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POLICY AMBIENTALE - QUALE STRUMENTO?
Principalmente vengono utilizzati due tipologie di strumenti di policy ambientale dal policy maker 51
-
Command and control Technology standard: specificano la tecnologia
che le imprese dovranno utilizzare per
Strumenti che forzano le imprese a farsi carico dello stesso ottemperare alla regolamentazione.
livello di inquinamento, indipendentemente dal costo. Può -
essere (alternative): Performance standard: impongono un target
alle imprese ma lasciano libertà su come il target
è raggiunto.
-
Market based instruments tasse
- sussidi
-
Strumenti che incoraggiano i comportamenti corretti tramite emissioni tranding
-
l’uso dei segnali di mercato (invece che dettare standard o max diritti di proprietà
-
inquinamento). ….
Permette di scegliere la soluzione tecnologica più efficiente per
l’impresa, in termini di costo. È sempre conveniente per
l’impresa ridurre l’inquinamento, se una soluzione efficiente
(che riduca/non aumenti il costo di produzione) può essere
trovata.
TASSE AMBIENTALI, STANDARD & SUSSIDI
Per tornare all’esempio del lago…
- CMp → curva dei costi marginali privati =
q.tità ottima di acciaio che la nostra impresa
produrrebbe IN ASSENZA di internalizzazione
dei costi ambientali → q.tità Qm al prezzo Pm
- CMs → curva dei costi marginali sociali = q.tità
ottima di acciaio che la nostra impresa
produrrebbe IN PRESENZA di
internalizzazione dei costi ambientali → q.tità
Q* al prezzo P*
Notiamo che:
- Q* < Qm
- P* > Pm
E cioè in presenza di una politica ambientale si
riduce l’inquinamento, ma si riduce anche la
quantità prodotta e i prezzi aumentano, quindi c’è uno scarico sulla tassa ambientale anche sul consumatore.
Tasse ambientali
Tassa ambientale: imposta la cui base imponibile è una unità fisica (o una proxy = misura che approssima questa unità
fisica) di qualcosa che ha un comprovato, specifico impatto negativo sull’ambiente.
NON si tassa direttamente la quantità di inquinamento emessa ma una stima data da:
- Energia → imposte sull’energia
- Trasporti → imposte sui trasporti
- Rifiuti, rumore, acqua → imposta sull’inquinamento
L'impatto ambientale di un’ imposta si realizza principalmente attraverso l'impatto che questa ha sui prezzi relativi dei
prodotti e delle attività correlate all’ambiente.
L’imposta viene spesso scaricata sul consumatore (es. raccolta differenziata “gratis” - indifferenziata invece tassata).
Ci sono anche delle strategie per fronteggiare l’aumento del costo, come ad esempio apportare innovazione i propri
prodotti e processi, vedi prossima lezione.
Tassa e minimizzazione costi sociali
- Costi di inquinamento → costi per inquinare = tasse relative all’inquinamento.
- Costi di abbattimento → costi per ridurre l’inquinamento (es. cambiando i processi produttivi adottando un
macchinario meno inquinante, inserendo delle tecnologiche che permettono di ridurre le immissioni di gas, ecc…) in
modo da pagare meno tasse relative all’inquinamento. 52
I costi sono minimizzati quando il costo marginare di inquinare e il
costo marginale di abbattere sono uguali.
min[C(A) + t(Q-A)] da cui si ricava C’(A)=t
- E → punto in cui troviamo la quantità ottima sociale di produzione
dell’inquinamento e la quantità ottima dell’abbattimento
dell’inquinamento
Le imprese inquineranno fino al punto Q* e abbatteranno fino al punto
A*
- Q*Qo → costo dell’abbattimento
- Ot*EQ* → tassa complessiva
- Ot*EQ* + Q*Qo → somma minima possibile per l’impresa
Tassa vs standard
Se è possibile determinare il livello ottimo di inquinamento/
preservazione, perché non imporre direttamente uno standard?
Perché l’informazione è imperfetta su costi di abbattimento reali sostenuti dalle imprese e danni dell’inquinamento reali
sopportati da chi lo subisce:
- se le info sul valore dei costi di inquinamento sono errate → tassa troppo alta
- se le info sul valore dei costi di abbattimento sono errate → standard troppo stringente
In entrambi i casi, i costi sociali sarebbero più elevati del necessario!
L’errore commesso imponendo una tassa troppo alta (o troppo bassa) è meno grave dell’errore creato da uno standard
troppo stringente:
- Tassa: costo unitario aggiuntivo per l’impresa che è possibile ridurre riducendo l’inquinamento.
- Standard: può imporre alle imprese un costo di adeguamento troppo elevato (ad es. richiede investimenti che
l’impresa non aveva preventivato).
Nella realtà tassa e standard non vengono mai impiegati in isolamento ma sono sempre parte di un portfolio di politiche
per l’ambiente che prevede la sinergia tra diversi strumenti
Sussidi e massimizzazione del beneficio netto
Se la tassa è un costo aggiuntivo per l’impresa, il sussidio rappresenta
un ricavo. In questo caso ci poniamo nell’ottica di assegnazione di diritti
ad inquinare alle imprese e il regolatore si fa carico come rappresentante
della società per compensare l’impresa affinché riduca l’inquinamento.
- C’(A) → costo dell’abbattimento
- S*H → sussidio
max[sA-C(A)] la cui soluzione è C’(A) = s
Cioè l’impresa abbatte emissioni fino al punto in cui il costo per unità di
abbattuta è uguale al sussidio per unità abbattuta. Questo è anche uguale
all’ottimo sociale (il punto B) perciò il sussidio induce le imprese ad
arrivare al livello socialmente efficiente di inquinamento!
Se la tassa e il sussidio sono uguali al costo marginale di
abbattimento, entrambi gli strumenti ottengono il
medesimo risultato.
Cosa scegliere tra tassa e sussidio? Perché scegliere una o l’altra?
- Comportamenti opportunistici (rent seeking)
Se gli vogliamo evitare è meglio utilizzare la tassa.
Es. Con l’ introduzione incentivo fotovoltaico sono nate tantissime imprese solo allo scopo di appropriarsi del sussidio
dello stato 53
- Motivi di natura politica
O l’utilizzo di entrambi anche nello stesso settore.
EUROPA
All’interno dell’unione europea ci sono diversi tipi di politica ambientale: i paesi del nord Europa hanno sempre avuto
una particolare attenzione per l’ambiente.
Immagine SL12 -13-14 2_policy.pdf mega pippone e esempio che secondo me non serve u caz
PERMESSI NEGOZIABILI
Il regolatore determina un limite nella quantità di inquinamento accettabile ed emette dei permessi ciascuno conferente
il diritto ad accedere ad una frazione del volume totale (ad es., una tonnellata di CO2).
I permessi sono assegnati alle imprese attraverso un’asta e successivamente viene creato un mercato artificiale in cui le
imprese stesse possono scambiarsi i permessi ad inquinare, in base alle loro necessità.
Quando nasce questo tipo di strumento nasce anche un sistema di monitoraggio e sanzioni garantisce la trasparenza
dello scambio.
PERMESSI NEGOZIABILI - EMISSION TRADING SCHEME EUROPEO (EU ETS)
NB lei ha detto “puramento informativo” = SOLO DA LEGGERE / sapere indicativamente di cosa si parla
Il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS UE) è una delle pietre angolari su cui si fonda la politica
dell'UE per contrastare i cambiamenti climatici: è uno strumento essenziale per ridurre in maniera economicamente
efficiente le emissioni di gas a effetto serra ed è il primo mercato mondiale della CO2 e continua a essere il più esteso.
Il sistema ETS UE opera secondo il principio della limitazione e dello scambio delle emissioni: viene fissato un tetto
massimo per i gas serra (si riduce nel tempo) e entro questo limite le imprese acquisiscono quote di emissione che
possono anche essere scambiate. La limitazione assicura che le quote abbiano un valore e alla fine di ogni anno le
società devono restituire un numero di quote
sufficiente a coprire le loro emissioni se non vogliono subire pesanti multe.
Se un’impresa riduce le proprie emissioni, può mantenere le quote inutilizzate per coprire il fabbisogno futuro, oppure
venderle a un’altra impresa che ne sia a corto.
Il sistema riguarda i seguenti settori e gas e presta particolare attenzione alle emissioni delle quali è possibile effettuare
misurazioni, relazioni e verifiche con un elevato grado di precisione:
- anidride carbonica (CO2) derivante da produzione di energia elettrica e di calore
- settori industriali ad alta intensità energetica, comprese raffinerie di petrolio, acciaierie e produzione di ferro, metalli,
alluminio, cemento, calce, vetro, ceramica, pasta di legno, carta, cartone, acidi e prodotti chimici organici su larga
scala
- aviazione civile
- ossido di azoto (N2O) derivante dalla produzione di acido nitrico, adipico e gliossilico e gliossale
- perfluorocarburi (PFC) derivanti dalla produzione di alluminio.
INIZIO → 1 gennaio 2005
FASE OBIETTIVI RAGGIUNTI
- -
I FASE quote di emissione → assegnate stabilire un prezzo per la CO2
2005 - 2007 alle imprese a titolo gratuito -
(quasi tutte) il libero scambio di quote di
Fase pilota della durata di 3 anni in cui si emissione in tutta l’UE
-
procedeva in modo empirico in per preparare sanzione in caso di mancato -
la fase 2, quando il sistema EU ETS avrebbe rispetto degli obblighi = 40 l'infrastruttura richiesta per
dovuto funzionare in modo efficace per euro per tonnellata controllare, comunicare e
consentire all’UE di raggiungere gli obiettivi verificare le emissioni delle
di Kyoto. imprese interessate.
Ha riguardato soltanto soltanto le emissioni
di CO2 degli impianti energetici e delle
industrie che facevano un uso intensivo di
energia. 54
- -
II FASE quote di emissione → assegnate inserire il settore aereo il 1°
2008 - 2012 alle imprese a titolo gratuito gennaio 2012
(scesa leggermente a circa il -
Contemporanea con la fine del periodo di 90% ) estendere il sistema alle
commitment del protocollo di Kyoto: per emissioni di ossido di azoto
-
questo il target di emissioni è stato ridotto numerosi paesi hanno provenienti dalla produzione
del 6.5% al di sotto dei livelli del 2005. organizzato aste per lo scambio di acido nitrico
delle quote
- adesione di 3 nuovi paesi – Islanda, -
Liechtenstein e Norvegia sanzione in caso di mancato
rispetto degli obblighi = 100
euro per tonnellata
-
III FASE alle emissioni si applica un CI SIAMO ANCORA DENTRO
2013 - 2020 unico tetto per tutta l'UE
anziché tetti nazionali come in
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