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LUIGI PIRANDELLO
Ha sperimentato più generi letterali, occupandosi principalmente di produzione narrativa:
- novelle: Novelle per un anno
- romanzo: Fu Mattia Pascal, Uno nessuno centomila
- rappresentazioni teatrali
Luigi Pirandello nasce nel 1867 a Girgenti, l’odierna Agrigento, in Sicilia, terra fertile che ha
dato la vita a scrittori come Verga, Capuana e Quasimodo. Viene da una famiglia di agiata
condizione borghese e il padre, che dirigeva alcune miniere di zolfo, era di tradizioni
risorgimentali e garibaldine.
Sicilianità > Ha un legame profondo con la sua terra nativa ma ben presto la abbandonerà
per trasferirsi nel continente.
A Palermo conclude gli studi liceali e anche se il padre, lo avvia agli studi di giurisprudenza,
Luigi, segue la sua vocazione letteraria, iscrivendosi alla Facoltà di Lettere, prima a Palermo
poi a Roma.
A causa di contrasti con il docente di latino, abbandona l'Università di Roma e concluse il
percorso di studi a Bonn, dove Pirandello si laureò in Filologia discutendo una tesi di laurea
sulle origini e le caratteristiche del dialetto agrigentino > indirizza lo studio filologico ai dialetti
(come sono nati e come si sono evoluti).
L'esperienza degli studi in Germania fu importante perchè lo mise in contatto con la cultura
tedesca e in particolare con gli autori romantici, che ebbero profonda influenza sulla sua
opera e sulle sue teorie sull'umorismo.
Tornato a Roma entra in contatto con il verismo e conosce Luigi Capuana, che rendendosi
conto delle sue potenzialità lo esorta a scrivere.
Il ritorno a Roma coincide per lo scrittore con l’inizio della vita borghese, sposa Maria
Antonietta Portulano e diventa insegnante di lettere, e dopo le prime raccolte in versi
(ispirate ai poeti dell’Ottocento romantico), inizia a comporre il suo primo romanzo,
pubblicato solo nel 1901, con il titole de L'esclusa, collabora inoltre con diversi giornali e
riviste, tra cui il prestigioso Marzocco, a cui lavoravano anche Pascoli e D'Annunzio.
L’evento cruciale dell’esistenza dello scrittore cade nel 1903: un allagamento della zolfara di
famiglia provocò il dissesto economico dei Pirandello ma soprattutto ebbe conseguenze
sulla psiche di Maria Antonietta, che cadrà da qui in poi in una grave forma di malattia
mentale e sprofondò irreversibilmente nella follia.
È proprio in questo periodo che lo scrittore lavora al primo capolavoro: Il fu Mattia Pascal. La
stesura di novelle si intreccia d'ora in poi con la scrittura romanzesca.
Ma soprattutto nel 1908, per concorrere ad una cattedra universitaria, Pirandello pubblica
due saggi capitali uno dei quali è L’umorismo il testo fondamentale con cui l'autore presenta
la propria visione del mondo.
Dal 1910 Pirandello ebbe il primo contatto con il mondo teatrale e dal 1915 la sua
produzione tatrale si intensificò. In quell'anno a Milano viene messa in scena la prima
commedia, Se non così ; da quel momento Pirandello divenne soprattutto scrittore per il
teatro.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, Pirandello, in nome delle sue posizioni patriottiche
aveva visto con favore l'intervento dell'Italia in guerra, considerandolo come una sorta di
compimento del processo risorgimentale, allo stesso tempo la guerra incise dolorosamente
sulla sua vita, poichè il figlio Stefano, partito volontario, fu subito fatto prigioniero dagli
austriaci, e il padre si adoperò con ogni mezzo, ma invano, per la sua liberazione. In
conseguenza del fatto la malattia mentale della moglie si aggravò, e quando nel 1918, finita
la gurra, il figlio tornerà, Pirandello vivrà un momento di gioia ma anche di dispiacere, poichè
sarà costretto a prender la decisione di internare la moglie in una casa di cura.
I drammi pirandelliani nel corso degli anni '20 e '30 furono conosciuti e rappresentati in tutto
il mondo, così l'autore abbandona la vita sedentaria e il ruolo di professore per dedicarsi
interamente al teatro.
Nel 1924, poco dopo il delitto Matteotti, si iscrive al Partito Nazionale Fascista, pur non
condividendo le idee di Mussolini, unicamente spinto dall'amore per il teatro e dal desiderio
di portare opere sulla scena, per ottenere l'appoggio da parte del regime. Ciò gli consentì di
raggiungere uno dei suoi più grandi obbiettivi, quello di diventare direttore del Teatro d’Arte di
Roma. Si legò sentimentalmente alla prima donna della compagnia, Marta Abba, per la
quale scrisse numerosi drammi.
Nel 1934 gli viene assegnato il premio Nobel per la letteratura, 3 anni più tardi si ammala di
polmonite e muore.
> Influenza di Leopardi dal quale eredita la concezione che lo porta ad essere un
auntipositivista, convinzione che la scienza non porti alla conoscienza totale della realtà. La
scienza non è un processo di sviluppo ma la strada per giungere alla demistificazione della
realtà, al crollo di tutte le certezze.
L'UMORISMO
Dalla visione complessiva del mondo scaturisce la poetica di Pirandello, enunciata in un
saggio capitale, L'umorismo.
Tutte le opere teatrali e gran parte dei suoi romanzi nascono dall'umorismo per
evidenziare la crisi dell'uomo moderno.
Prinadello inzia col criticare l'ideale di Benedetto Croce, secondo il quale l'opera d'arte
nasce dal libero movimento della vita interiore e la riflessione non rientra nell'atto
creativo.
Pirandello al contrario non vuole che l'arte sia armonia bensì disarmonia, egli sostiene
che nell'opera la riflessione non si nasconde, non è una forma di sentimento, ma si pone
dinanzi ad esso come un giudice, lo analizza e lo scompone.
Non essendo la realtà uniforme occorre un mezzo per mostrare le sue contraddizioni,
cioè l'umorismo, di qui nasce il sentimento del contrario, che è il tratto che lo
caratterizza.
Lo scrittore propone un esempio: se vedo una vecchia signora coi capelli tinti e tutta
imbellettata, avverto che la vecchia signora è il contrario di ciò che dovrebbe essere.
Questo avvertimento del contrario è il comico.
Ma se interviene la riflessione e suggerisce che quella signora soffre a pararsi così e lo
fa solo nell’illusione di trattenere l’amore del marito più giovane, non posso più solo
ridere, perchè la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre quel primo
avvertimento: dall’avvertimento del contrario, cioè dal comico, mi ha fatto passare al
sentimento del contrario, cioè all’atteggiamento umoristico.
La riflessione nell’arte umoristica coglie così il carattere molteplice e contraddittorio della
realtà, permette di vedere la realtà da diverse prospettive contemporaneamente.
Se lo scrittore coglie il ridicolo di una persona, di un fatto, ne individua anche il fondo
dolente e lo guarda con pietà; viceversa, se si trova di fronte al serio o al tragico, non
può evitare di far emergere anche il ridicolo.
Nel saggio Pirandello afferma che l'umorismo si trova nella letteratura di tutti i tempi, ma
in realtà esso si adatta più all'arte contemporanea, nata dalla crisi novecentesca.
Si tratta di un'arte riflessa che si sdoppia, si autocontempla, che non può mai coincidere
interamente con una prospettiva univoca, ma deve sempre vedere l'oggetto anche dal
punto di vista opposto.
E' un'arte fuori di chiave, disarmonica e piena di continue dissonanze.
ATTIVITA' TEATRALE DI PIRANDELLO
I romanzi e le novelle hanno portato a Pirandello una fama nazionale, ma con le
rappresentazioni teatrali egli raggiungerà la fama internazionale.
Fasi del teatro:
1- Fase verista: si avvicina al verismo portando sulla scena il dramma borgese,
incentrato sui problemi della famiglia e del denaro, l'adulterio e le difficoltà economiche.
Compone drammi che si fondano sulla verosomiglianza e sulla riproduzione fedele della
vita quotidiana.
2- Fase grottesca: vengono ripresi stessi temi e ambienti, ma i ruoli imposti dalla
società borghese, come il marito e l'uomo d'affari, vengono portati al paradosso e
all’assurdo, così da dimostrare l'inconsistenza delle forme.
- Pensaci, Giacomino!, del 1916.
Il protagonista è il vecchio professor Toti, che non ha potuto farsi una famiglia a causa
del suo scarso stipendio statale, e che per questo decide di vendicarsi sullo Stato
sposando una donna molto giovane pur non amandola, in modo da costringere lo Stato
a pagarle per molti anni la pensione. Quando la ragazza gli metterà le corna con il
giovane Giacomo, suo allievo, Toti solleciterà la relazione tra i due. Questo perchè
secondo lui le corna non andranno in testa a lui, bensì al ruolo che recita. Lui è marito
per la società, ma marito non si sente.
- Così è (se vi pare), del 1917 (anno particolare per entrata in guerra degli USA e uscita
dell'URSS).
Il protagonista è il Signor Ponza, che tiene imprigionata la moglie nella sua casa di
campagna, alla periferia di una cittadina di provincia, perché la suocera, signora Frola,
non possa vederla. L’uomo afferma che si tratta in realtà della seconda moglie, essendo
la prima, la figlia della signora Frola, morta in un terremoto.
Il signor Ponza sostiene che l’anziana donna sia pazza, poichè è convinta che quella sia
sua figlia. A sua volta la signora Frola afferma che il genero sia pazzo, e che la donna
che tiene in casa sia davvero la figlia che si finge la seconda moglie per assecondare il
marito.
Il caso suscita la curiosità di tutta la cittadina e al termine compare in scena la signora
Ponza, velata, e tutti credono di poter finalmente scoprire chi essa sia veramente, ma la
donna delude le aspettativa poiché si limita ad affermare “Io sono colei che mi si crede”.
In tal modo Pirandello porta sulla scena il relativismo assoluto, che nega la pretesa di
definire una volta per tutte una verità oggettiva.
- Piacere dell'onestà, del 1917.
Uno dei due protagonisti è il marchese Fabio Colli, uomo sposato ma stufo del rapporto
con sua moglie che ha una relazione con un'altro. Anche l'uomo decide quindi di
intraprendere una relazione con Agata, ma quando questa rimane incinta, egli non puo
nè sposarla nè dare il nome al nascituro.
A questo punto per rimediare e dare l'apparenza che tutto sia nella norma il protagonista
chiede al suo amico, Angelo Baldovino, l'altro protagonista, un fallito e disonesto, ex
giocatore d’azzardo, con molti debiti, di sposare la donna. Angelo accetta l’offerta perché
il marchese gli si era infatti ripromesso di pagare tutti i sui debiti. Anche Agata e sua