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Il ministro della cultura, Bottai, era d'accordo con l'impegno dell'artista, e Visconti
avrà molto peso all'interno della rivista.
Partecipa come saggista all'opera “Cadaveri”, contro il cinema italiano, e nel 43
scrive “Cinema antropomorFico”, il cinema a immagine dell'uomo.
• “Ossessione” è il suo primo Film; genere noir, girato tra il 42 e il 43, il Film
nasce dalla collaborazione della rivista fra Visconti, Puccini e Alicata, tratto
dal romanzo americano “Il postino suona sempre due volte” (Visconti ne
aveva avuta la versione dattiloscritta da Renoir, con l'embargo). Il Film dà
molta importanza al rapporto paesaggio – uomo.
• “La Terra Trema” è il primo Film dopo la guerra. Con questo Film si allontana
dallo stile Renoir e si accosta al PCI (che ne Finanzierà la creazione); infatti ci
sono alcuni aspetti politico – sociali, perché riguarda in parte le lotte di classe
in Sicilia. In parte è un Film neorealista (uso del dialetto e di attori non
professionisti).
Da qui alterna cinema, teatro (“Tre Sorelle”, “La Locandiera”) e opera.
• “Senso”, del 1954, è una svolta dal cinema dell'artiFicio fascista; è un Film in
costume, ispirato all'opera; ha superato il neorealismo. Ambientato nel 1866,
durante la Terza Guerra d'Indipendenza, in un ambiente nobile – borghese.
Con questo riprende la sua formazione al di là dei programmi politici, attirato
dalla vocazione di un cinema spettacolare, visivo e musicale. In “Le notti
bianche” costruisce Venezia di Livorno in uno studio a Cinecittà, per
sottolineare l'artiFicio.
• “Rocco e i suoi fratelli” (stesso anno di “L'avventura” di Antonioni e “La dolce
vita” di Fellini, 1959/60), esce nell'anno della Fine del neorealismo e l'inizio
del cinema moderno. Seguono “Il gattopardo”, “Vaghe stelle dell'orsa”, “La
caduta degli dei” e “Morte a Venezia”.
Al di là dei giudizi, Visconti è l'autore più colto del cinema italiano; prende spunto
per le sue opere da teatro, cinema, opera, sceneggiature, è uno scrittore, trasmette la
sua arte ai suoi collaboratori, è culturalmente complesso e competente, rafFinato,
capace di collegare lo spettatore alla cultura europea, poiché non si ferma sull'Italia,
ma apre gli occhi su tutto il mondo.
E' della stessa generazione di Fellini e Antonioni, ma si trova d'accordo anche con la
nuova generazione di Rossellini e Zavattini, Rosi e ZeFirelli, che vedono un cinema
che “fa parlare le cose”.
“Morte a Venezia” 1972
Film tratto da “La morte a Venezia” del 1911 di Thomas Mann.
E' una summa delle sue due correnti (realismo e impegno politico), con ispirazione
dal grande romanzo melodrammatico, colto e rafFinato, complesso e pieno di
riferimenti.
E' il Film dove bellezza – verità – morte sono palesemente esplicitati.
La trama del Film non può non essere confrontata con il racconto di Mann.
FILM LIBRO
E' la storia di un musicista.
Qui spicca la cultura musicale del
regista, con grandi musiche sinfoniche e
liriche.
Secondo Miccichè, la novella di Mann
tratta soprattutto della dignità
dell'artista. E' importante dire che
Mann aveva un rapporto epistolare con
Mahler, e che nel racconto molte
caratteristiche sono ispirate al suo
“Faustus” (storia di un musicista). Non a E' la storia di un letterato.
caso Visconti sceglie la musica di
Mahler, e le fa suonare a Gustav, come
fossero state scritte da lui. Questo ci fa
pensare che il Film potrebbe essere una
biograFia di Mahler, ma sono solo
corrispondenze.
Inoltre la musica ha un ruolo
importantissimo nel Film: le scene sono
strutturate interamente sulle
composizioni
Visconti disse che era impossibile Stile di scrittura parodistico, ironico →
tradurre l'ironia visivamente (in realtà il racconto è in terza persona, ma è
è possibile con la voce over). come se il protagonista/autore parlasse
Eliminata la descrizione di Gustav. di sé prendendosi in giro.
Aggiunta eccessiva di sguardi fra Tadzio
e il protagonista → Visconti non li
riteneva eccessivi, ma bilanciati … … in realtà il primo sguardo avviene a
Troppi sguardi visti come una forzatura. pagina 30, poi un secondo a 40, e solo a
Tema dello sguardo dell'autore: piano pagina 54 abbiamo una cascata di
sequenza del loro primo incontro, sguardi.
ambiguità per la proprietà della
soggettiva (autore o personaggio). I – MOTIVAZIONE DEL VIAGGIO
composizioni
Visconti disse che era impossibile Stile di scrittura parodistico, ironico →
tradurre l'ironia visivamente (in realtà il racconto è in terza persona, ma è
è possibile con la voce over). come se il protagonista/autore parlasse
Eliminata la descrizione di Gustav. di sé prendendosi in giro.
Aggiunta eccessiva di sguardi fra Tadzio
e il protagonista → Visconti non li
riteneva eccessivi, ma bilanciati … … in realtà il primo sguardo avviene a
Troppi sguardi visti come una forzatura. pagina 30, poi un secondo a 40, e solo a
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