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Problem-based learning
Problem-based learning is a curriculum based on the teaching strategy of problem-solving; reasoning through problems means being able to use the available information to the best of one's ability. These curricula were developed by Barrows and the objective is to stimulate students to identify the relevance of what they learn for their future, maintain a high level of motivation, and emphasize the importance of a professional attitude. It is student-centered as it starts from complex and real problems that allow for different solution strategies and allows students to develop and work on multiple hypotheses. There are some measures to enhance this strategy: encourage the formulation of different hypotheses to test; prefer real problems; support students' sense of responsibility; highlight the connection between various pieces of information; provide time for reflection.
9. COMMUNITIES OF...
LEARNERS - Ossia comunità di apprendisti è un modello sociocostruttivista elaborato da Brown e Campione per quanto riguarda la lettura e la comprensione di testi; in questa prospettiva la lettura è un'attività sociale svolta nelle classi ripensate come comunità di lettori. Questo modello si è diffuso perché combina diverse tecniche, combina gli aspetti cognitivi dell'apprendere con le dimensioni sociali, relazioni e culturali, occupandosi contemporaneamente dell'individuo, del gruppo e del contesto, offre un quadro ampio, preciso e flessibile di come lavorare in classe, aspira ad avere un impatto sul clima e sul contesto socioculturale. Questa visione della scuola sembra in grado di contrastare fenomeni come l'abbandono e la dispersione scolastica. Brown e Campione partono per definire un CDA dall'individuare modelli di comunità extrascolastiche, in cui avviene un apprendimento costruttivo e culturalmente significativo.
Tentando di trasportarne in classe i principi. Fonti di ispirazione sono le comunità scientifiche di cui si apprezza la capacità di lavorare in modo coordinato dei gruppi e la bottega dell'artigiano in cui si fa sì che l'allievo sia in grado di svolgere quello che svolge il maestro. Ovviamente non vi è alcuna intenzione di riprodurre in modo pedissequo questi modelli. L'aspetto interessante delle comunità di apprendimento sono i ruoli oltre quelli di studente e insegnante abbiamo il ricercatore che partecipa in modo produttivo alla vita della classe, gli esperti raggiungibili grazie alla comunicazione mediata, i genitori che possono svolgere lezioni o dimostrazioni, osservatori che possono entrare in classe e partecipare più o meno attivamente. Vengono introdotte alcune tecniche come il RT e il Jigsaw in cui il lettore legge per partecipare a un'attività di comprensione che si realizza mediante l'interazione con
Il gruppo di cui fa parte.
10. KNOWLEDGE BUILDING COMMUNITY
Modello teorico di tipo sociocostruttivista su lettura e comprensione di testi a opera di Scardamalia e Bereiter. È un modello che ribalta il rapporto tra l'apprendimento e la costruzione della conoscenza. La classe scolastica è ripensata come una comunità in cui l'apprendimento è finalizzato alla creazione di una nuova conoscenza utile anche alla comunità più ampia a cui appartiene. Si sottolinea la natura sociale della lettura perché la classe utilizza la tecnologia per avere a disposizione un quaderno collettivo (online) su cui ciascuno può scrivere le proprie annotazioni e i propri commenti sui testi. È stato quindi costruito un ambiente online e un Knowledge Forum: un database in cui gli studenti possono comunicare e costruire mappe ramificate della conoscenza o strutture ad albero. Si possono realizzare anche con i Social network, Forum, piattaforme online.
come Knowledge Forum, Synergia e Moodle. 11. LA MOTIVAZIONE Alcuni autori la definiscono come una sorgente di energia interna che spinge le persone verso esiti desiderati e lontano da esiti indesiderati. Riguarda la realizzazione di desideri, obiettivi, ambizioni e bisogni. Può essere: 1) intrinseca: la disposizione a impegnarsi in un'attività di apprendimento per il gusto di farlo indipendentemente a dei riconoscimenti esterni; 2) estrinseca: le persone si impegnano in attività per fini strumentali, come premi o vantaggi. 12. LA MOTIVAZIONE ESTRINSECA Si basa sul concetto di rinforzo. Secondo il condizionamento operante, un individuo per motivare un individuo a seguire un determinato comportamento è sufficiente farsi seguire quel comportamento da uno stimolo detto stimolo rinforzatore. Lo stimolo è il segnale situazionale che ricorda a colui che apprende che la messa in atto di una certa risposta gli consentirà di accedere al rinforzo. Il rinforzodeve essere erogato in un tempo immediatamente successivo al comportamento atteso, per questa ragione, ne mantiene o ne accresce la frequenza di emissione. Nella scuola un vantaggio è il raggiungimento di un obiettivo di apprendimento, gli stimoli rinforzatori con funzione di ricompensa sono lodi verbali, valutazioni positive, voti di merito... quindi buona parte delle pratiche scolastiche oggi è impregnata di questa cultura comportamentista del rinforzo espressa attraverso un apparato premiale costituito da voti, tabelloni con simboli di merito; in alcuni casi questa cultura viene ridotta a erogare premi se il comportamento viene messo in atto, toglierli o non erogarli se tarda a arrivare. Anche se molti studi sostengono l'efficacia di tale approccio altri ne evidenziano il limite nell'ancorare in modo eccessivo l'attività scolastica al rinforzo. Per Ford la motivazione estrinseca può ridurre la motivazione intrinseca quando crea un conflitto diobiettivi se la ricompensa è concepita come un tentativo di controllare il comportamento; se la ricompensa distrae l'attenzione dall'obiettivo principale per cui ci si impegna in un'attività; se la ricompensa altera il significato psicologico del compito, spingendo a svalutare gli obiettivi principali per i quali ci si dovrebbe impegnare in una determinata attività. Quindi l'introduzione di ricompense è una scelta che va ampiamente meditata per non rischiare di indebolire il "gusto" di studiare o di scoprire ciò che ci circonda che dovrebbero continuare anche oltre il tempo della scuola. 13. La motivazione intrinseca e Maslow La motivazione è la spinta al soddisfacimento di un bisogno, Maslow ha proposta una teoria della motivazione in cui i bisogni fossero organizzati in una gerarchia: bisogni fisiologici, di sicurezza e protezione, amore e relazioni, autostima, autorealizzazione; l'individuo è motivato aSoddisfare prima i bisogni di un livello inferiore, anche se non sempre viene rispettato. Applicata al contesto scolastico, la gerarchia di Maslow indica la necessità di porre attenzione ai bisogni individuali da quelli più "semplici" come fame o stanchezza a bisogni legati all'ambiente familiare che possono incidere sullo studio. Altri modelli hanno sottolineato come gli individui siano proattivi nel decidere che cosa vogliono e su questa linea molti teorici hanno spostato l'interesse dai bisogni agli obiettivi intesi come risultati attesi a seguito di sequenze pianificate di comportamenti. Gli obiettivi orientano il comportamento degli individui verso risultati attesi e le teorie vengono chiamate teorie di orientamento motivazionale. Le prime teorie si focalizzavano su due orientamenti distinti in base a due tipologie di obiettivi: padronanza vs prestazione. Gli studenti in grado di integrare obiettivi di padronanza e di prestazione ottengono maggior successo.
Gli studenti orientati alla padronanza si impegnano nelle attività di apprendimento per sviluppare le competenze promosse dall'attività che intendono svolgere. Gli studenti orientati alla prestazione si impegnano nelle attività di apprendimento per ottenere riconoscimenti esterni. Sono focalizzati su di sé e sulle conseguenze delle sue azioni. È possibile individuare quattro tipi di orientamento allo studio, basati su obiettivi diversi: - Obiettivi di approccio, centrati sulla padronanza: basati sul perseguire lo sviluppo della propria competenza; - Obiettivi di approccio, centrati sulla prestazione: basati sull'ottenere una buona prestazione; - Obiettivi di evitamento, centrati sulla padronanza: evitare situazioni che possono comportare una diminuzione della propria competenza; - Obiettivi di evitamento, centrati sulla prestazione: evitare situazioni che possono comportare una cattiva prestazione. Questa contrapposizione vienesuperata da una riconcettualizzazione della teoria che riconosce che gli individui possano avere una motivazione senza obiettivi specifici. Le convinzioni che gli studenti sviluppano su di sé come soggetti capaci di apprendimento influenzano la motivazione intrinseca. I filoni di ricerca principali sono la teoria dell'attribuzione causale di Weiner, le ricerche sulle teorie implicite dell'intelligenza di Dweck e l'indagine sulle percezioni di autoefficacia di Bandura. 14. Autoefficacia Individui con una percezione di autoefficacia in situazioni problematiche ritengono di poter eseguire ciò che la situazione chiede, al contrario chi manca di tale percezione no. La percezione di autoefficacia si crea attraverso esperienze di padronanza in cui il successo è attribuito a fattori interni e controllabili dall'individuo. Possono essere apprese anche attraverso esperienze di apprendimento vicario. La percezione di autoefficacia può influenzare la scelta delcompito e il grado di coinvolgimento nel compito stesso. È elevata, gli studenti si approcciano a situazioni di apprendimento con fiducia e impegno. Quando invece è bassa, tenderanno ad evitare il compito e saranno inclini ad abbandonarlo, in caso di frustrazione o fallimento. La percezione di autoefficacia può essere favorita dagli insegnanti in diversi modi: incoraggiare gli studenti a definire obiettivi raggiungibili; fornire modelli di strategie efficaci per l'esecuzione del compito; fornire feedback che aiutino gli studenti a raggiungere il successo; fare affermazioni che aiutino gli studenti ad apprezzare le loro abilità, ad accettare le sfide e ad impegnarsi nel compito. L'autoefficacia è sia un antecedente degli obiettivi sia un effetto della performance. 15. La teoria dell'autodeterminazione Deci e Ryan Definisce la motivazione intrinseca in termini di presenza della percezione soggettiva di autodeterminazione. Per ottenere unae a una serie di principi fondamentali. Questi principi possono essere applicati in diversi contesti, come ad esempio il lavoro di squadra, la gestione del tempo o la pianificazione di progetti. Uno dei principi fondamentali è la chiarezza degli obiettivi. È importante che gli obiettivi siano definiti in modo chiaro e preciso, in modo che tutti i membri del team abbiano una comprensione comune di ciò che si sta cercando di raggiungere. Questo aiuta a evitare confusione e malintesi, e permette a tutti di lavorare verso lo stesso scopo. Un altro principio importante è la coerenza. È necessario che i comportamenti e le azioni siano coerenti con gli obiettivi prefissati. Ad esempio, se l'obiettivo è aumentare le vendite di un prodotto, è importante che tutte le azioni intraprese siano mirate a raggiungere questo obiettivo. Se ci sono comportamenti o azioni che vanno in direzione opposta, potrebbero compromettere il raggiungimento dell'obiettivo. Inoltre, è fondamentale avere un approccio proattivo. Ciò significa prendere l'iniziativa e agire in modo proattivo per raggiungere gli obiettivi. Non si può semplicemente aspettare che le cose accadano da sole, ma bisogna essere attivi e fare tutto il possibile per raggiungere l'obiettivo. Infine, è importante essere flessibili. Le circostanze possono cambiare e potrebbero essere necessari adattamenti lungo il percorso. È importante essere aperti al cambiamento e disposti a modificare i piani o le strategie se necessario, pur mantenendo l'obiettivo finale in mente. In conclusione, per raggiungere un obiettivo è necessario avere chiarezza degli obiettivi, coerenza nei comportamenti, un approccio proattivo e flessibilità. Seguendo questi principi, si aumentano le probabilità di successo nel raggiungimento degli obiettivi.