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3. Quali sono gli ambiti teorici di cui si occupa l’economia regionale?
4. Di che cosa si occupa la teoria della localizzazione? Quali interpretazioni di spazio è implicita nella teoria
della localizzazione?
La teoria della localizzazione si occupa delle scelte localizzative delle imprese e delle famiglie. Nella teoria della
localizzazione è implicita l’interpretazione dello spazio come spazio fisico metrico, cioè quello spazio inteso come
spazio misurabile in termini di distanze geografiche. Viene eliminata ogni specificità geografica.
5. Di che cosa si occupa la teoria della crescita regionale? Quali interpretazioni di spazio sono implicite nelle
diverse teorie della crescita regionale?
La teoria della crescita regionale si occupa di dare una spiegazione della capacità di crescita e di sviluppo economico
locale. Nella teoria della crescita regionale è implicita l’interpretazione dello spazio come spazio uniforme astratto e
cioè come spazio geografico ripartito in “regioni”, ovvero aree di limitate dimensione fisico grafica, (facilmente
riconducibili alle ripartizioni amministrative) considerate omogenee e uniformi al loro interno.
6. Quale differenza sussiste tra crescita regionale e sviluppo locale?
La crescita economica regionale è la capacità di un sistema economico locale di trovare e ricreare continuamente, uno
specifico e appropriato ruolo all’interno della divisione internazionale del lavoro attraverso l’uso efficiente e creativo
delle risorse che esso possiede. Lo sviluppo locale invece lo possiamo definire sottolineando gli elementi economici
della definizione della crescita regionale: lo sviluppo locale è quindi l’abilità di una regione di produrre con un
vantaggio i beni e i servizi che sono domandati dal sistema economico nazionale e internazionale di cui fanno parte.
7. Quale differenza sussiste tra le diverse concezioni di spazio? - DOMANDA 4 PART II STRUTTURA
PRODUTTIVA E SVILUPPO
Le concezioni di spazio nelle diverse teorie sono: lo spazio fisico metrico nelle teoria della localizzazione, lo spazio
uniforme - astratto nella teoria della crescita regionale, lo spazio diversificato - relazionale nella teoria dello sviluppo
locale e lo spazio diversificato - stilizzato.
Possiamo definire lo spazio fisico metrico come quello spazio misurabile in termini di distanze geografiche: attraverso
questo le teorie della localizzazione cercano di spiegare i meccanismi economici sottostanti la distribuzione delle
attività economiche e residenziali.
Lo spazio uniforme - astratto invece è uno spazio geografico ripartito in regioni , ovvero aree di limitata dimensione
fisico - geografica (facilmente riconducibili alle ripartizioni amministrative) considerate omogenee e uniformi al loro
interno dove le condizioni di offerta e di domanda sono ovunque identiche. Attraverso lo spazio uniforme astratto le
teorie della crescita si occupano di dare una spiegazione della capacità di crescita a livello locale.
Per quanto riguarda lo spazio contenuto nella concezione di spazio diversificato - relazionale questo ipotizza l’esistenza
di polarità ben precise nello spazio geografico e di specificità nei rapporti tra individui, società e territorio sulle quali lo
sviluppo si basa. Le teorie che si basano sullo spazio diversificato relazionale sono le teorie dello sviluppo che
individuano le condizioni esogene ed endogene per la competitività nel lungo periodo di una regione.
Infine nelle trattazioni più recenti troviamo il concetto di spazio diversificato stilizzato cioè uno spazio nel quale
esistono polarità sulla quali si innesta lo sviluppo ma alle quali è negata una dimensione territoriale in quanto stilizzate
in semplici punti nello spazio.
Identificare la concezione di spazio utilizzata all’interno delle diverse teorie è molto importante perché è la concezione
di spazio stessa a determinare l’identificazione delle determinanti dello sviluppo.
PARTE PRIMA - TEORIA DELLA LOCALIZZAZIONE LO SPAZIO FISICO - METRICO
- AGGLOMERAZIONE E LOCALIZZAZIONE
1. Quali sono le forze economiche che spiegano la localizzazione delle attività nello spazio?
Le forze economiche che spiegano la localizzazione delle attività nello spazio sono le economie di agglomerazione,
ovvero i fattori che influenzano vantaggiosamente la localizzazione delle attività e i costi di trasporto, cioè le forze
economiche contrapposte alle economie di scala che rappresentano gli svantaggi.
Costi di traposto e economie di agglomerazione svolgono un ruolo di forze contrapposte che spiegano la concentrazione
e la localizzazione spaziale delle imprese.
2. In quali categorie è possibile suddividere le economie di agglomerazione?
Le economie di agglomerazione, ovvero l’insieme dei vantaggi di ordine economico che le imprese ottengono dalla
localizzazione concentrata e prossima ad altre, si possono suddividere in: economie di scala, economie di localizzazione
e economie di urbanizzazione.
Le economie di scala sono economie interne all’impresa che rappresentano vantaggi derivanti dalla concentrazione
degli impianti in un unico luogo per la singola impresa; si parla quindi di economie di scala quando è vantaggioso per
l’impresa aumentare la propria dimensione produttiva in un unico luogo. Le economie di scala sono caratterizzate da
una ripartizione efficiente dei costi fissi data dalle produzione spazialmente concentrata si possono definire economie di
scopo, cioè economie con una specializzazione produttiva e migliore divisione del lavoro.
Le economie di localizzazione sono economie esterne all’impresa ma interne all’industria* che rappresentano i vantaggi
derivanti dalle dimensioni del settore a cui appartiene l’impresa in una unica area. Ciò significa che le imprese
localizzate nei distretti industriali godono di questi vantaggi perché in quelle zone è: più facile trovare fornitori
specializzati e/o mod specializzata, ci sono minori costi di transazione, c’è competenza diffusa, ci sono connessione e /o
sinergie nella produzione e di servizio, ecc…
Le economie di urbanizzazione sono economie esterne sia all’impresa che all’industria* che rappresentano i vantaggi
derivanti dalla presenza di: varietà e la densità di attività in una unica area, infrastrutture urbane e di un mercato
diversificato di bene e intermedi e finali. Questo significa: una concentrazione di input, un vasto mercato, una
concentrazione degli interventi pubblici importanti, funzioni di controllo della produzione concentrate in un unica città.
* industria o settore
3. Quale definizione di costi di trasporto utilizza l’economia regionale?
I costi di trasporto esprimono, in senso generico, tutti i costi derivanti da frizioni che rendono più conveniente una
localizzazione prossima tra due attività. I costi di trasporto sono quindi l’insieme dei costi legati alla distanza tra due
punti nello spazio come: il costo economico dello spostamento, il costo opportunità in termini di tempo, il costo
psicologico del viaggio, il costo di comunicazione, ecc…
4. Perché i costi di trasporto giocano un ruolo importante nella teoria della localizzazione?
I costi di trasporto, ovvero tutti i costi derivanti da frizioni che rendono più conveniente una localizzazione prossima tra
due attività, giocano un ruolo importante nella teoria della localizzazione perché rappresentano le forze contrapposte
alle economie di agglomerazione che spiegano la localizzazione e la concentrazione spaziale delle imprese.
5. Nel modello di Weber quali sono gli elementi messi a confronto sui quali si basa la scelta localizzativa? Come
arriva Weber alla scelta del luogo di produzione per l’impresa?
Nel modello di Weber la scelta localizzativa si basa sul confronto tra le economie di scala e i costi di trasporto tra il
luogo di produzione i mercati. Weber arriva alla scelta del luogo di produzione per l’impresa attraverso due stadi: il
primo è l’identificazione della soluzione localizzativa ottimale in accordo con la minimizzazione dei costi di trasporto;
il secondo consiste nel confronto tra i vantaggi agglomerativi con i costi aggiuntivi sopportati se l’impresa decide di
localizzarsi in un luogo diverso da quello di costo minimo per sfruttare i vantaggi di agglomerazione.
6. Se si introduce l’ipotesi di mercati finali di diversa dimensione, come e perché cambia la scelta localizzativa
dell’impresa rispetto a quella che garantisce il costo di trasporto minimo?
Se si introducesse tale ipotesi le scelte localizzative delle attività industriali cambierebbero rispetto a quelle effettuate
nei mercati puntiformi: la dimensione fisica del mercato deve essere considerata come elemento che può influire sulle
scelte di localizzazione. Infatti con queste ipotesi le imprese non sempre scelgono di localizzarsi nella regione nella
quale la distanza tra il mercato finale e quello delle materie prime è inferiore, in una pura logica del costo minimo.
Questo perché la presenza di un mercato di vaste dimensioni può ampiamente compensare il maggior costo di trasporto
che l’impresa deve sopportare e determinare così una condizione di maggior profitto rispetto alla localizzazione
alternativa.
7. Come vengono identificate le aree di mercato dei produttori? Quale ruolo gioca la distanza nelle
identificazione delle aree di mercato?
Per identificare le aree di mercato dei produttori è necessario specificare che l’analisi della formazione delle aree di
mercato di ogni produttore viene condotta sulla base di alcune ipotesi:
- esiste una domanda omogeneamente distribuita lungo un mercato lineare ed è una domanda completamente rigida al
prezzo
- la localizzazione de prodotti è data
- il costo di trasporto per unità di distanza è costante, così che il costo di trasporto totale è proporzionale unicamente
alla distanza percorsa
- il costo di trasporto è a carico del consumatore
Detto ciò, siano A e B i 2 produttori localizzati in 2 punti su un mercato lineare, il prezzo al quale i produttori vendono
la merce sul mercato è: p = p* + d dove
→ costo di trasporto unitario per unità di distanza
d → distanza percorsa dal consumatore per recarsi ad acquistare il bene
Identifichiamo le aree di mercato secondo diverse ipotesi:
- Se A e B hanno funzioni di offerta e costi di trasporto uguali
I consumatori sceglieranno di acquistare il bene da A o da B in accordo al prezzo che pagheranno per il bene, che
dipende dalla lontananza da A e da B. In ragione di ciò, si creeranno 2 aree di mercato per le 2 imprese.
- Se A e B hanno uguali costi di trasporto e B gode di economie di scale
In questo caso il prezzo di produzione per B si riduce e quindi il mercato dell'impresa B si espande a spese di A: una
quota di co