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Ricerca come interazione

Perché per comprendere trasformiamo? (interazione tra conoscenza e trasformazione)

La ricerca-azione ha come fine ultimo quello della trasformazione. Si parte infatti da una situazione problematica e lo scopo finale del ricercatore è quello di trasformare il contesto di partenza in uno in cui non ci sia più la situazione di dubbio iniziale. La ricerca-azione è quindi una ricerca volta alla trasformazione della situazione di partenza, non alla conoscenza, ma per attuare questa trasformazione è necessario comprendere, interpretare il contesto.

Il momento di interpretazione viene visto come un modificare la situazione e questa modificazione è l'unica e valida al fine dell'interpretazione e comprensione. I due processi risultano quindi in relazione reciproca, in quanto presi autonomamente non svolgono la loro funzione di pensare/fare. Questa reciprocità viene definita TRANSAZIONE per indicare proprio la

contemporaneità e il loro reciprococambiamento, la loro continua trasformazione. Interpretare l'esistente significa modificarlo, modificare le forme mentis, e la modifica genera ulteriori interpretazioni e comprensioni. La transazione non divide il momento teorico da quello pratico ma imposta lo svolgimento della ricerca in un movimento circolare. Perché pensiero (ipotesi) e idee in Dewey sono operativi e funzionali? Tramite l'osservazione si sviluppano delle possibili soluzioni atte a eliminare il problema iniziale. I dati, essendo posti e non presi, assumono un significato per quello specifico contesto (diventando quindi indicativi di quella azione). Nel momento in cui i dati assumono delle significazioni già si può vedere il processo di trasformazione. I dati quindi diventano intermedi, sono i mezzi (non il fine) con i quali si può risolvere il problema. Le idee e i pensieri, ma più in generale le ipotesi che vi si scaturiscono, generali.che regolano la ricerca azione. Sono i principi Per questo loro carattere operativi, progettuale sono funzionali alla ricerca: le ipotesi diventano funzionali nel momento in cui fanno corrispondere ad un "se" un "allora", e per giungere a tale risultato necessario è il loro carattere operativo. Perché nell'indagine per conoscere è necessario trasformare? La ricerca-azione è ricerca per trasformare non per conoscere, ma comunque quest'ultimo concetto non viene accantonato. Secondo Dewey, tra conoscere e reciprocità transazione. trasformare si istaura un rapporto di e di Nel momento in cui si individua una situazione problematica, il ricercatore si avvale di dati e di ipotesi per cercare di risolvere il problema. Quando si pone un problema, si attribuisce già un valore personale al contesto, esso viene cioè trasformato. Ogni ricercatore, in base alle proprie esperienze, alle proprie conoscenze, o più in generale,in base alla propriacassetta degli attrezzi (Frabboni), individua situazioni problematiche e le trasforma. I dati che vengono selezionati e che assumono delle significazioni subiscono un processo di trasformazione in quanto sono posti e non presi in sé per sé. Anche le ipotesi assumono carattere trasformativo. In generale si può affermare che la comprensione di una situazione problematica è già di per sé una trasformazione in quanto è data dalle operazioni congiunte di osservazione e ideazione. Perché è la trasformazione che dà validità alla conoscenza? La trasformazione dà validità alla conoscenza in quanto suggerisce quali soluzioni sono valide e quali non lo sono. Nel processo di ideazione si generano delle ipotesi che sono considerate valide o non valide in quel contesto, ovvero ipotesi che hanno già subìto trasformazioni da parte del ricercatore. Autentica ricerca L'azione trasformatrice.

attribuisce alla conoscenza il significato di metodologia scientifica verificabile. È la trasformazione della realtà problematica che dà validità e conferma all'interpretazione, durante la quale avviene un'auto-strutturazione del pensiero. La conoscenza è qualcosa che si genera nella ricerca e non è mai data.

CARATTERE PROCEDURALE

Cos'è la mediazione e come è composta?

FRUTTO DELL'ATTIVITÀ RIFLESSIVA

La mediazione è ciò che permette alla ricerca-azione di risolvere la situazione problematica. Ogni tipo di conoscenza, infatti, essendo basata su un'asseribilità fondata (giustificata, cioè non fa riferimento a realtà considerate veritiere e assolute ma solo alle conoscenze che si generano nella ricerca), implica una riflessione per giungere al fine dell'indagine. Con la mediazione si fa riferimento al fatto che il pensiero non deve solo essere applicato ma prima necessita sempre di un

momento riflessivo: il ricercatore parte da esperienze e conoscenze pregresse, le quali devono essere rimesse sempre in discussione. La mediazione infatti accetta la realtà nel senso che accetta l'eredità delle esperienze passate ma deve anche fuggire dalla contingenza in quanto il pensiero riflessivo non può essere programmato. Si parla quindi di pensiero in azione. La mediazione, in generale, è composta da 3 fasi: 1. SOSPENSIONE, la prima è quella della sospensione, intesa come il momento nel quale il ricercatore-operatore deve allontanare ogni tipo di suggestione che gli zampilla in mente, deve allontanarsi dalla sua routine, deve "salire sull'albero e osservare con occhi diversi la realtà"; 2. RIFLESSIONE, poi viene il momento della riflessione, la quale si basa sulle conoscenze già in possesso ma che comunque vengono sempre riordinate tramite il pensiero; 3. SCELTA, infine, si ha il momento della scelta, nel quale il ricercatore sceglie un piano operativo.vista di una soluzione. Grazie alla dinamicità che la ricerca assume per mezzo della mediazione, il pensiero corre avanti e indietro nello stesso tempo, nel senso che guarda fino dove arrivare cercando di riprendere pensieri passati validi per quel contesto.

SOGETTO-OGGETTO

Perché il soggetto non è eliminabile?

La ricerca azione nasce nel momento in cui si ha intenzione di cambiare una situazione che risulta problematica. Questa volontà scaturisce nell'operatore, il quale gioca il ruolo principale di ricercatore che agisce attivamente nella ricerca. Essendo quindi parte attiva nell'indagine, il soggetto è inevitabilmente intrinseco nell'operazione di ricerca-azione.

La soggettività è presente in quanto fin dal momento in cui si individua il problema, nel momento in cui si stabiliscono i dati e gli si danno delle significazioni, il soggetto è colui che permette il continuum dell'indagine.

Al contrario della ricerca scientifica,

La ricerca-azione è sorretta dalla massima imparzialità del ricercatore, ma non sarebbe tale senza la presenza interna del soggetto, il quale agisce sul contesto con il fine di trasformarlo.

Qual è l'apporto del soggetto nella ricerca-azione? Il soggetto svolge un ruolo indispensabile. Senza il soggetto che agisce in modo attivo, la ricerca non esisterebbe e tantomeno si svilupperebbe. È infatti proprio il soggetto ad individuare un problema, a porre i dati che sono utili per quel determinato contesto ed a individuare le soluzioni a tale problema.

Si può parlare della ricerca-azione come una ricerca attiva e di interazione tra soggetto e contesto. Il soggetto interagisce con il contesto e la loro interazione si occupa di comprendere e quindi trasformare l'ambiente. Avendo la ricerca un carattere di operatività, il soggetto passa dall'essere uno spettatore della conoscenza, come avviene nella ricerca sperimentale,

ad essere attore della conoscenza. Il ricercatore come attore interno al contesto è una condizione necessaria della ricerca-azione. INTERRELAZIONE RECIRPOCA TRA SOGGETTO E OGGETTO Per comprendere l'interrelazione tra soggetto e oggetto è possibile ripercorre il modello dell'indagine della r.a. per comprendere quale ruolo rivesta il soggetto in relazione alla situazione problematica. Innanzitutto, è il soggetto che percepisce e coglie l'esistenza di una situazione indeterminata, fonte di dubbio, decidendo di mettere in atto un'attività di tipo riflessivo. Nella r.a. il soggetto che fa ricerca è allo stesso tempo ricercatore ed operativo. Questo fatto, inoltre, ha concorso a determinare una deriva soggettivista della r.a. È possibile superare questo impasse coniugando la soggettività inevitabile all'oggettivazione possibile. È chiaro che la soggettività nella r.a. non è alienabile, dato che ilsoggetto è interno alla ricerca, chedà significato alla realtà attraverso le proprie idee e la trasforma. Dunque la consapevolezza della presenza del soggetto all'interno della ricerca permette di arginare il fenomeno soggettivo, ritenendo che tale ricerca non conduca ad una verità assoluta ma storicamente, culturalmente e socialmente oggettiva. La ricerca azione è un processo che lega in maniera indissolubile soggetto e oggetto in quanto è il soggetto che guarda e coglie la situazione, ovvero l'oggetto. Tuttavia, il soggetto, con la sua attività riflessiva, trasforma l'oggetto e ne risulta trasformato. A tale proposito, è stato evidenziato l'elevato valore formativo della r.a. Qual è l'apporto deweyano alla ricerca-azione? (implementazione logica) – PERCHE' VIENE SCELTO DEWEY PER SPIEGARE LA RICERCA AZIONE L'indagine deweyana nell'esplicare i suoi fondamenti dàun’implementazione logica alla ricerca azione. Innanzitutto, la ricerca in Dewey è intesa come processo, ovvero PROCESSO INTRINSECAMENTE RIFLESSIVO come un metodo di indagine. Importante è tenere conto che si parla di processo e mai di procedura. NEGOZIAZIONE, Altra tappa del processo è la negoziare le ipotesi che è un accordo operativo, ovvero come scelta di ipotesi che vanno argomentate e giustificate ma che non sono sufficienti a validarle. È, infatti, solamente l’empirico a poter attribuire valore di validità o non validità all’ipotesi. RICERCA SITUATA, Altra caratteristica è che si tratta di una ricerca sul campo “qui e ora”, storica e sociale. Storica poiché ogni costrutto teorico si fonda su di un’oggettività che non è mai assoluta; sociale poiché la ricerca risente dello spazio in cui avviene e nel contesto culturale in cui si sviluppa. Si tratta quindi di una modalità di conoscenza de
Dettagli
A.A. 2021-2022
13 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alexa.saccomandi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Logica matematica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Martini Berta.