altresì rischio di sviluppare disturbo da stress post traumatico, e
nell’immediatezza, la vittima può manifestare inconsapevolezza.
Emblematica è la testimonianza di una donna, che temeva di portare in grembo un
mostro. 17% delle donne che subiscono tali effetti, la sintomatologia può proseguire,
sfociando in disturbi psicosomatici e stati depressivi, che hanno esiti anche sullo
sviluppo intra-uterino del feto, aumentando possibilità di successiva psicopatologia del
bambino, che in gravidanza il cervello del nascituro è in stato di formazione i segnali
che riceve dall’esterno possono provocare disturbi cognitivi e della condotta.
I vari fattori di stress accumulati, influiscono anche dopo la nascita, nell’interazione
caregiver e bambino, e sull’adattamento della genitorialità, alterando la percezione del
neonato e la capacità della madre di comprendere i bisogni del bambino, di sintonizzarsi
emotivamente con lui e di prender decisioni, compromettendo rischio di pregiudicarne
le competenze genitoriali.
2. Ripensando alla violenza in gravidanza, quali sono i fattori più significativi nella sua
insorgenza?
A mio avviso i fattori che determinano violenza in gravidanza sono:
1. Pregressa situazione di Intimate Partner Violence (IPV) nella coppia. Come
dimostrano i dati Istat, per 50,6% delle donne vittime di violenza, le violenze
continuano anche in gravidanza, e che per 17% di questi casi l’incidenza di casi di
violenza è diminuita, mentre per 16,6% è aumentata.
2. Una situazione di gravidanza imposta e lo stress che ne deriva rende una donna 2,5
volte più a rischio di subire ulteriori forme di IPV.
Lezione 005
1. I fattori di rischio del femminicidio
Secondo le statistiche, il rapporto di coppia è l’ambito con più rischio di femminicidio. In
Italia, tra il 2000 e i primi mesi del 2018 i casi di femminicidio registrati sono stati 3100,
con una media di più di 3 donne uccide a settimana, e in 3 casi su 4 si è trattato di
omicidio da un partner, ex o parente. Altri fattori di rischio che espongono la donna al
rischio di violenza sono classificati secondo soggetto e tipo di relazione. I fattori in base
ai tipi di soggetti sono:
- Da parte dell’autore: soggetto socialmente svantaggiato
Vittima di abuso in età infantile
o Precedenti comportamenti violenti con altre partner
o Possessività
o Detenzione regolare o meno di armi
o Precedenti penali
o Problemi di salute mentali
o Abuso di sostanza
o
- Da parte della vittima: soggetto socialmente svantaggiato
Ha subito storie precedenti di violenza domestica
o Ha problemi di salute mentale
o Abusa di sostanze
o
I fattori in base al tipo di relazione sono:
- Tipo di relazione