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Lo stato nutrizionale della vitamina C è generalmente valutato stimando le riserve corporee o misurando le
concentrazioni plasmatiche e leucocitarie della vitamina.
3.5.1 Escrezione urinaria
L’escrezione urinaria di vitamina C scende a livelli molto bassi nella deficienza, tuttavia non vi sono valori
standard per poter valutare lo stato di nutrizione tenendo conto di questo parametro. Per questo motivo il test
è poco utilizzato. Più utile, invece, è il test di escrezione urinaria dopo carico. Se le scorte della vitamina
sono deplete l’escrezione urinaria rimane bassa 23 .
3.5.2 Livelli plasmatici e leucocitari
La concentrazione plasmatica della vitamina diminuisce rapidamente durante la deplezione, fino a
raggiungere livelli non misurabili entro 4 settimane dall’inizio di una dieta carenziata nonostante i primi
segni di scorbuto compaiono dopo 3-4 mesi. La resistenza verso lo scorbuto, quindi, dipende dai livelli
tissutali, piuttosto che da quelli plasmatici.
Per questa ragione è stata proposta la misura di ascorbato nelle cellule ematiche (leucociti). Le preparazioni
cellulari possono fornire indici più precisi sui livelli di vitamina C, ma sono difficili da eseguire. La
concentrazione di ascorbato nei leucociti è ben correlata alle concentrazioni negli altri tessuti e diminuisce
più lentamente delle concentrazioni plasmatiche. Una diminuzione significativa dell’ascorbato nei leucociti
coincide, quindi, con la comparsa dello scorbuto. Il problema di queste misurazioni è che non tutti i tipi di
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leucociti accumulano ascorbato nella medesima quantità. Poiché la formula leucocitaria può variare come
risultato di diverse patologie, è necessario utilizzare particolari cautele per valutare lo stato nutrizionale della
vitamina basandosi su determinazioni dell’ascorbato nei leucociti totali. Una misurazione totale dovrebbe
dare un’indicazione del pool corporeo.
22 Meglio se consumati crudi poiché la vitamina C è termolabile e in parte viene persa durante la cottura.
23 Quando l’apporto di acido ascorbico è minimo l’organismo tende a preservare il più possibile le proprie scorte
riducendo al minimo la quota eliminata.
24 La formula leucocitaria o emogramma è un esame del sangue che quantifica il numero di globuli bianchi in un
millimetro cubo di sangue, esprimendo anche il rapporto quantitativo e percentuale dei vari tipi di globuli bianchi. 8
Parametri usati per la valutazione dello stato di nutrizione della vitamina C
Plasma Contenuto Leucociti totali Leucociti mononucleati
8 8
(μg/10 (μg/10
(mg/ml corporeo cellule)
) (mg) cellule)
Range di 4-15 500-1500 20-53 25-44
riferimento
Adeguato >4 >600 >20 >25
Basso 2-4 300-600 10-20 20-25
segno di deficienza <2 <300 <10 <20
Figura: Parametri usati per la valutazione dello stato di nutrizione della vitamina C
Fonte: ARIENTI G., Le basi molecolari della nutrizione, PICCIN, 2010.
3.5.3 Marker del danno ossidativo del DNA
Durante la deplezione della vitamina C si ha un aumento della formazione ed una riduzione della rimozione
dal DNA dell’8-idrossiguanina, marker del danno ossidativo a
carico del DNA. La guanina è la base azotata più sensibile
all’ossidazione ed una volta modificata non sarà più
riconosciuta dagli enzimi preposti alla riparazione e può, a sua
volta innescare delle mutazioni con alterazione del codice
genetico. Vari studi mostrano che l’aumento di questa molecola
è strettamente legato all’insorgenza di vari tipi di cancro. Infatti,
si è visto, che il trattamento dei ratti con un agente ossidante provoca in essi un cancro renale e ciò è dovuto
all’elevata presenza della guanina ossidata nel DNA. La vitamina C, essendo una molecola antiossidante,
previene la formazione dell’8-idrossiguanina. Per questo, è possibile utilizzare la 8-idrossiguanina presente
nel DNA o l’escrezione urinaria della stessa per stimare i bisogni della vitamina e cioè il livello minimo di
formazione di 8-idrossiguanina potrebbe corrispondere alla nutrizione ottimale di ascorbato.
3.6 Livello raccomandato di assunzione e fabbisogno
Non essendo sintetizzabile dall’organismo umano, il fabbisogno di vitamina C è assicurato dagli alimenti e
poiché essa non si accumula, l’apporto con la dieta deve essere costante altrimenti si cade in uno stato di
ipovitaminosi che provoca appunto lo scorbuto. Il livello minimo giornaliero necessario di vitamina C è,
perciò, facilmente definibile come la quantità sufficiente ad evitare lo scorbuto, ovvero di 10 mg/die.
questo non è l’unico parametro per valutare ottimale un livello di assunzione e sicuramente la dose
Tuttavia,
minima giornaliera da assumere è maggiore. La valutazione di ciò che debba essere considerato come livello
ottimale è discutibile, e per questo motivo i valori proposti nei diversi documenti di riferimento variano in un
9
ampio range. Vista la difficoltà nello stabilire questi valori ottimali, i vari esperti hanno espresso opinioni
25
differenti per le RDA (Dose Minima Giornaliera). Per il maschio adulto il range va da 45 mg/die nelle
raccomandazioni Australia-Nuova Zelanda (NRV, Nutrient Reference Values for Australia and New
26
Zealand, 2006) e WHO/FAO (2004) a 100 mg/die nelle raccomandazioni Germania-Austria-Svizzera
(DACH, 2002).
Il fabbisogno giornaliero di vitamina C nella popolazione adulta e pediatrica secondo i livelli di assunzione
27
giornaliera raccomandati (LARN) dalla Società Italiana di Nutrizione sono riportati nella tabella seguente.
Età Livelli raccomandati (mg/die)
Lattante (fino a 12 mesi) 35
Bambino (età < 4 anni) 40
Bambino (età < 7 anni) 45
Bambino (età < 11 anni) 45
Adolescente (età < 15 anni) 50
Adulto, adolescente (età < 18 60
anni)
Gravidanza 70
Allattamento 90
Figura: livelli di assunzione giornaliera raccomandati (LARN) dalla Società Italiana di Nutrizione
Fonte: http://www.pharmamedix.com
In Italia la dose giornaliera consigliata per la vitamina C, (RDA), è di 90 mg per gli uomini e 60 mg per le
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donne. Per quanto riguarda gli EAR (Estimated Average Requirements) , abbiamo per gli uomini valori
29
consigliati di 75 mg/die e per le donne 60 mg/die. Il livello di assunzione massimo tollerabile, UL , è pari a
2 g/die nell’adulto e di 1 g/die nel bambino.
Oltre alle condizioni fisiologiche, per stabilire la dose ottimale di vitamina C da assumere, bisogna tenere
presenti alcune condizioni particolari, come ad esempio il genere, infatti le donne tendono ad avere
concentrazioni ematiche di vitamina più elevate di quelle degli uomini (che hanno perciò bisogno di più
vitamina C). Anche l’età è un parametro da valutare, infatti spesso si riscontrano bassi livelli di vitamina
25 RDA (Recommended Daily Allowance) o dose giornaliera consigliata o dose giornaliera raccomandata indica la
quantità di nutrienti (macronutrienti e micronutrienti) che una persona in buona salute dovrebbe assumere per
soddisfare il suo fabbisogno giornaliero
26 I documenti NRV e WHO/FAO, ad esempio, si basano sul mantenimento delle riserve corporee di vitamina C ed
indicano per il sesso maschile in età adulta un fabbisogno medio di 30 mg/die. Questo valore è stato calcolato
assumendo un contenuto corporeo totale di 900 mg (valore medio fra 1500 mg, corrispondente alla saturazione
tissutale, e 300 mg, valore soglia sotto il quale compare lo scorbuto), un catabolismo giornaliero del 2,9% ed una
biodisponibilità dell’85%. Pertanto il fabbisogno medio è di 900(2,9/100)(100/85) = 30. Il livello di assunzione di
riferimento di 45 mg/die è stato stabilito applicando il doppio di un coefficiente di variazione del 20%.
27 Linee guida pubblicate dalla SINU, Società Italiana di Nutrizione Umana nel 1996.
28 Sono i fabbisogni medi stimati, ovvero livelli di assunzione di sostanze nutritive stimati per soddisfare le esigenze di
metà degli individui sani in un gruppo particolare.
29 Tolerable upper intake level. 10
negli anziani e si pensa che ciò è dovuto a bassi livelli di assunzione che invece dovrebbero essere gli stessi
dell’età adulta. Recenti studi hanno mostrato come nei fumatori i livelli plasmatici di vitamina sono
generalmente più bassi rispetto ai non-fumatori e questa condizione è probabilmente dovuta ad un maggior
consumo di vitamina causato dallo stress ossidativo indotto dalle sostanze tossiche inalate. Nei soggetti che
fumano più di 20 sigarette al giorno il metabolismo della vitamina C aumenta di oltre il 40 % e pertanto il
fabbisogno rispetto ai non fumatori è maggiore e si devono aggiungere alla dose ottimale circa 35 mg in più.
Nella donna durante l’allattamento, a causa della quantità di vitamina secreta con il latte, i livelli
raccomandati devono essere più elevati, infatti la dose giornaliera consigliata (RDA) è di 120 mg mentre il
fabbisogno medio stimato (EAR) è di 100 mg.
Allo stesso modo si stima che anche in gravidanza il fabbisogno sia maggiore, infatti la dose giornaliera
consigliata (RDA) è di 85 mg e il fabbisogno medio stimato (EAR) è di 70 mg. Questo problema interessa
soprattutto donne in gravidanza che fanno uso di alcol, fumo e frequente uso di aspirina. Il fabbisogno di
vitamina può inoltre aumentare in caso di infezioni, nel decorso post-operatorio e in associazione ad alcuni
farmaci che favoriscono l’escrezione della stessa vitamina (salicilati,atropina, tetracicline, barbiturici). Nel
caso dei lattanti le quantità raccomandate sono basate sul contenuto in vitamina C del latte materno, e sono
state fissate a circa la metà di quelle raccomandate per l’adulto (20-30 mg/die). Per le età successive le
quantità vengono aumentate progressivamente con l’aumentare del peso corporeo, fino a raggiungere quelle
dell’età adulta. Fino ad 1 anno di età la dose giornaliera raccomandata è di 35 mg, da 1 a 3 anni è di 40 mg,
da 4 a 10 anni è di 45 mg e da 11 a 14 anni è di 50 mg.
3.7 Tossicità
Per la vitamina C non sono stati riportati effetti avversi per dosi fino ad 1 g/die, mentre compaiono per dosi
30
superiori, a partire da 3 g/die . Tra gli effetti collaterali riconducibili alle dosi elevate di vitamina C
dall’effetto
troviamo disturbi gastrointestinali quali diarrea, nausea, vomito, crampi addominali causati
osmotico dell’acido ascorbico presente in quantità elevata, non assorbita, nel lume intestinale 31 .
Un’eccessiva assunzione di vitamina C sembra causare un aumento della produzione di ossalato e acido
urico con aumento del rischio di forma