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Criseida. Con l'aiuto di Pandaro riesce a conquistarla e a vivere con lei grandi passioni. Ma
Calcante rivuole la figlia indietro; Criseida promette a Troiolo di tornare entro 10 giorni ma
cede all'amore di Diomede e resta coi greci. Troiolo combatte con questo ma viene ucciso da
Achille. Filostrato può essere letto come anticipazione dell'Elegia di Madonna Fiammetta. Il
senhal creato per il personaggio di Filostrato (uomo vinto e abbattuto dall'amore) vale anche
per l'autore. Filostrato è un contro Filocolo. Mentre nel secondo usa la prosa, nel primo
narra cantando in ottave, un metro che conferisce un ritmo lirico-narrativo.
le ottave vengono usate anche nel Teseida e nel Ninfale fiesolano. Ottave in versi
endecasillabi in schema ABABABCC.
il Teseida delle nozze di Emilia è il primo poema epico in volgare, composto a Napoli in
parte e a Firenze, in ottave sul modello dell'Eneide, del quale riprende anche il numero
complessivo di versi. Narra la contesa tra Arcita e Palemone, prigionieri tebani, per la
conquista di Emilia. Dedicato a Fiammetta, vuole creare un poema epico di tipo classico in
volgare. Usa infatti il De vulgari eloquentia di Dante in cui afferma che di armi ancora
nessuno ha poetato in italiano. Arcita e Palemone, due grandi amici fatti prigionieri da Teseo
a Tebe, sono condotti ad Atene. Vedono Emilia, cognata di Teseo, e se ne innamorano. Un
amico di Teseo fa liberare Arcita purché abbandoni la città ma questo, pur di vedere Emilia,
diventa servo di Teseo. Palemone scappa dalla prigione cerca l'amico e lo affronta in duello.
I due, sorpresi da Teso, gli raccontano la loro storia; questo bandisce un torneo. Arcita vince
ma muore dopo aver fatto sì che Emilia fosse data in sposa all'amico. Il libro si chiude con le
nozze. (sembra la novella dei due amici e la commare).
La Commedia delle ninfe fiorentine (in terzine) è un romanzo allegorico scritto tra il 1341-
42. L'autore narra la trasformazione di Ameto, rozzo pastore che vive tra Arno e Mugnone,
grazie agli insegnamenti di sette ninfe. (racconto come insegnamento) vagando per i boschi
dell'Etruria incontra delle ninfe devote a Venere intente a bagnarsi e ad ascoltare i canti di
Lia, una guida. Il pastore si innamora di lei per il suo canto. La rincontrerà solo durante la
festa di Venere, quando Lia propone che a turno ogni Ninfa racconti i suoi amori sotto la
guida di Ameto. La brigata, seduta su un prato ripete la performance letteraria, facendo
seguire ad ogni raccolta un canto. Dopo che Lia ha raccontato il suo amore per Ameto e
denunciato la trasformazione di Venere sul pastore, si sottende (implicare, comprendere) il
significato allegorico: ancora il lavacro purificatore delle passioni carnali che consente di
vedere la dea. Le sette ninfe rappresentano le virtù e la trasformazione di Ameto è
l'evoluzione dell'umanità da una condizione primordiale. In questa Commedia troviamo
delle somiglianze con Caccia di Diana: la trasformazione - simbolica o metaforica - degli
amanti da animali a uomini e dopo l'immersione nel fiume. (c'è anche la descrizione del
giardino paradisiaco, in cui nessun vegetale è assente). cerca quando nel Decameron si
spostano da un luogo all'altro e c'è la descrizione del giardino.
l'amorosa visione è un poema in terza rima in cinquanta canti, chiuso ai margini da un
acrostico (un componimento in cui le lettere o sillabe delle parole iniziali formano un nome
o una frase) che forma dei sonetti caudati che sono testi proemiali. composto da Boccaccio
tra 1342-43, il poeta è il protagonista dell'opera, cui appare in sogno una donna gentile che
gli propone un viaggio alla ricerca della somma felicità. Giunti a un castello, contro il parere
della guida, entrano dalla porta larga e vedono affreschi dei Trionfi della Sapienza, Gloria
Mondana e Ricchezza e amore e in una seconda sala il Trionfo della Fortuna. Descrivendo
gli affreschi espone molti pensieri eruditi. Uscito dal palazzo incontra, in uno splendido
giardino, una schiera di belle donne tra cui Fiammetta, che cerca di possedere. Il sogno
finisce e la donna, apparsa vicino al poeta, gli promette che lo accompagnerà di nuovo nel
giardino, passando dalla porta stretta. Il libro si chiude con una promessa a Fiammetta di
scrivere tutto ciò che potrà vedere nel nuovo viaggio. Questo testo è una riscrittura del
viaggio onirico dantesco.
l'Elegia di Madonna Fiammetta è un romanzo pseudo-autobiografico composto da
Fiammetta. (1343-44) sperimenta, sottoforma di monologo, il primo esempio di romanzo
psicologico della nostra letteratura. Le innamorate donne sono destinatarie del libretto-diario
nel quale Fiammetta espone il suo dolore, il suo tentativo di suicidio e i sentimenti
contrastanti che la pervadono: il rimorso per l'amore che le da il marito, la gelosia della
scoperta di Panfilo che ama un'altra. Il libro termina con esempi di donne innamorate e
sofferenti. Potremmo definirlo un'epistola-confessione-sfogo. Il produttore del testo è la
donna-personaggio, il destinatario un pubblico di lettrici, l'opera assume caratteri diversi ma
potrebbe essere definita elegia.
Ninfale fiesolano, poemetto in ottave composto tra 1344-46 e attribuito a Boccaccio da un
solo ms del 400. Si tratta di una amorosa storia molto antica, uno sfondo mitologico-
favoloso (le ninfe sono protagoniste). Il pastore Africo, che vive a Fiesole coi genitori,
sorprese delle ninfe di Diana, si innamora di Mensola che è obbligata alla castità. Venere gli
promette di aiutarlo in sogno, il padre di Africo lo ammonisce, raccontando la storia del
nonno Mugnone che venne ucciso da Diana per la stessa ragione (il cui sangue e corpo
divenne un fiume che portò il suo nome) mentre la ninfa fu trasformata in fonte. Africo
incontra ancora Mensola e, con uno stratagemma, la possiede. Anche lei si innamora di lui
ma teme Diana. Africo di uccide e fa la fine del nonno e Mensola, incinta, viene scoperta da
Diana che la trasforma nell'acqua del fiume. IL figlio viene affidato alla vecchia ninfa che lo
consegna alla madre di Africo (si chiama Pruneo). Sarà lui il capostipite della città di
Fiesole. Il Decameron
Sappiamo poco della composizione, tutto ciò che sappiamo deriva dalla descrizione della
peste del 1348 e dalla lettera di Francesco Buondelmonti a Giovanna Acciaioli, 13 luglio
1360, che ne documenta pubblicazione e larga diffusione.
Salviati propone il 1353 come data di pubblicazione, Branca ritiene che doveva essere già
stata pubblicata nel 1351. L'edizione ultimativa venne vergata nel 1370 nel ms Hamilton 90,
a Berlino. Non si sa quanto iniziò però a creare le novelle. Difficile dire se furono iniziate a
Napoli ma di certo il libro è nato a Firenze. Da capire però perché la scelta della novella, la
tragica apertura e la complessa strutturazione dell'opera.
Nella conclusione si vede che la composizione è durata a lungo e che di certo qualcosa era
già stata pubblicata mentre lo scrittore procedeva nel suo lavoro, dato che già anche nella IV
giornata parla delle critiche che gli sono state mosse. Nel proemio afferma che le canzonette
a fine giornata avrebbero dovuto essere cantante solo da donne, quindi forse voleva creare
un'opera con soli personaggi femminili. Le sette donne (sette, numero particolare che
sommato al tre dà il 10) potrebbero coincidere con le sette ninfe di Ameto (Commedia delle
ninfe fiorentine).
Edita il Decameron come fosse un libro universitario, un trattato.
Sacchetti, nel compianto alla morte di Boccaccio, preferisce non considerare il Decameron¸
certamente a causa della scelta dell'autore del volgare e della novella (che non fa ancora
parte della grande letteratura). Nell'intro alla IV giornata, rivendica la piena appartenenza al
libro alla grande letteratura affermando che le Muse del Parnaso sono state con lui anche
nella composizione di quest'opera.
All'interno dell'opera poi, farà giustificare i suoi stessi personaggi dell'eccessiva lunghezza
delle novelle, o della tematica scelta, della varietà e dell'oscenità. Dichiara che, nonostante
in stile umile, le sue novelle rientrano comunque nella poesia. Questo fa capire come
Boccaccio fosse consapevole del rischio che correva ad utilizzare la novella e il volgare.
Neushafer ha afferamto che la novella è nata con il Decameron. il Novellino è il più antico
libro di novelle a noi noto per non parlare di molti testi perduti (come il Flos novellarum,
composto da Francesco da Barberino). Novelle definite da Boccaccio con favole (in quanto
testi elaborati, prodotti dall'inventio letteraria) , istorie (come racconti di eventi realmente
accaduti), parabole (perché sono esempi su cui riflettere e trarre spunto).
è grazie all'adozione di questo genere che nell'universo umano del Decameron può entrare
una molteplicità di vite ed esperienze, così da trasformarlo nello specchio del mondo.
Crea una serie di sottogeneri di novella: novella-motto, novella-romanzo, novella-beffa,
novella-contrasto, esemplare ecc.
L'utilizzo di questo nuovo modello innovativo non evita però l'uso del tema del giardino,
ormai tipico dell'opera di Boccaccio. L'allegra brigata che racconta novelle.
l'Incipit dell'opera è molto importante in quanto affida un titolo al libro (cognominato
principe Galeotto) ovviamente con chiaro riferimento al V canto dell'inferno della divina
commedia. L'incipit mostra anche che il libro racconta 100 novelle, dette da 10 protagonisti,
informando del suo contenuto (svolge la stess funzione anche la rubrica posta all'inizio di
ogni novella). Nel ms originale tutte le rubriche sono vergate in rosso, lettere capitali di
vario tipo e misura scandiscono l'inizio di ogni giornata, di ogni novella, la fine del narrare e
le ballate poste alla fine.
Il proemio posto all'inizio della IV giornata come risposta alle critiche mosse alla sezione
del libro già edita e la conclusione dell'autore hanno la loro importanza a sottolineare chi ha
scelto come suo pubblico. Nel proemio alla IV giornata inoltre, l'autore si fa per la prima
volte voce narrante della novella, quella di Filippo Balducci (eremita ecc.).
secondo Vittore Branca ritiene che ci sia una sorta di climax ascendente nella disposizione
delle novelle all'interno della raccolta: da Ser Cepparello, massimo esempio di malvagità
umana a Griselda, l'ideale donna. Ma è più probabile che questi rappresentano i due poli e
tutto il resto all'interno non segua lo stesso climax ma sia ordinato in base al tema della
giornata.
La storia è semplice: a Firenze impazza la peste, la terribile peste mera del 1348, i cada