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Attraverso l'identificazione di queste quattro cause, Aristotele riesce a risolvere ilproblema della
molteplicità delle cause riconducendole tutte a queste quattro categorie. E compito del fisico,
per Aristotele, avere la piena conoscenza delle quattro cause del mutamento, e riuscire ad
assegnare a una di esse o a più di essere la causa del divenire di una cosa.
Si esponga la concezione aristotelica dell'etica.
Nella concezione aristotelica dell'etica, la virtù è definita come disposizione eticadel
proponimento del giusto mezzo, per cui l'elemento irrazionale deve essere limitato
dall'elemento razionale, per evitarne l'eccesso o il difetto.
L'uomo veramente virtuoso è colui che fa del giusto mezzo un'abitudine.
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Secondo Aristotele il mezzo per raggiungere la felicità è proprio la virtù, in quantola razionalità
e la filosofia sono ciò che più si avvicina a Dio pensiero di pensiero.
Si esponga la concezione aristotelica dello Stato.
Secondo Aristotele l'uomo è un animale socievole per natura, per questa ragionela politica
risulta nella concezione aristotelica un'esigenza naturale che differenza l'uomo dalle bestie e
dalla divinità.
Egli critica lo Stato utopico proposto nella visione platonica, propone tre formefondamentali di
governo: La monarchia: il potere di uno solo l'aristocrazia: il potere di una minoranza (i migliori)
La costituzione il potere della maggioranza (democrazia)
ciascuna di queste forme rappresenta per Aristotele il giusto mezzo, tuttaviaognuna di queste
può dar vita a forme degenerative, nel momento in cui l'interesse personale tenti di prevalere
sull'interesse pubblico.
Avremmo così la tirannide al posto della monarchia, l'oligarchia al postodell'aristocrazia, la
demagogie a al posto della costituzione.
Si esponga la concezione agostiniana del tempo.
L'interpretazione del racconto della genesi porta a interrogativi riguardanti il tempo prima
della creazione del mondo. Agostino risolve la questione sostenendo che il tempo è
anch'esso una creazione di Dio contemporanea allacreazione del mondo. Secondo Agostino
Dio crea il mondo non nel tempo ma con il tempo dunque il tempo non esisteva prima
della creazione del mondo. Il prima e il dopo, essendo delle dimensioni legate al concetto
di tempo,
anch'esse sono nate insieme al mondo. Passato presente e futuro per Agostino non sono
altro che una suddivisione convenzionale, una descrizione e non una definizione di ciò che il
tempo.
Egli sostiene che l'unica realtà temporale realmente esistente sia il presente definito come il
brevissimo istante che è in un preciso momento. Per l'anima il tempo è sempre presente, il
passato e presente memoria e il futuro è presenteaspettazione. Per Agostino l'anima è la
misura del tempo.
Si esponga la concezione agostiniana della salvezza
Agostino nega il valore santifico delle opere dell'uomo. È la grazia divina l'unicaforza in grado di
concedere la salvezza l'uomo. Egli argomenta la sua tesi rifacendosi al peccato originale. Tutti
gli uomini sono figli di Adamo e dunque macchiati dal peccato originale, la sola fede e le buone
azioni da sole non sonosufficienti per condurre l'uomo alla salvezza.
L'intera umanità risulta per Agostino interamente dannata. La salvezza può provenire solo da
Dio egli è l'unico in grado di scegliere chi è degno della sua grazia. Per questa ragione agli
uomini, le scelte di Dio possono apparire misteriose e infondate, ma egli, secondo Agostino,
possiede la conoscenza del lOM oAR cP SD| 9679654
passato, del presente e del futuro e per questo è in grado di scegliere a chiconcedere
la salvezza eterna.
Si esponga la concezione agostiniana della storia della politica contenuta ne lacittà di Dio.
Nella sua celebre opera la città di Dio, Agostino espone la propria concezione della storia e
della politica. Egli interpreta l'assedio di Roma da parte dei vi si dotidi Alarico nel 410 come
punizione per Roma risultava essere tempi la capitale delpaganesimo.
Secondo Agostino ogni avvenimento è permeato dalla provvidenza divina. Diodirige ogni
avvenimento secondo i propri imperscrutabili piani di bontà e giustizia. La caduta di Roma
non è da interpretarsi come una punizione per i cristiani, ma bensì la realizzazione della
volontà divina contro chi non ha riconosciuto il vero Dio.
A sostegno della propria tesi Agostino propone la dottrina delle due città, cittàceleste e città
terrena. Tale contrapposizione è chiaramente spirata alla contrapposizione tra Chiesa e impero.
In questo caso la Chiesa va interpretata come assemblea, ossia un'unione di tutticoloro che
professano la fede in Cristo. Per i cristiani è prevista come destinazione la città celeste, eterna
e oltremondana.
Questa ridefinizione di Chiesa fa comprendere come le due categorie di cittàfacciano in realtà
riferimento a categorie storiche:
Roma è in realtà la città terrena, che giunge alla propria meritata rovina a causadella propria
condotta pagana.
La città di Dio e la Chiesa intesa come comunità spirituale, che non perirà mai inquanto segue i
dettami di Cristo.
Si esponga la concezione agostiniana del male.
Se Dio è il creatore di ogni cosa, anche il male è stato creato da Dio? Per rispondere a questo
interrogativo, Agostino sviluppa la propria concezione del male. Il manicheismo, sostiene un
concetto del male metafisico, lo considera unelemento originario che fa parte del cosmo.
Questa visione intacca il concetto disommo bene che permea il creato.
Agostino sostiene che il male in sé non esiste, ma esiste solo come lato negativo delle cose,
esso è il non bene. Perciò secondo Agostino Dio ha creato solo le cosebuone e il male metafisico
non è altro che uno non essere e quindi un bene di ordine inferiore.
Oltre al male metafisico, Agostino analizza anche il male fisico e il male morale. Il male fisico,
secondo Agostino, non è un male, perché rientra nei piani di Dio, rendendo la persona
afflitta meritevole della grazia divina. lOM oAR cP SD| 9679654
Il male morale viene identificato col peccato, è il risultato della volontà malvagiaè ribelle.
Anch'esso non è un male in quanto nonostante tutto non può nuocerea Dio e a i piani che egli
ha per la sua creazione. Il peccato nuoce solo al peccatore. Il male morale e quindi l'incapacità
dell'uomo di utilizzare bene il proprio libero arbitrio.
Ma anche nel caso in cui, l'uomo esercitando la propria libera scelta, sceglie il peccato, la
sua anima non viene macchiata totalmente, è sempre possibile lasalvezza.
Si esponga il rapporto tra ragione fede secondo Tommaso d'Aquino. Secondo Tommaso
d'Aquino la ragione umana può comprendere l'ordinenaturale del creato ma non può mai
arrivare a comprendere le verità soprannaturali. Egli propone una rigorosa distinzione tra
ragione e fede, sostenendo che la ragione trova il proprio limite nella regula fidei.
Nel caso in cui fede e ragione giungono a conclusioni contrastanti, la fede devesempre prevalere
sulla ragione.
Per Tommaso d'Aquino la fede è un pensare con assentimento, c'è un modo di pensare in cui
l'assenso volontario, non è razionale, ma basato sulla convinzionenon sulla conoscenza
intellettuale dell'oggetto ma su una mera scelta volontariadel credente, quella appunto di voler
credere.
La fede è prova di cose non viste.
Tommaso d'Aquino sostiene che non esiste una doppia verità, quella razionale equella religiosa,
in quanto entrambe queste verità hanno origine da Dio.
Si esponga la prova ontologica dell'esistenza di Dio di Anselmo d'Aosta. Anselmo d'Aosta,
uno tra i più rilevanti esponenti dell'Agostinismo medievale, sviluppa una dottrina sulla
dimostrazione dell'esistenza di Dio, che canta definiràprova ontologica. Egli propone
un'argomentazione che si basa sulla dimostrazione a priori, cioè valida in sé.
Egli sostiene che perfino lo stolto citato nei salmi che afferma Dio non esiste né ha in mente il
concetto, in quanto è proprio Dio il soggetto della propria affermazione. Se negasse di avere in
mente il concetto di Dio la sua affermazionenon avrebbe significato. Il concetto di Dio è ciò di
cui non si può pensare nulla di maggiore, per questo non può che esistere.
Se venisse meno questo suo attributo dell'esistenza, sarebbe possibile allora pensare qualcosa
di maggiore a Dio, in quanto basterebbe attribuirgli l'esistenza.Questa argomentazione è di
tipo logico-ontologico, perché passa dal piano della logica aquello dell’esistenza.
Si espongano le prove dell'esistenza di Dio di Tommaso d'Aquino.
Tommaso d'Aquino giunge alla dottrina delle cinque vie per provare l'esistenza diDio criticando
la prova ontologica di Anselmo d'Aosta. Tommaso d'Aquino
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sostiene che la ragione non può cogliere l'essenza di Dio ma può giungere a unadimostrazione
razionale della sua esistenza, partendo dall'analisi delle cose sensibili.
Egli enuncia cinque vie attraverso le quali è possibile dimostrare l'esistenza diDio:
prova cosmologica: tutto ciò che si muove è mosso da altro, perciò per individuare la causa
prima del movimento, sarà necessario asserire che esista unmotore immobile che causa del
movimento di tutto il resto. Questo primo motore immobile è Dio.
Prova causale: se è vero che ogni effetto deriva da una causa, è necessario individuare una
causa che non è a sua volta effetto, ma solo causa di se stessa.Questa causa prima e Dio.
Prova della contingenza: tutte le cose sono contingenti ed esistono in virtù di ciò che è
necessario, perciò sarà vero che nell'impossibilità del risalire all'infinito da ciò che è
contingente da ciò che è necessario, esisterà un essere necessario in sé. Questo primo essere
necessario e Dio.
Prova dei gradi: se è vero che in tutte le cose del mondo sensibile, le determinazioni della
perfezione esistono in un grado determinato, deve esistereuna perfezione da cui derivano le
gradazioni inferiori. Questa suprema perfezione e Dio.
Prova dell'ordine delle cose: tutte le cose del mondo sensibile risultano ordinateda un fine,
questo assetto non può che derivare da un essere razionale. Questo essere razionale
ordinatore e Dio.
Si esponga il cosiddetto rasoio di Ockham.
Per Ockham l'esperienza della base di ogni conoscen