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Quest’ultima posizione ebbe la meglio, con la forte opposizione alla guerra del Vietnam e alle

posizioni occidentali.

88. Come si giunse alla scissione socialista del 1968? ? I pessimi risultati delle elezioni del 1968 divisero

il Partito Socialista Unificato in diverse correnti. Dal successivo congresso scaturì un equilibrio

precario, dovuto alla convergenza di diverse minoranze autonomiste interne al partito, a scapito

della corrente unitaria. Questo fu in realtà il preludio alla scissione, che si consumò nel luglio del

1968 per impulso degli ex socialdemocratici che abbandonarono il Comitato Centrale e diedero vita

al Partito Socialista Unitario, che di lì a breve avrebbe riassunto il nome di PSDI, mentre ciò che

restava del Partito Socialista Unificato riprendeva il nome di PSI.

89. Accenna alle principali riforme varate dal centro-sinistra tra il 1969 e il 1970. Quelli realizzati tra il

1969 ed il 1970 furono provvedimenti destinati a modificare strutturalmente i rapporti economici e

sociali all’interno del Paese e ad incidere profondamente sulla vita individuale dei cittadini. Tra

questi, lo Statuto dei Lavoratori, la legge sul divorzio, la legge istitutiva del referendum e quella

finanziaria per le regioni, ufficialmente istituite.

90. Spiega, contestualizzandolo, il concetto di "autunno caldo". Con “autunno caldo” si intende

un'escalation di vertenze sindacali, iniziata presso lo stabilimento milanese della Pirelli, alla Bicocca

nel 1968 per durare fino al 1971. L’urto tra classe operaia, rinforzata dal movimento studentesco, e

padronato fu contraddistinto da una vasta gamma di strumenti di lotta, quali gli scioperi selvaggi, la

conflittualità permanente e le forti pressioni esercitate ai danni dei componenti più moderati delle

rappresentanze operaie, con rappresaglie e violenze. Le conseguenze delle vertenze dell’autunno

caldo per i lavoratori furono l'aumento dei salari del 18,9% e il varo dello Statuto dei Lavoratori nel

1970.

91. Spiega l'espressione "strategia della tensione". L’espressione “strategia della tensione” è usata per

descrivere il particolare clima vissuto dal Paese, a cavallo tra anni Sessanta e Settanta. Questa fu

d’altra parte una stagione costellata da una serie di drammatiche esplosioni, in luoghi aperti e

chiusi, destinate a ingenerare paura, sbigottimento e senso di insicurezza e profonda

insoddisfazione nei confronti delle forze politiche e delle istituzioni democratiche, che riuscirono a

resistere a quest’attacco violentissimo.

92. Che cosa sono state le BR? Quando e dove nacquero? Accenna infine alle loro strategie. Le Brigate

Rosse nacquero a tra il 1969 e il 1970 a Milano, a partire da nuclei attivi soprattutto negli

stabilimenti Pirelli e SitSiemens. Furono un'organizzazione terroristica di estrema sinistra

costituitasi per propagandare e sviluppare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo.

Iniziarono la loro azione attraverso della propaganda estrema ma non sanguinosa, fatta di sequestri

lampo e rapine, in modo da farsi conoscere dall’opinione pubblica. Nel 1974 passarono invece ad

attaccare le istituzioni e i loro rappresentanti, attraverso i rapimenti ed esecuzioni, tra cui Moro,

presidente della DC, nel 1978. L’organizzazione venne smantellata, grazie al generale Dalla Chiesa,

agli inizi degli anni Ottanta.

93. Parla del governo Colombo, subito dopo l'autunno caldo. Il presidente del consiglio Colombo, della

DC, rimase in carica dall’agosto 1970 al febbraio 1972. Il governo quadripartitico, di centro-sinistra,

era formato dall’alleanza della DC con il PSI, PSIUP e il Partito Repubblicano. Proprio la fuori uscita

di quest’ultimo dalla compagine dell’esecutivo ne gennaio 1972, a causa delle politiche poco

austere del governo in materia di spesa pubblica.

94. Per quali ragioni, subito dopo l'autunno caldo, le destre riuscirono ad ottenere un così importante

successo elettorale. Le destre, dopo l’autunno caldo del 1968-1971, riuscirono ad ottenere un

importante successo elettorale poiché riuscirono ad intercettare nel Paese il desiderio di ordine e il

sentimento di disincanto degli italiani. Il partito di Almirante aveva infatti deciso di sottoporsi al

giudizio degli elettori sotto il nuovo «brand» di MSI-Destra Nazionale, coniato, a seguito

dell’accordo organico con gli ex monarchici, allo scopo di presentarsi come il partito della destra

unita, impegnato nella strenua difesa dell’ordine pubblico e della legalità, che le continue vertenze

del triennio precedente e le numerose manifestazioni politiche avevano messo in qualche modo a

repentaglio.

95. Come si giunse nel 1972 al ritorno del centro-sinistra? La crisi del secondo governo Andreotti,

centrista, del 1972-1973 fu innescata dagli esiti congresso socialista che indussero la DC a rivalutare

un’alleanza con la sinistra. I socialisti infatti deliberarono un ritorno al governo e un ripristino

dell’alleanza di centro-sinistra. Anche il PSDI iniziò a caldeggiare tale decisione, preoccupati per la

verità anche dal brutto clima del Paese e dal concreto rischio di un progressivo scivolamento verso

destra dell’asse del governo. I tre partiti, d’accordo il PRI, designarono quindi Mariano Rumor alla

guida del governo di centro-sinistra, che sarebbe subentrato al secondo ministero Andreotti.

96. Chi propose il compromesso storico e quali erano i contenuti di questa proposta? Il segretario del

PCI Enrico Berlinguer, nominato nel 1972 e in carica fino alla morte nel 1984, avanzò nel 1973 una

nuova formula politica, ossia una nuova forma di collaborazione con la grande famiglia politica dei

cattolici e con il loro partito di riferimento, la DC. All’ufficiale elaborazione di questa nuova

prospettiva Berlinguer giunse sulla scorta dei tragici fatti cileni. Il leader comunista giunse ad

identificare come causa principale del golpe realizzato da Pinochet in Cile l’11/09/1973 il mancato

accordo tra le forze della sinistra e quelle moderate e cattoliche. Proprio allo scopo di evitare

quest’analogo esito in Italia, caratterizzata da un assetto politico essenzialmente assimilabile a

quello cileno, Berlinguer giunse allora a sottolineare l’esigenza di un accordo diretto con la DC,

ovverosia di un «compromesso storico», essenziale per salvare la democrazia repubblicana e le

conquiste antifasciste. Tale sodalizio sarebbe avvenuto tra il 1976 e il 1978, nel corso della

cosiddetta «stagione della solidarietà nazionale», da cui il PCI sarebbe uscito fortemente

ridimensionato, essenzialmente per la marginalità e la sterilità nell’azione di governo.

97. Quando e come si giunse alla proposta del compromesso storico? Il segretario del PCI Enrico

Berlinguer, nominato nel 1972 e in carica fino alla morte nel 1984, avanzò nel 1973 una nuova

formula politica, ossia una nuova forma di collaborazione con la grande famiglia politica dei cattolici

e con il loro partito di riferimento, la DC. All’ufficiale elaborazione di questa nuova prospettiva

Berlinguer giunse sulla scorta dei tragici fatti cileni. Il leader comunista giunse ad identificare come

causa principale del golpe realizzato da Pinochet in Cile l’11/09/1973 il mancato accordo tra le forze

della sinistra e quelle moderate e cattoliche. Proprio allo scopo di evitare quest’analogo esito in

Italia, caratterizzata da un assetto politico essenzialmente assimilabile a quello cileno, Berlinguer

giunse allora a sottolineare l’esigenza di un accordo diretto con la DC, ovverosia di un

«compromesso storico», essenziale per salvare la democrazia repubblicana e le conquiste

antifasciste. Tale sodalizio sarebbe avvenuto tra il 1976 e il 1978, nel corso della cosiddetta

«stagione della solidarietà nazionale», da cui il PCI sarebbe uscito fortemente ridimensionato,

essenzialmente per la marginalità e la sterilità nell’azione di governo.

98. Come si giunse alla "solidarietà nazionale"? La DC, considerati i disastrosi risultati del referendum

sul divorzio e delle elezioni amministrative del 1975, con un deciso spostamento dell’elettorato a

sinistra, decise di rinnovare la propria leadership in modo da ristabilire i necessari legami con

società civile, ormai deteriorati. Con l’addio di Fanfani alla segreteria e l’avvento di Zaccagnini,

Moro e Berlinguer poterono dar vita ai governi di “solidarietà nazionale”.

99. Parla del referendum sul divorzio del 1974 e della sua importanza politica. Il principale evento

politico del 1974 fu il referendum sul divorzio, approvato nel 1970. Il referendum fu promosso da

DC e MSI che, con le organizzazioni cattoliche, portarono avanti una propaganda incentrata sulla

crisi irreversibile della famiglia tradizionale, messa a rischio dal divorzio. Gli italiani però presero le

distanze, scegliendo la laicità, il pragmatismo e la concretezza: vinse il mantenimento dell’istituto

del divorzio con il 59,1%.

100. Quali furono le conseguenze politiche dello scandalo Lockheed? Lo scandalo riguardava le

tangenti che nel 1970 l’importantissima azienda aerospaziale statunitense Lockheed aveva pagato a

due ministri della Difesa, Gui e Tanassi, per ottenere da parte del governo italiano l’acquisto di

alcuni aerei da trasporto «Hercules». In Italia, oltre a Gui e a Tanassi, lo scandalo investì anche

l’allora Presidente del Consiglio, Mariano Rumor, che però fu salvato dal processo dalla

Commissione Parlamentare Inquirente. La sua figura ne rimase in ogni modo compromessa, così

come quella del Presidente della Repubblica, Giovanni Leone, legato da rapporti di amicizia ai

fratelli Lefebvre, intermediari nella transazione con la Lockheed.

101. Parla della figura di Bettino Crax. La débâcle elettorale del PSI alle elezioni politiche del

1976 accelerò in modo drammatico l’avvicendamento tra vecchia e nuova guardia ai vertici del

partito, culminato nella designazione del giovane Bettino Craxi alla segreteria nazionale. Già nelle

amministrative del 1978 i risultati furono convincenti, con il PSI passato dal 9,6% di due anni prima

al 13,30%. Merito dell’attivismo craxiano e del fondamentale recupero, da parte del partito, di un

ruolo e di una prospettiva autonoma, non più schiacciata ed appiattita, come nel recente passato,

sulle posizioni del PCI.

102. Parla del sequestro Moro. Aldo Moro, presidente della DC, fu sequestrato dalle Brigate

Rosse il 16/03/1978. I continui comunicati emessi dalla BR, che, al culmine di una guerra

psicologica, stavano sottoponendo il presidente della DC ad un vero e proprio processo politico,

non sortirono alcun effetto e non modificarono quella «linea della fermezza», adottata di fatto da

tutti i partiti rappresentati in Parlamento, convinti evidentemente dell’inopportunità di qualsivoglia

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Scienze politiche e sociali SPS/03 Storia delle istituzioni politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dominikks di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dei partiti e dei movimenti politici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Landoni Enrico.
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