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Amore cortese e altri tipi di amore

Amore cortese = buono

Amore che si connette a Guittone D'Arezzo = amore non buono

Amore di Guinizzelli = dolce

Amore amaro di Cavalcanti = doloroso

Nel sonetto espone questi pensieri. Se vuole trovare un accordo deve affidarsi alla sua nemica Pietà.

Capitolo 7

Dopo la battaglia di pensieri (metafora bellica, ripresa di Guinizzelli e Cavalcanti), Dante viene condotto da un amico presso un gruppo di gentil donne da servire (amore cortese) durante un banchetto di nozze (richiamo alle Nozze di Cana o all'Ultima Cena).

Dante sente un tremore iniziare dalla parte sinistra del corpo (dove ha sede il cuore con il suo spirito vitale) che si propaga al resto.

Molte di queste donne si accorgono del fatto che il suo stato è dovuto alla presenza di Beatrice e lo deridono (EPISODIO DEL GABBO = provenzale, momento di derisione, di crisi).

L'amico lo prende in disparte e gli domanda cosa ha. Dante risponde che tiene i piedi in quella parte della vita da cui non si può più tornare.

Ritorna in camera e, piangendo, pensa che se Beatrice conoscesse la sua condizione ne avrebbe pietà. E scrive un sonetto dedicato a questo pensiero: "Con l'altre", in cui dice che Amore uccide tutti i suoi spiriti, e chi non è fedele ad Amore a tali livelli non lo può capire. CAPITOLO 8 Dopo l'episodio del gabbo Dante pensa "Dato che alla presenza di Beatrice mi trasfiguro tanto da attirarmi scherno, perché continuo a cercarla?" Ma a questo pensiero se ne contrappone un altro "Supponendo di poter avere la capacità di risponderle, le direi che il desiderio di vederla supera tutte le passate passioni". Poi scrive "Ciò che", in cui esprime quest'ultimo pensiero, sottolineando che gli altri dovrebbero avere pietà per lui. CAPITOLO 9 Altri pensieri di Dante:
  1. "Mi dolgo molte volte nell'immaginare come Amore mi riduce"
  2. "Amore tante volte mi assale così forte che a me non"
rimaneche un pensiero che parla di Beatrice3. Quando Amore mi prende così, io mi muovo per vedere questa donna, quasi come se la sua vista mi difendesse da questa battaglia4. Questa vista non solo non mi difende, ma distrugge la poca vita che mi resta5. Scrive poi "Spesse fiate", in cui espone questi pensieri. È un crescendo di sofferenza, la visione di Beatrice sfocia in una situazione senza via di scampo.
CAPITOLO 10
Dopo aver composto il sonetto, Dante decide di darsi a "materia nuova". Passando di fianco a certe donne viene chiamato da una di loro. Beatrice non è tra queste donne, ma ce ne sono molte: alcune ridono, altre lo guardano aspettando che parli. La donna che lo chiama gli chiede come è finito il suo amore. Dante risponde che il saluto della sua donna era la sua beatitudine, ma lei glielo ha negato. La donna allora gli chiede dove ha sede e in cosa consiste questa beatitudine. Lui risponde "Nelle parole che lodano la

“La donna allora gli dice che, se così fosse, lui avrebbe adoperato le rime composte per riottenere il saluto della donna amata, anziché per informarla del suo stato. Matura allora nel poeta la volontà di parlare a donne gentili, che siano “donne gentili”, non semplicemente “femmine”. Scrive allora “Donne ch’avete”. La prima parte dello scritto spiega come Beatrice si comprende in cielo, la seconda come si comprende in terra. Il poeta si rivolge alle donne per sfogare la sua mente. Dante parla di lei alla loro presenza, perché l’argomento non merita altro pubblico. Un angelo si rivolge a Dio, dicendo che sulla terra si vede un miracolo che riflette fin lassù. Il cielo la chiede al suo Signore e i Santi invocano la grazia di averla. Dio risponde loro di tollerare che l’oggetto della loro speranza resti sulla terra. Dante dice che qualsiasi donna voglia dimostrare di essere nobile si deve unire a”.

lei.Quando Beatrice passa ha il potere di dare salvezza eterna a chiincontra, e gli fa dimenticare qualsiasi ingiuria subìta.Amore conclude che Dio voglia fare di questa creatura unmiracolo. Beatrice possiede una carnagione perlacea e daisuoi occhi escono spiriti d’amore che colpiscono gli occhi di chila guarda. Amore è dipinto nel suo sguardo.Poi Dante si rivolge alla canzone dicendole di non fermarsi dagente nemica della cortesia.

CAPITOLO 11

Un amico chiede a Dante la natura dell’Amore. Dante scrive“Amore e ‘l cor gentile” (sonetto). Dice che Amore e cuore gentilesono un’unica cosa, l’uno non può esistere senza l’altro. Amore è ilSignore e il cuore la dimora. Una donna di valore risveglia lo spiritodi Amore e lo stesso effetto provoca in una donna un uomo divalore.

CAPITOLO 12

Dante scrive un sonetto per dire come si sveglia il suo amore perBeatrice. “Negli occhi porta la mia”. Beatrice porta Amore negliocchi.

Ciò che lei guarda diventa nobile, fa tremare il cuore. Alla sua presenza Ira e Superbia fuggono. Nel cuore di chi la sente parlare nasce dolcezza (Beatrice ha effetti miracolosi).

CAPITOLO 13

Muore il padre di Beatrice. (Folco Portinari, "genitore di tanta meraviglia"). Secondo la tradizione donne e uomini si radunano separatamente per piangere il defunto Dante sente alcune donne parlare del pianto e del dolore di Beatrice. Decide allora di scrivere due sonetti, scegliendo come argomento un immaginario scambio di battute tra lui e loro.

Dante: "Voi donne, avete visto Amore bagnare di pianto Beatrice? Fermatevi con me e non nascondetemi ciò che le succede."

Donne: "Sei tu colui che l'ha sempre celebrata in rima? Perché piangi come se l'avessi vista? Lascia perdere noi che l'abbiamo vista e sentita mentre piangeva"

CAPITOLO 14

Qualche giorno dopo la morte del padre di Beatrice, Dante si ammala. Al nono giorno pensa a Beatrice.

Comincia così un'Ymaginatione: vede donne che gli dicono "Morirai" e "Sei morto". Le donne piangono e un amico gli comunica che Beatrice è morta.

Dante immagina di guardare verso il cielo e di sentire gli angeli cantare. Vede Beatrice morta, con le donne che le coprono la testa con un velo bianco.

A questo punto Dante invoca la morte. Vede una donna in fondo al suo letto che comincia a piangere. Altre donne, nella sua camera, gli si avvicinano dicendogli di non sconfortarsi.

Chiamando Beatrice, Dante si sveglia e si accorge di essere vittima di un'immaginazione. Comincia allora a raccontare alle donne ciò che gli è apparso. Lo racconta in "Donna pietosa di novella etate".

L'atmosfera è sacrale, vi è l'ascesa dell'anima di Beatrice in forma di nebulletta bianchissima, angeli, l'"Osanna": tutto ciò fa avvenire la trasfigurazione da Beatrice terrena a Beatrice celeste.

celeste.

CAPITOLO 15

Terza ymaginatione: fantasticheria legata ad Amore. Dante vede arrivare Giovanna, donna del primo amico, denominata anche "Primavera", seguita da Beatrice. Il nome di Giovanna deriva da Giovanni il Battista, mentre il soprannome Primavera può essere inteso come Prima-verrà, cioè Giovanna che precede Beatrice. Dopo l'immaginazione Dante scrive il sonetto "Io mi sentì svegliar dentro allo core". Racconta di Amore che si mostra a lui, seguito da Giovanna e Beatrice. Amore gliela presenta: "Quella è Primavera, e l'altra si chiama Amore, tanto mi somiglia". È presente un'analogia: Primavera -> Beatrice Giovanni -> Cristo

CAPITOLO 16

In qualcuno sarebbero potute nascere delle riserve nei confronti del sonetto precedente, perché Dante parla di Amore come se fosse dotato di un corpo (personificazione). Quindi il poeta spiega che Amore non è sostanza in sé, ma

modalità di sostanza. Dice di Amore che lo vede arrivare, che ride e che parla. Dice poi che prima non c'erano poeti di lingua volgare, solo latina. I poeti volgari sono comparsi dopo. Spiega l'inadeguatezza dei versi latini per i nondotti. Il volgare invece si adatta alle poesie d'amore perché è umile. Condanna poi chi usa il volgare per altri argomenti. Parla della personificazione, facendo riferimento a chi la usò prima di lui: Virgilio, Lucano, Orazio, Ovidio. Dante giustifica la propria esperienza poetica con il confronto con la precedente tradizione classica.

CAPITOLO 17

Vengono qui descritti gli effetti del passaggio di Beatrice: comunica ai presenti gioia e onestà. Le persone che le sono intorno non riescono a rispondere al suo saluto, la considerano un angelo. Scrive "Tanto gentile e tanto onesta pare". Poi scrive un sonetto per le altre donne. "Chi vede la mia donna in mezzo alle altre, vede ogni tipo di gratitudine: le

Sue accompagnatrici devono ringraziare Dio di tanta grazia. Loro non sono invidiose, perché rivestite di nobiltà. Ogni creatura vicino a lei riceve onore.

Utilizza lo stile della loda: racconta gli effetti del suo passaggio su tutti gli altri. C'è una trasposizione di onore per mezzo di Beatrice sugli altri.

CAPITOLO 18

Canzone che narra gli effetti miracolosi di Beatrice su Dante. "Amore mi ha tenuto in suo potere, svuotandomi di forze, facendovenir meno la vista". Ciò che gli succede è una dolcezza, tale da sembrare incredibile.

CAPITOLO 19

Morte di Beatrice. Il capitolo comincia con la citazione delle Lamentationes di Geremia sulla caduta di Gerusalemme. (Topos ricorrente nella cultura medievale). Non viene utilizzato il termine "morte". Dante dice che non è suo intento parlarne nel libello per tre ragioni:

  1. L'evento doloroso è stato escluso dal "libro della memoria"
  2. Anche se ne fosse incluso

la sua lingua non sarebbe sufficientea parlare come si converrebbe di ciò3. Casomai riuscisse, dovrebbe inevitabilmente elogiare sestesso per essere riuscito a dire ciò che non è possibileesprimere.

Secondo il calendario arabo Beatrice muore la prima ora delnono giorno del mese.

Secondo il calendario siriano, nel nono mese dell’anno.

Infine, secondo il calendario cristiano, la prima ora del tramontodell’8 giugno del 1290, momento in cui i nove cieli si trovano incompleta armonia.

Dante spiega poi il significato del numero 9, che ricorre spessonell’opera: √9= 3 (Trinità) —>Beatrice è un miracolo.

Dopo la morte di Beatrice Dante scrive un te

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
19 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher s.remondini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Rossi Luca Carlo.