DOMANDE POSSIBILI ORALE FINANZA AZIENDALE
Struttura finanziaria
Ogni azienda per realizzare la propria attività ha bisogno di risorse finanziarie.
Le modalità di finanziamento determinano il modo in cu i il valore dell’impresa
viene ripartito.
Vi sono 2 principali modalità di finanziamento: debito e equity(capitale
azionario/proprio).
1. Il debito: l’azienda può reperire delle risorse finanziarie emettendo
obbligazioni o rivolgendosi ad istituti di credito. Vi sono infatti soggetti e
istituzioni che acquistano il debito aziendale prestando denaro all’impresa.
(creditori e obbligazionisti dell’impresa)
2. Equity: i detentori delle quote di equity sono gli azionisti.
È possibile quindi stabilire quale struttura finanziaria sia preferibile? NO. Nel
caso di ricorso al debito, gli earning per share in ipotesi di normalità e di
espansione aumentano, ma in una situazione negativa come quella di
recessione gli utili per azioni sono pari a 0. Al contrario, in caso di assenza di
debito, ipotizzando una fase di recessione gli utili per azionisti rimangono
comunque positivi. Questa situazione di ricorso al debito quindi si traduce in un
maggior rischio (2 scenari su 3 sono migliori però è anche vero che in 1
scenario la situazione negativa). ciò dipende dalla propensione al rischio del
soggetto. Un investitore più propenso al rischio preferirà la seconda struttura,
al contrario, un investitore avverso al rischio preferirà guadagnare di meno in
condizioni normali e di espansione ma con la certezza che in un’ipotetica
condizione di recessione guadagnerà comunque qualcosa
Proposizione I di MODIGLIANI E MILLER: quando non ci sono delle imposte
NON è possibile stabilire quale sarebbe la struttura finanziaria migliore per
un’impresa sulla base di queste informazioni. Per Modigliani e Miller,
un’impresa, semplicemente modificando la ripartizione tra azioni e debito
(com’è divisa la torta), non può modificare il valore totale dell’impresa
(grandezza della torta). Il valore dell’impresa rimane lo stesso qualunque sia la
struttura finanziaria. Ne deriva che non esiste una struttura finanziaria migliore
di qualsiasi altra per gli azionisti dell’impresa: Valore dell’impresa levered
(indebitata)= valore impresa unlevered (non indebitata).
In base a queste considerazioni
Modigliani e Miller sviluppano la PROPOSIZIONE II: continuando ad
ipotizzare l’assenza di imposte, affermano che il rendimento atteso del capitale
azionario è correlato positivamente alla leva finanziaria perché il rischio per gli
azionisti aumenta con l’indebitamento*
Rendiconto finanziario
È un documento che permette di analizzare la generazione o diminuzione di
liquidità durante il periodo amministrativo
Il rendiconto finanziario di basa sui flussi di cassa che rappresentano entrate e
uscite monetarie, ci forniscono informazioni sull’effettiva disponibilità di
ricchezza in azienda.
Per interpretarli dobbiamo analizzare quindi i flussi di casa in modo dinamico e
può essere di due tipi
consecutivo si considerano i flussi dell’ultimo periodo gestionale
preventivo si conduce una stima dell’andamento nel successivo periodo
gestionale
Si calcola
Reddito operativo (EBIT) sottraiamo le imposte afferenti alla gestione corrente,
e in questo modo si ottiene l’autofinanziamento potenziale, a cui va sottratta la
variazione del capitale circolante netto, e si ottiene così l’autofinanziamento
reale.
Al flusso di cassa di gestione corrente occorre sommare i flussi relativi agli
investimenti e disinvestimenti operativi, così si arriva al flusso di cassa della
gestione operativa. Sottratte le passività finanziarie, gli oneri e i proventi
finanziari e pagate le imposte relative ad essi si ottiene flusso di cassa
disponibile per gli azionisti (FCFE).
Dopodiché bisogna capire se verranno distribuiti i dividendi e se ci sono
eventualmente aumenti o riduzioni di capitale sociale in questo modo si arriva
al flusso di cassa complessivo.
Premio al rischio
Il rischio è compreso nel tasso di attualizzazione R di un progetto, mentre per
l’investitore rappresenta il rendimento atteso se si intraprende un progetto, per
l’impresa rappresenta il costo del capitale che sarà necessario raccogliere per
finanziare gli investimenti dell’impresa.
Il tasso di attualizzazione di un progetto dovrebbe essere uguale al rendimento
atteso di un’attività finanziaria con analogo rischio, questo perché il tasso di
attualizzazione allo stesso tempo rappresenta il costo opportunità.
Dal punto di vista dell’impresa, il rendimento atteso è il costo del capitale
aziendale. In base al CAPM(capital asset pricing model) il rendimento atteso
dell’equity può essere scritto:
�� = �� + � � (�� − �� )
Dove �� è il tasso del titolo privo di rischio
�� − �� è la differenza tra il rendimento atteso del portafoglio di mercato e
quello del titolo non rischioso premio di rischio del mercato
Per stimare il costo del capitale (100% equity) occorre dunque conoscere:
1. Il tasso corrispondente al titolo privo di rischio ��
2. Il premio di rischio di mercato �� – ��
3. Il beta dell’azienda �
Rischio sistematico e rischio non sistematico: La parte non anticipata del
rendimento, quella derivante da sorprese, rappresenta il VERO rischio di ogni
investimento (se ottenessimo sempre ciò che ci eravamo attesi, incertezza e
rischio non avrebbe ragione di essere). È possibile dividere gli annunci, e il
rischio conseguente, in due componenti:
- Parte sistematica: il rischio sistemico (o di mercato) è un rischio che influenza,
in misura maggiore o minore, un ampio numero di attività (es. notizie
riguardanti il PIL, tassi di interesse, condizioni economiche in generale).
- Parte specifica: il rischio specifico è un rischio che incide specificatamente su
un numero limitato di asset (es. annuncio sciopero all’interno di una piccola
società).
Beta
Rappresenta la sensibilità del rendimento del titolo ai portafogli di mercato.
Viene calcolato come la covarianza tra il rendimento del titolo e il rendimento
del portafoglio di mercato rapportata alla varianza del portafoglio di mercato.
Il beta nella realtà deve essere stimato.
Quando si fanno queste stime sulla rischiosità si pone il problema dell’orizzonte
temporale da considerare: non vanno scelti né periodi troppo brevi di analisi né
troppo lunghi, difatti, un numero di osservazioni basso restituirebbe dei
coefficienti non significativi o affidabili per fare delle inferenze, mentre dati
troppo lontani perderebbero di rilevanza (ad esempio le imprese potrebbero
cambiare settore di riferimento nel tempo).
Non tutte le aziende hanno la stessa sensibilità, ci sono dei fattori inerenti alle
singole aziende che influiscono sulla propria sensibilità. In particolare, la
Rischiosità degli investimenti aziendali può essere influenzata da 3 fattori:
- ciclicità
I ricavi di alcune imprese seguono un andamento ciclico ovvero, risultano
essere molto buoni nelle fasi di espansione del ciclo economico (ricavi in
espansione quando l’economia è in espansione), meno buoni in fase di
contrazione
- leva operativa
La leva operativa fa riferimento alla distinzione tra costi fissi e costi variabili: i
costi fissi NON si modificano al modificarsi delle vendite, al contrario i costi
variabili aumentano all’aumentare dell’ouput. La leva operativa consente di
cogliere l’impatto dei costi fissi sul reddito operativo.
- leva finanziaria
Come la leva operativa, anche la leva finanziaria, si riferisce ai costi fissi, in
particolare, ai costi di finanziamento (e NON di produzione). In riferimento alla
struttura finanziaria, un’impresa può finanziarsi anche attraverso il debito (es.
emissione di obbligazioni, mutui, contratti con intermediari ecc..). Però, mentre
gli azionisti hanno una remunerazione che dipende dall’andamento dell’azienda
(diritto residuale), i debitori sono privilegiati ed hanno diritto a ricevere la
propria remunerazione indipendentemente dall’andamento dell’azienda per
l’azienda questi costi rappresentano dei costi fissi di finanziamento:
indipendentemente dalle vendite l’impresa dovrà pagare degli interessi a
questi creditori. In un’impresa indebitata, il beta delle attività non coincide con
il beta dell’equity: �� ������
à = � � + � ∗ �� + � � + � ∗ ��
Riclassificazione SP
Lo SP è l’istantanea di un’impresa ad una certa data prefissata. A sinistra si
collocano e attività: rappresentano gli investimenti effettuati e i beni acquisiti
dall’azienda. A destra sono disposte le passività e il capitale netto (equity)
rappresentano il modo in cui vengono finanziati gli investimenti e sono anche
gli impegni verso i creditori (in caso di passività di debito). La somma delle
poste di sinistra e di destra deve coincidere, per cui: Attività = Passività + C.
Netto. Il capitale netto può anche essere definito come la differenza tra attività
e passività. Il capitale netto è ciò che rimane agli azionisti dopo aver
soddisfatto i debiti.
Riclassificazione CE
Il conto economico misura il risultato economico/performance in un periodo
prefissato. Il conto economico esprime la redditività (differenza tra ricavi e
costi):
RICAVI - COSTI = REDDITO.
Il conto economico può essere riclassificato secondo 2 criteri:
1. Fatturato e costo del venduto
2. Produzione e valore aggiunto
Simulazione di Monte Carlo
è un ulteriore tentativo di modellizzare l’incertezza e consiste nel simulare
casualmente tanti scenari diversi. Questo approccio deve il proprio nome al
celebre casinò di Monte Carlo, perché analizza i progetti nello stesso modo in
cui si potrebbero analizzare le strategie del gioco d’azzardo. Non si tratta di un
modello teorico del tipo “se questa variabile cambia, succede questo” ma,
poiché l’incertezza è talmente vasta, si cerca di simulare casualmente tanti
scenari diversi in modo da analizzare tutte le combinazioni possibili.
Fase 1. Specificazione del modello di riferimento: Si definisce il criterio di
scelta dell’investimento e i requisiti minimi dei progetti. Bisogna, inoltre,
stabilire le componenti delle variabili: - I ricavi dipendono da: quota di mercato,
dimensione di mercato e prezzo unitario a cui si venderà il
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Economia degli intermediari finanziari - Domande aperte
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