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(ROA)
TA/Mp misura della leva finanziaria della banca, da un lato agisce come moltiplicatore e dall'altro costituisce l'elemento
fondante dell'equilibrio patrimoniale.
201) Quali sono i rischi di gestione tipici di una banca? (solo elenco).
I rischi di gestione tipici di una banca sono:
rischio di controparte o di insolvenza della controparte (la controparte obbligata a dare una certa prestazione si rivela insolvente,
cioè non è disposta a pagare per volontà o incapace di pagare per impossibilità determinata da fattori esogeni);
rischio di mercato (possibilità che variazioni di prezzi di mercato influiscano sul risultato reddituale della gestione);
rischio operativo (possibili rischi caratterizzanti l'operatività degli intermediari finanziari, possibilità che l'organizzazione
aziendale presenti disfunzioni, determini o subisca danni);
rischio di variazione del livello generale dei prezzi (possibilità che l'inazione influisca sulla redditività della gestione).
202) Che cosa è il rischio di controparte e come si può articolare? (solo definizioni).
Il rischio di controparte o di insolvenza della controparte riguarda la possibilità che la controparte contrattuale, obbligata a dare una certa
prestazione (rimborso capitale, pagamento interessi, regolamento compravendita di valori mobiliari o di valute), si riveli insolvente, cioè
non disposta a pagare (volontà) o incapace di pagare (impossibilità determinata da fatti esogeni). L'insolvenza può essere dovuta ad un
contratto di credito o di compravendita per questo si distinguono:
rischio di credito, alle scadenze previste dal contratto il cliente finanziato si rivela insolvente totalmente o parzialmente per
quanto riguarda il rimborso e/o il pagamento degli interessi maturati;
rischio di regolamento, rischio di insolvenza della controparte contrattuale obbligata a consegnare una certa somma di denaro in
contropartita di predeterminati strumenti finanziari (valori mobiliari, altri titoli di credito, valute estere, strumenti derivati...) o
viceversa (regolamento di scambio).
203) Che cosa si intende per rischio di mercato cui può essere esposta una banca? Come si può articolare? (solo definizioni).
Il rischio di mercato riguarda la possibilità che le variazioni dei prezzi di mercato (prezzi della attività finanziarie negoziabili, tassi di
interesse e tassi di cambio) influiscono sul risultato reddituale della gestione. Tale rischio riguarda tutti gli intermediari che esercitano
l'intermediazione creditizia e/o quella mobiliare e si concreta solo ed esclusivamente quando l'intermediario finanziario prende posizione.
Si distinguono:
rischio di interesse, consiste nell'eventualità che l'andamento dei tassi di mercato provochi variazioni divergenti del rendimento
medio degli impieghi e del costo medio della raccolta con ripercussioni sul margine di interesse;
rischio di tasso, riguarda l'operatività in moneta diversa da quella nazionale conseguente all'assunzione di attività finanziarie e/o
possibilità dominate in valute le quali implicano l'assunzione di una posizione rispetto al futuro andamento dei tassi di cambio
della valuta considerata;
rischio di prezzo, riguarda le variazioni dei prezzi di mercato dei titoli che influenzano l'ammontare risultato dalla negoziazione e
determinano l'entità delle plus/minusvalenze dei titoli in portafoglio dovute a mutamenti generali delle condizioni di mercato,
dovute a circostanze riguardanti i singolo emittente.
204) Che cosa si intende per rischio di interesse cui può essere esposta una banca?
Il rischio di interesse consiste nell'eventuale andamento dei tassi di mercato provochi variazioni divergenti dal rendimento medio degli
impieghi e del costo medio della raccolta con ripercussioni sul margine di interesse: variazioni dei tassi di interesse correnti, in date
condizioni di struttura finanziaria dell'attivo e del passivo, imprimono volatilità al margine di interesse. Il rischio di interesse scaturisce
dalla presenza in bilancio di un mismatching riguardante: scadenze delle attività e delle passività e le relative condizioni di rinnovo se
previste dalle condizioni contrattuali, condizioni di rivedibilità dei tassi, eventuale esistenza in ambito dei conti “impegni e rischi” di
contratti di interest rate future che modificano situazioni di matching o mismatching. Per misurare l'esposizione al rischio è necessario
analizzare le condizioni contrattuali che regolano la rinegoziabilità dei tassi relativamente al complesso degli impieghi e della raccolta. Il
modello più semplice per la misurazione del rischio di tasso si basa su una riclassificazione del bilancio che separi le attività e le passività
a tasso rinegoziabile da quelle a tasso non rinegoziabile nell'esercizio, si limita alle poste che generano flussi di interessi attivi o passivi,
cioè attività finanziarie fruttifere di interessi (prestiti e titoli obbligazionari) e passività remunerate da interessi (passività onerose: depositi
e obbligazioni). Si tratta di attività e passività che: giungono a scadenza nell'intervallo temporale t0 – t1 (fine dell'esercizio), prevedono la
possibilità di revisione del tasso in t0 – t1, sono state negoziate a vista o a scadenza indeterminate (aperture di credito, depositi in c/c,
depositi a risparmio ordinario libero).
205) Che cosa si intende per rischio operativo di una banca? (solo definizione).
Il rischio operativo riguarda rischi che caratterizzano l'operatività degli intermediarii finanziari e si riferisce all'eventualità che
l'organizzazione aziendale presenti disfunzioni, determini o subisca danni. Tale rischio riguarda il complesso dei rischi connessi con il
regolare funzionamento dell'impresa, infatti, non si tratta di un rischio caratteristico dell'intermediazione finanziaria. Lo è diventato perché
il Comitato per la vigilanza bancaria ha valutato che il rischio operativo potesse avere impatti sulla stabilità delle banche e lo ha incluso
tra i parametri che concorrono ad accertare la condizione di adeguatezza patrimoniale. I rischi operativi deviano da: profili interni
dell'organizzazione aziendale, situazioni di responsabilità aziendale verso clienti, situazioni di rischio la reputazione e possibilità eventi
esogeni mettono a repentaglio il funzionamento dell'azienda.
206) Che cosa sono le cartolarizzazioni dei prestiti bancari?
La cartolarizzazione è una tecnica finanziaria, uno strumento finanziario complesso, che trasforma strumenti finanziari non trasferibili
(prestiti e depositi bancari) in altri strumenti negoziabili e liquidi. La banca si specializza in questa attività (organisation) trasferendo a
terzi (SPV, società veicolo) la funzione di asset holding cioè di mantenere in bilancio fino a scadenza le attività corrispondenti (prestiti).
Tale forma produce 3 importanti effetti: effetto velocità (la cessione dei crediti genera subito liquidità per la concessione di prestiti),
effetto di allargamento delle opportunità di raccolta (i titoli obbligazionari emessi da SPV sono acquistati in genere da investitori
istituzionali clienti depositanti della banca), effetto istantaneo di disntermediazione programmata (la banca trasferisce l'intermediazione
creditizia in capo allo SPV appositamente costituito e emittente delle ABS designati con clausole differenziate di prelazione, con rating di
agenzie esterne e con profili di rendimento). La cessione di crediti con tale tecnica è una innovazione della tecnologia del processo di
intermediazione creditizia, il cui finanziamento viene sostenuto da investitori del mercato mobiliare. Il nuovo modello consente alla banca
di concentrare e sviluppare le proprie competenze di gestione e del credito.
207) In cosa consiste il modello originate to distribute (otd)?
Con la cessione mediante cartolarizzazione dei crediti concessi, la banca si specializza in questa attività (organisation) trasferendo a terzi
(SPV) la funzione di asset holding cioè di mantenere in bilancio fino a scadenza le attività corrispondenti (prestiti). Si verifica il passaggio
della banca dal modello originate – and – hold (la banca produce i prestiti e li tiene in bilancio) al modello originate – to – distribute, cioè
la banca produce i prestiti e li trasferisce e li distribuisce perché le ABS, (asset backed securieties, titoli sostenuti da altre attività) sono
distribuiti. Ciò avviene attraverso delle operazioni: s'identifica un blocco o portafoglio di crediti non trasferibili, la banca (proprietario del
portafoglio) lo cede pro-soluto (liberandosi di ogni responsabilità) per un dato prezzo a una società specifica (società veicolo: SPV),
quest'ultima emette titoli obbligazionari (ABS) collocandoli sul mercato mobiliare e produce un'entrata finanziari che consente il
pagamento del prezzo di acquisto/cessione, il portafoglio ceduto viene attribuito in gestione alla stessa banca cedente e i relativi flussi
trasferiti alla SPV che li destina al servizio delle ABS emesse secondo un ordine di priorità differenziato per diverse tranches di emissione,
infine, le entrate di cassa alla SPV sono protette da rischi di insolvenza dei crediti mediante garanzie interne e/o esterne.
208) Quali sono i vantaggi per le banche delle cartolarizzazione dei crediti?
Tale forma consente alla banca di concentrare e sviluppare le proprie competenze di gestione e del credito con la possibilità di:
massimizzare i ricavi tipici dell'attività di organisation (commissioni pagate dai clienti per i finanziamenti), incassare subito le plusvalenze
(differenza positiva tra prezzi di cessione dei prestiti destinati alla cartolarizzazione e del loro valore nominale), incassare in via
continuativa commissioni relative all'attività di servicing e di monitoring (SPV non è dotato di organizzazione, competenze e risorse per
gestire i portafogli di prestiti acquistati e delega gestione e monitoraggio alla banca originate), infine, sviluppare attività e modello di
business con flessibilità e rapidità maggiori rispetto al modello precedente (originate – and – hold).
209) Quali sono le precauzioni regolamentari che si dovrebbero adottare per evitare che le cartolarizzazioni producano esternalità
negative nel sistema finanziario?
La banca originator trasferisce totalmente ed esternalizza i rischi tipici dell'intermediazione creditizia, da un lato il rischio di credito o di
insolvenza relativa ai prestiti, dall'altro il rischio di liquidità dall'eventualità che i flussi di cassa generati dai prestiti non corrispondano
alle scadenze di pagamento incorporate nelle obbligazioni emesse. Questi rischi riguardano lo SP, a condizione che la banca originaria e
cedente non mantenga